
A due anni di distanza dall'11 settembre 2001, gli effetti dell'attentato ancora incombono sulla vita di tanti americani, impegnati a tentare di immaginare un futuro di guarigione e ritrovata serenità. Questo sforzo, individuale e collettivo insieme, ha bisogno di un simbolo, di un faro, di qualcosa che renda tangibile ciò che solo le parole - e a volte neppure quelle - riescono a evocare. Il monumento che dovrà assolvere il compito sarà un luogo di pace, un documento storico, una nuova partenza. Viene così indetto un concorso anonimo e aperto a tutti per scegliere il progetto che meglio rappresenterà questa voglia di memoria e rinascita. Ma per quello che sembra in tutto e per tutto uno scherzo del destino, il progetto prescelto - il Giardino - risulta essere opera di un bravissimo architetto, referenziato e stimato. E musulmano. Per un attimo sembra che quel nome, Mohammad Khan, arrivato in modo cosi inatteso al tavolo della giuria, sia una sorta di déjà-vu: una nuova esplosione, un altro attacco kamikaze, quasi un nuovo attentato alla società americana. Le reazioni dell'opinione pubblica alla notizia sono prevedibilmente di shock e incredulità. L'architetto vincitore si vedrà costretto a ripensare il suo modo di essere americano e musulmano, di essere figlio e compagno, e finirà con l'abbandonare la battaglia per rivendicare quegli stessi diritti che gli hanno permesso di diventare ciò che è, un onesto e produttivo cittadino americano.
Dalle aste con cui una volta i bambini riempivano i quaderni delle elementari è possibile passare facilmente all'ortografia, ai primi temi, e poi, attraverso passaggi sempre più ardui, arrivare a scrivere un vero romanzo, diventare anche un grande scrittore, come Italo Calvino ad esempio. È quel che sogna Michele Astarita, in una Napoli chiassosa e verace, che urla in dialetto e ostenta il disordine, tra padri autoritari e compagnie violente, fino a quando questa sua ossessiva ambizione non lo porta a confrontarsi con quel passato di scelte, piccoli equivoci, ingenue zone di silenzio che hanno condizionato irrimediabilmente tutta una vita. Un romanzo ironico e compassionevole che mette in scena, con disincanto le speranze e le delusioni di un'intera generazione. Con una premessa dell'autore.
"Chiunque abbia lavorato in un hotel giurerà di avere a disposizione un'aneddotica pressoché sterminata sulla clientela", dice il protagonista di questa vicenda ipnotica. La sua aspirazione sarebbe quella di diventare "un virtuoso del pianoforte", ma per sbarcare il lunario si vede costretto a fare il portiere di notte in un albergo. Ed è li che conosce Mabel, una collega con "poco seno, pochi fianchi, nessuno slancio - capace di comunicare una morbidezza del tutto assente nelle sue forme". Il fascino e la complicità che sprigiona ogni suo gesto sono le armi più affilate di un personaggio disarmante e inafferrabile che - accettando "tutto quello che le viene incontro con arrendevolezza" - fa infuriare ogni donna e seduce ogni uomo. Sarà proprio Mabel a illuminare lo scorrere lento delle notti del protagonista - incapace di trovare il coraggio per mettere a fuoco la sua vera identità -, e a impartirgli un'inconsapevole lezione sulle qualità che deve possedere un artista.
"New Jersey, 1895. Un uomo scruta nella notte, in cerca dei bagliori di un incendio di cui ha avuto notizia. L'uomo è Thomas Edison, il celeberrimo inventore, un nome che è quasi sinonimo di elettricità. Ma c'è un altro uomo che ha in questo campo importanti meriti. Quello che sta bruciando è il suo laboratorio. E certo non è un caso." In un romanzo-verità, Anthony Fiacco ricostruisce vita e vicissitudini di Nikola Tesla, geniale e poliedrico inventore, scopritore di principi fondamentali e rivoluzionari nel campo dell'elettricità, affascinante catalizzatore di mille misteri, divenuto prima ricco e celebre e quindi povero e dimenticato. Solitario e tormentato, oggetto di invidie e persecuzioni, quando, dopo aver rifiutato nientemeno che il premio Nobel, Tesla morì, agenti del governo che sorvegliavano l'albergo in cui dimorava irruppero e sequestrarono tutte le sue carte. Solo un prezioso incartamento riuscì a sfuggire alla razzia: il piano per il sistema di energia universale. Produrre elettricità gratuita: per tutti, ovunque, per sempre. La più grande delle scoperte che la sua Musa gli aveva ispirato. Un progetto che molti avrebbero avuto interesse a distruggere.
Sul set di un film che non si farà, un Calvario dove Cristo non muore davvero e quindi non risorge, va in scena la storia dei destini incrociati di due donne, un'attrice giovane non protagonista e una matura giornalista free lance, inconsapevoli interpreti di una sceneggiatura in cerca d'autore e di un lieto fine. In una sola giornata, scopriranno sorte e ragione delle loro sofferenze interiori, dovute come da copione a figure maschili indifferenti e ciniche, secondo le regole inesorabili di una partita a quattro dove più si truccano le carte e meglio ci si avvicina a una vittoria apparente. I nodi e i dolori delle due figure femminili si risolvono nel duello finale, ai piedi di una metaforica croce della Passione, per l'evocazione memorabile di una grottesca e geniale apocalisse, popolata di figure simboliche e di fantasmi, necessario preludio alla riscossa dell'Amore. Perché l'amore vince sempre insieme al coraggio delle donne di attraversare indenni il fuoco dei sentimenti e degli abbandoni per risalire alla vita e alla speranza.
Burlington, Vermont. Il tavolo della colazione sembra un campo di battaglia. Uova strapazzate sbocconcellate, macchie di marmellata mista a yogurt, briciole di pane sulla tovaglia. In salotto giocattoli sparsi a terra e il pianto di un neonato. Ginny e William pensavano di non doversi più occupare di queste cose. Tutti i figli sono ormai grandi e se ne sono andati finalmente a vivere per conto proprio. Il loro programma era quello di godersi in pace gli anni della vecchiaia, curare il giardino, scaldarsi alle chiacchiere serene dell'ultimo sole. Ma è bastato un solo, breve weekend perché la casa fosse improvvisamente invasa da tutta la loro progenie. La prima a presentarsi è Lillian, in fuga da un marito fedifrago, con al seguito la sua bambina di tre anni e il neonato Philip. Poi Stephen, accompagnato dalla moglie che scopre proprio in quel momento che la sua gravidanza è a rischio ed è costretta all'immobilità immediata. E infine Rachel, la figlia minore, che ha perso il lavoro e non può più permettersi le scarpe costose e l'affitto nel pieno centro di Manhattan. Dovevano fermarsi solo pochi giorni, ma sono diventati ospiti a tempo indeterminato. William e Ginny hanno di fronte a loro una lunga, lunghissima estate in cui, fra piatti rotti, urla selvagge, ma anche le carezze tenere delle dita paffute di un nipotino, devono imparare a conoscere di nuovo i figli e i loro problemi, ormai molto più complessi di una caduta dalla bicicletta e un ginocchio sbucciato.
1877, Costanza, sulle sponde del Mar Nero: è una notte di guerra e di razzia, ma anche di speranza. Mentre una divisione di cavalleria dello zar semina il terrore in città, nella casa di un venditore di tappeti ebreo viene alla luce una bambina. Si chiama Eleonora, e un'antica profezia prefigura per lei un destino straordinario. Eleonora cresce senza la madre e con un padre amorevole ma spesso assente, che la affida a una matrigna rigida e repressiva. Niente però può impedirle di mostrare il suo talento: a soli sei anni Eleonora ha una memoria prodigiosa e una grande abilità nel far di conto, ma soprattutto vive per i libri. È nei libri, e nelle diverse lingue in cui sono scritti e che lei impara senza alcuna difficoltà, che Eleonora trova il suo destino. Un percorso avventuroso, costellato di entusiasmi ma anche di tragedie, la porterà fino a Istanbul, maestosa capitale di un impero ormai in disfacimento, e quando inizierà a spargersi la voce dei suoi talenti, la ragazzina varcherà la soglia del palazzo del sultano, legando così indissolubilmente il suo destino a quello di un impero.
Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Qui, nell'annuncio abbagliante della calura estiva, uno alla volta arrivano gli ospiti. Due giovani donne: Clarissa, fragile e intensa; l'elegante Pamela, bella quanto caustica. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La vedova Tevener, una signora con i capelli rossi allegra e sensuale. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sguardo penetrante, sempre capace di provocare gli altri. In poco tempo diventeranno intimi e amici, pronti a vivere e a dissolversi nel gioco del destino e della passione. Gli ospiti sono stati accolti da due medici in camice bianco e dall'infermiera Matea, specializzata in psicologia, che prepara cene e pranzi squisiti. Sottili fette di roast beef, uova e salsicce, scintillanti frittate, teglie con pasticci di carne e formaggio, aringhe affumicate e cestini traboccanti d'uva. La musica accompagna il passare del tempo, tra canzoni tzigane e boleri, sonate al chiaro di luna e contagiose melodie jazz. Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l'infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi.
Un noto scrittore e viaggiatore ha deciso di lasciare Parigi. Saluta gli amici, la fidanzata, il lavoro e gli impegni. Per sei mesi andrà a vivere in totale isolamento nelle foreste della Siberia, in una capanna di pochi metri sulle sponde del lago più antico del mondo, a 120 chilometri di distanza dal primo villaggio abitato, senza vicini di casa né strade di accesso. Lo attende una solitudine differente da quella del navigatore o dell'alpinista che attraversano paesaggi e scenari: nei boschi ghiacciati l'uomo sta fermo e viaggia dentro se stesso, e la natura si gode lo spettacolo. Da febbraio a luglio Sylvain Tesson si impone un ritmo preciso. La mattina legge, scrive, fuma, disegna. Seguono cinque lunghe ore dedicate alle faccende domestiche: bisogna tagliare la legna, spalare la neve, preparare le lenze, riparare i danni dell'inverno. La vera sfida di questi sei mesi è scoprire se si riuscirà a resistere. L'ispettore forestale che lo accompagna fin lì è chiaro ed enigmatico allo stesso tempo: "Questo è un posto magnifico per suicidarsi...". La solitudine può anche rivelarsi fertile. Quando non si ha nessuno a cui esporre i propri pensieri la carta diviene preziosa confidente, e il taccuino compagno fedele. I giorni trascorrono mentre si scruta il lago e la foresta, si pesca per la cena o si beve un bicchiere di vodka dopo una passeggiata tra i monti. Una sedia di fronte alla finestra è un punto di osservazione ideale per cogliere il respiro del mondo, l'inverno, l'arrivo della primavera.
K.V. Shankar Aiyar è un manager di successo. Gurucharan Ray è un suo amico cinquantenne, che K.V. considera come un suo discepolo nell'arte di arricchirsi nella nuova India. In realtà i pensieri di Gurucharan sono molto distanti dalla generale euforia innescata da un PIL in vertiginosa crescita. Spedito in missione dall'azienda in una remota regione, un giorno Gurucharan scompare. Unica sua traccia, i suoi diari che K.V. si vede recapitare. Pagine in cui Gurucharan esprime un profondo disagio dinanzi alla distanza, che si fa sempre più grande, tra chi detiene il potere e chi lo subisce in India. Bhatta, un giovane uomo che ha cambiato mille lavori, è stato un ragazzo inquieto e tormentato attratto da Gurucharan. Per lui Gurucharan ha sempre rappresentato una possibilità di salvezza dalla schiavitù del lavoro e del benessere a tutti i costi. Un giorno Bhatta viene a sapere della morte improvvisa di Gurucharan; si reca nella regione in cui l'amico si era ritirato e scopre l'intenzione di fondare un grande villaggio utopico nella Valle dei Fiori, nei pressi di Hemkund. Un progetto nel quale lui stesso avrebbe dovuto avere un ruolo. Ma il tempo ha mutato le cose: Bhatta è diventato il padrone di una galleria d'arte di successo. Nel suo animo, il senso di una qualsivoglia redenzione si è affievolito fino quasi a scomparire. Adesso, di fronte a sé, vede soltanto i fulgidi bagliori della Shining India. L'India dei sogni sorti sul cimitero del mondo antico.
Ubermensch Belasco, stravagante editore di Reggio Emilia, convoca lo scrittore Francisco Portali, reduce da un terribile flop letterario, per commissionargli la stesura di quella che a sua detta è la "storia del secolo". Peccato che, a causa dei micidiali effetti di un mix di antidepressivi e vino, l'intrattabile e smemorato Belasco faccia l'errore di chiedere la stessa cosa a un altro fallimentare autore, Ladislao Tanzi. Quando inevitabilmente si ritrova sulla scrivania due romanzi dall'identica trama, in un lampo di fantaeditoria, Belasco decide di assemblarli, producendo l'agghiacciante libro "Un premio da tredici". I giovani Tanzi e Portali, nel demenziale tour promozionale che seguirà, saranno coinvolti in un'interminabile serie di situazioni losche e sgangherate. A far loro compagnia, tra gli altri, il bieco, gigantesco Lothar, ufficio stampa di Belasco, Arcovaldo Cacciapuoti, svaporato critico letterario dall'illustre passato, e l'inquietante Raul, il fan che nessuno scrittore vorrebbe mai avere. Un romanzo che trasforma in parodia gioie e sofferenze del "mestiere".
Jack Ryan Sr. ha preso la decisione più difficile della sua lunga e brillante carriera: correrà di nuovo per la carica di Presidente degli Stati Uniti, rinunciando al miraggio di un meritato riposo per soccorrere il proprio Paese nella sua ora più buia. Ma la campagna elettorale è persino più feroce del previsto, e il suo avversario si rivela disposto a tutto pur di venire rieletto, anche a montare contro John Clark, da sempre amico fedele di Ryan, l'accusa di essere stato un sicario al servizio dell'aspirante Presidente. Nella bufera mediatica che si scatena, Clark è costretto alla fuga per sottrarsi alla cattura e provare a capire chi si nasconda davvero dietro il complotto. Ma ben altra minaccia incombe sugli Stati Uniti e sul mondo intero: il generale pakistano Riaz Rehan, corrotto e sanguinario, si è alleato con gruppi estremisti islamici per procurarsi testate nucleari e ora si appresta a scatenare una nuova ondata di attacchi contro l'Occidente. Solo gli uomini del Campus, l'agenzia di intelligence fondata dallo stesso Ryan, possono riuscire a fermarlo. E così Ding Chavez, Dominick Caruso e il giovane Jack Ryan Jr. si trovano a unire ancora una volta le forze e a tentare il tutto per tutto pur di salvare il pianeta dalla catastrofe.