
Platero, minuto, peloso, soave, è un asino che ha l'acciaio dentro, acciaio e argento di luna fusi insieme. Juan Ramón, suo compagno di viaggio, è un poeta, uno dei grandi poeti spagnoli. L'uomo e l'asino, muovendo da Moguer attraverso la campagna dell'Andalusia, lambita dal palpitante oceano, camminano fianco a fianco. È un magico viaggio, restituito in centotrentotto istanti che toccano il cuore, tanti sono i brevi capitoli che compongono questa elegia andalusa di rara bellezza, dove una natura potente si intreccia con i paesaggi dell'anima.
La storia della maledizione che pesa su una nave, del magico incontro col vascello fantasma, di una colpa e di un'espiazione. In una nuova traduzione il capolavoro del grande poeta (1772-1834) del romanticismo inglese.
Far cambiare idea a coloro che dicono di non amare la poesia, perché la trovano oscura, difficile, e inutile alla nostra vita: questa è stata la scommessa dell'autrice scrivendo questo libro, e il suo successo sembra averle dato ragione. "La poesia salva la vita", ormai un "classico", è infatti un libro per avvicinare la poesia in un modo del tutto nuovo e vederla non più come una tecnica astrusa, ma un imprevedibile, affascinante "alfabeto del mondo". Perché la connotazione della poesia è - prima ancora che letteraria esistenziale: essa riguarda tutti noi in quanto esseri umani. La poesia è una chiave preziosa e insostituibile per entrare in contatto con quella vasta e per lo più sconosciuta parte della nostra psiche che concerne le nostre emozioni e aiutarci a viverle e a esprimerle in modo creativo. Abbiamo infinitamente bisogno delle sue magie e dei suoi giochi per vivere meglio, e ritrovare quello sguardo di meraviglia che abbiamo forse perduto uscendo dall'infanzia. Allora la poesia può davvero salvare la nostra vita dal senso di noia, di inutilità e di malinconia che ci afferra quando la nostra creatività - un dono che spesso non sappiamo di possedere - giace chiusa e dimenticata in un cassetto.
"Cosa può fare ancora, dopo di Voi, un poeta? Un maestro (Goethe, ad esempio) lo si può superare, ma superare Voi - significa (significherebbe) oltrepassare la Poesia." Così scriveva Marina Cvetaeva a Rilke, identificando in lui la poesia stessa, il poeta assoluto e insuperabile della nostra epoca. Eppure questa poesia altissima ha essa stessa un vertice: "I sonetti a Orfeo". I sonetti, come le "Elegie" dello stesso Rilke, come i grandi testi di Eliot e di Montale, non sono un mero momento epifanico. Sono un vero e proprio racconto: tessono la trama degli eventi, dell'intreccio apparentemente incomprensibile delle cose, proponendo un'immagine visibile di quel logos, di quella ragione dei contrari e della differenza, che ci presenta il mondo nella sua ultima verità. Infatti Orfeo, il dio del canto, è il dio che canta questo nostro mondo: il mutare delle cose e degli uomini che abitano presso di esse.
Raccolta di poesie di Gerard Manley Hopkins, considerato uno dei fondatori della poesia inglese moderna.
"A lato della prodigiosa voce del maestro Rubén Darío e della stravagante, adorabile, affascinantemente goffa e fosforescente voce di Herrera y Reissig e del gemito dell'uruguaiano e mai francese Conte di Lautréamont, il cui canto riempie di orrore l'alba dell'adolescente, la poesia di Pablo Neruda si leva con un tono mai uguagliato in America, di passione, di tenerezza e di sincerità". (Dalla presentazione di Federico García Lorca)

