
Sleeping Beauties - il romanzo scritto da Stephen King con il figlio Owen - è una favola nera gloriosamente ricca di storie, idee, eventi e personaggi memorabili, che inizia con un "C’era una volta a Dooling" e termina con un finale degno di King. Potente, provocatorio, sorprendente.
"Che cos’è successo a Kitty?"
"Ha urlato per metà della notte. Ora dorme."
"Le è uscito qualcosa di comprensibile?"
"Sì, che la Regina Nera sta arrivando."
Dooling è una piccola città fortunata con una splendida vista sui monti e lavoro per tutti. È a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito un carcere all’avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme. Ed è una di loro, in una notte agitata, ad annunciare l’arrivo della Regina Nera. Per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe sistemare tutto. Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. Il suo nome è Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da un altro mondo. Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono, addormentate da un’inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini. Un sonno dal quale è meglio non svegliarle...
Un giovane di una tribù hopi, nel New Mexico, si caccia in un guaio molto più grande di lui quando cerca di impegnare per pochi dollari un diamante e viene accusato di aver partecipato a una rapina a mano armata terminata con la morte del gioielliere. Il ragazzo sostiene di aver ricevuto la pietra preziosa da un vecchio eremita incontrato nel Grand Canyon. Il tenente Joe Leaphorn, ormai in pensione dalla Navajo Tribal Police, e il suo vecchio collega Jim Chee credono nell'innocenza del giovane. Insieme si imbatteranno in una storia di cinquant'anni prima: uno spaventoso disastro aereo, un commerciante di gioielli diretto a New York dalla fidanzata incinta, una contesa eredità miliardaria. Ma nello sconfinato Ovest americano tutto è permesso e ci sono uomini disposti a tutto pur di impedire che la verità venga alla luce.
1896.. Quattro ladri di diamanti inglesi fuggono nel deserto del Kalahari, inseguiti dagli uomini di una tribù locale. I fuggiaschi riescono appena a imbarcarsi sul vascello Rove, quando una tempesta di sabbia li travolge, seppellendoli insieme alla nave...
Un secolo dopo. Sembra una missione di routine per Juan Cabrillo e l’equipaggio della Oregon. L’ipertecnologica nave si trova sul fiume Congo, per concludere un accordo con l’esercito rivoluzionario del Paese: armi in cambio di diamanti grezzi. Ma ancora una volta, una missione all’apparenza tranquilla si trasforma in un’avventura senza respiro.
Tutto ha inizio quando Cabrillo intercetta un mayday da parte di un’altra imbarcazione, a bordo della quale si trovano Sloane Macintyre e Tony Reardon, entrambi sulle tracce del vascello Rove. Evidentemente c’è qualcuno che vuole ostacolare la loro ricerca. Chi mai può volerli morti? E come considerare ciò che l’affascinante Sloane racconta a Cabrillo riguardo a un pescatore della zona, che sostiene di essere stato attaccato da giganteschi serpenti di metallo in un tratto di mare al largo della Namibia? L’incontro con la donna e la ricerca della nave scomparsa porteranno Juan Cabrillo e il suo equipaggio sulle orme di un nemico dai piani molto pericolosi: un fanatico squilibrato che insieme ai suoi seguaci si prepara a scatenare la devastante potenza della natura...
"Per me è stato amore al primo buco, matrimonio alla prima fumata. Esatto, io amo la mia ero. La vita dovrebbe essere come quando sei strafatto." È questa la filosofia degli skagboys, i tossici scozzesi resi famosi da Trainspotting. In questo libro Irvine Welsh racconta l'antefatto, il momento in cui Mark Renton, Sick Boy, Spud e i loro "soci" scivolano inesorabilmente nel baratro dell'eroina. Fra scene di devastante crudezza e depravazione, episodi grotteschi e squarci di inaspettata poesia e tenerezza, ogni personaggio emerge dalla pagina con tutta la propria violenza verbale, la propria rabbia e brutale autenticità, raccontando in prima persona e senza compromessi una decadenza fisica e morale irrimediabile. Disillusi e privi di ogni stimolo, i personaggi di Welsh si gettano alle spalle lavoro, amore, famiglia, persino la passione calcistica, opponendo a tutto questo una parabola solipsistica e autodistruttiva. È il trionfo della vita ai margini nel suo splendore epico e negativo, dove il protagonista assoluto è il linguaggio esuberante, eccentrico, imprevedibile. Sembra di sentirli parlare davvero, Rents e Sick Boy, lungo la ferrovia, in cerca di "quel sollievo che ti sembra un'estasi quando ti scorre per le vene nel cervello, e l'euforia incredibile perché i problemi del mondo, tutta la merda, si dissolvono attorno a te nella polvere".
In un futuro imprecisato ma spaventosamente vicino, gli uomini hanno costruito rifugi sotto l'oceano per ripararsi dalla forza assassina della luce del sole. E negli abissi hanno scoperto una specie nuova, cosi favolosa e leggendaria da volerla subito imprigionare. Le sirene sono feroci e bellissime donne del mare: hanno capelli azzurro vivo, capezzoli verdecupo, il muscolo della coda capace di spezzare in un istante la schiena del maschio. Scoprono piccoli denti perlati e affilatissimi quando schiudono le labbra per emettere il loro richiamo, un canto che fa impazzire i cani - e forse anche gli uomini. Un'atmosfera sospesa e sensuale domina questa favola nera: la scrittura di Laura Pugno ha una potenza incantatrice, capace di coniugare visioni apocalittiche e inquietudini del nostro presente in un unico, ipnotico racconto di amore e di morte.
Giunge a compimento con Sireine la riedizione di tutte le opere di Eugenio Vitarelli. «Placida, Acqualadrone e Sireine formano un trittico omogeneo» dichiarava l'autore «certo i momenti stilistici sono diversi, perché i libri sono stati scritti in momenti diversi, ma l'idea per me è sempre stata la stessa». Dai bassifondi di Messina all'Africa delle ex colonie nel primo scorcio degli anni Cinquanta, fino allo spazio visionario di un'isola resa deserto, affiorano in questi racconti, con il consueto stile sobrio e schietto, i temi che hanno attraversato la vita e le pagine dello scrittore: l'umiliazione come ingiustizia suprema, l'amore come forma di conoscenza e di riscatto tra le macerie della storia. Sireine e altri racconti chiude il trittico, ma si apre al lettore come nuovo inizio, invito a risalire dalle ultime pagine alle prime, controcorrente. Come fu sempre, con grande umanità e pudore, Eugenio Vitarelli.
Da tempo Kundera affianca alla sua attività di romanziere la riflessione sul romanzo, che è per lui un'arte "autonoma", da leggere non nel "piccolo contesto" ma nel "grande contesto" della storia sovranazionale. E l'idea che Kundera ci offre del romanzo è quella di un organismo delicato, prezioso, che vive un'unica storia dove gli scrittori dialogano in segreto e si illuminano vicendevolmente: Sterne reagisce a Rabelais e ispira Diderot, Fielding si richiama a Cervantes e con Fielding si misura Stendhal, la tradizione di Flaubert si prolunga in Joyce, Kafka fa comprendere a García Márquez come sia possibile scrivere in maniera diversa.
Cole St. Clair è tornato. Il carismatico cantante dei Narkotica, scomparso dalla scena dopo essere crollato sul palco in overdose, fa la sua ricomparsa a Los Angeles. È stato assoldato dalla regina delle web Tv, Baby North, per un reality sulla produzione di un nuovo album, ma in realtà è a Los Angeles perché lì vive Isabel, il suo amore di sempre. Cole si è disintossicato, anche se non ha smesso di iniettarsi la sostanza che lo fa diventare lupo. Trasformarsi gli evita di pensare, di dover affrontare la vita, i legami: è una droga anche quella, insomma. Isabel, che a Los Angeles studia per prepararsi alla facoltà di medicina e lavora in una boutique di tendenza, accoglie il ritorno di Cole con sentimenti contrastanti. È l'amore della sua vita, ma le ha spezzato il cuore. Ritrovarsi non è facile. Per Isabel dimenticare il passato e fidarsi di Cole è una sfida; per Cole la sfida è accettare i propri sentimenti, senza droghe e senza trasformazioni.
Le donne di questo romanzo vivono le passioni in maniera spregiudicata e spontanea, assecondando più l'istinto che la ragione. E si trovano benissimo. La figura principale è Martina, che, come la mamma Vienna e la nonna Ines, rifiuta il conformismo e nutre invece una profonda consapevolezza della vocazione più autentica della donna: quella di generare la vita. Avrà tre figlie da tre uomini diversi e non sposerà mai nessuno di loro, esprimendo così la singolarità del suo personaggio, che supera il femminismo per seguire la via della femminilità. Intorno a lei ruotano altre figure, che vanno a comporre un "ritratto di signore".
Cosa succede a una madre divorziata entrata dalla parte sbagliata nei trentacinque? Una donna che sa di non poter avere più "tutto", ma che ne vorrebbe avere almeno una parte? Stella non è alla ricerca del Principe azzurro. È separata ormai da un anno, è convinta di aver fatto la scelta giusta, non si sente particolarmente infelice, ma si rende conto che deve trovare dei nuovi equilibri. E allora: cosa si fa quando ci si separa? Come bisogna vestirsi quando si è invitati a cena da un'amica che deve presumibilmente riempire un buco all'ultimo momento? Bisogna apparire come una donna ormai matura, che non vuole più niente dalla vita o, al contrario, come una mangiatrice di uomini?