
In queste pagine si racconta la vicenda di Isabella d'Este, divenuta marchesa di Mantova dopo il matrimonio con Francesco Gonzaga; non di una semplice per quanto raffinata biografia si tratta, però, quanto di un vero e proprio romanzo: sia per la presenza di alcuni personaggi totalmente inventati - come Robert de la Pole, corrispondente del re d'inghilterra e innamorato platonico di Isabella -, sia soprattutto per la qualità della scrittura, che sembra avvolgere in una sorta di abbagliante pulviscolo ogni figura e ogni fatto storico. Protagonista assoluta è lei, Isabella, che ormai alla soglia dei sessant'anni rievoca la propria vita da quando, sposa sedicenne, giunse a Mantova e in un periodo tra i più tumultuosi e fulgidi della nostra storia, a cavallo tra Quattro e Cinquecento, resse le fila del piccolo stato costruendo attorno a sé una corte di ineguagliato splendore.
In questo libro Maria Bellonci ricostruisce l'avventura di Marco Polo e del suo viaggio nell'impero del Gran Khan. Città affollate, ricchezze inimmaginabili, un'organizzazione statale per quei tempi perfetta, sette esoteriche e sette di criminali, fontane di fuoco, una civiltà guerriera e nello stesso tempo colta, lo stupore di un mercante che il favore della storia e la sua determinazione portano al centro di un mondo fantastico.
Il romanzo è ambientato in Sicilia nel 1593. Un vescovo e un Capitano di Giustizia arrivano in un paese dell'entroterra dedito con eccessivo fervore alla lussuria. Per le leggi del tempo, l'adulterio è peccato ma anche reato. Una nobildonna, al centro di trame e tradimenti, rischia l'infamante imputazione.
Don Filippo La Ferla, "esiliato" a Cala Xibet dal vescovo di Catania, si ritrova coinvolto nella ricerca del tesoro che il re Pietro II d'Aragona, nel 1342, in fin di vita lasciò in dote alla Cappella Palatina lì da lui costituita ad espiazione dei propri peccati. Ma, alla fine del Cinquecento possiamo scoprire, dopo tanto tempo, chi prese in consegna le monete del re? E chi le ha tenute nascoste? E il tesoro esiste ancora? O si è perduto per umana ingordigia e ambizione o per svagata o dolosa amministrazione? Sono passati due secoli e mezzo. Possiamo ritrovarle? Don Filippo La Ferla, da parroco intraprendente, accetta di tentare l'avventura. Prova e riprova, e coglie ogni occasione. Gli girano attorno, ad aiutarlo o ad infastidirlo, signore distinte e bene educate. Hanno ambigui comportamenti o sono allusivamente disponibili. Lui, indifeso, se ne compiace, e serenamente rispetta le leggi di natura. I denari del re? Egli spera di trovarli. Ha fantasia sufficiente per impiegarli secondo coscienza.
Siamo alla fine del 1500. Il vescovo di Catania convoca don Filippo La Ferla in un giorno di pioggia e di freddo, era marzo e c'era vento. Il nobile prelato aveva deciso: lo avrebbe condannato a vivere su un'isola deserta. Forse a Salina. Sta per cancellare dalla faccia della terra conosciuta un diabolico prete. Là dove lo mando, che oserà ordire? Che potrà fare? Chi ascolterà la sua voce? Di lui nessuno saprà più nulla. In un anno senza data, sul finire del Cinquecento, disteso sulla schiena all'ombra di un canneto, il mare davanti, don Filippo La Ferla sonnecchia nell'ora della siesta, al tepore della primavera avanzata. Anche questa volta, il nostro caro prete ci coinvolgerà in una vicenda che non mancherà di stupirci.
Isabella De Clio è una giovane archeologa siciliana. Bella, volitiva e preparatissima, nasconde un segreto: è cleptomane e sente continuamente il bisogno di rubare oggetti che rappresentano per lei ricordi. Decisa a rimettere ordine alla sua vita, a guarire dal suo disturbo, a creare un rapporto d'amore duraturo con l'affascinante Ottavio, durante una ricerca trova un documento inedito. È la copia di un manoscritto perduto, proveniente da Ezzahra, in Tunisia, scritto nel primo secolo avanti Cristo. Nel testo l'anonimo autore racconta una nuova versione della battaglia delle Lipari, combattuta nel 260 a.C., nel corso della prima guerra punica, e descrive tre relitti affondati misteriosamente nelle acque delle Eolie per difendere un prezioso carico. Isabella, incuriosita, cerca cosa sia stato già riportato in luce e trova che due delle imbarcazioni romane sono state ritrovate, anni prima, da un noto ricercatore, esperto in immersioni, Paul Anderson e dal suo collega Luca Tridente. Ma nulla si sa del carico delle navi. Che il manoscritto non sia affidabile? Che il tempo e il mare abbiano distrutto tutto? Mentre la giovane è intenta a ricostruire le dinamiche storiche, un'altra verità torna a galla: durante la campagna di recupero dei relitti, una sub esperta, Carla Sollini, ha perso la vita in circostanze misteriose: incidente o omicidio?
Una giovane e avvenente storica, un onesto console romano. In mezzo, duemila anni di storia. Un avvincente giallo sullo sfondo del mare delle isole Eolie, perfetta scenografia di un'avventura densa di colpi di scena, tra i misteri della storia antica e i segreti nascosti nel più recente passato. Il quinto relitto. Relitti e delitti nel mare delle Eolie.
"State per leggere undici storie d'amore molto diverse tra loro. Al centro di queste storie trovate le città, le case, gli oggetti, le persone, le famiglie, il lavoro, le immagini, gli uomini e le donne: i legami che durano per tutta la vita e quelli che segnano un momento di passaggio; le scelte accurate, le decisioni impulsive e le conseguenze di entrambe. Questa antologia nasce dal mio desiderio di leggere racconti inediti di dieci scrittrici italiane. A tutte loro ho fatto la stessa domanda: raccontami quello che hai amato. Le autrici erano libere di muoversi in qualsiasi direzione, bastava che la storia fosse vera. Per molte di loro - autrici di romanzi, saggi, reportage - dire 'io' era una novità quasi assoluta. Attraverso i loro racconti ho sentito che stavo cominciando a conoscerle. Per cominciare a conoscere qualcuno, devo vedere cosa gli provoca una reazione forte. Il modo più semplice è fare una domanda [...]. Se esiste un collegamento tra queste scrittrici italiane, è il forte senso dell'identità individuale: la maniera in cui sta sempre cambiando, unita alla consapevolezza che alcune parti di noi, nel bene e nel male, sono destinate a farci compagnia per molto tempo". (Violetta Bellocchio)