
"La memoria custodisce ciò che sceglie di custodire. Come il sogno, anche la memoria cerca di attribuire agli eventi un qualche significato." Aharon Appelfeld in questo libro autobiografico accetta infine il confronto con la propria memoria. Impresa dolorosa che scortica l'anima perché la sua memoria nasconde l'esperienza di un'infanzia spezzata dall'orrore della Storia, nasconde la solitudine di un bambino costretto a vagare da solo per mesi nei boschi con l'incubo di essere riconosciuto, nasconde il suo peregrinare per mezza Europa fino all'arrivo in Israele e il suo difficile inserimento in una nuova realtà. Appelfeld sfida il dolore e disseppellisce quei ricordi che per poter continuare a vivere aveva spinto nelle zone buie e cieche della propria memoria, ci racconta la lotta di un ragazzo che ricostruisce la propria identità a partire dallo sradicamento degli affetti, della cultura, della lingua.
Le lumache che vivono nel prato chiamato Paese del Dente di Leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente "lumaca". Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo, nonostante la disapprovazione delle compagne, intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinconico e una saggia tartaruga, a comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un'avventura ardita verso la libertà.
È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché "ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona - "Storia di una ladra di libri" è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito.
È il 1939 nella Germania nazista.
Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio.
Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero.
Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé.
Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda.
Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché «ai tedeschi piaceva bruciare cose.
Negozi, sinagoghe, case e libri», poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo.
Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura.
Ma i tempi si fanno sempre più difficili.
Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo.
E, al contempo, più vasto.
E il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché "ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona - "Storia di una ladra di libri" è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito.
È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché «ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri», poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto.
I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Nord. "Banco di aringhe a sinistra" stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti.
Perdere il favore di coloro da cui dipende la nostra stessa vita. Mordere la polvere quando si è conosciuto il fulgore degli altari. Non essere più amati. È il destino intollerabile che accomuna i protagonisti delle due novelle qui riunite: una dama del Settecento e un cane. E il dolore, il furore, il desiderio di vendetta non saranno meno violenti nell'animale che nella donna. Splendida, intelligente e ambiziosa, amica di Montesquieu e di Voltaire, amante del duca di Borbone, la marchesa de Prie sembra onnipotente e, soprattutto, intoccabile. Ma quando nel 1726 il duca di Borbone cade in disgrazia presso Luigi XV, per lei si spalanca, d'improvviso, il baratro di un esilio avvilente. Confinata in Normandia, rabbiosamente sola, Madame de Prie non può che tormentare il giovane amante, contemplare allo specchio il suo volto che sfiorisce - e progettare una morte degna dei fasti del passato. Le forze brutali - distruttive e autodistruttive - che solo l'orgoglio ferito e l'amore ripudiato sanno scatenare innervano anche il secondo racconto, dove a sperimentare la più tremenda delle perdite è Ponto, cane tirannico dapprima oggetto di una sfrenata passione e poi di colpo ignorato e bandito dal suo regno non appena la padrona resta incinta. Sagace nel suo odio, l'escluso preparerà la sua vendetta, suscitando nel lettore un'attesa angosciosa - e una suspense quasi hitchcockiana.
Il "postino solitario" è Bilodo, 27 anni, un ragazzo schivo, con pochi amici, appassionato e dedito al suo lavoro, lavoro che gli permette di trovare nelle vite degli altri quello che manca nella sua. Bilodo infatti è un postino indiscreto, per quanto assolutamente innocuo: apre, di notte, le lettere che dovrà distribuire il mattino successivo, e si immedesima nelle esistenze dei corrispondenti. Immagina, fantastica, sogna; si appassiona, si commuove, si arrabbia. Tra tutte, le lettere che più è ansioso di "ricevere", sono quelle di Ségolène, una donna misteriosa che vive in Guadalupa, e che manda degli "haiku"- i caratteristici componimenti poetici giapponesi - a Gaston Grandpré, una delle persone servite da Bilodo, che di Ségolène, in qualche modo, si è innamorato. Quando, a causa di un incidente, Gaston morirà, proprio sotto gli occhi di Bilodo, il giovane postino non riuscirà a rassegnarsi alla perdita di quei componimenti che ormai sente in qualche modo come "suoi", e si sostituirà a Grandpré nella corrispondenza con Ségolène. E non soltanto in quella.
Spagna, fine Ottocento. Alla Solariega, la grande casa di campagna della famiglia Ruiz de Peñafiel, tutti sanno che è impossibile tenere a bada la signorina Alba. Curiosa e intelligente, trascorre le giornate all'aria aperta, le gote arrossate dal vento della Sierra e l'orlo della gonna sempre inzaccherato. La botanica è la sua grande passione e perlustra le valli alla ricerca di fiori per la sua collezione, che cataloga in modo minuzioso. Alba ha ereditato l'amore per la natura dalla madre, che crede fermamente nell'emancipazione e nell'educazione femminile e vuole che le sue due figlie, costrette per tutto l'inverno al rigore di Barcellona, d'estate siano libere di coltivare i loro interessi. Un giorno alla Solariega giunge notizia dell'arrivo del botanico tedesco Heinrich Willkomm. Il famoso studioso sta lavorando a un libro destinato a rivoluzionare la botanica e vuole includere la flora locale. L'amore per la scienza che lui e Alba condividono si trasformerà ben presto in qualcosa di proibito, segreto e indimenticabile che, come il fiore che scopriranno insieme, avrà radici così forti e profonde da poter crescere anche tra le pietre. Ispirato alla vita della prima botanica spagnola, Blanca Catalán de Ocón, un inno alla vita, alla natura e a seguire i propri sogni.
È dura per un cane lupo vivere alla catena, nel rimpianto della felice libertà conosciuta da cucciolo e nella nostalgia per tutto quel che ha perduto. Uomini spregevoli lo hanno separato dal suo compagno Aukaman, il bambino indio che è stato per lui come un fratello. Per un cane cresciuto insieme ai mapuche, la Gente della Terra, è odioso il comportamento di chi non rispetta la natura e tutte le sue creature. Ora la sua missione - quella che gli hanno assegnato gli uomini del branco - è dare la caccia a un misterioso fuggitivo, che si nasconde al di là del fiume. Dove lo porterà la caccia? Il destino è scritto nel nome, e questo cane ha un nome importante, che significa fedeltà: alla vita che non si può mai tradire e anche ai legami d'affetto che il tempo non può spezzare.
Königsberg, 1813. Un noto medico viene chiamato d'urgenza dalla tenutaria del bordello più elegante della città perché aiuti due delle sue ragazze a partorire. Una ha un parto del tutto normale, mettendo al mondo una bambina, Henrietta. L'altra muore dando alla luce un bimbo che tutti immaginano morirà entro breve per la gravità delle sue condizioni di salute. Il piccolo invece dimostra da subito di possedere un'energia straordinaria, e sopravvive. I due bambini crescono insieme e tra loro si crea un legame strettissimo che non si spezza neppure quando, a dieci anni, vengono separati. Passeranno altri dieci anni fitti di avventure prima che si ritrovino e scoprano di amarsi di un amore straordinario, che nemmeno la morte riesce ad annientare.