
Questi racconti sono un percorso parallelo, quasi segreto, della scrittura di Roberto Cotroneo. Testi che coprono l'arco di tempo di oltre quindici anni, scritti per occasioni molto diverse, e tenuti distanti uno dall'altro come fossero delle eccezioni quasi private a un percorso narrativo che invece procede, di libro in libro, con una coerenza, una progettualità ormai evidente. Ora l'autore li ha messi assieme in un volume, con alcuni testi inediti e un racconto che apre la raccolta scritto proprio in occasione dell'uscita di questo volume, con la consapevolezza che in queste pagine c'è come un contrappunto, una scrittura altra che ha accompagnato la pubblicazione dei suoi romanzi in questi anni. I temi dei racconti spesso riprendono quelli dei romanzi, la città di Otranto, per prima cosa, ma anche la passione per la musica, per la storia recente italiana. Ma non solo. In questi testi si legge in filigrana anche una scrittura autobiografica inedita e persino sorprendente per un autore che ha sempre tenuto distanti da sé, nei propri libri, riferimenti personali e familiari. Ne esce un volume che fonde storie diverse, scritture che sono cambiate nel tempo, come un mosaico sorprendente che nel suo essere spezzettato prende un senso inaspettato e per molti versi appassionante. Una raccolta che fa scattare come nessun'altra le molle della fantasia e dell'immaginazione, partendo sempre da presupposti logici e razionali.
Imponente serbatoio di proverbi, sentenze e massime di saggezza derivate dalla cultura greca e latina, gli "Adagia" - l'opera a cui Erasmo riservò i suoi maggiori sforzi, lavorandovi per oltre quarant'anni - sono il più grande repertorio paremiografico mai realizzato in età moderna, del quale si offre per la prima volta in Italia il testo latino affiancato da una traduzione integrale. Uno straordinario lavoro di disseppellimento degli autori antichi portò Erasmo a raggiungere, nell'ultima redazione stampata a Basilea nel 1536, quasi quattromiladuecento voci, che arrivano a oltre diecimila se si contano tutti i proverbi e le sentenze citati nel testo. Una summa unica, dunque, della morale e del pensiero antico, ma non solo. Erasmo infatti, nei suoi commenti, inserisce spesso riferimenti alle espressioni proverbiali del suo tempo, fiamminghe, francesi, inglesi, tedesche e italiane, gettando così un ponte affascinante tra la cultura antica e la vita quotidiana dell'Europa moderna. Quella degli "Adagia", a ben vedere, può costituire senza dubbio una lettura "interattiva": alla ricerca del proverbio più familiare al lettore, che può scoprirne le antiche radici classiche. Un indice completo dei proverbi greci, latini e italiani, nonché un indice analitico, fanno di quest'opera una vera e propria enciclopedia della cultura classica, vista attraverso la lente d'ingrandimento del proverbio, ora ironica e pungente, ora severa e pensosa.
La vastissima produzione letteraria in lingua araba, in versi e in prosa, copre un periodo di tempo e un'area geografica d'impressionante ampiezza. Per la prima volta in lingua italiana questa antologia ne offre in forma rigorosa, ma accessibile a tutti, una visione d'insieme, non cioè limitata a un solo genere né a una determinata epoca. Partendo dal periodo pre-islamico e giungendo fino alla realtà degli Stati nazionali moderni, con attenzione alle dinamiche storiche interne a questo mondo e ai suoi rapporti con le civiltà circostanti, questo safari porterà il lettore a scoprire i maggiori autori e le opere più significative di una delle compagini linguistico-culturali più complesse e affascinanti della letteratura mondiale.
In questo romanzo Nabokov decise di sfrenare i suoi estri e i suoi capricci più nascosti e più cari, sfidando il lettore a seguirlo. È una storia d'amore e anche una storia erotica ma, soprattutto, una celebrazione del dettaglio. In questo libro l'autore sembra aver voluto mettere tutto, come in una vasta arca, o per lo meno in una sterminata soffitta. Una soffitta costellata di segreti, come il parco di un maniero, cosparsa di nascondigli erotici, in cui il lettore amerà perdersi.
Nelle giornate dell'avvocato Guerrieri, ogni tanto piomba una pratica, di quelle che non portano né soldi né gloria, ma solo nuovi nemici. Lui non riesce a rifiutarla, una specie di molla gli scatta dentro. La nuova pratica di "Ad occhi chiusi" gli prospetta una giovane donna vittima di maltrattamenti che ha avuto il coraggio di denunciare l'ex compagno suo persecutore: nessun avvocato vuol rappresentarla per timore delle persone potenti implicate. E la molla che gliela fa accettare sembra essere la ragazza con un'aura di inquietudine, che una sera si presenta assieme all'amico ispettore di polizia nel suo studio per chiedergli di assumere la difesa della donna tormentata.
Un acrobata dell'esistenza insegue la verità scientifica per poi tradirla in cambio di due parole: leggerezza e silenzio. L'esordio di Giuseppe Longo, docente di teoria della informazione all'Università di Trieste, ha le mosse di un giallo. Il protagonista insegue l'Enigma, una macchina per la descrittazione universale, cioè in grado di decodificare qualsiasi messaggio a prescindere dal codice usato. Studiato da un professore estone negli anni Trenta, l'Enigma fu poi, forse, realizzato dal III Reich come arma di controspionaggio. La ricerca diventa un giallo, una ridda di ipotesi cosmologiche, un persorso geografico e letterario nella mitteleuropa, nel quale si mescola il vissuto e l'angoscia esistenziale del protagonista.
In "Acque morte", è un medico drogato, radiato dall'Albo, a suo agio "solo nella futilità", a guidare per piccoli tocchi, fingendo di assistervi impassibile, una vicenda di amore, di fuga e di morte che lascia spossati come una febbre tropicale. Ed è lui a farci attraversare questo monsone romanzesco, avvolgendoci nei fumi del suo stesso oppio finché fatti e moventi sino a un attimo prima oscuri non diventano d'improvviso "chiari come i disegni geometrici del quaderno di un bimbo, quadrati, rettangoli, cerchi, triangoli".
Giovanni Capotosti sembra aver avuto tutto dalla vita: una bella casa sul lago d'Orta, un ricco patrimonio, l'affetto della moglie e del figlio Bruno. Ma gli resta il rimpianto per aver perso il suo grande amore: Dolores, la ragazza più bella del lago. Dopo trent'anni, la "sua Dolly" torna all'improvviso con una lettera in cui gli chiede aiuto, non per se, ma per Vittorio, il figlio che lui non aveva mai saputo di avere. La sorpresa è tanta, ma quella lettera per Giovanni ha il sapore di una seconda occasione. Perché lui ne è sicuro: Vittorio è figlio suo, e intende dargli ciò che gli spetta. Intorno a questa vicenda familiare gravita il piccolo universo di Orta San Giulio, dove il commissario Zottia è ormai di casa grazie alla relazione con la bella Giulia. La sua villa sull'isola e i suoi ricci neri sono il rimedio più dolce alla frenesia di Milano. Ma la quiete di Orta si spezza quando un cadavere viene ritrovato nella villa di Bruno Capotosti: chi è quel l'uomo, lasciato senza documenti né oggetti che possano identificarlo? Possibile che nessuno sappia nulla, in un posto in cui si conoscono tutti? Nei paesi di provincia le voci corrono e offuscano la verità, proprio come le acque del lago, che sotto la calma apparente nascondono correnti insidiose. Enea Zottia sa che l'unico modo per risolvere questo caso è rispondere a una domanda: fin dove siamo disposti a spingerci, quando c'è di mezzo l'amore?
Ipocondriaca e plurifobica, Claire Brincourt vive a Parigi, rinchiusa tra le pareti del suo appartamento. La sua vita si svolge dietro i vetri delle finestre da cui, spettatrice, osserva le vite degli altri. A rompere l'isolamento, l'arrivo nello stabile di Ishida, misterioso giapponese con cui Claire stringe amicizia. I due si frequentano, condividono un profondo amore per il cibo, la cultura e l'arte giapponese, si piacciono. Ma a entrare nella vita della gente, si finisce per intuirne i segreti. E così Claire inizia a interrogarsi su Ishida. Chi è veramente? Perché si è trasferito in quell'appartamento a Parigi? E perché non parla del suo passato? Per scoprirlo Claire dovrà scendere in strada, entrare in metropolitana, pedinare, mettere da parte le fobie, e affrontare la vita come viene.
«Un riuscitissimo esordio, pieno di ironia e umanità».
Jean-Claude Perrier, Le Figaro
«Un romanzo d'esordio talmente straniante da sedurre».
Philippe Kieffer, Rue89
«Una variazione condotta con talento intorno al tema della Finestra sul cortile».
Xavier Houssin, Le Magazine Littéraire
«Si finisce per amare questa Claire, infastidita un po' da tutto, che ricorre a farmaci e musei per ingannare la solitudine».
M.-F. Leclère, Le Point
È un mattino di pioggia gelida, che cade di traverso e taglia la faccia, quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell'acqua nera del lago. A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l'improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l'ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.
È un mattino di pioggia gelida, che cade di traverso e taglia la faccia, quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell'acqua nera del lago. A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l'improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l'ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.