
Poesie molto legate alla realtà di ogni giorno che colgono essenzialmente la durezza della vita: nelle lotte quotidiane, nelle delusioni e nella sofferenza. Ma l'autore non si ferma al pessimismo perché questi versi vogliono essere una esortazione, specie per i giovani, a non rassegnarsi e a sperare in un rinnovamento e in una rinascita di valori.
L'autore ha fatto la conoscenza del bradipo durante un viaggio nella foresta amazzonica. La lentezza, che rende questo animale quasi "eversivo" in un mondo votato alla velocità, è divenuta il simbolo di questa raccolta poetica. In essa si ripercorrono i primi anni di questo terzo millennio tra viaggi, incontri, eventi pubblici e privati, passione politica e sentimento, musicalità, ritmo e lirismo, bisogni dì silenzio e lettura interiore, ricerca di condivisione e teatralità.
I versi di Antonio Tarallo sapranno accompagnare la mente e il cuore del lettore all'incontro con la manifestazione del Volto di Dio, non in un'idea astratta, ma nel volto personale e misericordioso di Cristo Crocifisso e Risorto.
[…] si è concentrata l’attenzione su frammenti che ci vengono incontro nella lettura e che ci abbagliano con la loro bellezza illuminando,
come un cono di luce inesauribile, vasti orizzonti di riflessione e di conoscenza.
Sono i piccoli brani che amiamo, ai quali torniamo, che impariamo a memoria e che ricordiamo a noi stessi
nelle più varie occasioni: è bello seguirli autonomamente, ascoltarli uno alla volta, mettendoli in evidenza per sé soli.
Presentando questo libro (pubblicato nel 1995 in una piccola edizione locale) in una nuova versione, il poeta e saggista Lorenzo Gobbi vuole «offrire un momento di sosta, di quiete meditativa» di fronte alla parola poetica. Così, egli sceglie e presenta frammenti di poeti classici e contemporanei, commentandoli in modo del tutto personale e proponendo un esercizio di ascolto e di riflessione che amplifica i testi e li lascia risuonare nell’intimo del lettore.
Emergono domande urgenti e pressanti: la necessità della gioia, la dignità del dolore, la purezza del desiderio, la capacità delle parole di aiutarci a vivere nel mondo come ospiti grati e rispettosi. Il silenzio «veramente sembra trattenere qualcosa: una voce, un volto, una sorgente di vita», perché «la verità delle cose» appare di rado, ed «è giusto seguirla, attenderla sul terreno che le è proprio.»
Due scritti autobiografici e una piccola antologia di poesie di un mito vivente della poesia mondiale. Dalle riflessioni su Solzenicyn ("condannato all'immortalità") ai ricordi personali del soggiorno a cuba, quando "la pace era appesa a un sottile capello... della calvizie di Nikita Chruscev". Con testi dedicati ai suoi amori, al suoi ideali, alla poesia "come spionaggio", ma anche a Fellini e ai Beatles, con una poesia inedita senza retorica e molta autoironia: "Arriverò nel ventunesimo secolo / e riconoscerò tutte le mie amate predilette / in sembianze di nonnine regalmente aggraziate". Un poeta che continua a stupire, parlando anche ai giovani.
"'Fuoco di paglia è amore di poeta, / perciò è vorace, ed è così fugace'. Questo dice Attila József: l'amore dei poeti è come l'amore degli adolescenti, che vogliono essere quello che non sono, che vogliono che gli altri siano quello che non sono, che vogliono dare l'amore a chi non lo vuole, che perdono l'amore appena lo possiedono, che se ne stancano appena lo conquistano, che pensano di poter davvero possedere una persona, davvero conoscerla interamente e definitivamente": così scrive Patrizia Valduga, una delle poetesse più note per i suoi versi d'amore, introducendo questa originale antologia sui poeti innamorati, da Guittone d'Arezzo fino a Giovanni Raboni.
Poesie di Natale e sul Natale che evocano sentimenti religiosamente antichi e infantili, secondo sonorità e immagini che stanno tra Alfonso Maria De' Lguori e Guido Gozzano. Non senza fondersi con le suggestioni dialettali piemontesi e terragne di una tradizione a un tempo squisita e corporale tra nino costa e Pinin Pacòt. Ingenuità sapiente e consapevolezza letteraria - quantunque dissimulata - in un "canto di Natale" di grande raffinatezza che diciotto artisti commentano e accompagnano con le loro tavole originali e inedite: "il Natale ha guizzi di pace... il Natale ha ali di luce, bianca come un volo di cometa".
Ecco una scelta di poesie di Jacques Prévert tra le più famose. Una raccolta che mette in luce "la sorprendente naturalezza del vero talento poetico di Prévert" scrive Maurizio Cucchi nella sua introduzione a questo volume, "la sua capacità rarissima di invenzione a ruota libera, l'apparente gratuità dei suoi giochi dei suoi lunghi, interminabili cataloghi, il surrealismo 'popolare' di tanti versi. Uno stile e una personalità che lo portano a muoversi sempre con noncurante disinvoltura tra l'arrogante e il tenero, tra l'aristocratico e il plebeo, nell'insieme di composizioni che costituiscono sempre un accortissimo artificio, un paradosso perfettamente riuscito, un meccanismo affascinante."