
La meraviglia delle donne e l'incanto dell'amore fanno da leitmotiv a queste pagine postume, un manoscritto del 1926 cui Carl Seelig - mentore di Walser e suo compagno di lunghe passeggiate - diede provvisoriamente il titolo Diario (sulle donne), "diario" che costituisce il prezioso anello di congiunzione fra La passeggiata e Il Brigante. "Lo stesso Walser" scrive Sebald "ha osservato una volta che lui, da un breve testo in prosa all'altro, lavorava in fin dei conti sempre al medesimo romanzo, un romanzo che si potrebbe definire un "libro dell'Io" a più fasi o frammenti". Anche se gli risultava impossibile entrare in sintonia con le donne, quell'Io confessa che "è bello e utile conoscerle, ma è parimenti utile, e se del caso ancor più bello ... soccorrerle e servirle". Siano esse affittacamere, chellerine o misteriose figure intraviste a teatro o in un salotto, e vissute in un confronto tutto di fantasia, le donne sono sempre colte in una luce di minacciosa bellezza. Con un avvolgente flusso di parole, l'autore di questa divagazione ci guida in un mondo interiore popolato di figure seducenti o stralunate, ma sempre irresistibili nel loro onirico fluttuare. "Sulle donne" è una lunga passeggiata fra romanzi e poesie affidata a una scrittura che "assume i tratti eccelsi dell'andare a zonzo".
Mika Waltari compone il vivido racconto di un evento epocale, l'assedio e la caduta di Costantinopoli e del millenario Impero Romano d'Oriente nel 1453 ad opera dei turchi ottomani. A narrare nella forma di un diario gli ultimi mesi della capitale bizantina è Johannes Angelos, inquieto avventuriero, mercenario e mistico, disilluso e visionario, alla perenne ricerca di un'irraggiungibile pienezza, di un significato più profondo nell'esistenza. Nato a Costantinopoli, la sua vita è stata un continuo errare, dalla Francia a Ferrara, a Firenze, fino alla partenza per la crociata, alla prigionia turca e alla grazia ottenuta dallo stesso sultano Maometto II. Ma Johannes non resiste al grido d'aiuto della propria città sotto assedio e come rispondendo a una chiamata del destino fugge per andare a difenderla. Solo alla fine del romanzo, dopo aver combattuto strenuamente, affrontato i sospetti di essere una spia ottomana, nell'amara consapevolezza della sconfitta e della morte imminente, scoprirà di avere sangue imperiale ed essere in realtà il legittimo erede al trono. Nel precipitare degli eventi, l'ultima cosa che Angelos si aspetta è di rimanere folgorato dalla seducente Anna Notaras, nobildonna greca passionale e volubile, e di innamorarsi perdutamente di lei. Tra sanguinose battaglie e gli intrighi per il potere e la sopravvivenza di un regno allo sfascio, i due allacciano una tempestosa relazione segreta contro la volontà del padre di lei, il potente megaduca... Postfazione di Luca Scarlini.
Tutti gli uccelli del creato esplodono nel cielo, in una nuvola bianca che scende volteggiando. Giunto al suolo, quel turbinio di piume si rivela fatto di carta: frammenti anneriti, fumanti, incandescenti. Ha in mente questa immagine Brian Remy quando riprende i sensi, steso sul pavimento di casa sua. Non ricorda lo sparo, sentito dalla vicina, né gli sembra di aver tentato il suicidio, nonostante la ferita alla testa, la pistola per terra accanto a lui e l'ambiguo messaggio "Eccetera" scritto con la sua calligrafia. Del resto, dal giorno della grande esplosione, la sua vita sembra diventata una sequenza sconnessa di attimi, separati da vuoti di memoria. Da quel giorno, anche il mondo intorno a lui non è più normale: la sua città è perennemente avvolta da una cappa di cenere e fumo; tutti sembrano in preda all'isteria, alimentata dalla lotta contro il terrorismo; suo figlio racconta a scuola di aver perso il padre, per poter immedesimarsi meglio nel lutto collettivo. Eroe controvoglia, Brian è accolto ovunque dai saluti e dagli applausi della folla, in quanto poliziotto. Lui e il suo collega Paul accompagnano gente famosa in visita al luogo dell'esplosione, chiamato "Zero", dove sono ammassati cumuli di acciaio, calcestruzzo polverizzato, pezzi di carta, brandelli di resti umani non più identificabili. Tra sprazzi di lucidità e attimi in cui gli sembra di vivere la vita di un'altra persona, Brian si ritroverà coinvolto in un'ambigua operazione anti terrorismo.
Marty Hagen era il classico giovane newyorkese degli anni Settanta. Bello, intelligente, furbo: il miglior falsario di carte di credito sulla piazza. Non era italiano, ma lavorava comunque coi "ragazzi" di John Cotti, con la mafia. All'improvviso scomparve nel nulla, lasciando gli amici, la donna che amava, la sua città. È l'autunno del 1980. Mancano pochi giorni alle elezioni del presidente degli Stati Uniti. Carter o Reagan? Repubblicani o democratici? A Spokane, nello stato di Washington, vicino a Seattle, Vince Camden riceve il certificato elettorale, come tutti i cittadini americani. Ma Vince non è un cittadino come gli altri. Aveva un altro nome, un tempo. Era un altro uomo. Ma il passato è tornato a cercarlo.
Roberta lavora nella libreria Old and New. I libri per lei hanno un suono e un odore tutto loro e, soprattutto, parlano: raccontano storie che vanno oltre quelle stampate e Roberta ama riporli con cura negli scaffali e raccogliere le foto, le lettere e le cartoline che trova nascoste all'interno di quelli usati. Un giorno il padre le porta una valigia con dei vecchi libri di Dorothea, la nonna di Roberta, e lei trova una lettera firmata dal nonno Jan, che apparentemente non sembra avere molto senso. E indirizzata a Dorothea, che da due anni vive in una casa di riposo, ma contiene elementi che non coincidono con quello che Roberta ha sempre saputo della famiglia del padre. Cercando di dare un senso a quelle parole e all'oscuro segreto che custodiscono, Roberta rivive la tormentata storia d'amore della nonna ai tempi della seconda guerra mondiale senza rendersi nemmeno conto che sta mettendo ordine nella sua stessa vita. Lei, che ama guardare nelle vite degli altri, adesso è costretta a guardare nella propria e ad aprirsi agli altri mettendo a nudo la sua sensibilità, il suo dolore, la sua rabbia. Adesso vuole conoscere la verità, vuole dipanare ogni dubbio e vivere pienamente la propria vita senza la zavorra di cose non dette, passioni mai dichiarate, segreti che possono restare intrappolati dentro di noi.
Jane, Jinx come ama farsi chiamare, ha un nomignolo che è sinonimo di cattiva sorte e la sua esistenza è stata segnata da una tragedia - la morte del marito, barbaramente ucciso - che ha lasciato, oltre al dolore, l'indelebile cicatrice di un sospetto orribile. Davvero suo padre, che l'adora e vede rivivere in lei la moglie defunta, potrebbe essere stato l'autore del delitto? La polizia di Londra lo ha creduto a lungo, ma senza poterlo dimostrare. Tra il padre severo e la figlia adorata è calato il silenzio. Ma sono trascorsi anni, Jinx è diventata una donna di successo con le sue forze, ha dimenticato la malasorte. Questa però, purtroppo, non ha scordato lei.
Los Angeles, 9 marzo 1963. Campbell e Hettinger, due agenti di pattuglia che lavorano da poco in coppia fermano un'auto sospetta. A bordo due delinquenti di piccolo cabotaggio con una lunga storia di reati e carcere alle spalle. I due criminali disarmano i poliziotti, li rapiscono e, dopo un lungo tragitto in auto sulle freeways intorno a Los Angeles, li portano in un campo di cipolle. Ed è nella polvere di una sterrata di campagna, nell'odore pungente delle cipolle, che si consuma la tragedia, tanto più atroce quanto più assurda: Campbell viene ucciso a colpi di pistola. Hettinger riesce a scappare. Nel giro di poche ore, i colpevoli vengono catturati, ma il finale della loro storia è ancora lontano e tutt'altro che consolatorio. Inizialmente condannati a morte, i due assassini affronteranno una serie di processi che, a vent'anni dall'omicidio, li porterà alla scarcerazione. Quanto a Hettinger, lascerà la polizia e trascorrerà tutta la vita in una spirale di dolore, rimorso e autodistruzione. Wambaugh racconta una vicenda vera e terribile da ex poliziotto, scrittore e profondo conoscitore della psicologia umana. Il risultato è una riflessione dolente sulle imperfezioni e i fallimenti della giustizia, e sul retaggio di sofferenze e crudeltà che accompagna ogni fatto di sangue, segnando l'esistenza dei colpevoli come delle vittime in modo irreparabile.
Sopravvissuto a numerosi campi di concentramento, Fred Wander dà voce ai suoi compagni di detenzione - in prevalenza ebrei provenienti da ogni parte d'Europa - con i loro momenti di grandezza ma anche con le loro meschinerie e limitatezze. Vediamo così entrare in scena Cukran, l'incolto ebreo turco che ha sposato una donna francese di rango, o de Groot, il famoso sarto di Amsterdam, il viveur che passava il suo tempo nei caffè della città, o Lubitsch, rampollo di una famiglia patrizia slovacca, o Tadeusz Moll, il giovane di buona famiglia costretto a lavorare nei forni crematori. Riprendendo la tradizione dei narratori ebraici e facendo propria la lezione di Mendel Teichmann, il cantore dell'universo chassidico che all'inizio del romanzo spiega all'autore "come si narra una storia", Fred Wander restituisce un volto alle tante anonime vittime, rievocando l'esistenza del singolo prima del lager, e più in generale tracciando un quadro vivissimo di quel mondo dell'ebraismo europeo destinato a scomparire nel più tragico dei modi.
Marsiglia 1942: una città meravigliosa e corrotta, dominata dalla violenza, pervasa da oscuri traffici, immersa in un clima allo stesso tempo di esaltazione e di paralisi, una città in cui confluiscono migliaia di ebrei provenienti da ogni parte d'Europa, nella speranza di trovare un modo per fuggire Oltreoceano, per sottrarsi alla mortale presa della Gestapo. Uno dei punti di raccolta dei fuoriusciti è il Baalbek, un albergo di infima categoria, nei cui corridoi si susseguono le voci: è vero che i tedeschi stanno occupando anche il resto della Francia? e che la Deventer, una nave piena di profughi, è affondata? Nel foyer si discute animatamente, si gesticola, si prendono coraggiose decisioni; nelle misere camere qualcuno si ama, altri si inventano un mestiere, altri ancora, ormai decisi a mettere fine alla loro vita, sistemano meticolosamente ogni pendenza.
Fra gli ospiti di questo straordinario e fatale caravanserraglio c'è un giovane timido, innamorato contemporaneamente di due bellissime donne, Katja e Lily, innamorato della vita che ancora non conosce davvero. È lui, uno dei pochi sopravvissuti, a raccontare decenni più tardi di queste esistenze sull'orlo dell'abisso, a narrare le vicende di Jablonsky, di Sascha, di Jossip, del musicologo David Stern e della sua bionda moglie, della piccola Judith, così giovane e così seducente. È lui a rievocare, con grande immediatezza, un mondo che allora non riusciva ancora a immaginare con quale violenza e crudeltà sarebbe stato investito dalla storia.
Nella Shanghai cosmopolita e brillante dell'immediato dopoguerra, la sedicenne Wang Qiyao intende approfittare delle possibilità offerte da un concorso di bellezza. Non vince, ma riesce comunque a conquistare una certa notorietà perché rappresenta un tipo di fascino "quotidiano": quello, elegante ma non vistoso, che si incontra per strada tutti i giorni e che meglio incarna lo spirito della città. Scoperta da un fotografo che l'ama non ricambiato, diventa l'amante del potente Direttore Li. Ma la Cina si trova in un momento storico di grandi mutamenti e quando Li muore in un incidente aereo, Wang Qiyao deve lasciare l'ovattata atmosfera della residenza Alice, dove, assai rispettate, vivono le mantenute, i "fiori della società"; possiede solo una scatola di legno intarsiato che contiene alcuni lingotti d'oro avuti in regalo dall'amante. Wang Qiyao è costretta a reinventarsi un'esistenza all'ombra dei grandi sommovimenti politici; si mantiene facendo l'infermiera e riunisce attorno a sé una piccola cerchia di amici con i quali passa il tempo a cucinare, a giocare a majiang e a chiacchierare davanti a una stufa. Dalla fugace relazione con uno degli ospiti nasce una figlia, Weiwei. La sua è un'esistenza fatta di dettagli e di piccoli piaceri intimamente legata a quella di Shanghai, la città cinese più aperta e occidentale.