
Nel collegio di Clerval, vicino a Orléans, il giovane professore di storia e geografia si suicida, lanciandosi dalla finestra della sua classe. A sostituirlo viene chiamato Pierre Hoffmann che deve subito confrontarsi con gli strani atteggiamenti degli allievi. Un gruppo impenetrabile di adolescenti stranamente silenziosi e disciplinati, in cui si insinua una ostilità diffusa, una sorda violenza che potrebbe esplodere da un momento all'altro. Angeli perversi affascinati dalla morte, che coltivano il gusto della crudeltà. Una storia di malessere, violenza e angoscia dal finale ineluttabile.
Dominic Baciagalupo, cuoco italoamericano, tiene sempre una padella di ferro appesa al muro della sua camera da letto. Perché nel 1954, nel primitivo insediamento di boscaioli di Twisted River, New Hampshire, la vita è dura, e la padella un’ottima arma di difesa. Almeno fino alla notte in cui il figlio di Dom, Danny, la usa per ammazzare quello che crede un orso, e invece è una donna dai lunghi capelli corvini: l’amante di suo padre, e la fidanzata di un uomo vendicativo e violento, Carl. Nel mondo “pieno di incidenti” in cui John Irving ambienta le sue storie magnifiche e umanissime, questo vuol dire, per padre e figlio, una fuga che durerà una vita. Fuga da una vendetta destinata prima o poi a colpire, da un “odio letale” cui verrà lasciato libero corso. L’unico legame col passato sarà per i fuggitivi il taglialegna Ketchum, omone burbero ed eccentrico, il più improbabile degli angeli custodi. E mentre le vite dei tre, all’ombra dell’odio di Carl, seguono i loro corsi disuguali e accidentati, come i tronchi che a Twisted River vengono trasportati dalla corrente, John Irving ci racconta con il suo genio di narratore un mondo in cui la sopravvivenza è insieme “tenace e precaria”, e la casualità troppo spesso si trasforma in tragedia. Anche se a volte, proprio per caso, s’incontra lungo la strada quello che ciascuno può chiamare il senso della vita.
Alex Cross crede nei fatti concreti, eppure nella catena di delitti irrisolti che da San Francisco si allunga fino al profondo Sud della Louisiana c'è qualcosa di strano e spaventoso. Anche in un detective come lui, che conosce il male in ogni sua manifestazione, s'insinua il dubbio che non tutto sia spiegabile razionalmente. Le macabre circostanze che accompagnano il ritrovamento di giovani coppie lo spingono nei meandri di un universo insondabile (e a volte apparentemente assurdo) dei riti magici, dei frequentatori di club dell'occulto e di perversi giochi di ruolo. È una lotta contro il tempo che, delitto dopo delitto, Cross affronta con la nuova, coraggiosa collega Jamilla.
Catherine Parr ha soltanto sette anni quando il suo destino incrocia per la prima volta quello di Enrico VIII, il re d'Inghilterra divenuto celebre per aver incarnato lo spirito dell'assolutismo e aver rotto con la Chiesa di Roma. Bionda e con gli occhi azzurri, Cat - come tutti la chiamano - proviene da una famiglia della piccola nobiltà al seguito della regina Caterina d'Aragona. I due si incontrano durante un torneo che vede in gara il re d'Inghilterra e quello di Francia, al quale Cat viene portata dalla famiglia con lo scopo di trovarle un marito. Tra il sovrano e la bambina scatterà da subito un'intesa che li terrà in vario modo legati per tutta la vita. Quando anni dopo, adolescente, Catherine troverà il coraggio di chiedere udienza al re e supplicarlo di intercedere con la sua autorevolezza presso la sua famiglia perché le venga consentito di sposare il giovane che ama, non può immaginare che un giorno, passata anche lei attraverso vari matrimoni, finirà con il diventare la sesta e ultima moglie di Enrico. Mentre congiure ed esecuzioni si succedono nel caotico scenario che fa da sfondo alla Riforma protestante, lei stessa rischierà di cadere vittima della collera di Enrico. Solo grazie alle sue arti diplomatiche riuscirà a sfuggire miracolosamente alla morte, per trovarsi poi, suo malgrado, a scontrarsi con un'imbarazzante rivale: la principessa Elisabetta Tudor, futura regina d'Inghilterra. Catherine vincerà la sua battaglia, ma il costo sarà molto, molto elevato
Il 15 aprile 1987, Federico Caffè esce di casa all'alba. Di lui non si saprà più nulla, nonostante le minuziose ricerche di parenti, allievi e amici. Suicidio o ritiro in convento? Ma chi era Federico Caffè? Economista "disubbidiente"; teorico scontroso e problematico di un welfare state senza cedimenti a compromessi e clientele; "seduttore intellettuale" tutto dedito all'insegnamento e alla formazione dei propri allievi, fu il creatore di un laboratorio teorico da cui uscirono uomini capaci di pensare l'economia non come aggressività di un mercato senza controlli, ma come sistema razionale in grado di garantire anche i più deboli. Ma il 15 aprile 1987 Federico Caffè era soprattutto un uomo solo. Ermanno Rea offre un romanzo-ritratto che ricostruisce con immediatezza e verità il contesto di una vicenda personale avvolta nel mistero, ma anche un pezzo della storia italiana in cui l'economia ha provato a pensare a un paese diverso.
Il 15 aprile 1987, Federico Caffè esce di casa all'alba. Di lui non si saprà piú nulla, nonostante le minuziose ricerche di parenti, allievi e amici. Suicidio o ritiro in convento? Ma chi era Federico Caffè? Economista "disubbidiente"; teorico scontroso e problematico di un welfare state senza cedimenti a compromessi e clientele; "seduttore intellettuale" tutto dedito all'insegnamento e alla formazione dei propri allievi, fu il creatore di un laboratorio teorico da cui uscirono uomini capaci di pensare l'economia non come aggressività di un mercato senza controlli, ma come sistema razionale in grado di garantire anche i piú deboli. Ma il 15 aprile 1987 Federico Caffè era soprattutto un uomo solo. Ermanno Rea offre un romanzo-ritratto che ricostruisce con immediatezza e verità il contesto di una vicenda personale avvolta nel mistero, ma anche un pezzo della storia italiana in cui l'economia ha provato a pensare a un paese diverso. Al testo, pubblicato per la prima volta nel 1992, si aggiunge una nota dell'autore del febbraio 2008, "L'economista che visse due volte".
Anno Domini 476. Nella pianura fra Pavia e Piacenza, una coltre di nebbia ricopre il paesaggio. Ad un tratto un'orda di cavalieri barbari emerge dalla foschia e si abbatte sul campo della Legio Nova Invicta, leggendario baluardo della romanità a difesa di Romolo Augustolo, un ragazzo di tredici anni, l'ultimo imperatore romano d'Occidente. Ma non tutti muoiono nel massacro. Dal campo risorge un gruppo di legionari che paiono immortali. A loro si aggiunge Livia Prisca, formidabile guerriera. La loro disperata missione è liberare Romolo Augustolo insieme a Meridius Ambrosinus, il suo enigmatico precettore, anche a costo della vita.
Venti racconti sull'oggi in Italia. Un carosello dei vizi dei vincitori, tutto il costume dell'Italia vincente e i suoi annessi, personaggi emergenti, politici rampanti, cantanti di successo, scrittori brillanti... La prosa di Benni colpisce di nuovo in un momento di difficili definizioni e di grandi incertezze.
Ivano è un uomo come tanti. Per tutta la vita ha cercato di costruire la sua felicità e ha sempre creduto di esserci riuscito. Il lavoro di ingegnere, una bella famiglia: un piccolo capolavoro di stabilità, proprio come le dighe che ha progettato in ogni parte del mondo. Finché Sofia, sua moglie, viene a mancare e lui si trova improvvisamente libero e solo, incapace di capire se esista ancora un Ivano senza Sofia. Decide allora di partire per Santo Domingo, dove il fratello si è ritirato dopo anni di lavoro nella finanza. Lì incontra Liliana, una donna spontanea e fragile come una bambina, e se ne sente attratto. Sull'isola, però, Ivano intuisce che qualcosa non va: il fratello, con il quale ha sempre avuto un rapporto di grande complicità, si comporta in modo strano, sembra un altro. Riconsiderandoli a distanza, molti fatti e persone della sua vita gli appaiono diversi da quello che ha sempre creduto. Prima tra tutti sua moglie, un enigma affascinante e indisponente, nonostante quarant'anni di vita insieme. E poi la figlia Anna, rimasta a Milano: reticente, ostile, asserragliata in una vita che il padre non ha mai compreso. Quello che Ivano scoprirà riguardo al passato finirà per rompere gli argini in cui la sua esistenza è sempre scorsa tranquilla. Eppure, quando tutto è sul punto di crollare, si prospetta una seconda occasione, la possibilità di un nuovo inizio. Con una lingua duttile, devota all'incanto semplice e maestoso della realtà, una scrittura mobile in cui ci si immerge come nell'acqua - limpida, avvolgente, misteriosa -, Gaia Manzini racconta le illusioni intorno alle quali creiamo la nostra felicità e dà voce a una generazione che negli anni del Boom si è costruita un'idea luminosa di futuro a costo di rifiutare le proprie radici, lasciando dei conti in sospeso. Ma Ultima la luce è anche la storia di un tempo di mezzo, dell'attesa di un nuovo ordine delle cose: una famiglia si è disgregata, una nuova famiglia sta per nascere. Il passato è alle spalle, davanti c'è solo la luce.
È l'estate del 1969. Sara ha diciassette anni, è nata nella Libia postbellica, in una multietnica Tripoli dove italiani, inglesi, francesi, americani, ebrei, cristiani, musulmani vivono fianco a fianco. Ha superato indenne gli esami di maturità al liceo scientifico italiano e sta finalmente iniziando ad affrancarsi da una famiglia dominata da tre donne, più esattamente tre "primedonne": una nonna dal passato burrascoso e ancora piena di energia, una madre implacabile e ben poco affettuosa, una zia di pochi anni più grande ma, al contrario della nipote, svenevole e in crisi isterica permanente. A differenza della sua famiglia, imprigionata tra apparenza e non detto, della sonnacchiosa comunità di cui fa parte, e di una città sospesa tra il vuoto e l'oblio, Sara freme dal desiderio di crescere, di sapere, di capire, di amare. Sempre più attratta dal mondo che la circonda al di fuori della comunità italiana, tra storie impregnate di colore, folklore, profumi, emozioni, Sara scopre di vivere in una società incapace di fare i conti con il proprio passato e impreparata ad affrontare il futuro, in uno straordinario e pericolante miscuglio di lingue, religioni, nazionalità e culture. Costretta a passare le vacanze in interminabili giornate sulle sabbie roventi del detestato Beach Club, poco incline a socializzare con le ricche e annoiate connazionali che frequentano il lussuoso ambiente, l'unico passatempo per la ragazza è farsi beffe del mondo che la circonda e rifugiarsi nella lettura.