
Nick Stone, ex operatore del SAS britannico, ora agente K incaricato delle missioni più pericolose, sembra un uomo distrutto. Dopo la morte della figlia adottiva Kerry e di una collega con la quale aveva sperato di iniziare una nuova vita, è rimasto solo. Lo tormentano i ricordi di vecchie missioni in cui non ha potuto salvare vittime innocenti. Ma un'esistenza trascorsa a sfidare la morte gli ha insegnato a sopravvivere. Sempre. Per la nuova missione deve rintracciare un uomo nella Baghdad di oggi. Una figura enigmatica che Nick ha incontrato in Bosnia e che, ora, potrebbe rappresentare una svolta nei rapporti tra islamici moderati e occidentali. Una speranza di pace.
Culla e Rinthy, due fratelli che vivono all'inizio di questo secolo nel Sud degli Stati Uniti, sono amanti e hanno un bambino che, appena nato, viene abbandonato da Culla nei boschi. Rinthy parte alla ricerca del piccolo, che nel frattempo è stato raccolto da un calderaio ambulante e affidato a una balia. Nel frattempo anche Culla parte alla ricerca della sorella. Ha così inizio un vagabondaggio parallelo nella poverissima regione dei monti Appalachi dove ogni incontro rappresenta un pericolo, ogni viandante un potenziale assassino. Ma i due fratelli affrontano la strada con una sorte di testardo candore, con un'innocenza disperata che li porta fino in fondo al loro terribile destino.
La vicenda che Giampaolo Rugarli racconta in questo "II buio di notte" offre un grottesco spaccato della società italiana all'inizio del secolo nuovo, quando tutti i valori che hanno regolato le relazioni tra gli uomini sono stati irrisi e travolti dall'ansia della trasgressione, dal desiderio di una libertà sfrenata, della ricerca di un benessere e di un piacere egoisti e immediati. Nonostante tutto, nonostante, cioè, che istituzioni laiche e devote, che ministri di Chiesa e di Stato abbiamo completamente perso qualsiasi senso della misura e forse persine il ben dell'intelletto, la speranza che un Dio misericordioso alla fin fine dia un senso alle cose prova a resistere a ogni assalto, persine di chi dovrebbe esserne il testimone in terra. La tentazione di cedere rassegnati, riconoscendo che il caos l'ha avuta vinta e non c'è più niente da fare, serpeggia insinuante, ma basta la scelta di mettersi a raccontare per dover riordinare gli accadimenti e le memorie, le versioni e le fonti. Così il disastro della deriva in cui siamo sì trasforma in un vero e proprio romanzo giallo, con tanto di morto e assassino, perché una responsabilità e un colpevole devono pur esserci e si tratta soltanto di individuarli.
Phinus, inventore di giochi di società, riflessivo, abile in cucina; Franka, scrupolosa assitente sociale, vivace, idealista; Jem, figlio di Franka avuto dal primo marito è un ragazzo di sedici anni. Una famiglia che ha finalmente raggiunto l'equilibrio. Una famiglia normale fino a quando Jem viene ucciso in discoteca sotto gli occhi di Sanne, la sua ragazza. Da quel momento la vita di Phinus e Franka è segnata dai sensi di colpa, dalle cose sottaciute che minano il loro rapporto.
Questa è la storia di un buio invisibile che si aggrappa all’anima e non la lascia, e copre la vita di chi ce l’ha addosso. Questa è la storia della zoppa di R., il paese dove in nome della purezza di Dio solo i sani di corpo e di mente possono vivere: la zoppa, sopravvissuta alla condanna a morte della sua gente grazie all’amore straziante di suo padre, che alla purezza ora non crede più. Vivrà rinnegata e reclusa, sbranata dalla ferocia di chi la vuole sepolta «in un angolo di terra abbandonata ». Solo la curiosità per il mondo là fuori e l’incontro con anime affini la terranno in vita. Finché un giorno diventerà custode di un segreto sconvolgente. Un segreto che cambierà il destino di R. e la farà artefice della sorte dei suoi carnefici.
Una storia di crudeltà e solitudini ambientata in un mondo solo in apparenza luminoso e chiaro: un paese senza età del sud della Francia, viola per le spighe della lavanda, azzurro per il mare in lontananza, rosso e blu per le giubbe dei gendarmi che lo sorvegliano. Ma è anche il racconto di una speranza: quella di un buio creato solo dagli altri, e da cui ci si può liberare.
Un'originale e personalissima indagine sul buio, per cercare una spiegazione al fascino che da sempre le tenebre hanno esercitato suglu uomini.
Cos'è il buio per un bambino se non l'immagine dell'altro che si insinua nel suo sguardo infantile quando la fiducia si trasforma drammaticamente in timore e paura? Cos'è il buio se non l'afasia di un corpo ancora non sviluppato nel momento in cui esso incontra quel qualcosa di incomprensibile e misterioso che costituisce il comportamento sessuale dell'adulto? E' possibile cancellare questo buio senza uccidere il bambino che è in ciascuno di noi? Dodici storie che raccontano della violenza sull'infanzia e sull'adolescenza.
Zenja ha il dono di catalizzare le confidenze delle altre donne. Chiunque l'avvicini sembra disposto a raccontarle la propria vita. Non sempre, però, ciò che sente corrisponde alla verità; a volte le narratrici si fanno prendere la mano e i racconti si dilatano, si intrecciano, si colorano di dramma e di tragedia. E Zenja ascolta, armata di benevolo senso di sopportazione, anche se a volte verrebbe la voglia di sottrarsi e... cominciare a raccontare. Magari altre bugie.
Cos’è veramente successo nel cortile dietro la gelateria? Una ragazzina, impaurita, urla. La gente accorre. C’è un uomo vicino a lei. Tutto potrebbe essere chiarito in fretta perché l’uomo ha sì commesso qualcosa di imperdonabile, ma non intendeva aggredire fisicamente la ragazzina. Invece lei lascia che l’equivoco prenda corpo, che si converta in bugia e che rapidamente, come una palla di neve che diventa valanga, si trasformi in un’accusa falsa che finirà per coinvolgere le vite di tutti i protagonisti di questo sorprendente romanzo perché una menzogna provoca sempre altre menzogne in una catena che sembra non avere fine e in cui nessuno è innocente. Una storia che sembra suggerire l’idea che la stessa impalcatura che regge il mondo sia basata sulla menzogna e che dunque anche una bugiarda potrebbe raccontarci una storia autentica.
Originalità, alta tensione, profondità psicologica: gli ingredienti che hanno già fatto innamorare tanti lettori di Ayelet Gundar-Goshen sono perfettamente mescolati in questo nuovo romanzo che affronta temi di grande attualità, come la gestione dei rapporti umani nel tempo delle post-verità, e che spinge a una riflessione originale e imprevista sulla realtà.
Sulla piccola isola di Ono, nell'estremità meridionale del Giappone, la famiglia Eguchi si dedica da generazioni alla forgia delle spade, un'arte antica in cui rivive la fierezza dei primi samurai che colonizzarono la regione. È l'inizio del Novecento quando il giovane Minoru decide di seguire le orme paterne e di legare il proprio destino a questo isolato microcosmo rurale, dove il tempo sembra sospeso nell'incanto di tradizioni ancestrali. Con ingegno e forza d'animo, Minoru supera le sfide del progresso che presto cambia il volto dell'isola, i rovesci della sorte, gli orrori delle due guerre mondiali, ma nel suo intimo, attraverso gli anni, riecheggia un tormentoso interrogativo, legato al significato dell'esistenza, al mistero della morte, al valore della memoria. La risposta coinciderà con l'ultima grande prova della sua vita, e avrà a che fare con la visione di un maestoso Buddha bianco che fin dall'infanzia lo sorregge nei momenti bui. Evocativa saga familiare ispirata alla storia del nonno dell'autore, questo romanzo trascende i confini del tempo per affrontare i grandi quesiti dell'uomo, attraverso quella profondità di sentire, quella saggezza filosofica e quella impalpabile levità che sono proprie della cultura orientale.
Hitonari Tsuji è nato a Tokyo. La sua fama in Giappone è dovuta sia all'opera di narratore e poeta, sia a quella di musicista e voce rock. Autore di molti romanzi che hanno riscosso un successo straordinario, è considerato un capofila della nuova letteratura giapponese. Per la storia del Buddha bianco, si è ispirato alla vita di suo nonno. Con questo libro ha vinto in Francia il Prix Femina Étranger - il prestigioso premio nato nel 1904 - che lo colloca accanto ad autori quali Erri de Luca, Javier Marías, Ian McEwan, Sandro Veronesi e Rose Tremain.
Il primo grande romanzo di Thomas Mann racconta la storia di una famiglia tedesca dell'Ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta. Opera di ispirazione autobiografica, questo romanzo, capolavoro della letteratura europea, esprime compiutamente la concezione estetica e politica dello scrittore tedesco, il suo rimpianto per una mitica e solida borghesia, la coscienza della crisi di un mondo e di valori destinati inesorabilmente a scomparire.