
Luigi Sturzo non è stato un “costituzionalista di professione” bensì un uomo politico con vasti interessi culturali che ha avuto la ventura di vivere in una posizione pubblica preminente non solo come Segretario nazionale del Partito Popolare negli anni della crisi dello Stato liberale, ma anche, come senatore a vita, nella stagione della affermazione della democrazia costituzionale. La ricognizione critica delle sue posizioni sulla Costituzione repubblicana è stata affrontata da Nicola Antonetti richiamando la profonda concezione sturziana dei nessi tra etica e politica e le ragioni specifiche della lunga polemica contro la «partitocrazia», riprendendo, infine, le sue prospettive per le riforme costituzionali da quella del sistema bicamerale a quella per lo sviluppo di un modello politico degli assetti regionali. Diviene possibile, rivisitando tali posizioni, risalire al costituzionalismo di Sturzo e comprendere l’innovazione apportata alla tradizione del cattolicesimo politico anche attraverso la ripresa di modelli istituzionali propri della cultura anglo-americana.
Monsignor Luigi Novarese è il sacerdote vissuto fra la prima metà e la seconda metà del Novecento che ha rivoluzionato il modo di pensare degli ammalati.
Alla mentalità che li considerava oggetti passivi di carità, rassegnati all’isolamento e alla pietà per se stessi, ha contrapposto la consapevolezza che gli ammalati potevano diventare soggetti attivi di apostolato fra i sofferenti; testimoni capaci si trasmettere ai fratelli la forza e la bellezza del loro sì al Signore.
Monsignor Novarese ha dialogato con la medicina sostenendo l’utilità terapeutica della pratica spirituale. Si è confrontato con la psicologia, dimostrando l’efficacia della motivazione religiosa nel cammino di guarigione dell’ammalato. Ha arricchito la teologia con la nozione di “valorizzazione della sofferenza”. Giovanni Paolo II ha definito monsignor Novarese “l’apostolo degli ammalati”.
Questa biografia ne racconta per la prima volta l’Opera, le intuizioni spirituali, il dialogo fecondo con la medicina. Ma soprattutto l’impegno straordinario a favore dei più deboli e dei sofferenti.
Mauro Anselmo:
E' un giornalista professionista. Ha lavorato a “La Stampa” e, come responsabile della Cultura, a “Panorama”
Luigi Novarese, "l'apostolo dei malati" (san Giovanni Paolo II), è il sacerdote del Novecento che ha intrapreso un cammino che nessuno prima di lui aveva ancora percorso. Ha sostenuto, fin dagli anni Cinquanta, la centralità del malato nell'ambito dell'assistenza medica e lo ha reso evangelizzatore del mondo. E' stato imprenditore della carità, costruttore, fondatore di associazioni religiose e medico della guarigione interiore. Papa Francesco lo ha proclamato beato l'11 maggio 2013. Questa nuova edizione della biografia arricchita di otto capitoli, ne racconta la storia. Novarese è l'ex ammalato che, mettendo a frutto l'esperienza scaturita dal dolore, si è tuffar nell'impresa di indicare agli infermi un cammino di libertà: l'incontro spirituale con la Croce trionfante del Cristo risorto, "scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani (1 Corinzi 1, 23)".
E'un sacerdote del '900 che ha intrapreso un cammino che nessuno prima di lui aveva ancora percorso. Ha sostenuto, fin dagli anni Cinquanta, la centralità del malato nell'ambito dell’assistenza medica e lo ha reso evangelizzatore del mondo. E' stato imprenditore della carità, costruttore, fondatore di associazioni religiose e medico della guarigione interiore. Papa Francesco lo ha proclamato beato l'11 maggio 2013.
Una quinta edizione della biografia aggiornata, ne racconta la storia.
Novarese è l'ex ammalato che, mettendo a frutto l'esperienza scaturita dal dolore, si è tuffato nell'impresa di indicare agli infermi un cammino di libertà: l'incontro spirituale con la Croce trionfante del Cristo risorto, "scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani" (1 Corinzi 1, 23).
Ecco un piccolo volume divulgativo pubblicato in vista della prossima beatificazione del Venerabile Luigi Novarese (11 maggio 2013).
Curato dal giornalista Mauro Anselmo, il nuovo testo ripropone in una vivace e completa sintesi le tappe della vita e le opere di monsignor Novarese: dalle intuizioni sull’importanza della vita spirituale come sostegno terapeutico nel percorso di guarigione del malato, alle iniziative straordinarie realizzate con i pellegrinaggi a Lourdes, i laboratori professionali per i disabili, la fondazione delle associazioni: Lega Sacerdotale Mariana, Volontari della Sofferenza, Silenziosi Operai della Croce, Fratelli e Sorelle degli Ammalati.
Ricco di fotografie, molte delle quali inedite, il libro è agile, suddiviso in 13 capitoli, e presenta alcune significative novità. Ad esempio è indicato il percorso completo, con le date e gli episodi, del processo canonico che, iniziato il 17 settembre 1989, si è concluso ufficialmente il 19 dicembre 2011 quando, dopo l’inchiesta diocesana e la riunione plenaria dei cardinali, papa Benedetto XVI ha sottoscritto il decreto di riconoscimento del miracolo avvenuto per intercessione di don Luigi.
Luigi Maria di Montfort (1673-1716), grande testimone di spiritualità mariana, è assai conosciuto nella chiesa per aver insegnato una dottrina teologica e spirituale facile, ma insieme profonda per illuminare e convincere sulla via della santità. Propone «ai cristiani la consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali».Il papa Giovanni Paolo II ha scelto per il suo pontificato il motto monfortano: Totus tuus.
Destinatari
L'autore si rivolge ai ragazzi e al grande pubblico, in particolare a quanti desiderano conoscere meglio questa grande figura di santo e la sua spiritualità.
Autore
BATTISTA CORTINOVIS, ha compiuto gli studi di teologia a Roma, dove è stato ordinato sacerdote nel 1969. Dopo un periodo di attività pastorale nella diocesi di Milano, fino all'83, speso nell'impegno della predicazione, nell'insegnamento della religione in un liceo classico, nelle più svariate forme di pastorale sociale tra gli operai e nella direzione del settimanale diocesano, torna a Roma per lavorare nella Provincia religiosa monfortiana, come consigliere prima, come assistente generale poi e infine come superiore generale. Dal 2000 si dedica alla predicazione, agli studi e alle pubblicazioni di spiritualità monfortana.
Don Luigi Guanella (1842-1915), beato e fondatore di due congregazioni religiose (le Figlie di Santa Maria della Provvidenza e i Servi della Carità, e accanto a essi i cooperatori laici guanelliani) appartiene a quella schiera di sacerdoti italiani che tra l'Ottocento e il Novecento diedero inizio a opere di carità rivolte ad affrontare i problemi delle nuove povertà, nell'epoca che precedette e accompagnò lo sviluppo industriale del Paese. Il nome di Luigi Guanella è sinonimo di amore per le persone che in qualsiasi modo sono segnate dalla sofferenza o vivono situazioni di emarginazione. La sua testimonianza di Vangelo vivente è anche una bella pagina di teologia, poiché le sue scelte e il bene da lui compiuto svelano il cuore della fede cristiana e affermano la verità sull'uomo, donando conforto e speranza a tutti, credenti e non credenti.
Dalla prefazione dell'autore: "Ancora un libro su don Giussani a testimoniare l’inesauribilità del suo carisma. L’interezza della sua ricchezza spirituale, infatti, non sarà mai adeguatamente espressa da nessuna riflessione teologica o metodologica e tanto meno perfettamente incarnata da nessuno di coloro che abbiamo partecipato del suo carisma. Esso è, infatti, depositato nella Chiesa: tutti vi possono attingere senza esaurirlo. Nessuno può pretendere di esserne il detentore.
È questa la ragione per cui è bene che molti scrivano su di lui, affrontando i molteplici aspetti della sua personalità e la complessità del suo pensiero. Saranno sempre dei “tentativi ironici” – avrebbe detto lui – di approssimazioni mai definitive.
Con questo volume sul tema della carità si chiude la mia riflessione sulle virtù morali e teologali come sono state da lui vissute e proposte. La caratteristica di questa ultima opera rispetto alle altre, che hanno trattato il tema dell’amicizia, della fede e della speranza, è la coralità della testimonianza. Ho chiesto, infatti, ad alcuni di coloro che sono stati educati da lui a quel culmine della carità che è la gratuità di raccontare come l’impronta ricevuta sia fiorita nella loro vocazione familiare o religiosa e in opere sociali. Ne è risultata una sinfonia nella quale si fondono accenti diversi nel riaffermare l’unica verità: Dio è carità e noi siamo fatti per vivere la sua stessa vita. Sfaccettature di un prisma nelle quali si riflette la luce di un unico carisma, quello di don Luigi Giussani.
Pongo alla fine a mo’ di post-fazione la lettera ricevuta dalla mia carissima amica Lucetta Scaraffia che testimonia quanto sia prezioso il dono dello Spirito che abbiamo ricevuto e quanto sia grande la responsabilità che abbiamo nel custodirlo integro nella nostra umanità".
Francesco Ventorino
La riflessione di Luigi Giussani (1922-2005) appare un contributo di grande rilievo in seno al pensiero cattolico contemporaneo. La lezione tomista, assimilata nel Seminario teologico di Venegono, viene ripensata dall'autore in chiave esistenziale alla luce di un'esperienza educativa unica, senza analogie nell'Italia del '900. Il risultato è, da un lato, la nozione di senso religioso, per la quale la verità deve, modernamente, passare attraverso la libertà, e dall'altro, quella di incontro come modalità fondamentale con cui l'Essere si manifesta. Al centro vi è la categoria originale di esperienza, verifica della corrispondenza tra l'io, nelle sue esigenze naturali fondamentali, e la realtà. Giussani delinea, in tal modo, un percorso che va al di là della tradizionale opposizione tra agostinismo e neotomismo e, nella Chiesa post-conciliare, tra modernisti e tradizionalisti. Il fine è quello di pervenire a Dio come un "Tu" esistente in Gesù Cristo, incontrato "fattualmente" nella storia. Lo può fare perché la nozione di "conoscenza amorosa", nella relazione io-tu, consente di pensare l'esperienza del vero in direzione di un pensiero "immaginativo", concreto. Il volume mette a fuoco nodi e momenti essenziali del pensiero giussaniano ponendolo a confronto sia con i suoi critici (Benvenuto, Barcellona, Severino, de Mattei) che con la questione dell'integrismo, cruciale per delineare il rapporto tra cristianesimo e libertà moderne.
Il presente breve studio è un omaggio alla storia e alla presenza cristiana del prof. Luigi Gedda (1902-2000) del quale sono stato amico soprattutto per motivi di conoscenza familiare, nonostante i sessant'anni di differenza d'età che, almeno io, non ho mai avvertito. In questa riflessione prendo spunto dalla profonda devozione che Luigi aveva verso il getsemani, luogo centrale della vocazione cristiana ma non molto affollato, che lui ha coltivato per tutta la sua lunga esistenza, facendone il fulcro della spiritualità della Società Operaia, il sodalizio laico che egli fondò negli anni della seconda guerra mondiale.
Louis Martin e Marie-Azélie Guérin in Martin furono i genitori di Thérèse Martin, più nota come Teresa di Lisieux, e di altre quattro figlie, tutte religiose. Beatificati nel 2008 per l’esemplarità della loro vita di coppia, sono stati canonizzati nel 2015. Luigi e Zelia, malgrado il secolo che ci separa, hanno sperimentato condizioni di vita molto vicine alle nostre. Tutti e due hanno lavorato per allevare i loro figli, sono corsi dietro al tempo, hanno conosciuto le gioie e le pene di una famiglia ordinaria e sono morti di malattie che ci sono familiari. Ciò che ha costituito la loro santità non sono stati gli avvenimenti in se stessi ma il modo in cui li hanno vissuti. In tutti gli aspetti della loro vita essi non hanno avuto che una fonte e uno scopo: l’amore di Dio. Questo orientamento del cuore non li ha disincarnati ma ha fatto della loro vita ordinaria un’avventura d’amore.
Hélène Mongin, laureata in filosofia, lavora presso l’Office Central di Lisieux. Appassionata della figura di santa Teresa di Gesù Bambino, le ha dedicato il volume Une pensée par jour avec sainte Thérèse de Lisieux (Médiaspaul).