
Roquenval è un luogo incantato e fuori dal tempo, dove il giovane Boris viene invitato a trascorrere l'estate da un amico. Qui, Boris, emigrato in Francia con i suoi genitori dalla Russia, ritrova il ricordo remoto della casa del nonno e inizia un'ansiosa ricerca delle proprie origini. La parabola struggente di Roquenval e dei suoi abitanti sembra indicare un'assorta riflessione sul ciclo inesorabile del tempo, che nemmeno il potere fantasmatico dell'immaginazione può sperare di interrompere. Breve parentesi nella vita di un giovane, l'estate a Roquenval è una sorta di prova generale dell'esistenza, che autorizza Boris, quando il momento è giunto, a tirare il sipario sulla scena del vecchio castello, per pensare al proprio futuro.
Sullo sfondo di una città messa a ferro e fuoco da vent'anni di guerre Yasmina Khadra ambienta questa storia che mette i brividi, una vicenda che sembra uscire da una tragedia classica, con quattro protagonisti colti in un momento cruciale della loro esistenza: Atiq, il guardiano del carcere che non riesce più a sostenere il ritmo delle esecuzioni, sua moglie Mussarat, condannata da un male incurabile, Mohsen, un borghese decaduto, e sua moglie Zunaira, un tempo avvocato e sostenitrice della causa femminista. Ognuno di loro incarna un modo diverso di rispondere all'integralismo: la resistenza, la pazzia, la sottomissione, la fuga nell'illusione. Ma per tutti e quattro viene il momento di dare un senso alla propria vita, attraverso l'amore e il sacrificio. Yasmina Khadra scaraventa il lettore nel cuore di una follia in cui si perdono i confini tra vita, amore, morte e sopravvivenza. Un bagno al vetriolo da cui si esce sconvolti, un romanzo straordinario, che è anche un grandioso inno alla donna, da una delle più importanti voci del mondo arabo.
Hyok vive nel villaggio di Unsong, in Corea del Nord. È un ragazzino sveglio e vivace, un piccolo scavezzacollo che fa la vita di tutti i suoi coetanei: va a scuola, canta le canzoncine della propaganda di regime, viene obbligato a presenziare alle esecuzioni pubbliche, lavora, assiste alle più maniacali forme di repressione, viene punito per ogni cosa, anche per la sua passione per il disegno. Eppure non c'è dubbio, quello che l'onnipresente Kim-il-Sung, "Il Cervello Perfetto", "Il Sole", ha creato per loro è "Il Paradiso": lo ripete senza sosta la radio, bloccata sui programmi di Radio Pyongyang, lo ripetono a scuola i maestri e gli altoparlanti nelle piazze. Intanto, Hyok fa la fame. La sua classe si è dimezzata a causa della mortalità da denutrizione. Si mangia quello che si può e più spesso quello che non si dovrebbe: corteccia di pino bollita, erba, funghi tossici, a volte ratti. Il Paradiso ormai trabocca di "rondini", di bambini che cercano per terra briciole e chicchi di riso. Fino al giorno in cui, con la sua famiglia, Hyok non decide di scappare. Via, lungo il confine, verso un mondo sconosciuto che gli avevano insegnato a temere e disprezzare, in fuga dal Paradiso. Per conquistarsi quel che resta dell'infanzia. Per trovare davvero una vita.
"Come parlare degli innumerevoli romanzi del mondo? Quest'opera proverà a combinare tre prospettive distinte. Per prima cosa, il romanzo è per noi un fatto culturale, che ha ridefinito il senso della realtà, il fluire del tempo e dell'esistenza individuale, il linguaggio, le emozioni e i comportamenti. Romanzo come cultura, dunque; ma anche come forma, anzi forme, plurale, perchè nella sua lunga storia si incontrano le creature più sorprendenti e i confini stessi dell'universo letterario diventano incerti. Ma è proprio questa flessibilità che ha fatto del romanzo la prima forma simbolica mondiale: una fenice che ovunque si trovi sa riprendere il volo, e ha l'astuzia di azzeccare sempre il linguaggio giusto per i suoi lettori." (Franco Moretti).
Tania Velmans, storica dell’arte di fama internazionale specializzata nell’arte e nella civiltà di Bisanzio, è autrice di numerose opere sulle icone. In questo volume abbandona i panni della ricercatrice accademica per lanciarsi in un’opera narrativa che descrive il mondo delle icone attraverso le vicende di una immaginaria missione archeologica destinata a catalogare il patrimonio iconico mondiale. In questo modo, le emozioni, la bellezza dei paesaggi, gli incontri e le vicende umane si intrecciano con la teologia, la simbologia e la geografia delle icone, offrendo al lettore una sorta di viaggio sentimentale attraverso le reminiscenze artistiche e storiche dell’impero bizantino.
Tania Velmans, originaria della Bulgaria, è una storica dell’arte di fama mondiale. Specialista della storia e della cultura bizantina, insegna a Parigi, in Giappone e negli Stati Uniti. Per la San Paolo, ha scritto la voce Arte Bizantina per il Dizionario di Iconografia e arte cristiana.
Poco dopo aver completato Il Museo dell'innocenza, che aveva richiesto dieci anni per la costruzione e quattro per la scrittura, Orhan Pamuk viene invitato dall'università di Harvard a tenere le prestigiose Norton Lectures, ciclo di lezioni d'argomento letterario, artistico e poetico inaugurate nel 1926 da Gilbert Murray.
«Il Museo dell'innocenza sembrava un ritorno al mondo immaginario e personale del mio primo libro, Il signor Cevdet e i suoi figli. (...) Ma com'è noto, il posto a cui torniamo non è mai lo stesso da cui siamo partiti»: ripercorrendo la propria esperienza di scrittore e lettore - da sempre intrecciata e vicina alla teoria - il premio Nobel turco sceglie di dedicare le conferenze di Harvard ad una domanda apparentemente molto semplice: cosa ci succede quando leggiamo un romanzo?
Per ogni narrazione, Pamuk immagina un lettore «ingenuo» - così persuaso dalla finzione della storia da percepirla come reale - e un lettore «sentimentale» - consapevole di essere immerso in una costruzione della fantasia, come un sognatore che sa di star sognando. La forza del romanzo, il suo misterioso potere di affascinare, per Pamuk risiede nella possibilità che questi due lettori coincidano: l'ingenuo e il sentimentale non sono due persone diverse, sono due momenti necessari che il lettore attraversa quando si perde in un libro.
Romanzieri ingenui e sentimentali raggruppa le lezioni «in un insieme organico - scrive Pamuk - capace di riunire tutte le cose più importanti che so e ho imparato sul romanzo»: un viaggio personale e affascinante alla scoperta del potere dell'invenzione.
In questo secondo volume trovano posto quattro grandi romanzi della maturità dello scrittore: «La zia Julia e lo scribacchino» (1977), sospeso tra verità autobiografica e l'invenzione ispirata dagli sceneggiati radiofonici dell'eccentrico Raúl Salmón; «La festa del Caprone» (2000), incentrato sulla trentennale dittatura di Trujillo nella Repubblica Domenicana; «Avventure della ragazza cattiva» (2006), una storia d'amore moderna e antiretorica scritta sull'onda dei ricordi, segnata dai soggiorni in Europa dell'autore tra gli anni Sessanta e Ottanta; e, infine, «Crocevia» (2016), un affresco sociale che intreccia scandali sessuali e losche manovre politiche, ambientato a Lima verso la fine del XX secolo.
A un anno dalla morte dello scrittore brasiliano nato nello Stato di Bahia nel 1912, Mondadori raccoglie in due volumi, di cui questo è il secondo, i romanzi fondamentali che Amado che ha pubblicato tra il 1931 e il 1992: da "Il Paese del Carnevale" e "Cacao" a "Gabriella garofano e cannella", da "Dona Flor e i suoi due mariti" a "I turchi alla scoperta dell'America".
A un anno dalla morte dello scrittore brasiliano nato nello Stato di Bahia nel 1912, Mondadori raccoglie in due volumi, di cui questo è il primo, i romanzi fondamentali che Amado che ha pubblicato tra il 1931 e il 1992: da "Il Paese del Carnevale" e "Cacao" a "Gabriella garofano e cannella", da "Dona Flor e i suoi due mariti" a "I turchi alla scoperta dell'America".
Tra gli scrittori giapponesi che hanno riscosso in Italia il maggior successo negli ultimi cinquant'anni, il nome di Mishima Yukio si segnala non soltanto per il numero relativamente alto di opere tradotte, ma anche per la regolarità con cui i suoi romanzi e racconti sono apparsi nelle librerie italiane. Questo primo volume contiene: La leonessa; Colori proibiti; La morte di Radiguet; L'amore dell'abate di Shiga; Il Padiglione d'oro; Onnagata; La casa di Kyoko; Patriottismo.
I due volumi coprono gli anni dal 1949-1961 e dal 1962 al 1970. I racconti e i romanzi scelti sono fra i più rappresentativi della sua produzione e includono i capolavori che gli hanno assicurato il successo e che si possono considerare manifesti della sua concezione estetica. Ne sono argomenti essenziali, espressi in un linguaggio estetizzante e raffinatissimo, l'erotismo e l'omosessualità, il mito della forza, l'identificazione della bellezza con la morte e con la violenza. Ma i temi trattati dallo scrittore sono vari e molteplici, come testimoniano i racconti affiancati ai grandi romanzi: dalla cultura giapponese classica elegante e raffinata, alla letteratura occidentale, al teatro kabuki e ai suoi attori.