
312 d. C. la vigilia di una decisiva battaglia. Un angelo compare in sogno all'imperatore Costantino, gli mostra una grande croce di fuoco e gli dice: "In questo segno vincerai". Così accade. Costantino, in segno di riconoscenza, trova sotto il Golgota la Vera Croce, quella su cui è stato crocifisso Cristo, e gli costruisce intorno il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Terrasanta, 1187. All'indomani della battaglia di Hattin, la terra trasuda del sangue dei cavalieri crociati massacrati dai Saraceni. Quando Morgenne apre gli occhi su quella carneficina si sente perduto: la Vera Croce è caduta nelle mani degli infedeli. Il Saladino non ha bisogno di altre armi per sconfiggere la cristianità e prendere Gerusalemme.
Il romanzo "L'isola del tesoro" (1883) venne inizialmente pubblicato a puntate su un giornale per ragazzi e solo successivamente fu stampato in volume. Al suo debutto l'opera fu stroncata. Stevenson scrisse queste righe in risposta alla stroncatura: "Non è mai esistito un bambino (fatta eccezione per il signor James) che non abbia cercato oro, non sia stato pirata o capitano di soldati o bandito di montagna; che non abbia mai fatto battaglie, non sia naufragato e non sia stato fatto prigioniero, e non abbia bagnato di sangue le sue piccole mani, o che bravamente non si sia ritirato da una battaglia perduta e che infine, con manifesto orgoglio, non abbia protetto l'innocenza e la bellezza".
Eroe di guerra, diplomatico, cineasta, Romain Gary si suicidò il 3 dicembre 1980. La sua scomparsa fece scalpore ma il vero colpo di scena arrivò quando, pochi mesi dopo la morte, si scoprì che Gary ed Emile Ajar, autore del romanzo "La vita davanti a sé", erano in realtà la stessa persona. Il libro, che narra le vicende di Momo, ragazzo arabo nella banlieu di Belleville, figlio di nessuno, accudito da una vecchia prostituta ebrea, vinse il Goncourt inaugurando uno stile gergale da banlieu e da emigrazione, cantore di quella Francia multietnica che cominciava a cambiare il volto di Parigi.
Quando Maureen Paschal, giovane giornalista nota per le sue ricerche sulla figura di Maria Maddalena, riceve una lettera da Bérenger Sinclair, un nobile scozzese che la invita nel suo castello in Francia per rivelarle un segreto che la riguarda, non sa che si sta lanciando in un'avventura densa di misteri e di morte. Guardando una fotografia di Maureen, Sinclair ha riconosciuto l'anello che la donna ha al dito, donatole da un antiquario di Gerusalemme. Secondo la leggenda, solo "l'eletta" può portarlo, colei a cui è dato di scoprire i papiri segreti che Maria Maddalena ha portato con sé fuggendo dalla Galilea, e che ora sono nascosti in qualche luogo remoto della Linguadoca. Sono testi rivoluzionari, che molti hanno cercato invano di recuperare nel corso dei secoli e che raccontano del legame tra la Maddalena e Gesù e dei figli nati dalla loro unione. Ma Sinclair non è l'unico a interessarsi ai preziosi papiri. Anche una setta segreta, la temibile Corporazione dei Giusti, è disposta a tutto, persine all'omicidio, pur di impadronirsene. E quando Maureen troverà su una vecchia tomba un'incisione identica a quella del suo anello, la caccia si farà spietata.
Cresce catturato da una voce, J.R. La voce di suo padre, un disc-jockey di New York che ha preso il volo prima che lui abbia detto la sua prima parola. Seduto sul portico della vecchia casa dei nonni, con l'orecchio schiacciato contro la radio, vorrebbe spremere da quel timbro caldo e baritonale i segreti dell'identità e del mondo degli uomini. Sua madre è il suo mondo, ma lui cerca, desidera ardentemente anche qualcosa di più, qualcosa che riesce, debolmente ma ossessivamente, ad avvertire solo in quella voce. A otto anni, quando anche la voce alla radio scompare, J.R. corre fino al bar all'angolo, e lì scopre un nuovo mondo, e un coro turbolento di nuove voci. Sono poliziotti e poeti, allibratori e soldati, star del cinema e pugili suonati, la varia umanità che si rifugia al Dickens per raccontare le proprie storie o scordare i propri guai. Saranno quelle "mosche da bar", uomini come Steve, come zio Charlie, che si atteggia un po' a Bogart, come Colt, con il suo timbro da orso Yoghi, come Joey D, un picchiatore dal cuore tenero, sarà anche quel mondo di uomini divertito o dolente a crescere J.R., a prendersi cura di lui, a farne un uomo, come una specie di paternità su commissione. Una storia di formazione e riscatto, di turbolento amore tra una madre e il suo unico figlio, ma anche il racconto della lotta di un ragazzo per diventare uomo e un ritratto di come gli uomini rimangano, nel fondo del loro cuore, dei ragazzi perduti.
Etruria, I secolo avanti Cristo. La pianura è avvolta dal silenzio. I due schieramenti sono l'uno di fronte all'altro, immobili. Di colpo il suono del corno squarcia l'aria: è l'inizio dell'assalto. Con un ruggito, la Decima legione comandata da Giulio Cesare si lancia contro l'esercito mercenario di Catilina. Ben presto i ribelli si rendono conto di non poter fare nulla contro la forza e l'abilità dell'esercito avversario e vengono sconfitti. Roma è fuori pericolo. Cesare ora ha un unico obiettivo: governare la città. Nato da padre inglese e madre irlandese, Conn Iggulden, prima di diventare scrittore a tempo pieno, ha insegnato letteratura per sette anni.
Per alcuni Cesare è il nome di un traditore della patria, per altri quello di un eroe. Un destino stranamente ambiguo per un uomo che non è abituato a esitare. Che ha attraversato il Rubicone e ha marciato verso Roma in armi, sfidando la legge e suscitando l’ira di Pompeo e del Senato. Ora i suoi avversari non sono più barbari da sottomettere nel nome della Repubblica, questa volta è contro la sua gente che dovrà combattere, in una guerra civile che lo porterà di nuovo lontano dalla città eterna. In campi di battaglia che, ancor prima del suo arrivo, già risuonano della sua fama, tra la Grecia, l’Asia e l’Egitto della splendida Cleopatra, si ammanterà di nuove vittorie. Ancora una volta si leveranno le armi, cadranno i suoi avversari, ripiegheranno infine gli eserciti nemici, decretando un solo vincitore. Saranno anni intensi e dolorosi, e solo al termine di lunghe peregrinazioni Cesare potrà tornare a Roma in trionfo, e qui gettare le basi di quello che diverrà il più grande Impero di tutti i tempi. Ma quanto più in alto vola l’aquila, tanto più rovinosa è la sua caduta, quando la storia ha deciso un epilogo che sembra non rendere giustizia.
53 a.C. Autunno. La legione avanza lungo la pianura, gli elmi luccicanti sotto il sole. I soldati hanno affrontato molte prove nel lungo viaggio che li ha portati dalla Gallia all'Asia centrale, al confine estremo del mondo conosciuto. Sono giunti da lontano, ognuno seguendo il proprio destino, ma uniti sotto un'unica insegna: l'aquila di Roma. Tra loro, tre uomini la cui amicizia è cresciuta sul campo di battaglia, tra il fango, il sangue e la rabbia di chi non sa se ci sarà un domani. Tarquinio, l'aruspice guerriero. Nato in Etruria, nemico di Roma, la sua sorte è scritta in una profezia: tenere alto l'onore del suo popolo e raggiungere luoghi in cui nessun etrusco è mai stato. Brenne, il barbaro. I Romani hanno sterminato il suo villaggio e la sua famiglia e ora lo osannano nell'arena, dove è diventato il più valoroso dei combattenti. E infine il giovane Remolo, schiavo dalla nascita insieme alla sorella gemella. Venduti entrambi a tredici anni, Remolo alla scuola gladiatoria, dove conoscerà Brenne, e Fabiola a un lupanare, dove catturerà lo sguardo di uno dei personaggi più potenti della città. Un gladiatore, un aruspice e un barbaro, dunque. Insieme si arruoleranno nell'esercito di Crasso che affronterà i Parti a Carre e costituiranno la Legione dimenticata, per poi iniziare la lunga marcia verso casa e verso la libertà.
53 a.C. Margiana Orientale. Dopo la sconfitta cruenta e umiliante dell'esercito di Crasso a Carre, diecimila legionari superstiti vengono catturati dai Parti e per evitare la morte accettano di combattere per i loro carcerieri. Sono la "legione dimenticata". Tra quei legionari ci sono anche Remolo, Brenno e Tarquinio. Uniti dall'amicizia e dal desiderio di riconquistare la libertà, i tre guerrieri combattono per difendersi dalle tribù che minacciano quei territori, e, allo stesso tempo, sventano le trame di alcuni ufficiali Parti che vogliono la loro morte. Nel frattempo in Occidente, mentre è in viaggio verso la Gallia per incontrare Bruto, suo fidanzato e braccio destro di Cesare, anche Fabiola, la sorella gemella di Romolo, combatte per la sua sopravvivenza. La ribellione dei Galli è dura e sanguinosa e mette in pericolo non solo l'ascesa di Cesare al potere, ma anche la sua vita e quella di tutti coloro che lo sostengono. Mentre i legionari fuggono dalla Margiana e Fabiola segue Bruto nella campagna contro Pompeo, ecco che il destino programma un loro ricongiungimento. Il loro obiettivo è raggiungere Roma, ma nonostante i loro sforzi, la meta è forse ancora lontana
Tra i tanti massacri e genocidi che tristemente si sono succeduti nel secolo appena concluso, quello del popolo armeno ha forse avuto un risvolto drammatico in più: è stato negato, cancellato, coperto dall'oblio. Negli ultimi anni, però, coloro che sono sopravvissuti, i loro figli o i loro nipoti, hanno iniziato un importante, faticoso e dolorosissimo lavoro di scavo per portare alla luce la memoria della tragedia. Janine Altounian, una delle più importanti studiose francesi di psicoanalisi e traduttrice di Freud, figlia di genitori sopravvissuti al genocidio del 1915, a questo lavoro ha dedicato un'intera vita. Uno dei primi passi nella direzione del recupero della memoria del genocidio è stato il ritrovamento del diario che il padre scrisse nel 1921, subito dopo il suo arrivo in Francia, raccontando gli avvenimenti vissuti nel momento della deportazione. Si è trattato per la Altounian di una vera e propria scoperta, perché fino ad allora, pur essendo a conoscenza dell'esistenza di quel documento, non aveva avuto il coraggio di leggerlo. Il diario, qui pubblicato per la prima volta in traduzione italiana, testimonia quanto la riflessione storica sul dramma vissuto dal popolo armeno sia in questo caso connessa in maniera strutturale con l'esperienza vissuta e con il lavoro di elaborazione su di essa svolto.