
Sul palcoscenico più che moderno della Barcellona degli anni Ottanta dentro bar alla moda e per ramblas, si riuniscono alcuni intellettuali di mezza età che furono antifranchisti e vivono rannicchiati nelle pieghe dell’industria culturale e della fabbrica del consenso. Sullo sfondo, ma poi sempre più al centro, è la figura del protagonista, Rosell, un musicista la cui carriera era stata interrotta dal ripudio morale della dittatura, e della sua «ombra», il compositore Doria, che invece ha raggiunto la notorietà rifiutando ogni impegno e accettando il compromesso. È nei decenni che questo contrasto si articola, rappresentando i due personaggi antagonisti come in realtà l’uno alter ego dell’altro. Il racconto del pianista si articola in tre momenti, dalla Spagna degli anni Ottanta si ritorna indietro nel tempo, nella Barcellona anni Quaranta; Rosell è disorientato, reduce dalla galera franchista, mentre di Doria giungono dall’estero gli echi del suo successo e dei suoi contatti con il regime di Franco. I fili del racconto si chiariscono definitivamente con un nuovo salto indietro nel tempo. Siamo a Parigi nel 1936, i due amici vivono nell’ambiente delle avanguardie politiche culturali, ma le discussioni sull’arte e la musica vengono spazzate via dalla notizia della guerra civile in Spagna: è l’ora della scelta, il momento di decidere se essere tra «quelli che seppero smettere di essere franchisti in tempo e quelli che seppero essere antifranchisti in giusta misura e al tempo giusto». Il contrasto tra i due, il pianista costretto ad interrompere la propria carriera e il musicista che ha raggiunto il successo, si fa metafora di un bilancio politico e morale di un’epoca ambigua e di gravi dilemmi.
Un pianeta ostile alla vita che minaccia i suoi temporanei ospiti umani. Opera prima e unica di una scrittrice russa avvolta nel mistero, "Il pianeta dei virus", uscito negli anni Sessanta, è un romanzo breve di fantascienza sovietica, originale in quanto scevro da quelle tinte utopistiche e positiviste tipiche di una certa tendenza letteraria allineata al clima politico dell'epoca. Il romanzo è intriso di una profonda ispirazione metafisica, al punto che appare inevitabile accostarlo a un certo sapore horror marcatamente lovecraftiano, per altri aspetti molto vicino alle inquietanti ambientazioni di Solaris, dello scrittore polacco Stanislaw Lem.
Per tutta la vita Yukiko ha convissuto con un terribile segreto: la mattina del 9 agosto del 1945, prima che su Nagasaki fosse lanciata la bomba, ha ucciso il padre. In una lettera lasciata alla figlia dopo la morte confessa il crimine e rivela di avere un fratellastro. Ben presto si scoprirà che non è solo Yukiko a custodire segreti inconfessabili. I racconti personali si intrecciano con le vicende storiche: la seconda guerra mondiale in Giappone, i conflitti con la Corea, il terremoto del 1923. Le generazioni si susseguono ed emerge un ritratto lucido di una società, quella nipponica, piena di contraddizioni e legata alle sue tradizioni. Sullo sfondo, la natura, presenza costante e discreta, delicata ed elegante come la scrittura di Aki Shimazaki: il vento che accarezza una guancia, le nuvole in un cielo afoso d'estate, le lucciole che volano sopra un ruscello, il prato blu dei wasurenagusa, le camelie nel bosco a Nagasaki.
Per tutta la vita Yukiko ha convissuto con un terribile segreto: la mattina del 9 agosto del 1945, prima che su Nagasaki fosse lanciata la bomba, ha ucciso il padre. In una lettera lasciata alla figlia dopo la morte confessa il suo crimine e rivela di avere un fratellastro. Ben presto si scoprirà che non è solo Yukiko a custodire segreti inconfessabili. I racconti personali si intrecciano con le vicende storiche: la seconda guerra mondiale in Giappone, i conflitti con la Corea, il terremoto del 1923. Le generazioni si susseguono ed emerge un ritratto lucido di una società, quella nipponica, piena di contraddizioni. Sullo sfondo, la natura, presenza costante e discreta, delicata ed elegante.
Ucraina, ultimo anno di guerra. Sfuggito per un soffio alla deportazione, Edmond a diciassette anni è entrato in una banda di partigiani ebrei capeggiata dal carismatico Kamil. Gli addestramenti quotidiani, la vita comunitaria, le incursioni per procurarsi viveri e armi lo hanno irrobustito nella mente e nel corpo, facendo del liceale di buona famiglia, scombussolato dai primi turbamenti amorosi, un uomo pronto a fronteggiare la morte e - quel che per certi versi sembra ancora più difficile - le proprie radici e i ricordi: la fede degli avi, il distacco dai genitori e la distanza emotiva, l'indifferenza nei loro confronti nell'ultimo periodo trascorso insieme, che ora gli appare imperdonabile. Stare con i partigiani di Kamil - fra i quali spiccano per la luminosa umanità il vicecomandante Felix, nonna Tsirel, la cuoca Tsila, il gigante Danzig, che si occupa con infinita tenerezza di un trovatello, e tanti altri - significa riscattarsi, riguadagnare uno scopo che renda la vita sopportabile e degna di essere vissuta: proteggere i più deboli, salvarli, votarsi a loro con dedizione assoluta, dissipare almeno un poco la tenebra in cui il mondo sembra immerso. Dopo essersi temprato nella terra dell'acqua, una regione paludosa perfetta per la guerriglia contro gli occupanti tedeschi, il gruppo intraprende infine la lunga ascesa verso la vetta, il luogo ideale per mettersi in sicurezza e realizzare l'obiettivo più ardito: far deragliare i treni destinati ai lager, in attesa di poter tornare a casa.
Gli opposti caratteri e gli antagonismi tra un parroco e un sindaco in un paese al confine tra Francia e Svizzera, Lamotte. Un libro che, nel 1956, è stato alla base di un vero e proprio “caso”, tanto da far cadere su Giovannino Guareschi l’accusa di plagio per le somiglianze tra il suo Don Camillo e il romanzo di Helene Haluschka, scritto ben 25 anni prima. Le accuse furono subito ritirate ma le similitudini restano sorprendenti: anche ne Il parroco di Lamotte troviamo lo scontro senza tregua tra un parroco e un sindaco: in questo caso il parroco parla non con un crocefisso ma con la Madonna, mentre il sindaco, mangiapreti e fanatico sostenitore delle idee del suo partito, è socialista. Addirittura, anche in questo caso la campana della chiesa si mette a suonare mentre nessuno si trova nella chiesa e senza che lo stesso campanaro riesca a spiegarsi chi può essere stato. Proprio come Guareschi, Helene Haluschka fa muovere nel suo romanzo i personaggi dell’ambiente che conosce e in cui è vissuta, ricreando quel “mondo piccolo” tipico dello scrittore della Bassa.
La storia di un anziano viaggiatore che, perso il treno, si mette alla ricerca di un controllore che non individuerà mai. Obbligato a un soggiorno imprevisto, costretto a mendicare in un'anonima cittadina e a imbattersi nelle più disparate individualità umane, non perderà mai la propria integrità morale e la gioia della scoperta. Coraggiosa, sapientemente scritta e orchestrata tra il detto e il celato, l'ipotetico e l'ovvio, forte di una lingua ricercata, l'opera di Bayal è un insieme di tasselli conducenti dal paradosso a una certezza universale: la via per la redenzione è sempre un percorso vitale costellato di tappe nei meandri oscuri dell'universo 'uomo'.
Calcutta, 1916. Una locomotiva infuocata squarcia la notte portandosi dietro un carico di morti innocenti mentre un giovane tenente inglese sacrifica la vita per salvare due gemelli neonati, un maschio e una femmina, inseguiti da un tragico destino. Calcutta, 1932. Ben, il gemello maschio, compie sedici anni e festeggia l'inizio della sua vita adulta, il giorno in cui dovrà abbandonare l'orfanotrofio. Festeggia anche l'ultimo giorno della Chowbar Society, un club segreto formato da sette orfani che per anni si è riunito in un antico edificio in rovina, il Palazzo della Mezzanotte. Ma il passato bussa alla porta. Una bellissima ragazza, la sorella gemella Sheere, entra nel palazzo e inizia a raccontare una storia d'amore, morte, pazzia e vendetta che come un'ombra nera si proietta sul futuro del fratello. Le braci dell'incendio di sedici anni prima ricominciano ad ardere...
Russia, 1915. Georgij Jachmenev è figlio di un contadino e ha solo sedici'anni quando salva un membro della famiglia imperiale da un attentato. Dall'"izba" di legno nel remoto villaggio rurale di Kasin al Palazzo d'Inverno il passo è breve. Georgij diventa la guardia del corpo di Aleksej Romanov, l'unico figlio maschio dello zar Nicola II, destinato a ereditare il trono. Nei sontuosi corridoi del Palazzo d'Inverno, ornati di malachite e oro zecchino, Georgij diviene l'ombra fedele dello zarevic e assiste impotente alle ambigue trame di Rasputin, alle incertezze fatali dello zar, ai presagi della disfatta che presto travolgerà il regime. E soprattutto incontra l'amore della sua vita. Più di mezzo secolo dopo, la donna che da molti anni è sua moglie e si fa chiamare Zoja sta morendo in un ospedale di Londra. Georgij ripensa al loro amore indissolubile ma segnato dall'esperienza dell'esilio e dal peso di un segreto mai tradito.
L'ispettore Ding Gou'er è sulle tracce di un orrendo traffico che consente ad alcuni selezionati ristoranti di offrire ai propri clienti un cibo prelibatissimo: la carne di neonato. Inviato a Jiuguo per verificare la fondatezza delle anonime accuse ricevute in Procura, Ding è costretto a continue libagioni nei banchetti ufficiali a cui è invitato dalle autorità locali, e, obnubilato dai fumi dell'alcol, non riesce mai a capire se quanto gli viene imbandito è veramente carne umana o una presentazione ad effetto frutto della manipolazione di altri ingredienti: le braccine che gli vengono offerte come leccornia si rivelano gambi di fiori di loto abilmente modellati dal coltello del cuoco. Nelle indagini trova antagonisti e compagni, non sempre fidati, e incontra una serie di incredibili personaggi, dalla seducente autista di camion al diabolico nano imprenditore, dal boss locale alla responsabile dell'Accademia di cucina che insegna a cucinare gli ornitorinchi, dal guardiano del Cimitero dei martiri rivoluzionari al venditore ambulante di ravioli, una fantasmagoria di personaggi che spesso sfumano nel fantastico e nel demoniaco. Nei dieci capitoli dedicati all'inchiesta, sono incastonati uno scambio epistolare tra l'autore e un aspirante giovane scrittore esperto di distillazione di alcolici, e un suo racconto breve con personaggi e vicende che rimandano o echeggiano la narrazione cornice: si viene cosí a creare un gioco di specchi tra realtà e finzione.
Damasco, primi anni '80. Una donna va verso un'auto, il suo compagno, un agente segreto, tenta di raggiungerla, e porta in braccio una bambina, tentando di proteggerla. La donna mette in moto l'auto, che esplode, inaspettatamente. Lei muore, il suo compagno si ritrova in terra, con il suo corpo protegge sua figlia, miracolosamente illesa. Ma è costretto ad abbandonarla presso l'ambasciata svedese, per salvarla. Bruxelles, trent'anni dopo. Klara Walldéen - assistente di una nota parlamentare europea - entra in possesso di informazioni sensibili e riservatissime. È in pericolo, quei file riservati e trafugati non devono per nessun motivo essere diffusi. E chi ne è a conoscenza deve essere eliminato. Sempre a Bruxelles, un giovane e rampante lobbista senza scrupoli, George Loow, riceve un incarico da una misteriosa e ambigua società americana: raccogliere informazioni su Klara Walldéen e il suo ambiente di lavoro. Tre personaggi coinvolti in una tela di ragno che pure contribuiscono, involontariamente, a tessere, da cui sembra impossibile liberarsi e che può costare la vita. Tre personaggi legati da fili oscuri, vincoli di sangue e di interesse che devono decifrare per sopravvivere. Forse. "Il nuotatore" non è solo un thriller serrato. È il conflitto di uomini e donne con il proprio passato e la ricerca di un riscatto. È il ritratto di una classe politica europea meschina e affaristica; e, soprattutto, è la storia di una donna, Klara, del suo coraggio e della sua sfacciata libertà.