
La mano di Mingzhi scorre rapida sulla carta di riso, tracciando con destrezza segni curvi e decisi. Somigliano ai pesci dello stagno, quando saltano fuori dall'acqua e si avvitano in aria, da una parte e dall'altra, come spiriti liberi. Liberi come Mingzhi vorrebbe essere. In qualità di primo nipote del potente e temibile Chai, il suo destino è segnato sin dalla nascita: sarà lui a ereditare i vasti possedimenti del nonno. Idealista e sensibile, è tuttavia estraneo agli intrighi che serpeggiano nella sua famiglia. Desidera affrancarsi dalle rivalità e dalle gelosie che segnano i confini della dimora paterna, respirare un'aria non contaminata dall'odore nauseabondo dei papaveri da oppio delle piantagioni familiari. Crescendo, comincia quindi a mettere in discussione quella pesante eredità e si rende conto che l'unica strada per l'indipendenza è quella dello studio e del sapere. Quella che farà di lui il più giovane mandarino di tutta la Cina. Ma è la fine dell'Ottocento, l'epoca in cui l'impero vacilla, e sul suolo cinese dilagano le potenze occidentali che bramano di impossessarsi di una fetta d'Oriente. In qualità di alto funzionario di quell'impero, Mingzhi è il depositario della sua tradizione millenaria. Eppure, dentro di sé sente nascere la curiosità per quelle culture diverse, e per una lingua che lo affascina nonostante lo costringa a storcere labbra e occhi. Una passione pari solo a quella per una fanciulla dalla veste di seta azzurra, scorta un giorno tra la folla e mai dimenticata.
Si può vivere, e come, con l'idea martellante, incancellabile, di aver ucciso? In un'estate che s'accende di colpo su una Roma sfacciatamente monumentale, l'amicizia erotica - un gioco serissimo - tra la ventenne Fulvia e un ragazzo senza nome e dal passato inconfessabile, appassionato di musica classica, viene sconvolta dall'incidente mortale di Ruggero, che avrebbe compiuto dieci anni dopo poche settimane. Fulvia, che assiste al fatto dal terrazzo della sua casa, crede di averlo causato con un gesto sprovveduto. Il dubbio la sconvolge e il ragazzo senza nome, vedendo la sua amata sbriciolarsi in quell'ossessione, appronta un piano di salvezza con la complicità di un'altra donna. Il duo, diventato trio, sale la ripida scala della guarigione, della libertà, entra nelle stanze dei genitori del bambino morto, vittime anch'essi di un dolore folle, nell'aria di cristallo della loro bella casa all'Aventino. Poi aiutano un giovane flautista, Giovanni, a dominare il suo straordinario talento. Ma l'idea fissa della morte non arretra, anzi possiede tutti. Nell'atto finale, dopo una serie di blasfemi capovolgimenti frutto della lotta tra le energie della sopravvivenza e della persecuzione, i ritmi della vita, della musica e della morte si legano e cala il sipario su chi ha raccolto la sfida dell'amore oltre ogni limite, i segnalati.
Ngazan è nata povera e fiera in una bidonville del Carnerun. Ngazan possiede il più bel fondoschiena del quartiere Essos, ma non vuole dedicarsi alla bordellologia, la filiera più produttiva per chi è nata in una bidonville in Africa. Per amore di un giovane francese, accetta di trasferirsi a Parigi. Ma la Ville Lumière non è l'Eldorado. Quando arriva nella capitale, scopre che le signorine nevrotiche e sofisticate degli Champs Élysées e di Saint Germain des Prés hanno fatto della "filiera produttiva" una ragione di vita e che la condizione della donna africana e virtuosa è la stessa ovunque, nella foresta equatoriale o nella giungla urbana occidentale. Ngazan ha con sé la fierezza dei "Signori della Foresta" e le parole di Baudelaire, Flaubert e Zola che ha rubato dai libri della sua amica Principessa. Cosa se ne farà nell'età del contante, del culo e del niente? Il bisogno di autogovernarsi e di decidere il proprio destino muove Ngazan e tanti come lei, a dispetto dei limiti delle realtà tribali e di quelli assurdi delle nostre metropoli.
La studentessa d'arte Karou ha finalmente le risposte che ha sempre cercato. Sa chi è e cosa è. Ma, insieme a questa scoperta, un'altra verità affiora in superficie, una realtà che la ragazza farebbe di tutto pur di ignorare: ha amato un ragazzo che le è nemico, lui l'ha tradita e per questo il suo mondo è sconvolto. Ora, in una kasbah dimenticata nel deserto del Marocco, Karou e i suoi alleati si preparano a uno scontro definitivo contro l'armata dei serafini e sotto la luce delle stelle plasmano creature di potente forza distruttiva. Akiva, legato dall'appartenenza all'esercito degli angeli, ma gravato da un profondo conflitto interiore, inizia a progettare un altro tipo di battaglia: quella per il riscatto. Per la speranza. Costellato da scene drammatiche, di segreti e di scelte impossibili, "La città di sabbia" porta i due protagonisti sui fronti opposti di una guerra antichissima che ha acquistato nuovo vigore.
La peggiore paura degli abitanti di Pianto si è concretizzata: nella minacciosa fortezza di mesarzio i figli degli dèi sono ancora vivi. Sarai è diventata un fantasma, mentre il Sognatore ha appena scoperto di essere lui stesso un dio dalla pelle blu, l'unico capace di fronteggiare l'oscura Minya, animata dall'implacabile desiderio di vendetta nei confronti degli umani che massacrarono la sua gente. Lazlo si troverà di fronte alla più impensabile delle scelte: salvare la donna che ama oppure tutti gli altri. Ma inquietanti misteri dimenticati chiedono di essere risolti: da dove sono arrivati, veramente, i Mesarthim, e cosa ne è stato di tutti i bambini nati nella fortezza durante il dominio di Skathis? Quando i portali dimenticati si apriranno di nuovo, mondi lontani diventeranno pericolosamente vicini e un inatteso, potente nemico arriverà deciso a spazzare via le fragili speranze di tutti, dèi e umani. Sarai, la Musa degli Incubi, conoscitrice di ogni genere di paura fin da quando aveva sei anni, sarà costretta ad affrontare orrori che neanche immaginava e ad andare oltre i suoi stessi limiti: l'esperienza le ha insegnato che l'odio e il terrore sono sentimenti facili da provocare. Ma come si fa a rovesciare l'odio, a disinnescare la vendetta? È possibile salvare i mostri, piuttosto che annientarli? In questo seguito de "Il Sognatore" va in scena lo scontro tra distruzione e salvezza.
Nick, pittore di mezz'età, e Amy, sua moglie, sono a Istanbul per una breve vacanza che dovrebbe ricompensare le sofferenze patite da entrambi per una grave malattia di cui Nick è stato vittima. Ma la sua morte improvvisa interrompe bruscamente il viaggio e precipita Amy nella più assoluta inerzia, dalla quale prova a soccorrerla Martha, una giovane scrittrice americana appena conosciuta. Accudita da Martha, Amy rientra a Londra, dove ritrova ad accoglierla il figlio James con la moglie e le figliolette, il maggiordomo Ernie e il dottor Lloyd, un amico di famiglia. Dapprima riluttante, Amy accetta senza entusiasmo la presenza esuberante di Martha, non fosse altro perché con lei il tempo immobile della vedovanza sembra scorrere almeno un po'. Come Amy, anche gli altri personaggi che le ruotano intorno sono stati avari nella vita. Tutti, tranne la stravagante Martha, l'unica capace di gesti tanto impulsivi e gratuiti, quanto sinceri e generosi, e forse per questo giudicata un'intrusa, un'inopportuna: sentimento prevalente in Amy insieme a un fastidioso e insistente senso di colpa, che si troverà a condividere con Simon, il marito di Martha, quando un nuovo, tragico evento li metterà di fronte alla loro desolata e funesta inadeguatezza.
In uno di quei villaggi dickensiani della vecchia Inghilterra in cui il cielo illividisce sin dalle prime ore del pomeriggio, vive Angel Deverell, quindicenne con gli occhi verdi, la carnagione bianca e i capelli scuri, e un animo scontroso e indolente, avido di rivalsa e di affermazione. Nel piccolo universo in cui si aggira, la scuola, la bottega di sua madre, rimasta prematuramente vedova, la casa di sua zia, Angel non riesce a nascondere la sua natura indocile e ribelle. Senza vere amiche, con un astioso rapporto con la madre, la ragazza vive in un mondo tutto suo, creato dai suoi sogni e dalle sue fantasticherie. Un mondo in cui occupa un posto centrale Paradise House, la villa nobiliare in cui sua zia lavora al servizio di Madam, una vera lady coi polsi ornati da splendidi granati. Il destino, però, ha approntato per Angel la più imprevedibile delle svolte. Un giorno la ragazza decide di trasferire le sue innumerevoli fantasticherie in un romanzo. Grazie al fiuto di un editore di Bloomsbury, l'opera conoscerà un incredibile successo. Angel sarà celebre e ricca e avrà Paradise House e, soprattutto, avrà Esmé Howe-Nevinson, pittore di talento, bello e scapigliato, capace di assoggettarsi al suo capriccio. Asserragliata nel proprio grottesco delirio e nelle stanze di Paradise House, Angel trascorrerà gli anni migliori della sua vita. E, come una primadonna del cinema muto, saprà far fronte ai rovesci che l'esistenza le riserverà affrontando un lungo Viale del Tramonto.
Marocco, 1769. Helen Gloag ha diciannove anni quando scappa dal villaggio scozzese in cui è cresciuta, in cerca di avventure nelle colonie americane. Ma la sua fuga si interrompe bruscamente quando la nave su cui è imbarcata viene assaltata dai pirati provenienti dalle coste africane, che uccidono barbaramente i passeggeri e l'equipaggio. Solo Helen e una manciata di altre donne sopravvivono. Sono merce preziosa: la loro bellezza le rende prede uniche e ricercate al mercato delle schiave, dove possono essere vendute in cambio di enormi somme di denaro. E infatti, giunta a Tangeri, grazie ai suoi capelli rossi e alla sua pelle di latte, Helen viene subito notata dal nano Microphilus, sovrintendente all'harem dell'imperatore. È l'inizio di un nuovo viaggio attraverso il deserto marocchino, fino a Marrakesh, luogo di eccessi e voluttà, tripudio di profumi e colori. È nella gabbia scintillante e claustrofobica dell'harem, un luogo in cui l'unica dote che conta per una donna è la sua abilità nel soddisfare i capricci del padrone, che Helen verrà iniziata all'arte della seduzione. Ma insieme scoprirà anche gli intrighi e i giochi di potere che regolano la vita quotidiana di centinaia di concubine.
Sue Jackson è una donna realizzata: ha una famiglia felice, un marito con una solida carriera politica, una bella casa. Ma quando la figlia quindicenne Charlotte entra in coma in seguito a un grave incidente con un autobus, tutta la sua felicità va in pezzi. Eppure, se possibile, il ricovero della ragazzina in terapia intensiva non è l'incubo peggiore che Sue deve affrontare. C'è infatti il terribile sospetto che non si tratti di un incidente, ma di un tentativo di suicidio... Sue, disperata e in contrasto con il marito che nega qualsiasi ipotesi di suicidio, fa quello che solo una madre disperata può fare: apre il diario di Charlotte. "Nascondere questo segreto mi sta uccidendo" è la spaventosa frase che spunta dai meandri della vita di una ragazza inquieta. Sue scoprirà aspetti della vita della figlia, e della propria, che aveva disperatamente cercato di rimuovere, in un processo di discesa agli inferi che coincide con la scoperta di un male sempre più oscuro, sempre più difficile da arginare, che sta inghiottendo la vita di tutti...
Jo Blackmore sta per correre all'asilo a prendere sua figlia Elise quando una donna si avvicina alla macchina e le chiede un passaggio. Benché sia in lotta da anni con agorafobia e attacchi di panico, Jo decide di essere gentile. Una scelta che rimpiangerà pochi istanti dopo: la sconosciuta, infatti, la chiama per nome, dimostra di sapere chi è suo marito, Max, e ha con sé un guanto che sembra identico a uno di quelli della piccola Elise, di soli due anni. Liberatasi della donna, e in preda all'ansia, Jo corre a prendere Elise e torna a casa, cercando ripetutamente di contattare il marito, un giornalista investigativo del Bristol News. Purtroppo il loro matrimonio è in crisi, anche perché Max considera la moglie instabile e inaffidabile, tanto che non sembra credere alle sue parole riguardo all'aggressione e alle minacce della sconosciuta. Lo sgradevole incontro si trasforma da un giorno all'altro in un vero incubo e la polizia, i servizi sociali e perfino il marito voltano le spalle a Jo e iniziano a sospettare di lei. Nessuno le crede, quando dice che Elise è in pericolo. In un gioco di inganni in cui niente è come sembra, Jo sa che le resta un solo modo per proteggere sua figlia: la fuga.
A nessun occidentale è mai riuscita, prima di Jeffrey Tayler, l'impresa di viaggiare a dorso di cammello lungo l'intero Draa. In conpagnia di Hassan, il capospedizione che non guarda mai indietro, perché è abitudine dei beduini guardare sempre avanti durante la marcia, per non disturbare le funzioni corporali dei compagni di viaggio, di Mbari e di un trio di cammelli, Tyler scopre, nel suo epico viaggio, la purezza della vita nella grande "Valle delle casbah": gli affascinanti corridoi labirintici e i magici cortili, la grande ospitalità dei berberi, la bellezza muta del deserto.
Primo lavoro rappresentativo della corrente naturalista in Giappone, il romanzo Futon (1907) di Tayama Katai destò scalpore per la crudezza e il realismo con cui veniva presentata la vita interiore del protagonista, alter ego dichiarato dello stesso autore. Una confessione senza veli del suo rapporto d'amore con la giovane studentessa che a lui, letterato e maestro, era stata affidata e che assurge a emblema di un amore diverso, moderno, opposto alle convenzioni sociali tradizionali. I lettori contemporanei interpretarono le vicende del protagonista Takenaka Tokio come una fedele rappresentazione della sua vita intima. Nel misurare la distanza tra autore e opera letteraria, fu esaltato il coraggio di una confessione aperta e l'audacia di cui lo scrittore era stato capace per realizzare una descrizione autentica di sé.

