
Raccolta di poesie scritte lungo il cammino di Santiago de Compostela. Un ingegnere che lascia "libera" la parte sinistra del cervello per godere dei pensieri, emozioni e parole... e del dischiudersi dell'anima (Prefazione di Antonio Gregolin).
Tranne la celeberrima Ballata del carcere di Reading (1898), quasi tutta la produzione poetica di Oscar Wilde risale all'età giovanile. Benché decisamente eterogenea nei temi, nei motivi e nello stile, questa raccolta costituisce indubbiamente
un prezioso documento del gusto dell'età vittoriana. D'altro canto, questo "canzoniere" lieve e raffinatissimo, ora ispirato al medioevo preraffaelita, ora classicheggiante, ora impressionista, presenta tutte le matrici originarie dei caratteri tipici che contraddistinguono le opere più note dello scrittore dublinese, e in particolare le sue superbe opere teatrali.
In questa ultima raccolta di Auden, scritta nel 1972 e uscita postuma due anni più tardi, il poeta creatore della poesia degli anni Trenta, passato per la Germania agli albori del nazismo, la Spagna della guerra civile e la Cina in fermento, quasi fuggito oltreoceano alla vigilia della seconda guerra mondiale, diventato cittadino americano e convertitosi al cristianesimo, pendolare poi per tante stagioni fra Ischia e gli Stati Uniti, residente a lungo in Austria -, torna a quella Oxford da dove era partito. E qui il vecchio Narciso, "finalmente libero dalla brama di altri corpi", con le sue carni ormai "quasi femminili", ringrazia anzitutto la Nebbia - "Sorella immacolata" dello Smog (conosciuto fin troppo bene a New York), "acerrima nemica della fretta" -, che dal suo cottage del Christ Church College ha avuto modo di riscoprire, apprezzandone di nuovo l'ovattata bellezza; scrive albate e notturni per gli amici, un discorso agli animali e un'ode al diencefalo, usa con disinvoltura sovrana metri, rime, misure, strofe e schemi d'ogni forma e sorta, parole desuete e tecnicismi, toni, registri e accenti i più disparati. Poi torna a ringraziare i poeti suoi maestri nell'arco di una vita: Hardy, Frost, Yeats, Graves, Brecht, per terminare con Grazio e Goethe.
Si parla molto di amore nelle poesie di Wislawa Szymborska: ma se ne parla con una così impavida sicurezza di tocco e tonalità così sorprendenti che anche un tema sin troppo frequentato ci appare miracolosamente nuovo. «Sentite come ridono – è un insulto» scrive di due amanti felici. «È difficile immaginare dove si finirebbe / se il loro esempio fosse imitabile» – e ad ogni modo «Il tatto e la ragione impongono di tacerne / come d'uno scandalo nelle alte sfere della Vita». Anche parlando d'amore la voce della Szymborska sa dunque essere irresistibilmente ironica: non a caso Adam Zagajewski diceva di lei che «sembrava appena uscita da uno dei salotti parigini del Settecento». Ma sa anche essere, dietro lo schermo della colloquiale naturalezza e dell'ingannevole semplicità, grave e trafiggente, come quando affida a un panorama divenuto ormai intollerabile il compito di proclamare l'assenza («Non mi fa soffrire / che gli isolotti di ontani sull'acqua / abbiano di nuovo con che stormire») o all'amore a prima vista quello, ancor più temerario, di smascherare il caso-destino che ci governa: «Vorrei chiedere loro / se non ricordano – / una volta un faccia a faccia / in qualche porta girevole? / uno “scusi” nella ressa? / un “ha sbagliato numero” nella cornetta? / – ma conosco la risposta. / No, non ricordano».
In una semplice e raffinata confezione, con testo tedesco a fronte interposti a leggeri disegni al tratto, viene proposta questa inedita ed originale traduzione delle poesie di Rilke dedicate al tema a lui più caro: l’angelo.
Un filo conduttore che attraversa tutta la poetica rilkiana e che questo piccolo volume vuole raccogliere seguendo i passi della sua produzione poetica.
Il titolo, Engellieder, è l’inizio di questo percorso, è tratto infatti dalla raccolta giovanile, scritta a soli 23 anni dal poeta, nella quale per la prima volta s’incontra il tema dell’angelo, seguono poi tutte le versioni successive di questa figura celeste, sino a quella "terribile e spaventevole" delle mature Elegie Duinesi.
Sempre più letta e amata in Italia e nel mondo, la poesia di Antonia Pozzi trova una delle sue migliori espressioni nei versi d'amore e d'amicizia, in gran parte raccolti in questo volume. Un viaggio affascinante al centro di un universo femminile tormentato e inquieto ma ricco, appassionato e moderno, perciò capace di parlare con sorprendente intensità al nostro presente. L'occasione inoltre per accostarsi a una scrittura che, all'estrema accuratezza della forma, abbina una corporeità forte e vertiginosa, in una stretta adesione alle radici del reale e al cuore pulsante della vita.
Tutta l'opera di Rabindranath Tagore è costellata di massime, di riflessioni sulla vita, di rapide intuizioni, di brevi lampi in cui si manifesta una vera e propria sadhana, un percorso di vita ideale suggerito e guidato da una saggezza di radici profonde; una saggezza che proviene dalle Upanisad, si richiama alle visioni di armonia dei Rsi, i bardi dell'India antica. Questa scelta di massime cerca di ricostruire tale cammino desiderato verso una felicità possibile, in due pertinenti direzioni: la ricerca segreta di un equilibrio interiore, di un'armonia individuale e di tutto ciò che può aiutare a raggiungerla; e la scoperta dell'altro da sé fino all'arrivo a una meta possibile di tutta l'esistenza: la gioia che tutto pervade.
Con un linguaggio in cui spiritualità e sensualità si abbracciano, la raccolta di poesie Sono Tua traccia la strada per vivere un rapporto autenticamente intimo con il Signore: un percorso difficile, a causa della fragilità umana, delle prove e dell’aridità, ma fondamentale per il riscatto di ogni uomo, anche nella sua dimensione comunitaria. L’importante è la consapevolezza di essere creature amate e guidate dalla misericordia divina, ammettendo di essere bisognosi: solo così ci apriremo all’azione della grazia e al conseguente zelo apostolico, compito di ogni cristiano.
Silloge composta di poesie religiose, scritte nell'arco di tempo di circa quarant'anni, alcune delle quali sono inedite, altre invece sono state già pubblicate ma spesso modificate. Un invito a riflettere sulla presenza della voce di Dio, che nascosta parla, in modi e tempi diversi, anche quando il cuore distratto dell'uomo non la percepisce o non la vuole udire.

