
Questo non è il racconto dell'onda furiosa della Grande Storia sul destino di un popolo. Non solo questo. È una storia piccola, che ha il nome e il volto di una bambina. Zubaida vive nel deserto dell'Afghanistan, in un villaggio che la "guerra al terrore" non ha ancora travolto. Ha nove anni. Non sa niente del mondo oltre il suo villaggio, poco della travagliata storia del suo paese, dei cingolati dell'Armata Rossa, della lotta dei mujaheddin, del regime dei talebani che ha proibito anche gli aquiloni, degli elicotteri con la bandiera a stelle e strisce. Cammina danzando, a piedi nudi, al ritmo di una musica che le suona dentro. Ma non dopo quel giorno. Non da quando un terribile incidente le ha ustionato le mani, il viso, il corpo. Da allora, la musica si è spenta. In un paese privo della più elementare assistenza medica, e in cui la vita di una figlia femmina vale ben poco, non sembra una fortuna che Zubaida sia sopravvissuta. Ma non per suo padre, non per l'ostinata determinazione di un uomo disposto a tutto pur di non arrendersi. Dovesse camminare fino all'inferno per salvare quella bambina ferita, piagata, fasciata in mille bende, che ora urla per affermare la propria esistenza. Fino ai campi militari degli americani, con le loro regole incomprensibili. Fino a oltrepassare la linea di demarcazione tra due culture, tra "loro" e "gli altri". Perché Zubaida possa tornare a danzare al ritmo della sua musica.
Questo non è il racconto dell'onda furiosa della Grande Storia sul destino di un popolo. Non solo questo. È una storia piccola, che ha il nome e il volto di una bambina. Zubaida vive nel deserto dell'Afghanistan, in un villaggio che la "guerra al terrore" non ha ancora travolto. Ha nove anni. Non sa niente del mondo oltre il suo villaggio, poco della travagliata storia del suo paese, dei cingolati dell'Armata Rossa, della lotta dei mujaheddin, del regime dei talebani che ha proibito anche gli aquiloni, degli elicotteri con la bandiera a stelle e strisce. Cammina danzando, a piedi nudi, al ritmo di una musica che le suona dentro. Ma non dopo quel giorno. Non da quando un terribile incidente le ha ustionato le mani, il viso, il corpo. Da allora, la musica si è spenta. In un paese privo della più elementare assistenza medica, e in cui la vita di una figlia femmina vale ben poco, non sembra una fortuna che Zubaida sia sopravvissuta. Ma non per suo padre, non per l'ostinata determinazione di un uomo disposto a tutto pur di non arrendersi. Dovesse camminare fino all'inferno per salvare quella bambina ferita, piagata, fasciata in mille bende, che ora urla per affermare la propria esistenza. Fino ai campi militari degli americani, con le loro regole incomprensibili. Fino a oltrepassare la linea di demarcazione tra due culture, tra "loro" e "gli altri". Perché Zubaida possa tornare a danzare al ritmo della sua musica.
Sanford Clark ha tredici anni e vive in Canada nella metà degli anni ’20. È un bravo ragazzino, senza troppi grilli per la testa e francamente non capisce per quale motivo sua madre Winnie insista perché si trasferisca in California con il fratello di lei, lo zio Stewart, intenzionato ad avviare un’attività di allevamento di polli. Sanford parte a testa bassa, con le parole di sua madre che ancora gli frullano nella mente: «Vedrai che sarà un’avventura, andrai a scuola, ti divertirai…». Ma la California non sarà per lui la terra promessa, solo un luogo solitario e ostile, dove il vero volto dello zio Stewart, attraente come un divo di Hollywood, rivelerà la sua natura deviata. Sanford diventa uno schiavo costretto a lavorare senza sosta. Maltrattato, sottoposto a ogni sorta di sofferenze e umiliazioni, si dovrà confrontare con il cuore nero e violento dello zio. Un essere dall’animo guasto e degenerato che lo rende complice di brutali atti di ferocia. Il ranch diventa per Sanford una prigione fisica e mentale, dove senso di colpa, abbrutimento e sopraffazione non gli danno tregua.
In fuga da un destino che pare segnato, riuscirà ad affrancarsi dal passato. Dimostrando che un’anima può mantenersi candida anche attraversando le fiamme dell’inferno.
"New Jersey, 1895. Un uomo scruta nella notte, in cerca dei bagliori di un incendio di cui ha avuto notizia. L'uomo è Thomas Edison, il celeberrimo inventore, un nome che è quasi sinonimo di elettricità. Ma c'è un altro uomo che ha in questo campo importanti meriti. Quello che sta bruciando è il suo laboratorio. E certo non è un caso." In un romanzo-verità, Anthony Fiacco ricostruisce vita e vicissitudini di Nikola Tesla, geniale e poliedrico inventore, scopritore di principi fondamentali e rivoluzionari nel campo dell'elettricità, affascinante catalizzatore di mille misteri, divenuto prima ricco e celebre e quindi povero e dimenticato. Solitario e tormentato, oggetto di invidie e persecuzioni, quando, dopo aver rifiutato nientemeno che il premio Nobel, Tesla morì, agenti del governo che sorvegliavano l'albergo in cui dimorava irruppero e sequestrarono tutte le sue carte. Solo un prezioso incartamento riuscì a sfuggire alla razzia: il piano per il sistema di energia universale. Produrre elettricità gratuita: per tutti, ovunque, per sempre. La più grande delle scoperte che la sua Musa gli aveva ispirato. Un progetto che molti avrebbero avuto interesse a distruggere.
Un viaggio di sedicimila chilometri tra strade di asfalto e di polvere, da New York alla California, e poi al centro dell'America, giù fino al Messico e di nuovo in California, sulle tracce di "On the road" di Jack Kerouac, per scoprire cosa è cambiato nel grande paese e ascoltare nuove storie. Un racconto dove si incontrano i vecchi drive-in e l'ombra di John Wayne. E dove si incrociano le pagine di Jack London e Cormac McCarthy, tra l'antico mito del West e la più struggente e bizzarra di tutte le nostalgie: quella per ciò che non si è vissuto. Con una prefazione di Fernanda Pivano.
Nora è assolutamente sicura che Patch sia il suo unico, vero, grande amore. Che sia un angelo caduto non importa, lui è tutto quello che lei vuole. Purtroppo, però, il loro destino sembra quello di essere nemici mortali. Angeli caduti e Nephilim, infatti, sono padroni e vassalli, da secoli in lotta fra loro. Come se questa sanguinosa e dolorosa rivalità non bastasse, Nora è stata costretta a giurare di condurre i Nephilim in guerra contro il loro eterno nemico, e se dovesse mancare alla parola data condannerebbe a morte lei e sua madre. Eppure, Nora e Patch affronteranno fianco a fianco anche quest'ultima battaglia, convinti che ciò che li lega non può essere sciolto. Vecchi avversari ritorneranno, nuovi nemici si riveleranno e antiche amicizie tradiranno, minacciando la pace che i due innamorati cercano disperatamente. Il campo di battaglia si delinea, e indietro non si può tornare... Esistono ostacoli che nemmeno l'amore può vincere?
Il romanzo racconta la vita di Friedrich von Hardenberg (1772-1801), prima che fosse conosciuto sotto il nome di Novalis. Il materiale è ricavato da lettere da lui inviate e ricevute, da diari, documenti ufficiali e privati, pubblicati in cinque volumi fra il 1960 e il 1988.
Il libro, come un grande affresco, abbonda di episodi e personaggi, ma ha al centro la vicenda di corruzione morale dei coniugi Diver. Lui, Dick, psichiatra, incontra nel corso della sua attività clinica una giovane donna, Nicole Warren, sofferente di manie di persecuzione per aver avuto rapporti incestuosi con il padre. Nonostante il parere contrario di molti suoi colleghi, decide di sposarla, ripromettendosi di "restaurarle l'universo". Passano alcuni anni; lui, godendo della ricchezza della moglie, progressivamente perde interesse per la propria attività professionale. Si ritrovano sulla Costa Azzurra assieme a una strana coorte di personaggi, alcuni dei quali innamorati della donna. C'è una giovane interessata invece a Dick, Rosemary. Sarà la "storia" che fa precipitare il precario equilibrio della coppia. Un libro in cui i grandi temi di Fitzgerald - la felicità, lo spreco, il fascino, il danaro - trovano il loro scenario più adatto, in un contesto linguistico fastoso e spettrale.
Jay Gatsby, l'ambizioso giovanotto che ha saputo conquistarsi, con tutti i mezzi leciti e illeciti, prestigio, ricchezza e rispettabilità, culla un sogno impossibile. Vuol far rivivere l'amore fiorito un tempo tra lui e Daisy, che lo ha respinto, quando era povero e senza prospettive, per sposare il rampollo di una delle grandi famiglie americane. Ma Gatsby non riuscirà a strappare Daisy a Buchanan, pur mettendo in gioco tutto il suo fascino e il suo potere... Pubblicato nel 1925, "Il grande Gatsby" è il ritratto di un'epoca in cui il mondo dei contrabbandieri di alcolici si mescolava allegramente con quello dei banchieri e del charleston dei "Ruggenti Anni Venti", in attesa che la Grande Depressione del 1929 seppellisse tutto sotto le macerie del sogno americano.
"I racconti hanno quasi tutti una colonna sonora inconfondibile, e a differenza di quanto si crede comunemente, non è il jazz bensì il blues. Anche in quelli apparentemente più scanzonati, riuniti nelle serie dedicate ai personaggi di Basil e Josephine, in cui Fitzgerald ha rievocato la propria adolescenza e quella di Ginevra King, il suo primo amore, lo stato d'animo prevalente è la malinconia. E non è un caso che la raccolta più suggestiva, quella che accompagnò la pubblicazione del Grande Gatsby, racchiudesse nel titolo proprio l'accenno alla tristezza dei giovani, quando essi hanno perduto ormai le loro illusioni e non sanno più sognare. In genere, quelle raccontate dallo scrittore americano sono per lo più storie di sconfitte, personali e di coppia, di malattia fisica e mentale, di individui fragili che soccombono, incapaci di sottrarsi ai vizi, alla dipendenza dall'alcol o alle lusinghe del denaro, e che per tutto ciò pagano un prezzo molto alto. L'avere comporta la sconfitta dell'essere." (Dalla Prefazione di Franca Cavagnoli)
Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy... Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un'esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.
A distanza di oltre ottanta anni, vedono la luce gli ultimi racconti inediti di Francis Scott Fitzgerald. Un evento editoriale di portata internazionale, che consegna al lettore l'ultima produzione dello scrittore de "Il grande Gatsby" e "Tenera è la notte". Si tratta di short stories inviate singolarmente, nel corso degli anni Trenta, a diverse riviste e testate cui sì aggiungono alcuni soggetti per il cinema. Sono storie nelle quali giovani uomini e giovani donne parlano e pensano in una lingua nuova per l'epoca, senza censure, senza limitazioni, di matrimonio, di amore e sessualità; ci sono finestre spalancate sui sanatori e le cliniche psichiatriche, le stesse che ospitarono Zelda Fitzgerald nell'ultima parte della sua vita; ci sono spaccati della guerra civile, senza sconti alla violenza di quel momento fondante della storia americana; ci sono le montagne del North Carolina, che Francis frequentò a lungo per curare la sua salute, e l'amatissima New York, ora con meno luci, quasi periferica, più vera. C'è il mondo del cinema, scintillante ma non immune alle malinconie, e ci sono i ricchi, quella frangia della società che Fitzgerald come nessun altro aveva saputo raccontare negli anni Venti, accanto ai poveri resi sempre più poveri dalla Grande depressione. Soprattutto, "Per te morirei", grazie anche all'attenta curatela di Anne Margaret Daniel, è un affresco illuminante sul processo creativo di uno scrittore che, perfino nell'ultima parte della sua carriera, afflitto da difficoltà economiche, non fu disposto a compromessi o interferenze. Ritroviamo in tutta la sua energia la prosa elegante, acuta, sorprendente di Fitzgerald, il talento puro e la voce inconfondibile di uno dei più grandi autori del Novecento.