
Il volume si articola in cinque sezioni: universo barocco; inglesi in Italia; italiani in Inghilterra; romantici, decadenti, vittoriani e piccolo museo dannunziano; bellezza e bizzaria; il Prazzesco. Accanto agli studi più conosciuti, la cultura del manierismo e del barocco, i rapporti letterari tra l'Italia e l'Inghilterra, la letteratura e l'arte dell'Ottocento europeo, il decadentismo, gli studi sulle arti minori, il volume propone anche il Praz meno noto: il viaggiatore che ha lasciato pagine sugli Stati Uniti e sulla Russia; il recensore acuto e caustico di volumi importanti della cultura non solo italiana, l'osservatore attento, e ricco di ironia, della storia del gusto.
Lo spagnolo protagonista di "Una bellezza convulsa" si trova sequestrato in un piccolo casolare da una banda di terroristi. L'unica compagnia è costituita dal suo sequestratore che, viso incappucciato, gli lascia la razione giornaliera di cibo. Le giornate sono lunghe e per passarle l'uomo pensa e ripensa alla sua vita, alle ragioni che lo hanno condotto a questa prigionia. Mille volte al giorno compie quei cinque passi che costituiscono lo spazio della sua stanza; mille volte al giorno la memoria ritorna ai suoi viaggi nei Paesi Baschi, alla sua vita passata, alla vita in assoluto.
Si avvicinava la mezzanotte. La donna con una gamba sola era atrocemente ustionata, e ormai la polizia di Mumbai stava andando a prendere Abdul e suo padre. In una povera baracca vicino all'aeroporto internazionale, i genitori di Abdul presero una decisione dopo aver parlato brevemente. Il padre, malato, sarebbe rimasto nella casupola con il tetto di lamiera e il pavimento ricoperto di immondizia dove vivevano in undici, e si sarebbe fatto arrestare senza opporre resistenza. Abdul, l'unico che guadagnasse per tutta la famiglia, doveva fuggire. Come sempre, l'opinione del diretto interessato non era stata richiesta, e ora Abdul era in preda al panico, incapace di pensare. Aveva sedici anni, o forse diciannove - i genitori non si ricordavano mai una data. Allah, nella sua impenetrabile saggezza, l'aveva fatto piccolo e scattante. Cosa si cela dietro le piastrelle italiane (definite "beautiful forever") che campeggiano sul muro che separa il viale d'accesso all'aeroporto di Mumbai dallo slum di Annawadi? Un romanzo-reportage nella forma della narrative non-fiction in cui il Premio Pulitzer Katherine Boo racconta la vita di uno slum indiano durante l'arco di alcuni anni, seguendo da vicino le vicende di diversi dei suoi abitanti.
Si avvicinava la mezzanotte. La donna con una gamba sola era atrocemente ustionata, e ormai la polizia di Mumbai stava andando a prendere Abdul e suo padre. In una povera baracca vicino all'aeroporto internazionale, i genitori di Abdul presero una decisione dopo aver parlato brevemente. Il padre, malato, sarebbe rimasto nella casupola con il tetto di lamiera e il pavimento ricoperto di immondizia dove vivevano in undici, e si sarebbe fatto arrestare senza opporre resistenza. Abdul, l'unico che guadagnasse per tutta la famiglia, doveva fuggire. Come sempre, l'opinione del diretto interessato non era stata richiesta, e ora Abdul era in preda al panico, incapace di pensare. Aveva sedici anni, o forse diciannove - i genitori non si ricordavano mai una data. Allah, nella sua impenetrabile saggezza, l'aveva fatto piccolo e scattante. Cosa si cela dietro le piastrelle italiane (definite "beautiful forever") che campeggiano sul muro che separa il viale d'accesso all'aeroporto di Mumbai dallo slum di Annawadi? Un romanzo-reportage nella forma della narrative non-fiction in cui il Premio Pulitzer Katherine Boo racconta la vita di uno slum indiano durante l'arco di alcuni anni, seguendo da vicino le vicende di diversi dei suoi abitanti.
Spesso le parole diventano fatti e concorrono a cambiare il corso degli eventi, poiché costituiscono la sintesi dei problemi, idee, aspirazioni e, talvolta, sconvolgimenti che possono rappresentare la fine o l'inizio di un'epoca. Questo libro si propone di dipanare il filo delle "parole" che hanno accompagnato la storia attraverso un'antologia dei grandi discorsi. Com'è naturale ciascuno di essi andrà esaminato nel contesto storico e culturale nel quale fu pronunciato: così tutti noi potremo avere non solo l'impressione di ascoltarlo, ma di rivivere in prima persona, come se fossero nostre, le emozioni che lo hanno prodotto.
1943. In un villaggio sperduto nel cuore delle Alpi, la vita scorre dolce e tranquilla. Fino all’arrivo di due nemici: il primo è la grande Bestia, un cane selvaggio che, secondo gli abitanti, ha depredato gli ovili. Ma per Sébastien è semplicemente la sua inseparabile amica Belle. Il secondo sono i soldati tedeschi, che scatenano il terrore e costringono gli abitanti a rifornirli. Finché, la notte di Natale, Belle, Sébastien e il loro gruppo di amici decidono di rischiare la vita per aiutare alcuni amici ebrei a passare il confine, per trovare la salvezza.
"Ci sono dei geometri che hanno avuto più storie di me": un'affermazione che non ci si aspetterebbe da Marcello Mastroianni, una carriera fatta di più di 160 film e una reputazione da latin lover. Eppure si apre così questo libro che Enzo Biagi dedica a uno dei più grandi attori italiani, tanto per chiarire fin dall'inizio che in queste pagine non si troveranno facili luoghi comuni, ma le parole di due amici che rievocano con serenità persone e tempi lontani; la "bella vita" di un uomo fatta di passioni e di tristi addii, piena di incontri e di solitudini. Vedremo un ragazzino di nome Marcello che versa, per renderla più fragrante, alcune gocce di profumo su una rosa prima di regalarla a una fidanzatina e lo ritroveremo attore famoso, protagonista di capolavori come La dolce vita, circondato da donne indimenticabili come Silvana Mangano, Anita Ekberg, Sophia Loren, Faye Dunaway e Catherine Deneuve. Enzo Biagi è regista di un grande film da leggere nelle pagine di un libro.
"La bella vita" è la prima delle tante raccolte moraviane di racconti. Il libro presenta dunque allo stato nascente le figure, le problematiche, i modelli di una esperienza letteraria tra le maggiori del Novecento italiano. E mentre il giovane scrittore ripensa la propria vita e il proprio ambiente, in piccoli capolavori, illumina anche i molti vizi e le poche virtù della realtà italiana negli anni del fascismo, e getta a grande profondità uno scandaglio sui nodi oscuri dell'esistenza.
La storia di una donna ebrea "dorata, violetta e bella" e della ragnatela di eventi che comincia a tessersi intorno a lei in un luogo e in un momento che sono un compendio alle atrocità: Varsavia, primavera del 1943.