
"Fra le tue preghiere" è un caleidoscopio di emozioni, poesie d'amore senza riparo, friabili, di dolore, di supplica, di passioni, così intense che non si può sopravviver loro... Lo stile è nerudiano, caratterizzato da sobrietà verbale, da profondità ruvida. Poesie speziate, come se appartenessero a terre lontane eppure incredibilmente vicine. Parole che fanno pensare a brandelli di nuvole che il vento fa vagare nel cielo grigio, con sprazzi di colore della vita. Poesie lievi, delicate, dense, sanguigne, con una sorta di malinconica dolcezza che sfiora i piccoli particolari, e indugia un attimo su di essi.
L'autore attraversa con la poesia l'animo umano, i suoi abissi più reconditi, e riemerge alla vita. Per lui la poesia è introspezione dolorosa, consapevole scandaglio di una vita spesa nell'errore, alla ricerca di un amore desiderato eppure irrimediabilmente perduto.
Miscellanea di sensazioni e di esperienze vivificate dal dubbio, dall'illusione, dalla ricerca: sul significato dell'esistenza e sul valore del vivere quotidiano.
Un libro scritto dall'autrice sul periodo che la stessa ha vissuto nei pressi di Piazza San Pietro a Roma, e sulle persone che ha conosciuto. Ho vissuto nove mesi con la mia famiglia nei pressi di Piazza San Pietro a Roma. Alla vigilia del nostro rientro in Francia mi sono seduta un'ultima volta all'ombra del colonnato della piazza. Guardando verso gli appartamenti del Papa, pensavo: come mi sarebbe piaciuto parlargli di loro, delle donne che ho conosciuto e che lui poteva, ogni giorno, scorgere dalla sua finestra!
Il libro raccoglie 134 liriche di Idilio Dell'Era (Don Martino Ceccuzzi 1904-1988), in gran parte non conosciute, che furono pubblicate nel 'Giornale del Popolo di Lugano', nel periodo 1947-1967. Queste poesie sono dedicate in gran parte alla meraviglia del creato che si incarna: nelle montagne, negli alpeggi, nei torrenti ticinesi; nella natura e nei paesaggi campestri toscani; negli animali e nel mondo vegetale così armonioso e complesso.
La poesia polacca contemporanea si è imposta da tempo all'attenzione del pubblico internazionale e i suoi maggiori esponenti sono ritenuti ormai comunemente dei classici della lirica novecentesca anche al di fuori dei confini del Paese. Poco conosciuta dal grande pubblico italiano è, però, la produzione delle nuove generazioni affermatisi negli ultimi decenni. Dall'esigenza di riempire tale lacuna è nata l'idea di questo volume, che offre una selezione di componimenti di alcuni tra i maggiori poeti che hanno debuttato dopo il 1989, anno di svolta politico-culturale, e che ruotano attorno alla ricerca di nuove identità tramite una straordinaria varietà di approcci formali e tematici. Il quadro che emerge conferma il posto di primo piano che la poesia polacca occupa ormai da tempo nell'ambito della cultura europea.
Il libro raccoglie proverbi della tradizione popolare veneta; in parte ricomposti in una stesura più comprensibile, levigando le varianti che hanno diversificato abitudini e anche la parlata familiare di paesi veneti, ciascuno con la propria individualità. I testi si accompagnano a immagini reali del mondo veneto di un tempo che questo libro vuol far rivivere negli aspetti più umani e profondi. Il libro è stato scritto e curato da Bruno Caon, esperto conoscitore del linguaggio popolare della regione.
Alida Airaghi è nata a Verona nel 1953 e risiede a Garda. Dopo la laurea in Lettere Classiche a Milano, è vissuta e ha insegnato a Zurigo dal 1978 al 1992. Ha collaborato a diverse riviste e quotidiani italiani e svizzeri. Tra le sue pubblicazioni: "L'appartamento", in Nuovi Poeti Italiani, 3 (Einaudi 1984), "Rosa rosse rosa" (Bertani 1986), "Appuntamento con una mosca" (Stamperia dell'Arancio 1991), "Il peso del giorno" (La Luna - Grafiche Fioroni 2000), "Un diverso lontano" (Piero Manni 2003), "Frontiere del tempo" (Piero Manni 2006); inoltre, per le edizioni LietoColle, le plaquettes: "Il lago" (1996), "Sul pontile, nell'acqua" (1997), "Litania periferica" (1998), "Le mura di Verona" (1998).
Queste poesie di carattere religioso dimostrano come noi esseri umani siamo come tante stanze bianche, vuote, riempite di volta in volta delle nostre personali memorie, ma la memoria del poeta, in quanto riconducibile a tutto il genere umano, è qualcosa di più dei ricordi dei singoli. È una memoria superiore e più vasta quella che vive in lui, così che il poeta esprime attraverso il proprio canto aspirazioni universali verso un mondo ideale di giustizia, di pace, di bellezza e di verità attraverso la gioia, l'amore o la sofferenza - sentimenti comuni a tutti gli uomini, in forme e modalità diverse. Ed è per questo che il vero poeta, esprimendo le radici più profonde della vita, parla un linguaggio che risulta nello stesso tempo vicino ad ogni essere umano.

