
Nella Londra fuligginosa di fine Ottocento si aggira un essere dall'aspetto ripugnante che commette crimini terribili per poi scomparire nel nulla. La sua identità è un mistero per tutti, tranne che per l'insospettabile Dr. Jekyll...
Il racconto, tratto dalla raccolta «Le storie del buon Dio», evoca suggestioni che probabilmente risalgono al più lungo dei soggiorni veneziani del poeta (1907), anche se la vicenda è ambientata nel ghetto di Venezia nel Settecento. I protagonisti sono il vecchio orafo ebreo Melchisedek, che si propone di raggiungere il cielo in un modo singolare, e la più giovane delle sue nipoti, Esther, che concepisce un bambino in modo poetico e misterioso.Nota di lettura di Riccardo Calimani.
Ritornano i furetti di Richard Bach, i rappresentanti di una civiltà aliena, giunta sulla Terra migliaia di anni fa, che non conosce l'odio, il crimine, la guerra, che ama l'azione e il pericolo, e desidera cimentarsi in imprese impossibili. Dopo le avventure degli intrepidi furetti guardacoste, questa volta tocca ai furetti aviatori, chiamati ad affrontare una tempesta di violenza soprannaturale. Come accadeva nel "Gabbiano Jonathan Livingston", anche in questo libro, illustrato con i disegni dell'autore, il vivo senso dell'avventura e la passione del volo, così tipici di Richard Bach, sono arricchiti da una costante attenzione a valori umani come il coraggio, la solidarietà, il bisogno di inseguire un ideale.
"Radicate nel fondo della mente sono le metafore della brezza e dell'alone luminoso; già sulle pareti delle caverne appaiono esseri divini cinti d'un'aureola, sia nella pittura indù che nella cinese alle creature soprannaturali fluttuano la veste e la chioma e un alone le avvolge. Nella pittura sacra dell'Occidente si perpetuano il vortice di vento, l'aureola a corona del capo o la mandorla attorno al corpo intero. In tutti i tempi e luoghi avanzano in un turbine i figli del Sole e il loro padre celeste li irraggia. Al Cristo sul Tabor splendette la faccia come un sole e i suoi vestiti abbagliarono come neve" (Elémire Zolla).
E' la storia di un vecchio pescatore che a Scano Boa "in cima" al Delta del Po, vive l'ultima disperata avventura: la pesca dello storione. E' ancora una sconfitta e decide di morire. Sulla chiatta che trasporta la sua bara, una donna, raccolta lungo il tragitto, partorisce il suo bimbo. La vita e la morte, a Scano Boa, si accordano.
Quindici anni dopo la fine della guerra due giovani, che nel settembre del '44 sono stati protagonisti su fronti opposti di una rappresaglia, si incontrano. Il destino vuole che si debbano parlare, dire tutto, chiarire ogni cosa, chiudere i conti. Inizia così un viaggio nella memoria di una guerra che ha spinto molti ragazzi a combattere l'uno contro l'altro, un cammino a ritroso per riscoprire le motivazioni profonde e i sentimenti laceranti che sono stati alla base di quelle scelte. Ne emerge un'Italia divisa e ferita, ma anche un'idea forte che suggerisce come la riconciliazione con questo passato possa avvenire solo se offerta dalle vittime ai loro aguzzini.
Il regno di pace che Conan, lo Straniero, ha costruito, sta crollando sotto l'impatto del gigantesco maremoto che si abbatte sulle coste d'Irlanda. La capitale, Temair Luachra, sede dell'Ard Righ, soffocata dall'arrivo di migliaia di sfollati e da una tremenda epidemia di peste, diventa una porta spalancata sugli inferi. E il popolo perde fiducia nel suo re. Serve un gesto di estremo coraggio per ingraziarsi il favore degli dei e ridare la prosperità alla sua gente. Impotente di fronte alla catastrofe, Conan lascia il potere nelle mani dei druidi e parte accompagnato dalla moglie Gwynedd e dai figli. La sua meta è Inis Ptydain, dove sta sorgendo il Tempio dei Templi, di cui parla un'antica profezia.
Sono le tre del mattino, e tutto sembra tranquillo nel museo di storia naturale di Atlanta. Nessuno potrebbe immaginare che nelle sue sale si è appena consumato un omicidio. E un furto da milioni e milioni di dollari. È Deborah Miller, curatrice del museo, a scoprire il corpo, avvertita da una misteriosa telefonata. Nella stanza segreta dietro la libreria giace, in una pozza di sangue, il cadavere di Richard Dixon, il fondatore del museo. Accanto a lui, una collezione di preziosi reperti archeologici risalenti all'antica Grecia. Ma il più importante di tutti - una maschera funeraria in oro - è stato rubato. Al suo posto un foglio, e una sola parola: Atreus. Dai pochi indizi a sua disposizione, Deborah capisce che la chiave di tutto è in quella maschera: solo ritrovandola potrà scoprire chi ha ucciso Richard, e perché. Presto, tuttavia, si renderà conto di non essere la sola a cercarla: qualcuno è disposto a tutto pur di impossessarsene. Qualcuno che sta tirando le fila di un complotto che ha radici nel passato. Qualcuno che ha già ucciso e che non esiterà a farlo ancora.

