
Uno scrittore cinese con alle spalle un matrimonio fallito parte per il Tibet. Durante i suoi vagabondaggi assiste alla "sepoltura celeste" di una ragazza morta di parto, divide la tenda con un nomade diretto a una montagna sacra a chiedere perdono per aver avuto rapporti sessuali con la figlia, incontra un orafo che a un muro della caverna tiene appeso il corpo della sua amante incartapecorito dal vento, ascolta la storia di una giovane lama morta durante un rito di iniziazione. Nell'aria rarefatta dell'altopiano, il confine tra realtà e finzione narrativa diventa labile e l'uomo si immerge in una cultura diversa che lo tormenta in sogno. Messo clamorosamente all'indice in Cina nel 1987 e soltanto ora pubblicato in Italia, "Tira fuori la lingua" ha costretto Ma Jian all'esilio, rendendogli impossibile ancora oggi pubblicare in Cina.
Una vita normale, quella del ragionier Mario Rossi, contabile in una ditta di imballaggi a Scandicci. Un’esistenza tranquilla, scandita dal tran tran quotidiano, una moglie, due figli, le domeniche in collina o al cinema se piove. Un tran tran che l’ha portato, quasi senza accorgersene, a sessantatré anni, alle soglie della pensione. Eppure, negli ultimi giorni, qualcosa sembra tormentarlo, un’insoddisfazione di fondo, un malumore che nemmeno lui sa spiegarsi, una specie di rabbia, di rivalsa contro il mondo. Ma poi, un venerdì sera qualsiasi, un evento tragico sembra aprire a Mario tutte le porte rimaste chiuse, tutte le meravigliose possibilità prima solo intuite e vagheggiate. E la sua mente si affolla di fantasie, mescolate a episodi dell’infanzia lontana, sempre più pericolosamente vicino a quel confine labile che separa il malessere dall’orrore.
Dall’autore del commissario Bordelli, la storia «nera» di un uomo come tanti, desideroso di indipendenza ma condannato a non viverla.
Tom Hanks ha cominciato a scrivere questa raccolta di racconti nel 2015. “Nel frattempo ho girato film a New York, Berlino, Budapest e Atlanta e ho sempre scritto mentre lavoravo. Ho scritto in albergo durante i tour di lancio dei film. Ho scritto in vacanza. Ho scritto sugli aerei, a casa, e nel mio studio. Quando ho potuto permettermi un impegno regolare ho scritto la mattina, dalle nove all’una.” A scatenarlo così la passione per le macchine per scrivere – le colleziona da tempo – che si è trasformata in passione per le storie sulle macchine per scrivere: Hanks ha anche creato un’app, Hanx Writer, che simula sul telefono o su un pad la scrittura e il suono di una macchina per scrivere e non dà la possibilità di correggere gli errori. In questi diciassette racconti la presenza dell’oggetto tanto amato è forte e chiara, sia per la vista che per l’udito. Che cos’hanno in comune una ragazza che non sa cosa fare di sé, un uomo anziano ricchissimo e annoiato, in cerca di emozioni da pagare a suon di milioni di dollari, un giocatore di bowling capace di compiere un’impresa incredibile, una guardinga neodivorziata che trasloca in un quartiere nuovo coi suoi due bambini, un immigrato sopravvissuto a una guerra alle prese con la ferocia e la solidarietà di New York? Una macchina per scrivere, appunto. Che ticchetta in sottofondo, segnando il passo di una prosa sicura e sfaccettata. “Ciascuna macchina per scrivere imprime nella carta una traccia permanente dell’immaginazione attraverso tasti, martelletti, stoffa e inchiostro: una versione più morbida dell’incidere le parole nella pietra.”
Romanzo di tutta una vita, l'inedito "Timor sacro" di Stefano Pirandello, ripercorsa, per obliqui e misteriosi rimandi autobiografici, attraverso la narrazione di "due vite a specchio", quella dello scrittore Simone Gei, irretito nella stesura di un'opera di esaltazione del fascismo, e quella dell'albanese Selikdàr Vrioni, sfuggito alle arcaiche leggi di vendetta privata della sua stirpe. Fra fedeltà alla memoria e trasfigurazione letteraria, in un sottile, turbinoso giuoco di rinvìi, ribaltamenti, sovrapposizioni, con i componenti della tormentata famiglia Pirandello e gli amici più intimi di Luigi e di Stefano, s'accampano esponenti di primo piano della politica e della cultura. In un'alchemica combinazione di storia individuale e collettiva e di artificio narrativo, il romanzo "Timor sacro" mescida vagabondaggi affabulatori con episodi realmente accaduti, lumeggiandone aspetti controversi, il consenso dilatato, la proclamazione dell'impero, la pena di morte, la figura del Boia, le leggi razziali. Dispiegandosi su un doppio registro, interiore ed esteriore, "Timor sacro" è insieme serbatoio di verità e mascheramento della realtà. Pervaso dall'ansia di un'irraggiungibile perfezione, lo scrittore Simone-Stefano consente al lettore di sorprenderlo nell'affanno della creazione. "Timor sacro" si dipana infatti lungo il resoconto dell'arduo farsi e disfarsi del romanzo per tentativi esaltanti ed esiti deludenti...
In un capolavoro del neorealismo, "Riso amaro" di Giuseppe De Santis, oltre a Silvana Mangano in hot pants compare una strana mondina nera. Il suo nome è Isabella Marincola, ma in Somalia si farà chiamare Timira. Donna appassionata e libera, nata nel 1925 a Mogadiscio, è una figura nascosta e leggendaria, uno scrigno di storie intrecciate, tra Europa e Africa, che questo libro per la prima volta disseppellisce. Timira è un "romanzo meticcio" che mescola memoria, documenti di archivio e invenzione narrativa. Scritto da un cantastorie italiano dal nome cinese, insieme a un'attrice italosomala ottantacinquenne e a un esule somalo con quattro lauree e due cittadinanze. Per interrogare, attraverso l'epopea del passato, un tempo che ci vede naufraghi, sulla sponda di un approdo in fiamme. Questo tempo dove ci salveremo insieme, o non si salverà nessuno.
“Se vi piacciono i libri come L’Alchimista o Il piccolo principe,
amerete La timidezza delle rose.”
Time Out
Diana è una ragazza poco più che ventenne. Tutto nella sua vita sembra scorrere normalmente – amici, amori, studio –, fino a quando una lettera sconvolge la sua vita. La madre, infatti, prima di morire, le ha lasciato un messaggio in cui le rivela l’esistenza di una sorella gemella, Mary, che il padre aveva portato via con sé. Dopo aver ascoltato le parole di un vecchio cartomante, che la fanno riflettere sul suo destino, e dopo aver letto le lettere che Mary aveva mandato alla madre parlando di un giardino di rose a Istanbul, Diana si convince alla ricerca di sua sorella. Parte così per la Turchia. Non sa ancora cosa l’attende: un viaggio nel sapere, che ridefinirà profondamente tutta la sua vita, sia passata che futura.
I protagonisti di questo libro sono tutti affetti da quella che è stata definita "l'allergia del secolo". Una malattia immuno-tossica causata dall'inquinamento e dai prodotti chimici, che colpisce milioni di persone ma di cui non si parla mai. Ogni storia inizia con una lista di divieti e racconta come si può vivere evitando il contatto con il mondo: niente profumi e deodoranti, niente roba appena lavata, nuova o profumata, niente saponi, creme, trucchi, niente plastica: niente che sia sintetico, chimico, insomma. Dodici personaggi alle prese con la propria invisibilità, con la solitudine e la distanza da tutto ciò che amano. Eppure, dodici storie ariose e coinvolgenti che ci parlano del modo in cui viviamo, e acuiscono la nostra percezione dell'innaturalità del nostro mondo. E attraverso queste voci un piccolo grande viaggio su e giú per l'Italia, un percorso tattile e olfattivo per raccontare il territorio, le sue pieghe, il suo vento, le sue devastazioni.
Anni Cinquanta, Hollywood e Los Angeles, due mondi opposti che convivono uno accanto all'altro. Il cronista della rivista scandalistica Hush Hush indaga su un omicidio in cui è coinvolto Frank Sinatra. E' lui il colpevole? E se non lo è, quanto conosce della verità? Un racconto bollente, con atmosfere cupe, scandali taciuti, droghe e perdizione.
Gite in barca, martini, feste all'aperto e un vestito diverso ogni sera: è questa l'estate a Martha's Vineyard, e Nick non ha intenzione di sprecarne nemmeno un istante. Pazienza se l'amata cugina Helena, alle prese con un matrimonio infelice, sembra averle voltato le spalle. Pazienza se qualche ombra offusca anche il suo legame con Hughes, il bel marito che la guerra le ha restituito solo apparentemente intatto. E se la figlia Daisy, troppo bionda e innocente, non basta a far sentire Nick meno sola, allora sarà qualcun altro, qualcuno di nuovo, a soddisfare la sua fame d'amore. Ma quando una cameriera giovanissima, amante di un ricco uomo d'affari, viene trovata morta da Daisy e dal cugino Ed, la vacanza perfetta s'incrina, la crosta delle apparenze si spacca. I rancori, i segreti e gli amori sbagliati vengono a galla, nella resa dei conti di una famiglia e di un'intera generazione.
Dalla foresta dell'India ai mari della Malesia. In questo romanzo entrano in scena Sandokan, la "Tigre della Malesia", in perenne lotta lontro gli inglesi guidati da James Brooke, lo "sterminatore di pirati", e poi Janez, il flemmatico portoghese dall'eterna sigaretta in bocca e Marianna, la "Perla di Labuan". Con le illustrazioni della prima edizione ad opera di Carlo Linzaghi.
"I migliori personaggi di Quiroga, o meglio di Misiones, sono generalmente 'ex uomini', spesso incrocio di provenienze diverse e di vite possibili, tutte bruciate, frontiere incarnate e non piú riconoscibili. Quiroga trova per loro una figura memorabile, 'nati con l'effetto' li definisce, come le palle di biliardo, che toccano normalmente la sponda ma rimbalzano nei modi piú inaspettati. Ne fa un breve sommario all'inizio del racconto 'Gli emigrati': 'Cosí Juan Brown, che venne a Misiones per qualche ora a vedere i ruderi e ci rimase venticinque anni; il dottor Else, che per colpa del distillato d'arancia scambiò sua figlia per un ratto; il chimico Rivet, che si spense come una lampada, stracolmo di alcol denaturato...' Tornano, questi personaggi, e incontrano pure loro simili in racconti come 'Magione-Tacuara', 'Il tetto d'incenso', 'I distillatori d'arance', sono vite consumate, senza più 'letteratura', vite della disperanza, vite cioè senza speranza ma senza disperazione, elementi naturali con il volto d'uomo. Gli ex uomini di Quiroga non supplicano, non spiegano, non piangono, come gli animali". (dalla prefazione di Ernesto Franco)