
L'ordine animale delle cose è nascosto sotto la superficie del potere umano sul mondo. Antonio Prete ci racconta di animali fantastici e animali reali, di animali che sono stati parte della sua vita o l'hanno attraversata con la forza del simbolo, dell'allegoria o della semplice presenza. Un bestiario privato e illuminante, cui l'autore affida la nostalgia di una purezza perduta. O, forse, un sogno: che all'uomo sia riservato "un tempo in cui, deposta infine la pretesa superiorità del genere umano, e appresa dagli animali la forma profonda del pensiero", saremo pronti per una nuova, inattesa metamorfosi. Un'evoluzione al contrario.
Da molti anni l'agente speciale Aloysius Pendergast si sforza di accettare una verità troppo amara: l'amata moglie Helen è morta. E invece, all'improvviso, ecco quegli occhi inconfondibili; ecco Helen, viva e vegeta, a pochi passi da lui: mentre il tramonto tinge di rosa lo skyline di New York, i due possono finalmente guardarsi, sfiorarsi, parlare. Ma è solo un attimo. All'improvviso esplode una raffica di colpi d'arma da fuoco ed Helen sparisce di nuovo, rapita da due sconosciuti. Nel frattempo la città sta sprofondando nel panico, sconvolta da una serie di raccapriccianti omicidi. L'assassino, ribattezzato dalla polizia "il killer degli hotel", un po' per sfida un po' per narcisismo si lascia inquadrare dalle telecamere di sicurezza. Ma il suo viso è un'ombra guizzante da cui è impossibile ricavare qualcosa di simile a un identikit. Al caso stanno lavorando i migliori profiler dell'FBI guidati dal tenente Vincent D'Agosta, ma solo l'intuito affilato di Pendergast - e la sua sete di vendetta - potranno far luce su una vicenda agghiacciante che dalle rive del fiume Hudson li porterà fino in Messico e alla placida cittadina di Nova Godói, nel cuore del Brasile.
Durante gli scavi per una nuova costruzione vicino al vecchio cimitero di Roaring Fork, nel cuore delle Montagne Rocciose, affiorano i corpi di un gruppo di minatori uccisi e divorati da un grizzly un secolo e mezzo prima, Corrie Swanson, aspirante detective e protetta dell'agente dell'FBI Aloysius Pendergast, è la prima ad arrivare sul posto per analizzare gli scheletri. Parrebbe un sopralluogo di routine, ma ben presto viene alla luce una verità scomoda sul passato della città che mette la ragazza nei guai con le autorità locali. In suo aiuto accorre l'agente speciale Pendergast, che si ritrova invischiato in un'indagine parallela: poco dopo il suo arrivo, Roaring Fork si trasforma nel teatro degli attacchi di un piromane che appicca incendi senza una logica apparente. Indagando più a fondo e sfruttando tecniche non sempre ortodosse. Pendergast scoprirà collegamenti inaspettati tra la storia di Roaring Fork e quella della letteratura, ritrovandosi sulle tracce di un manoscritto inedito di Sir Arthur Conan Doyle: un'avventura di Sherlock Holmes che potrebbe aiutare a far luce sulle indagini...
Red Mesa, Arizona. Un'arida distesa di pietre e polvere, riserva naturale dei Navajo. Nelle viscere di questa terra lontana da tutto è nascosta Isabella, la macchina più costosa mai costruita dall'uomo: un acceleratore di particelle in grado di ricreare le condizioni energetiche del Big Bang e di svelare, forse, il mistero clic avvolge le origini dell'universo. L'ha concepita Gregory North Hazelius, ambiguo genio della fisica, con l'aiuto di una formidabile squadra di scienziati. Ma qualcosa va storto e, inaspettatamente. Isabella si ribella ai suoi creatori: durante un esperimento la macchina smette di rispondere ai comandi e gli scienziati si trovano faccia a faccia con una misteriosa entità che si serve di Isabella per inviare oscuri e minacciosi messaggi. L'opinione pubblica si divide e le ipotesi si moltiplicano; c'è chi pensa al manifestarsi di intelligenze extraterrestri e chi teme l'avvento di un nuovo culto (fondato sulla scienza contro le religioni tradizionali. Mentre cinici predicatori da talk-show chiamano a raccolta i fedeli nella crociata contro l'ennesimo Anticristo e l'FBI indaga sul controverso progetto Isabella, il supcrcomputer di Hazelius prepara l'ultima, e più inquietante, sorpresa...
Un romanzo che racconta dal di dentro l'attuale crisi economica, coniugando un rigore da esperto finanziario con la capacità di raccontare l'elemento umano che vi è coinvolto e sotteso. Charlie Wales è un giovane uomo che vuole conquistare tutto: la ragazza che ama, la metropoli, Londra, in cui si è appena trasferito dopo essersi laureato brillantemente a Edimburgo, il successo nel lavoro e la ricchezza economica. Per questo inizia la carriera finanziaria nella City, e resiste alle difficoltà iniziali, al rapporto travagliato che lo lega da una parte alla bellissima e sfuggente Vero, dall'altra al suo migliore amico e coinquilino, Henry, ai dubbi che lo assalgono e gli fanno pensare che giorno dopo giorno stia buttando via la propria giovinezza. Ma il successo, e anche l'amore, hanno un prezzo, e conquistare Londra per Charlie significherà sporcarsi le mani portando avanti investimenti a rischio, ingannare se stesso e chi gli affida il proprio denaro, mentre il mondo, fuori dall'ufficio in cui passa sempre più tempo, sta per esplodere nella peggiore crisi economica mai conosciuta. Un racconto drammatico e toccante dell'insensatezza della vita contemporanea, divisa tra modelli economici avanzati e un senso sempre più incombente di provvisorietà. La storia di un uomo che cerca la propria felicità senza riuscire a riconoscerla.
Non mi rimane che utilizzare la vecchia strategia del bacherozzo: quando si avvicina un pericolo, si distende sul dorso, immobile, e si finge morto.
Nel caso mio, non devo neanche fingere troppo».
«Io non ho piú interesse per niente e nessuno, rubo penne, passeggio per strade degradate, sbavo per una portinaia e basta, basta cosí», dice di sé il narratore di questa storia, un vecchiaccio sgradevole e scorretto, burbero, perfido. Irresistibile.
E se la portinaia di cui si è invaghito - una donna sulla sessantina, attraente, sciabile, che mentre pulisce i vetri del portone muove quell'architettura meravigliosa che si ritrova sul petto - accetta la corte di un barista con i denti rifatti; se la sua ex moglie, che era «un vortice di generosità, di capricci, di ovulazioni, di piccole iniziative stupefacenti», lo guarda come se fosse il suo gommista; se con la figlia parla per lo più del tempo, tanto che il loro «sembra un dialogo tra meteorologi, piú che tra consanguinei», a lui non resta che raccontare, divagando, di tutto questo. E raccontare di Armando, il suo migliore amico. La parte buona del carciofo che è lui. Una persona rara, gentile, positiva. Con un progetto folle in testa. Sì, perché se tutti vogliono lasciare qualcosa dopo la loro morte, «chi una tabaccheria avviata, chi un grande romanzo, qualcun altro una una collezione di lattine di birra», Armando vuole lasciare un amore.
Si è messo in testa che due ragazzi del quartiere che ancora non si conoscono, Chiara e Giacomo, sarebbero una coppia perfetta, e intende dare una mano al destino. Pretesa, questa, che l'intrattabile vecchiaccio reputa ridicola e tenta di osteggiare in tutti i modi. Ma dopo aver impiegato oltre settant'anni per convincere gli altri a non contare su di lui, si ritroverà coinvolto dalla fastidiosa, insistente, implacabile fiducia nella vita di Armando. E tra uno scherzo feroce e una battuta acida, contagiato dall'amicizia come da un virus, potrà scappargli anche un gesto spiazzante e diverso.
Gli italiani non sono portati per la rivoluzione. Bravissimi nel tiro al piattello e irraggiungibili nell'arte culinaria, la rivoluzione non rientra però nell'elenco delle loro specialità. In centinaia d'anni, mentre francesi, americani e russi si ribellavano all'andamento della propria Storia, gli italiani sceglievano strade alternative quali la diplomazia, l'iniziativa individuale, l'attesa della dipartita naturale del nemico, il superenalotto. "Il piantagrane" si svolge in un Paese che somiglia molto all'Italia dei giorni nostri. Narra la vicenda di un individuo qualunque che, suo malgrado, si trova a innescare un grande, strabiliante, radicale cambiamento. A causa della sua semplice presenza, tutti cominciano ad agire secondo logica e buonsenso. Addirittura secondo coscienza. Si tratta di un pericolo enorme, che nessuna società occidentale può permettersi di affrontare: il pover'uomo, quindi, diventerà ben presto oggetto di una feroce caccia da parte dei servizi segreti. Qualcuno cercherà di aiutarlo, inviandogli l'angelo custode più grottesco e maldisposto che si possa immaginare: un omino forzutissimo, che frulla parole storpiate dall'ignoranza e da un'oscura sapienza. E così il destino del pianeta e la possibilità stessa di una rivoluzione saranno nelle piccole mani di una coppia stralunata.
"Io non ho più interesse per niente e nessuno, rubo penne, passeggio per strade degradate, sbavo per una portinaia e basta, basta così", dice di sé il narratore di questa storia, un vecchiaccio sgradevole e scorretto, burbero, perfido. Irresistibile. E se la portinaia di cui si è invaghito - una donna sulla sessantina, attraente, 'sciabile'- accetta la corte di un barista con i denti rifatti; se la sua ex moglie, che era "un vortice di generosità, di capricci, di ovulazioni, di piccole iniziative stupefacenti", lo guarda come se fosse il suo gommista; se con la figlia parla per lo più del tempo, a lui non resta che raccontare, divagando, di tutto questo. E raccontare di Armando, il suo migliore amico. La parte buona del carciofo che è lui. Una persona rara, gentile, positiva. Con un progetto folle in testa. Sì, perché se tutti vogliono lasciare qualcosa dopo la loro morte, "chi una tabaccheria avviata, chi un grande romanzo, qualcun altro una collezione di lattine di birra", Armando vuole lasciare un amore. Si è messo in testa che due ragazzi del quartiere che ancora non si conoscono, Chiara e Giacomo, sarebbero una coppia perfetta, e intende dare una mano al destino. Pretesa, questa, che l'intrattabile vecchiaccio reputa ridicola e tenta di osteggiare in tutti i modi. Ma dopo aver impiegato oltre settant'anni per convincere gli altri a non contare su di lui, si ritroverà coinvolto dalla fastidiosa, insistente, implacabile fiducia nella vita di Armando.
Lorenzo è un geometra, ma ha imparato a proprie spese che di geometrico a questo mondo c'è veramente poco. Le rette parallele, nella realtà, finiscono spesso per incontrarsi, e il quadrato costruito sull'ipotenusa, probabilmente in modo abusivo, non equivale mai alla somma dei quadrati costruiti sui cateti. Vive con la madre, circondato da un piccolo gruppo di amici, tra cui Massimo, pervaso da un'insana passione per gli articoli da bagno, e Fabio, detto "Il Tranquillizzatore" per la sua capacità di confortare tutti con prevedibili ma graditissime frasi di rito. Lorenzo è serenamente disperato, perché gli manca una cosa fondamentale: il lavoro. Così si piega a fare di tutto, persino la statua vivente in una piccola piazza del centro. Trasformandosi da mite geometra a faraone immobile, dal suo angolo comincerà a vedere il mondo. Osserverà il microcosmo che gli sfila davanti: turisti euforici, connazionali annoiati e un cane bruttissimo, ad esempio. E s'innamorerà, molto, di una ragazza che non fa proprio per lui, d'altra parte "all'interno d'ogni amore deve esserci un circuito stampato, fragile e complicato, che lo rende unico e incomprensibile". Piloterà nell'ombra qualche vita che gli è cara, nel frattempo. Ma soprattutto, alla fine, lui, proprio lui, messo all'angolo e spalle al muro, farà un gesto imprevisto che ha la forza di un'esplosione: uno di quei gesti che possono inaugurare una nuova vita.
Le avventure di Alessandro il Grande superano la fantasia di qualunque romanziere. Re di Macedonia a vent'anni, dopo la morte del padre Filippo, ucciso in una congiura, diventa prima il signore della Grecia, poi conquista l'Egitto, sconfigge il re persiano Dario, si impadronisce della Mesopotamia e della Persia, fino ad arrivare all'Indo. A trentadue anni, Alessandro possiede il più grande impero della storia; a trentatre muore a Babilonia, senza rivedere la madrepatria. Con questo libro Steven Pressfield torna alla prediletta storia greca per celebrare uno dei personaggi più amati, che racconta in prima persona le sue vittorie e le sconfitte, le amicizie e gli amori, il sogno di gloria, la brama di potere...
Il libro racconta la storia di un uomo che, rimasto solo al mondo, si rivolge a una chiromante per mettersi in contatto con il padre e il fratello defunti. L'unico risultato che raggiunge è però la perdita di tutti i suoi beni, sottrattigli dalla chiromante truffatrice. In cinque anni di duro lavoro riesce a rifarsi una vita decorosa, ma l'11 agosto 1999 si ritrova, nuovamente desolato e in solitudine, ad assistere all'ultima eclissi solare del millennio. Il protagonista ricorre questa volta alla psicanalisi, avviando un percorso attraverso tutto ciò che causa il suo tormento. Nella sua coscienza il Novecento prende la forma di un inferno dantesco, popolato da persone imprigionate, uccise, torturate, costrette al suicidio: grandi e piccole figure del XX secolo che gli rivelano il segreto della loro sofferenza e morte. Insieme al dolore affiorano tuttavia anche le loro passioni, gli ideali e gli amori. Lentamente il protagonista si avvierà così verso la guarigione, finalmente intravedendo nell'ultima seduta i suoi cari: il padre, il fratello, il nonno che appaiono nella luce del sole che si sta levando.
Arriva nelle sale cinematografiche il film "La legge degli spazi bianchi" di Mauro Caputo, presentato alla Mostra di Venezia e ispirato al primo dei cinque racconti di questo libro. In una fredda mattina d'inverno, il dottor Fleischmann è costretto ad affrontare l'inizio di una progressiva perdita di memoria. Medico e uomo di scienza, si ritrova suo malgrado in un universo dominato dai misteriosi rapporti tra il destino e i meccanismi che regolano la vita. E giunge alla conclusione che dà il tono alla raccolta: «Tutto è scritto negli spazi bianchi. Tra una lettera e l'altra. Il resto non conta».