
Bernard Schwartz ha perso la moglie, la carriera e, infine, dopo una dose di antidepressivi, anche la coscienza. Quando si risveglia dal coma trova ad attenderlo due figli adolescenti ancora più squinternati di lui: il diciassettenne Chris, una sorta di Holden Culfield che detesta Salinger e tutto ciò che gli assomiglia, e Cathy, di quindici anni, ebrea come tutti gli Schwartz ma convertita al cattolicesimo perché folgorata dalla storia di Teresa d'Avila e di Edith Stein, di cui sogna di condividere il martirio. Una famiglia, insomma, come i Tenenbaum, in un romanzo paragonato dalla critica alle "Correzioni" ma molto, molto più cattivo.
Henry Wilt insegna nell'istituto tecnico di una cittadina inglese, è sposato con la gigantesca Eva ed è padre di quattro gemelle indiavolate. Quando la moglie accetta l'invito di ricchi zii residenti negli Stati Uniti, che vorrebbe ingraziarsi per garantire un'eredità alle figlie, Henry rimane a casa con una scusa, senza sapere che questo lo condurrà a grottesche disavventure: un'idillica passeggiata nella campagna inglese si trasforma in un incubo quando Henry, dopo aver perso i sensi per una caduta ed essere finito nella jeep di uno sconosciuto, si trova coinvolto in un bizzarro complotto ai danni di un ricco e scapestrato possidente. Sull'aereo diretto in America, intanto, un passeggero ha nascosto nel bagaglio di Eva un pacco di droga...
Il destino di Luisa Sanfelice fu tragico e patetico. Innamoratasi di un giovane ufficiale della Repubblica Napoletana, ne sposò le idee più per amore che per fede e per salvargli la vita contribuì a soffocare la cospirazione realista. Poco dopo, l'esercito del cardinale Ruffo, la famosa santa Fede, entrava da padrone a Napoli e nella repressione che seguì la marchesa Sanfelice, vittima innocente della storia, fu condannata a morte e decapitata. Ispirandosi a questa figura, Vincent Ssheean ha ricostruito il fitto tessuto di un'epoca, riportando in vita i colori, le trame, i personaggi di quello straordinario romanzo che fu il settecento italiano. Da Ferdinando I, re distratto e scansafatiche, a Maria Carolina, tiranna crudele e donna collerica; dall'ammiraglio Nelson a Lady Hamilton, l'avventuriera passata dall'anticamera al salotto; da Eleonora Pimentel, la ninfa Egeria della Repubblica, al capitano Baker, puro eroe del dovere e dell'amore. Nelle strade di Napoli affollate da una rumorosa moltitudine, nei salotti dei nobili, nei convegni pubblici e segreti, si svolge intorno a Luisa Sanfelice una vicenda corale d'amore e di rivoluzione, fedele ai fatti storici e ricca di movimento drammatico e profondità umana.
Dopo il terribile incidente che la condanna a una fine imminente, Frida Kahlo, fin da bambina tormentata da un fisico fragile e sofferente, stringe un patto con la Morte: l'artista potrà continuare a vivere, e in cambio, ogni anno nel giorno dei Morti, cucinerà per la Nera Signora un piatto diverso e squisito la cui ricetta verrà annotata in un piccolo taccuino nero. Lo stesso taccuino che, realmente appartenuto a Frida, sparirà nel giorno dell'inaugurazione di una mostra a lei dedicata nella città natale di Coyoacàn. Alexandra Sheiman prende spunto da un episodio reale (la misteriosa sparizione del taccuino) per costruire il racconto coinvolgente di una vita avventurosa e ribelle, il ritratto di una donna e di un'artista dal fascino intramontabile.
A Parigi... a Washington... e in una fantastica villa in Grecia, un'innocente ragazza americana diventa una pedina disorientata e terrorizzata in un gioco di vendetta e tradimento. Lei è Catherine Douglas, una donna catturata in una rete di quattro vite intrecciate dalla passione, mentre il suo affascinante marito insegue una star del cinema incredibilmente bella. Constantin Demiris, un leggendario magnate greco, è in possesso dei fili che controllano tutti.
Nell'estate del 1816 un gruppo di poeti e letterati, guidati dal già celebre Lord Byron, si trovò isolato per il maltempo in una villa sul lago di Ginevra. Spinto dalla noia e suggestionato dalla lettura di una storia di fantasmi, Byron propose a tutti i suoi amici di comporre ciascuno un racconto che fosse il più terrificante possibile. Nacque così "Frankenstein, o il moderno Prometeo", scritto dalla diciannovenne Mary Wollstonecraft Godwin, che poco più tardi avrebbe sposato Percy Bysshe Shelley. Colpita dall'ipotesi, ventilata dalla scienza di quegli anni, che grazie al galvanismo si potesse ridare la vita ai cadaveri, la giovane creò la storia dello scienziato Victor Frankenstein, che riesce ad animare una mostruosa creatura ma paga il risultato scientifico con la perdita di tutti gli affetti. Una storia angosciante, una favola potente e terribile che fin dal suo primo apparire, nel 1818, si è imposta nella cultura occidentale con la sua forza di mito antico e contemporaneo. Con uno scritto di Muriel Spark.
A Ginevra, nella fredda e piovosa estate del 1816, Mary Shelley scrive, a soli diciannove anni e in attesa del secondo figlio, la terrificante storia di un mostro, il più famoso "uomo artificiale" della letteratura. Il protagonista di Frankenstein non è l'automa stolido e brutale reso popolare da tante trasposizioni cinematografiche, che semina il terrore per appagare un'insaziabile sete di sangue. La creatura nata dall'audace progetto di un moderno Prometeo è un fratello gotico di Edipo: uccide per vendicarsi dell'indifferenza del suo artefice che, accecato da una folle e smisurata ambizione scientifica, lo ha prima assemblato con membra umane, poi gli ha dato la vita e infine l'ha rinnegato e maledetto per il suo aspetto ripugnante, simbolo del fallimento del proprio ingegno di inventore. Ispirato al mito antichissimo dell'uomo che si fa dio e accende la scintilla della vita, il racconto sostituisce al prodigio la chimica e il galvanismo, e intreccia al plot riflessioni sui temi al centro del dibattito speculativo dell'epoca: l'ambiguità della scienza, la paura della diversità, l'originaria bontà della natura umana, la necessità della bellezza, il mistero delle origini della vita. Introduzione di Maria Paola Saci.
Frutto perverso degli esperimenti di uno scienziato "apprendista stregone", espressione di una visione apocalittica della scienza, la creatura di Frankenstein è tuttora la raffigurazione del "mostro" per eccellenza, materializzazione vivente delle nostre paure. Mary Shelley, cresciuta in un ambiente intellettuale di prim'ordine (nell'Inghilterra tra Sette e Ottocento), si ispira ai miti di Faust e Prometeo.
L'opera poetica di Shelley, già rappresentata in un Meridiano di recente pubblicazione a cura dello stesso Francesco Rognoni, presenta legami indissolubili con la sperimentazione teatrale e con il variegato catalogo di prose scelte all'interno di questo volume. Se I Cenci e Queen Mab costituiscono esercizi di teatro in versi, concepiti dall'autore per la rappresentazione e con in mente attori ben precisi, le prose testimoniano la forza di un animo versatile nell'indagare temi quali l'amore, il matrimonio, l'amicizia, culminando in testi di capitale rilievo come Difesa della poesia o il più cogente Considerazioni filosofiche sulla riforma. Completano il volume il romanzo giovanile Zastrozzi e un'accurata selezione di lettere di Shelley dall'Italia, che si accompagnano alle cronache del suo passaggio nel cuore dell'Europa altresì rappresentato nella Storia di un viaggio di sei settimane.
Uno scienziato travalica i confini della coscienza per dare vita a una creatura abominevole. Un giovane avvocato è sopraffatto dalle trame segrete di un diabolico conte. Un medico esplora il suo lato più oscuro cadendo vittima di se stesso. Titoli diventati presto leggendari e parte di un linguaggio universale, Frankenstein, Dracula, Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde, sono riusciti a rappresentare in modo tragico ma realistico l'eterna lotta fra Bene e Male che da sempre alberga in ognuno di noi. Stessa sorte mitica è toccata ai loro autori - Mary Shelley, Bram Stoker, Robert Louis Stevenson - che grazie al potere della loro inventiva, alle situazioni terrificanti, alle atmosfere "gotiche" catturano e lasciano sgomenti i lettori di ieri e di oggi, e, come le creature che hanno creato, sono diventati immortali. Con l'introduzione di Stephen King.