
Il lamento per la morte nell'arena del giovanissimo torero Ignacio Sanchez Mdjias, amico dell'autore, e altri meravigliosi canti d'amore e morte nelle liriche immortali del più famoso e originale poeta spagnolo della prima metà del Novecento.
Pubblicato nel 1947 è traccia dell'esperienza di prigionia dell'autore, deportato nel 1943 dagli alleati appunto in Algeria e Marocco. La raccolta conferma un allontanamento dai temi dell'ermetismo verso quelli di una maggiore e più alta quotidianità e verso una narrazione in forma quasi diaristica, dove la prigionia diventa la cifra esistenziale attraverso la quale il poeta guarda al destino dell'uomo.
Tutte le poesie di Sereni. Una poesia che si colloca nell'area tutta novecentesca dell'insicurezza e del dubbio, dei destini mancati, sempre alla ricerca di una frontiera non ancora tentata, di una impossibile via di fuga. Una poesia del ritorno, della memoria che rielabora e che dà senso all'esperienza. Il curatore, Dante Isella, è autore di un ampio apparato critico-filologico, con studio delle varianti. Completano il volume, la cronologia, l'autocommento (notizie sui testi tratti dalle lettere e da altri documenti) e un'antologia della critica a cura di Pier Vincenzo Mengaldo.
L'autore è nato a Ogidi, in Nigeria, nel 1930. Questa è la sua unica raccolta poetica e rappresenta, con realismo, il dramma della vita e della guerra, a partire dalla tragedia che colpì il suo popolo e il suo paese. La prima edizione (Nigeria 1971) era di 23 poesie; la presente, cui l'autore ha aggiunto sette opere più recenti, è composta di 30 testi e suddivisa in cinque sezioni.