
Scritta nel 1891, pochi mesi prima della morte del suo autore e pubblicata postuma, "Billy Budd" è una storia di mare ambientata su una nave da guerra inglese alla fine del Settecento. William Budd, mozzo ventenne, ingiustamente accusato dal maestro d'armi Claggart, viene impiccato, ma rimarrà nella memoria degli altri marinai con la vivida forza dei martiri. Come sempre in Melville, la narrazione si spinge molto al di là dei semplici fatti, e la vicenda, potente e assoluta, si configura come simbolica rappresentazione di una condizione esistenziale in cui il bene e il male, il giusto e l'ingiusto hanno la stessa forza di realtà: la verità del racconto, che è anche quella della vita, accarezza la purezza della vittima innocente, l'austero rigore del capitano De Vere (che condanna Billy pur riconoscendolo senza colpa), ma anche la criminosa follia del mefistofelico Claggart. L'ampia introduzione di Claudio Gorlier chiarisce contenuti e simboli di questo racconto straordinariamente "moderno", e la magistrale traduzione di Eugenio Montale restituisce intatta a questo capolavoro la sua perfezione poetica.
Chicago anni Trenta. In un fumoso locale dove suona un musicista nero di blues, il boss Al Capone arriva a sfidare il più grande giocatore di biliardo in circolazione rimanendone sconfitto, il chitarrista John Lee Hooker ne trarrà un importante insegnamento. New York anni Sessanta. Il sassofonista Max Coleman viene picchiato selvaggiamente da un boss del contrabbando locale, al termine di una notte d'amore con la donna del boss, non essendo riuscito a trattenerla e avendo così perso l'occasione della sua vita, decide di smettere di bere e di suonare per sempre. Las Vegas anni Ottanta. Willcox, professionista del poker sfida con il suo partner un pericoloso mafioso, vinceranno con un decisivo bluff, ma Willcox deciderà di non giocare mai più.
Un crudele e imprevedibile serial killer, soprannominato il Seviziatore, mette a dura prova le capacità investigative dell'anatomopatologa e psichiatra Giuditta Licari, alla quale è affidato il caso. Specialmente quando il pericoloso omicida dimostra di poter arrivare molto vicino a lei. Fredda, razionale e distaccata, come e forse più del killer, la dottoressa dovrà leggere la realtà con gli occhi dell'assassino, in un continuo e sempre più inquietante rovesciamento di ruoli tra vittime e carnefici, fino all'inaspettato finale.
Nella folla dell'ora di punta, in una stazione della metropolitana parigina, una giovane donna crede di riconoscere la madre, che non vede da quando era piccola. Inizia a seguirla, attratta irresistibilmente dal suo cappotto giallo. Si apre così una delle indagini più incerte e commoventi che sia mai stata narrata. È la storia di un abbandono, della ricerca malinconica di un "paese natale" a cui far ritorno, di una solitudine che nessuna amicizia riesce a spezzare. La bambina che aveva recitato al fianco della madre, la piccola attrice cui era stato dato il nome d'arte di Bijou, è diventata adulta, apparentemente libera di vivere la propria vita.
Alla stazione ferroviaria di Varenna c'è trambusto. Il capotreno Ermete Licuti è sceso dal convoglio scortando una passeggera pizzicata senza il biglietto regolare. E senza un quattrino per pagare la multa. Fa intendere che arriva da Milano, che vuole andare a Bellano, ma non parla bene l'italiano. Ligio alle norme, il capotreno non sente ragioni e la consegna al capostazione, Amilcare Mezzanotti, che protesta vivace. Ma il regolamento parla chiaro, la faccenda tocca a lui sbrogliarla. E così adesso il povero capostazione si trova lì, nel suo ufficietto, con davanti Marta Bisovich. Bella, scura di carnagione, capelli corvini, dentatura perfetta, origini forse triestine, esotica e selvatica da togliere il fiato. Siamo nel luglio del 1949, e sul lago di Como, in quel di Bellano, tira un'aria effervescente di novità. Ci sono in ballo le elezioni del nuovo sindaco, e le varie fazioni si stanno organizzando per la sfida nelle urne. Su tutte, la Dc, fresca dei clamorosi successi alle politiche del '48, attraversata ora da lotte intestine orchestrate dall'attuale vicesindaco Amedeo Torelli, che aspira alla massima carica ed è disposto a giocare tutte le sue carte. La bella e conturbante Marta, invece, ha altre aspirazioni. Le basterebbe intanto trovare un posto dove poter ricominciare a vivere, e questo è il motivo per cui ha deciso di puntare le sue ultime chance sulla ruota di Bellano, dove certe conoscenze non sono nelle condizioni di negarle l'aiuto di cui ha bisogno.
Questa è la storia di Jacques Rainier, cinquantanove anni, industriale, habitué dei salotti mondani internazionali, un uomo di successo che si accompagna senza alcuna remora a una giovanissima bellezza brasiliana. Un giorno Jacques si imbatte al Gritti a Venezia in Jim Dooley, un affascinante e ricco uomo d'affari della sua età, un texano da lui sempre ammirato e incontrato per la prima volta a Saint Moritz, ai campionati di bob, dove Dooley aveva vinto naturalmente. Quando, a Saint Moritz, aveva visto la figura alta dell'aitante texano in pullover rosso che si toglieva il casco all'arrivo della corsa e si voltava poi verso gli spettatori con un riso che pareva dar per scontato il possesso del mondo, Jacques non era riuscito a vincere una sensazione di inferiorità. Che delusione, perciò, rivederlo ora con i capelli grigi e i riccioli ormai incongrui su un volto pesantemente manomesso dal tempo. Lo sguardo azzurro diventato ormai vitreo. E quei discorsi, quelle confidenze, sugli acciacchi della vecchiaia. Dopo l'incontro con Jim Dooley la paura del declino fisico e sessuale si insinua in Jacques, lo pervade, lo distrugge, non lo abbandona più tra visite per il controllo della prostata e inattesi fallimenti con la giovane e ricca fidanzata brasiliana.
Laura Mancinelli, germanista e scrittrice, torna con questo romanzo ai temi medievali. Nella Svizzera del XIII secolo un giovane poeta di belle speranze, su incarico del suo signore, viaggia da Zurigo a Passau per scoprire e trascrivere quante più possibili poesie d'amore. Ogni tappa del viaggio assume presto una valenza quasi simbolica che celebra i valori della convivialità, della vita in armonia con sé e con la natura, stemperando l'abbandono alla poesia grazie a un costante richiamo al contatto con la realtà.
"È un viaggio lungo. A bordo ci siamo solo noi". Il viaggio cui allude William Burroughs nel "Biglietto che esplose", pannello finale della sua celebre tetralogia, non è solo quello interstellare del metamorfico protagonista Bradly. E anche il viaggio conclusivo di una specie - la nostra giunta a una sorta di resa dei conti. Stretto tra invasioni venusiane (l'"Operazione Altra Metà") volte a schiavizzarlo e una polizia segreta che vuole sotto-porlo a un controllo onnipervasivo, il Sapiens si destruttura e trasforma definitivamente in un'intercapedine organico-tecnologica, con ragazze-orchidea e ragazzi-raganella fluorescenti - veicoli di agenti virali e droghe alienanti -, registratori e telescriventi atti a manipolare istinti e linguaggi. Unico elemento di resistenza: gruppi clandestini come i partigiani diretti da Saturno. Intorno, uno scenario putrido e fantastico insieme - vero acme della visionarietà di Burroughs - con "città dalle consunte strade marmoree "sormontate da cupole di rame, immani terre verdi in cui ogni filo d'erba luccica" come incastonato nel cristallo "e stagni e canali artificiali" che riflettono galleggianti ornati di fiori", il tutto avvolto e tiranneggiato da un " buio pesto da pellicola sottoesposta ".
Forse mai come in questo libro del 1953 Landolfi si è azzardato a parlare di se stesso. E naturalmente non poteva farlo che nel modo più paradossale, alternando e mescolando la confessione da romanzo russo, la provocazione e la mistificazione. Il risultato è il ritratto di un personaggio, pronto a tutto "pur di non vivere", e disposto a trovare fugaci compromessi per attraversare le lande della noia solo se aiutato dalle complici potenze delle donne e del gioco. Potenze soccorrevoli che presto si riveleranno persecutorie e riattizzeranno il desiderio di una perenne fuga.
Marta è una tarma che divora libri, si ciba di cultura e vive a Napoli nella libreria di Claudio, il "Leggilibri". È curiosa, sensibile, profonda e ama giocare con la fantasia immaginando un mondo tutto suo dove ogni cosa è un sogno. E così, tra un Piccolo principe narrato nelle Cronache marziane e Moby Dick che adora nuotare in un Oceano mare sotto una Eva luna alta nel cielo, si ritrova a volare Sulle ali delle aquile sotto lo sguardo indagatore di Sherlock Holmes. Ma a un tratto il sogno svanisce e Marta è costretta ad affrontare il mondo esterno e a cominciare così un Viaggio al termine della notte, dove incontrerà la madre perduta e scoprirà il sapore amaro della vita. Un romanzo che parla di ecologia, cultura, storia e Napoli, una travolgente avventura in un mondo di insetti. Una storia di emozioni che vivono e animano i cuori di noi umani, come i libri ci hanno sempre insegnato.
Fiona Sweeney fa la bibliotecaria a New York. Ha un buon lavoro, un fidanzato che le vuole bene, un'esistenza tutto sommato gratificante. Ma a trentasei anni decide di dare una svolta alla sua vita. Quando legge un annuncio in cui si cerca una bibliotecaria per la fondazione della prima biblioteca itinerante in Kenya, non ci pensa due volte e, lasciate le luci scintillanti di New York, parte per l'Africa. L'idea è semplice e geniale: per gli abitanti di quelle regioni, il libro è un oggetto sconosciuto, che suscita diffidenza. Per renderglielo familiare, i libri arriveranno al villaggio sul dorso di un animale assai conosciuto, anzi, un animale indispensabile, il cammello. Nasce così la "Biblioteca sul cammello". Tra le capanne di Mididima la vita segue gli stessi ritmi da millenni. L'arrivo della "Biblioteca sul cammello" è un evento straordinario, che scatena cambiamenti nella rigida organizzazione tribale: la fatica nell'assimilare la novità divide la popolazione. C'è chi pensa che la cultura possa aiutare a costruire un mondo migliore, come il maestro Matani, o la piccola Kanika, che sogna di diventare insegnante, o l'enigmatico Scar Boy, un bambino orribilmente sfigurato da una iena, che nella letteratura finalmente trova il suo mondo. Ma ci sono anche coloro che considerano Fiona una pericolosa minaccia. La "Biblioteca sul cammello" è stata realmente fondata dieci anni fa in Kenya per diffondere la cultura dei libri, ma anche per favorire l'incontro e il dialogo fra culture diverse.

