
- Caricate il cannone! - urlò Maestro Klopp all'uomo di sotto.
Alek si ritrovò seduto al posto di guida mentre la macchina ricominciava a muoversi.
Si contorse per allacciare la cintura di sicurezza, ma proprio in quel momento un terribile pensiero si impadroní della sua mente, paralizzandogli le dita.
Se stanno cercando di uccidermi¿ vuol dire che è tutto vero.
Il conte Volger si chinò al suo fianco, urlando per sovrastare il rombo dei motori e delle cannonate. - Quest'affronto dovrebbe rincuorarvi, Alek. È la prova che siete ancora una minaccia per il trono.
Siamo sull¿orlo della Prima guerra mondiale.
Mentre il giovane Alek, principe dell¿Impero austro-ungarico, è in fuga sul suo Camminatore, di là dalla Manica una ragazza, Deryn Sharp, si traveste da maschio per diventare pilota nell¿aviazione britannica.
Ma il suo segreto rischia continuamente di essere scoperto.
I due ragazzi appartengono ai due opposti schieramenti: lui ai Cigolanti, lei ai Darwinisti.
Ma il destino vuole che le loro strade si incrocino nel modo piú inatteso portandoli entrambi a bordo del Leviathan, un gigantesco animale volante, metà balena metà dirigibile, che forse li strapperà al frastuono della guerra.
È ancora possibile arginare la violenza con le parole? Fino a che punto la penna è più forte della spada? Di fronte a uno dei problemi più urgenti del nostro tempo, il terrorismo, Frank Westerman si mette personalmente in gioco per capire le strategie e i margini d azione di chi si affida alle armi della trattativa, del ragionamento, della persuasione: frequenta un corso per mediatori dell'Accademia di Polizia, partecipa come ostaggio alla simulazione di un sequestro aereo a Schiphol, incontra un ex dirottatore di treni, uno psichiatra che è stato tra i primi a trattare con i terroristi negli anni Settanta, e un veterano degli accordi di pace convinto che tutto è negoziabile e che finiremo per sederci a un tavolo anche con l'ISIS. In un'inchiesta lucida e appassionante che coniuga suspense narrativa e riflessione storica, etica e politica, Westerman ci proietta nel mezzo degli attentati di un commando molucchese a cui assistette da bambino nei Paesi Bassi, rievoca il suo incontro con una combattente della RAF all'Avana, ricostruisce l'escalation del terrore ceceno e della brutale repressione di Putin di cui fu testimone quando era corrispondente in Russia. E scavando nel complesso duello tra potere e dissenso armato, indaga le ragioni del dialogo contro il rifiuto di scendere a compromessi con i terroristi, chiedendosi se le attuali azioni jihadiste possano ammettere un'efficace risposta verbale. Ma non è forse la parola il pericolo più temuto da chi impone i propri dogmi con la violenza? Non è la via del confronto a garantire quella stessa democrazia che intendiamo difendere?
E' la storia dell'impossibile desiderio di felicità amorosa di un agricoltore delle foreste del Massachusetts che, nel gelo di un insolito inverno, si innamora perdutamente di una giovane donna venuta per curare la moglie, una inacidita malata immaginaria. Il confronto tra i tre personaggi si compie con un'analisi del vivere comune: il triangolo, la quotidiana miseranda fatica del "sopportarsi", l'inattesa pulsione amorosa. Onnipresente è la sensazione di imprigionamento, di infelicità e, infine, di assoluta autodistruttività.
Sposi per un anno. Questo è il patto che Nick e Susy Lansing hanno stipulato: rimanere uniti nella buona sorte fino a quando il denaro dei regali di nozze e l'ospitalità degli amici consentirà loro di continuare la luna di miele. Poi, se una migliore occasione si presenterà a uno di loro, l'altro acconsentirà a lasciarlo libero. Lo scenario dei primi mesi di questa anomala unione è idilliaco: una romantica villa sulle sponde del lago di Como, un palazzo patrizio a Venezia, passeggiate nelle calli ombrose, chiari di luna, amici spensierati sempre pronti ad assecondare i due novelli sposi. Eppure, fin dall'inizio, la macchina perfetta del matrimonio concordato si inceppa, incalzata da un elemento imprevisto: l'amore. Capriccioso, incoerente, poco incline a compromessi e a sfumature, l'amore si insinua nella mente ordinata e onesta di Nick, che ha idealizzato la moglie al punto di non poterle perdonare nessuno sbaglio, nessuna leggerezza, e in quella di Susy, incapace di rinunciare ai suoi sogni di grandezza se non per il marito, ma così spaventata da questa scoperta da non riuscire a dirglielo, anche quando sarebbe l'unico modo per trattenerlo. E allora, di nuovo soli, "liberi", come amavano dire prima di sposarsi, Nick e Susy cercano ognuno la propria occasione lontano dall'altro, lui sul panfilo di ricchi amici, lei nientemeno che con un lord. Ma l'amore che paradossalmente li ha separati, si è talmente insinuato nel loro cuore da ricongiungerli.
La famiglia di Mrs. Manford è decisa a sfuggire la noia, il vuoto della vita e il dolore a ogni costo. Sesso, droga, lavoro, denaro e un'infatuazione nei confronti dell'occulto e della spiritualità sono i modernissimi temi che animano il romanzo. Il sonno del crepuscolo a cui si riferisce il titolo è proprio lo stato fisico mentale nel quale i protagonisti cercano di perdersi per non sentire il peso della loro vita. Un romanzo ironico e tagliente, ambientato nella New York degli anni '30 ma così moderno nella dissacrazione della finta spiritualità da risultare attualissimo nell'era della New Age.
I bucanieri sono gli americani che con le loro ricchezze nuove vanno all'assalto dei tesori d'arte e cultura del vecchio mondo. Cinque ragazze, vedendosi respinte dalla buona società newyorchese di fine Ottocento perché i patrimoni delle loro famiglie sono troppo recenti, decidono di partire alla conquista dell'Inghilterra forti della loro bellezza e del denaro dei loro genitori. Ricchezza e bellezza sono qualità ricercate in un paese dove i nobili sono gravati dai debiti e si lasciano volentieri conquistare dalle giovani avventuriere. Intrighi e matrimoni si succedono a raffica, ma alla fine l'amore trionfa sui pregiudizi del vecchio e del nuovo mondo.
Introduzione di Attilio Brilli, traduzione di Simonetta Neri
Scenari italiani di Edith Wharton è il più affascinante «viaggio in Italia» scritto dopo Goethe e dopo Stendhal. E lo è per quel suo consapevole frapporsi fra il viaggio sette-ottocentesco, con le sue categorie estetiche e le sue lentezze, e il turismo moderno con i suoi sguardi frettolosi gettati su luoghi inesorabilmente omogeneizzati. Quello della scrittrice americana è un viaggio moderno che ingloba una lunga tradizione per trarne il succo e poi trascenderla in nome della propria autonomia culturale ed estetica, un’autonomia che va oltre la lettura gotica di Ruskin, oltre l’aureo rinascimento di Pater o le sensazioni di Bourget in favore di una visione più eclettica della civiltà italiana. Protagonista del libro è infatti il paesaggio, anzi potremmo dire che questi ‘scenari’ compongono il più bel libro che sia stato scritto sul paesaggio italiano e sul modo in cui lo si debba osservare e conservare. Pur essendo ben lontana dal presagire le geremiadi del viaggio italiano di Ceronetti, straordinariamente attuali si rivelano alcuni moniti che Edith Wharton enuncia nel corso dei suoi itinerari, a cominciare dagli italiani ai quali rimprovera l’eccessiva tendenza a impoverire il territorio trasferendone le opere d’arte nell’atmosfera asettica dei musei, ai collezionisti d’oltreoceano che quel territorio contribuiscono a depredare. Senza contare che gli itinerari della nostra viaggiatrice si rivelano ancor oggi inconsueti, se non inediti, e in grado di restituire al turista l’illusione momentanea di farsi viaggiatore.
Uscito nel 1920, "L'età dell'innocenza" vale alla sua autrice, Edith Wharton, il premio Pulitzer: sarà la prima donna a vederselo assegnare. Il libro è una critica spietata alla convenzionalità dell'alta società newyorchese: una vera aristocrazia immobiliare in cui le famiglie sono le stesse da generazioni, le donne un ornamento e gli uomini non fanno nulla neppure quando fingono di andare in ufficio. I ricchi personaggi dell'"Età dell'innocenza" vivono tutti nello stesso quadrilatero di strade, e d'estate si spostano tutti quanti a Newport. Sono sempre insieme, sono privilegiati e severi al contempo, e non concepiscono l'esistenza di un mondo fuori dal loro. Il mondo, ovviamente, progredisce, cambia e rischia di lasciarli indietro. Ai cancelli della vecchia New York premono l'aristocrazia imprenditoriale e bancaria - i Morgan, i Lehman, i Guggenheim -, gli operai migrati dall'Europa e soprattutto stili di vita dinamici e aggressivi. Il protagonista del romanzo, Newland Archer, è un giovane raffinato che nella prima parte vediamo emanciparsi lentamente dai valori della vecchia New York ma che poi si trova costretto a sposare una donna che non ama assolutamente.
Nel quadro dei ricevimenti organizzati dal loro esclusivissimo "club", alcune signore della migliore società americana hanno invitato il romanziere Osric Dane, quello, cioè, che bisogna assolutamente aver letto. Preziose e ridicole, queste signore circondano il romanziere con le loro attenzioni e con i loro commenti insipidi, tanto che lo scrittore non si perita di punzecchiarle. Ma, in maniera del tutto inaspettata, ecco che una di esse rovescia la situazione e mette a mal partito il celebre romanziere domandandogli cosa pensa di Xingu. Chi è dunque questo Xingu che tutti sembrano conoscere?
Elizabeth Hunter, matriarca australiana ottantenne, inchiodata al letto, riceve la visita - nella sua dimora di Sydney - dei suoi due figli, entrambi di carattere debole ed entrambi spinti a riavvicinarsi alla madre dal bisogno economico: Basil, attore insignito del titolo di baronetto, e Dorothy, che ha sposato un principe francese, trasferitisi molti anni prima in Europa. Mentre le trame dei figli, dell'avvocato, delle infermiere continuano a sollecitare la sua cattiveria e la sua furbizia, Elizabeth Hunter rievoca la sua vita matrimoniale, fatta di adulteri e fugaci fedeltà. La donna, dotata di particolare fascino e bellezza, ha sempre giocato un'unica carta, quella della sua fortissima femminilità, spinta da uno spasmodico e insaziabile bisogno d'amore. Ancora adesso, Elizabeth continua a esercitare una forte influenza su tutti: come un sole, intorno a lei il mondo continua a girare e a disporsi, sino a un ultimo colpo di coda che farà tremare tutto e tutti. Postfazione di Mario Fortunato.