
«Abbiate cura di impazzire per un abbraccio». Un libro intenso, pieno di luce, del piú antico fra i poeti contemporanei italiani. Con la sua lingua asciutta e lirica, sacrale e domestica, in cui c'è sempre uno scarto, uno slittamento inatteso, una sottile sensualità, Franco Arminio fotografa il corpo spaventato dalla morte e infiammato dall'amore. Non soltanto l'amore carnale, ma quello che ci conferma di esistere: l'amore per un figlio e quello per un angolo di paese, l'amore per una strada e quello per la madre, l'amore per un amico e per chi ci è ancora sconosciuto, al punto da scavare in noi il languore del desiderio. Nei suoi versi l'incontro erotico, sentimentale, è sempre un viatico verso Dio, raggira la morte e la corteggia, è miracolo ed epifania. Arminio dedica poesie e prose commoventi anche agli amori - vissuti o mancati - di altri scrittori e poeti, da Kafka a Pasolini, da Susan Sontag ad Amelia Rosselli, trovando una voce nuova per indagare il coraggio di essere fragili che ognuno di noi ha sentito innamorandosi, «il mistero di raggiungere nello stesso tempo il corpo di un altro e il nostro». «Uno dei poeti piú importanti di questo Paese» (Roberto Saviano). «Gli basta una manciata di sillabe, connesse da un gioco sapiente di rime ed assonanze, e un intero destino si staglia nettamente sul bianco della pagina. Come accadeva in certi indimenticabili epigrammi composti in vecchiaia da Giorgio Caproni» (Emanuele Trevi). «Poesia delicata, volatile, breve, ma esatta e lavorata giorno dopo giorno» (Valerio Magrelli). «Leggere Arminio è un'esperienza indimenticabile» (Marco Belpoliti). «Arminio è uno scrittore raro: scrive con tutto il corpo e si accorge di tutto quello che succede ai corpi altrui, di dentro e di fuori» (Domenico Scarpa).
Bertolt Brecht non è stato solo uno dei più importanti uomini di teatro del Novecento, ma anche uno dei massimi lirici di lingua tedesca: lo dimostrano sia le poesie politiche sia - su un versante più personale e privato - i versi d'amore o esplicitamente erotici. Questa antologia è opera di un traduttore non occasionale, Gabriele Mucchi, pittore, architetto e designer che di Brecht fu amico personale. Si tratta di una scelta "guidata dagli interessi e dalle emozioni del traduttore", come ha scritto Cesare Cases nella prefazione alla prima edizione italiana di questo volume (nel 1986). "Ci sono poesie famose ma ne mancano di altrettanto famose e ce ne di meno famose e di ignote, spesso per causa di forza maggiore... Ci sono quelle erotiche, che la pruderie dei curatori aveva aspettato quasi trent'anni prima di rendere pubbliche, ma c'è anche la splendida A. M., da mettere accanto ai classici della delusione e della nostalgia amorosa". Oggi, ormai archiviati i furori ideologici del secolo breve, possiamo ammirare la limpidissima vena lirica di uno scrittore universalmente più noto per il suo acceso impegno politico.
Nel sottotitolo l'autore anticipa l'esprimersi del misticismo di Mahler attraverso il quintuplice sentimento di morte - risurrezione - dolore - amore - estasi. Nel Prologo riafferma il sentimento mahleriano della morte, della risurrezione, del dolore, dell'amore e dell'estasi, ma nel corso della sua esposizione, ulteriormente approfondendo, egli distingue l'estasi in estasi nietzschianamente lirica e in estasi contemplativa cristiana immaginata e musicalmente interpretata dallo stesso Mahler. Significativa la conclusione cui perviene l'autore: Mahler visse questa vita guardando verso l'altra Vita, l'Unsterblich Leben.
Testimonianza lucida e disperata, ritualizzata per vent'anni a ogni anniversario del tragico eccidio di piazza Tian'an men, la raccolta di Elegie di Liu Xiaobo ha l'unitarietà organica di un piccolo poema, sintesi lirica di raro equilibrio tra denuncia e canto. Liu Xiaobo riesce a liberare spirito poetico dai pesanti ceppi della lotta politica, superando i limiti spazio-temporali della Primavera di Pechino, in una rappresentazione che restituisce a piazza Tian'an men e alle sue vittime il senso sacro e universale della storia. Il valore delle Elegie risiede proprio nel rendere omaggio ai protagonisti sconosciuti della tragedia, studenti e cittadini spesso rimasti senza riconoscimento, madri e parenti cui nessun conforto, nessun risarcimento, nemmeno quello del ricordo è stato concesso. È l'urgenza di non dimenticare che spinge Liu Xiaobo a denunciare la "solenne menzogna" del potere e una crudele tradizione di sopraffazione che si annida nella millenaria cultura cinese. Da messaggio politico di resistenza (Liu sta scontando una condanna a otto anni per istigazione alla sovversione del potere dello Stato), la poesia si fa riflessione dolente sulle ragioni della morte e della sofferenza, sul senso di colpa dei sopravvissuti e sulla facile smemoratezza del popolo. A tali sgomente domande sul tradimento delle "anime dei defunti" e sul destino della propria gente, Liu Xiaobo sembra non poter dare risposte definitive... Prefazione del Dalai Lama.
Due donne, l'amore per la poesia e per l'arte, e un'amicizia cresciuta sul Naviglio: questo libro nasce così, all'inizio degli anni Novanta, quando Emilia Rebuglio Parea, scultrice e insegnante, apre il suo negozio-laboratorio a pochi passi dalla casa di Alda Merini. La poetessa non è ancora famosa, ma nel quartiere è conosciuta da tutti ed Emilia è felice delle sue visite, improvvise e rapide, che presto si fanno quotidiane. «Scriva!» le ingiunge Alda, iniziando a dettare, seria e concentrata. E lei lascia il lavoro per raccogliere quelle parole, incantata dalla magia dei versi che sembrano sgorgare spontaneamente, conquistata da un talento che fa dimenticare gli eccessi e le stranezze del carattere. Nelle stanze accoglienti diventate luogo di creazione e incontri, il rapporto fra le due donne diventa sempre più profondo, mentre le poesie - quelle trascritte e quelle autografe - si accumulano in una grande scatola che Emilia custodisce gelosamente e segretamente per molti anni. Finché il desiderio di ripagare Alda Merini per gli stimoli ricevuti da lei, e messi a frutto nelle sue opere, la convince a rendere pubblica l'eredità che le è stata affidata. Negli scritti scelti per questa raccolta tornano alcuni temi ricorrenti - la vita sul Naviglio, la figura di Titano, la solitudine della follia -, ma compaiono inoltre riflessioni sull'arte, sulla maternità, e versi, anche scherzosi, dedicati all'amica e alla sua famiglia. In un'ampia introduzione la scultrice ricorda i momenti, i personaggi, i dialoghi che hanno reso indimenticabili gli anni vissuti accanto ad Alda Merini, dipingendone un ritratto inedito, vivace e intenso, e aggiungendo un tassello significativo alla biografia della poetessa milanese.
«Sei fuoco e amore, sei l'amore che incendierà il mio corpo, ma sei anche l'amore che lo renderà puro». Follia, fede, poesia: c'è un filo sottile che lega indissolubilmente le opere di Alda Merini ai momenti più dolorosi e significativi della sua esistenza, scandita in modo sempre autentico e intenso dalla malattia psichica e insieme da un anelito instancabile verso l'infinito, verso Dio. Tra le tante persone che hanno attraversato la vita di Alda Merini, una in particolare ha saputo cogliere questa commistione di carnalità e spiritualità: Enzo Gabrici, lo psichiatra che la poetessa chiamava il «Dottor G» e che, prima e meglio di ogni altro, capì che «la creazione attraverso l'arte poetica è stata il suo balsamo perché questa l'avvicinava al grande spirito creatore». In questo libro Arnoldo Mosca Mondadori, che per più di dieci anni le è stato vicino come amico e collaboratore, trascrivendo centinaia di versi e proponendole temi su cui riflettere, ha raccolto alcune delle poesie che meglio esprimono la fame di assoluto di Alda Merini, la tensione religiosa presente nei suoi versi. In un'ampia introduzione racconta inoltre alcuni episodi della sua vita, per far sì che anche i lettori possano «sentire un po' il profumo di casa sua, conoscerla da vicino, e soprattutto avvertire le armonie della sua anima fatta di musica, quella musica che lei emanava come manna e donava intorno a sé». Un nuovo filo da seguire per giungere al segreto di una delle voci poetiche più belle, profonde e profetiche dell'ultimo secolo.
La cavallina storna, La pioggia nel pineto, Pianto antico… Da Dante a D’Annunzio, un’antologia di poesie del cuore, quelle –amate e odiate- imparate a memoria a scuola. Un amarcord per i grandi e una grande scoperta per i piccoli!
Partecipe in eguale misura dell'estrema dolcezza orientale e di una certa crudezza di ritmi di tipo occidentale, in queste "Poesie d'amore", accompagnate dalle foto di Robert Doisneau, Hikmet ci mostra le due facce della sua natura, lirica ed epica, saldate in un risultato unico. Versi immortali, che riassumono nell'elemento erotico i diversi aspetti dell'attività e dell'esperienza dell'autore, poeta d'amore perché prima di tutto poeta di battaglie e di idee.