
Sono trascorsi molti anni dalla morte di Gesù, quando Maria Maddalena, che si è stabilita ad Antiochia dopo aver sposato il mercante di seta Leonidas, riceve la visita di alcuni apostoli, che la sollecitano a scrivere i suoi ricordi sul periodo trascorso con il Messia. Maddalena sente il bisogno di narrare la tormentata storia della sua vita a partire dall'infanzia - che la vede perdere i genitori e crescere in una casa di piacere - fino all'incontro con Gesù, al loro amore e alla tragedia che seguirà. Nel farlo rivela qual è secondo lei il vero messaggio di perdono e tolleranza di Cristo, un contenuto travisato, già negli anni immediatamente successivi, dagli apostoli, dai quali nascerà una Chiesa in cui le donne non hanno voce.
Cosa turba la serenità della diciannovenne Yayoi? Della sua vita idilliaca in seno a una "famiglia felice della classe media che sembra uscita da un film di Spielberg", dove il giardino è ben curato, gli abiti perfettamente stirati, i fiori sempre freschi sul tavolo e i genitori comprensivi e sorridenti? Forse a minacciare l'equilibrio di Yayoi è una sensibilità paranormale che le fa percepire presenze invisibili, e che contrasta con l'incapacità a ricordare gli anni dell'infanzia, stranamente cancellati dalla sua memoria. O forse il pericolo è il suo trasporto per Tetsuo che tende a superare i limiti dell'affetto fraterno.
Un pomeriggio qualsiasi in una stazione della metropolitana di un paese orientale: una grande ressa e la gente che si urta senza nemmeno scambiarsi un cenno di scuse... Una coppia di anziani si precipita verso il treno appena arrivato. L'uomo, la borsa della donna in mano, riesce a malapena a salire in carrozza. Non appena si volta, però, scopre con sgomento che i suoi occhi non vedono più la camicetta celeste, la giacca bianca e la gonna beige a pieghe della moglie. Della donna non vi è più traccia. Sparita, letteralmente inghiottita dalla folla. Così Park Sonyo scompare, senza denaro e senza documenti, nella sterminata marea umana della metropolitana di Seul. È arrivata nella grande città dal suo piccolo paese di campagna per il solito pellegrinaggio alle case dei figli, soprattutto a quelle del primogenito, appena diventato dirigente di un'impresa immobiliare, e della figlia che scrive romanzi che lei, Park Sonyo, provvede sempre puntualmente a farsi leggere. Conosce la metropoli. Tanti anni fa, quando il primogenito era ai primi passi della carriera e dormiva in ufficio, era rimasta addirittura da sola in città. Ora, però, la sua scomparsa è per i figli non soltanto fonte di angoscia e di grave preoccupazione, ma anche di rimorsi e di sensi di colpa. Park Sonyo non è più, infatti, la stessa da qualche tempo. La verità è che Park Sonyo, la donna che è sempre stata forte, la figura familiare che è sempre stata dalla parte dei figli, ha bisogno per la prima volta dei figli.
Pepe Carvalho, dopo tanti anni viene chiamato a Madrid. Questa volta non per risolvere un caso, ma per occuparsi degli invitati a una premiazione di gala. A bandire il lauto premio letterario è Lazaro Conesal, pescecane della finanza e re di quella corte dove politica ed economia si intrecciano selvaggiamente. Non c'è dubbio, Madrid è molto diversa da come Pepe se la ricorda. Resta solo la bella Carmela a lottare con passione per i suoi ideali, ma il quadro è desolante: politici rampanti, scrittori dalla lingua (e forse dalla mano assassina), tronfi premi Nobel e trepidandi giovani promesse, critici venduti, donne risentite e industriali corrotti. E presto fa la comparsa un cadavere eccellente: quello dello stesso Lazaro Conesal.
Manuel, uno studente di filosofia dell'università di Bogotà, viene arrestato a Bangkok con l'accusa di traffico internazionale di droga: il reato è molto grave e rischia la pena di morte. Il console colombiano a Nuova Delhi è incaricato di assisterlo; mentre lo interroga si accorge che, nonostante tutto, la più grande preoccupazione del giovane è rivedere la sorella Juana, scomparsa inspiegabilmente anni prima e a cui è legato da un amore esclusivo. Manuel è un sognatore, appassionato di letteratura e autore di graffiti, Juana una donna forte, decisa a fare qualsiasi cosa per proteggerlo e portarlo via da Bogotà, infestata di paramilitari e narcotrafficanti. Mentre Manuel diventa uno studente modello, Juana conduce una vita misteriosa che non condivide con il fratello, ma che non le impedisce di aiutarlo. Il console raccoglie la storia del ragazzo e si impegna a salvarlo ma intende anche ritrovare Juana servendosi dei piccoli indizi che emergono dal racconto di Manuel. Dall'India alla Colombia, da Tokyo a Teheran passando per Bangkok, il console farà di tutto per scoprire la sorte di Juana prima che sia troppo tardi per Manuel. Santiago Gamboa impone un ritmo incalzante a questo romanzo a tre voci, mentre disegna un affresco inquietante di un mondo che, dall'infinita guerra civile in Colombia al turismo sessuale in Thailandia, è afflitto dalla stessa endemica violenza.
"Questo libro non parla di Cernobyl' in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. Ad interessarmi non è l'avvenimento in sé, vale a dire cosa sia successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l'ignoto. Il mistero. Cernobyl' è un mistero che dobbiamo ancora risolvere... Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Cernobyl' è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l'acqua e la terra."
Fatima, la Luminosa, fu la quarta figlia di Maometto e di sua moglie Khadigia. Andò in sposa ad Alì, cugino del Profeta, e fu l’unica figlia ad assicurargli una discendenza. Per questo è da sempre ricordata come la Prediletta. Non ricoprì ruoli pubblici e, anzi, la sua figura è ricordata come quella di una donna che subì vari torti. Uno di essi fu il progetto – poi scampato – di vedersi affiancare una seconda moglie da parte del marito Alì e quello poi di non vedersi riconoscere dal califfo Abu Bakr, intimo amico di suo padre, l’eredità costituita da alcune rendite e dalla grande oasi di Fadak.
Alla pretesa di Fatima di avere quello che le spettava di diritto, Abu Bakr obiettò con una frase dello stesso Maometto che affermava che non vi era alcuna eredità lasciata dai profeti.
Fatima era tuttavia dotata di poteri miracolosi. Si narra che mentre preparava la cena, avrebbe assistito al ritorno del marito con una concubina; scossa dalla gelosia, mise per errore la mano nell’acqua bollente, senza tuttavia avvertire dolore. La mano di Fatima richiama simbolicamente le basi stesse del credo islamico: le cinque dita aperte ricordano i cinque pilastri della religione musulmana.
In questo romanzo appassionante la sua storia si intreccia a peripezie amorose, intrighi politici e misfatti di palazzo e trascina il lettore in una avventura magica e spirituale alla scoperta delle origini dell’Islam.
Da più di vent'anni una dolorosa faida lacera la famiglia Hult: Ephraim, il predicatore che infiammava le folle promettendo guarigione e salvezza, ha lasciato ai suoi discendenti un'eredità molto controversa. Il peso del sospetto continua a gravare su un ramo del clan, coinvolto suo malgrado nella sparizione di due ragazze risalente a molti anni prima. Una vicenda che nel delizioso paesino di Fjallbacka, sulla costa occidentale della Svezia invasa dai turisti per la bella stagione, torna a essere sulla bocca di tutti dopo l'omicidio di una giovane donna, quando in una splendida gola naturale, sotto quel corpo martoriato, la polizia scopre anche i resti di due scheletri. La calda estate di Erica Falck e Patrik Hedstròm, che presto avranno un bambino, viene cosi sconvolta da un'indagine che, in un'angosciosa lotta contro il tempo, cerca di sviscerare i meccanismi della seduzione del potere, sfidando la malevolenza di una piccola comunità di provincia carica di segreti. In questo secondo episodio della serie di Erica Falck, Camilla Lackberg si conferma maestra nel tessere gli intrighi di una società chiusa, dove l'apparenza conta sopra ogni cosa e scoprire cosa accade realmente nella vita degli altri si rivela un'impresa alquanto complessa.
Questo curioso sermone è stato pronunciato in data imprecisata e pubblicato nel 1776 dallo scrittore e poeta irlandese Jonathan Swift (1667-1745), che fu anche pastore anglicano e decano della cattedrale di St. Patrick a Dublino, universalmente noto per i Viaggi di Gulliver, il suo capolavoro.
Si tratta di un insolito testo in cui l'autore affronta il tema della predicazione lanciando, in primo luogo, un aspro e polemico atto d'accusa nei confronti della diffusa indifferenza per il culto e la religiosità del suo tempo.
Swift se la prende con quanti accampano ogni genere di scuse - dai malanni immaginari all'aria malsana delle chiese - per non andare a messa, o antepongono la cura degli affari a quella dell'anima; e con quanti preferiscono restare a casa la domenica, non solo per pigrizia o per abbandonarsi all'ingordigia e all'ozio, ma per un radicale disprezzo nei confronti della religione. Siamo di fronte allo sfogo di un prete anglicano evidentemente deluso per la vita del suo tempo e deciso a rivolgere un attacco diretto alle prediche soporifere.
Quando questo romanzo venne pubblicato, Fëdor Dostoevskij aveva ventiquattro anni; fu un successo travolgente: la critica fu subito concorde nel dichiarare che il suo autore era un genio, un genio, però, che viveva nella miseria più nera, quella miseria senza speranza che ispira, appunto, "Povera gente". Due giovani si scrivono, si raccontano le loro piccole vicende quotidiane, le loro speranze, i loro sogni. Nasce così un amore che potrebbe aprire a entrambi la via della felicità, ma la loro miseria è tale che la ragazza deciderà di sposare un uomo non più giovane, ma ricco nella folle speranza di poter aiutare il suo infelice amico. Un romanzo epistolare che scosse la Russia e segnò l'inizio della carriera di un titano della letteratura mondiale. Introduzione di Fausto Malcovati.
Un modesto e timido funzionario di mezza età e una graziosa fanciulla, orfana e malata, si scrivono, si raccontano le loro piccole vicende, le loro disavventure, i loro sogni. Sullo sfondo di questo romanzo epistolare c’è la San Pietroburgo della miseria, con i disperati tentativi di chi la anima di sfuggire l’estrema povertà e l’umiliante degradazione. In una narrazione piana e misurata, eppure eccezionale, ogni pagina ispira pietà e commozione tracciando, nella distanza tra realtà e aspirazioni, la divaricazione tra i grandi e semplici afflati ideali dei personaggi e le sciagurate e schiaccianti preoccupazioni del loro quotidiano. Povera gente è il primo romanzo di Dostoevskij, pubblicato quando l’autore aveva soltanto 24 anni, ed è uno dei più formidabili esordi della letteratura, capace sbalordire i contemporanei e introdurre ai motivi fondamentali di quella che sarà l’opera matura del suo autore.