
Hisham Matar aveva diciannove anni quando il padre fu rapito in Egitto e portato in una prigione libica. Non lo avrebbe mai più rivisto. E non avrebbe mai saputo nulla della sua sorte. Era stato giustiziato? Oppure no? Trentatré anni dopo Hisham, con la caduta di Gheddafi, può finalmente rientrare in Libia dopo un lungo esilio. Può incontrare amici e parenti, e grazie a loro ricostruire l'immagine ormai sbiadita del padre, cercando di scendere a patti con il dolore della sua assenza. Un viaggio lucido e struggente attraverso i luoghi di una memoria privata intrecciata a doppio filo con la storia libica del ventesimo secolo, che è anche la nostra. Un toccante racconto di perdita, amore e speranza.
"Il ritorno del giovane principe" è un libro per tutti e per tutte le età. È una storia semplice e poetica che ho scritto con lo scopo di trasmettere le esperienze e le conoscenze di cui ho fatto tesoro nella mia vita. Per me la vita è una splendida opportunità di accrescimento spirituale in cui bisogna saper preservare l'innocenza di quando si era bambini e al tempo stesso chiedersi cosa si può fare contro le grandi ingiustizie, la sofferenza, il male nel mondo... Questo piccolo libro, che ho scritto in un periodo buio, cerca di dare delle risposte. L'ho scritto per un ristretto gruppo di amici e di persone a me care, ma in seguito, grazie al loro entusiasmo, ho deciso di offrirlo a un pubblico più ampio. E la pronta risposta dei lettori mi ha confermato nella mia idea che fosse giusto condividere le esperienze che avevo vissuto e gli insegnamenti che ne avevo tratto. "Il ritorno del giovane principe" ha avuto il potere di trasformare la mia vita in un momento difficile e di traghettarmi verso un futuro più felice e mi auguro che possa allietare chiunque lo legga."
Alison vive ancora nella piccola cittadina dell'Irlanda del Nord dov'è nata, lavora nell'agenzia immobiliare del padre e spera che il suo secondo matrimonio rappresenti finalmente la svolta che sta cercando da anni. Sua sorella Liz, che ha preso le distanze dalla famiglia e vive a New York, torna a casa per le nozze di Alison prima di proseguire il suo viaggio alla volta di un'isola al largo della Papua Nuova Guinea: lì, nelle sue vesti di antropologa, dovrà realizzare un documentario su una religione di recente fondazione. Ma la vita delle due sorelle sta per subire un nuovo scossone: Alison scoprirà che il nuovo marito ha un passato al quale non si può sfuggire, mentre Liz, immersa in una foresta pluviale, si troverà sempre più coinvolta nel mondo di Belef, la misteriosa donna a capo del culto. Sapientemente costruito lungo due assi paralleli, "Il ritorno degli dei" affronta alcune grandi ossessioni dell'immaginario contemporaneo: l'inutilità di ogni fuga dal passato, l'esigenza dí fare i conti con un'eredità difficile, la ricerca di nuove divinità e di una fede che possa sovvertire le leggi della ragione e della scienza.
"Fra gli eteronimi di Pessoa, quello di Antonio Mora resta fra i meno noti e più problematici. Si tratta infatti del personaggio di cui lo scrittore portoghese si serve per fondare e insieme sondare la poetica di due dei suoi eteronimi più famosi, Alberto Caeiro e il suo discepolo Ricardo Reis. Allo stesso modo di Reis, anche Mora viene presentato come discepolo di Caeiro; ma mentre Reis - scrive Pessoa in un abbozzo di prefazione all'edizione, mai realizzata, della sua opera - "ha intensificato e reso artisticamente ortodosso il paganesimo scoperto da Caeiro", il compito di Antonio Mora "è di provare definitivamente la verità, metafisica e pratica, del paganesimo". "Il ritorno degli dèi" viene concepito da Pessoa proprio come prefazione all'opera di Alberto Caeiro e rappresenta, pur nella sua inevitabile frammentarietà, una critica feroce del cristianesimo, sulla scorta certamente della filosofia di Nietzsche, ma con l'ambizione di superarla, di andare ancora oltre quel suo "sapore cristiano che non può ingannare". Del resto, il parallelismo con Nietzsche non si limita a questo; come il filosofo tedesco era morto all'interno di una clinica psichiatrica, Antonio Mora si trova internato, a causa del suo squilibrio mentale, in una casa di cura di Cascáis." (Paolo Collo)
Se vuoi intraprendere questo viaggio apri bene gli occhi, respira profondamente e dimenticati della velocità del mondo. Stai per imboccare la strada che ti condurrà a Sant'Ireneo di Arnois, un universo dove le persone sono più buone e la vita è più bella, dove il frastuono e la frenesia non arrivano e dove finalmente avrai il tempo per godere a pieno delle piccole gioie quotidiane. Proprio a Sant'Ireneo approda la signorina Prim, una trentenne coltissima che sotto l'apparenza razionale e lo spirito indipendente nasconde le debolezze e le contraddizioni di un animo sensibile e passionale. Spinta dal desiderio di scappare dai ritmi dell'ufficio, dalle interminabili giornate tutte uguali, avvelenate da sorrisi sarcastici e occhiate malevole, dopo aver letto sul giornale l'annuncio di un posto di lavoro come bibliotecaria a casa di un "gentiluomo", si è infatti convinta che l'occasione per cambiare passo sia finalmente arrivata. Quando però si presenta a casa del suo nuovo principale, una sorta di orgoglioso e affascinante Mr Darcy che con metodi assolutamente non convenzionali insegna ai bambini del paese, si rende conto di non essere preparata a fronteggiare una realtà così distante dalla sua tradizionalissima formazione. Le regole e le abitudini di questo paese, così come i suoi anticonformisti e arguti abitanti, aiuteranno la signorina Prim a ristabilire un contatto con la bellezza delle piccole cose e la accompagneranno lungo un cammino di crescita personale...
Ringo, una ragazza che lavora nelle cucine di un ristorante turco di Tokyo, rientra una sera a casa con l'intenzione di preparare una cena succulenta per il suo fidanzato col quale convive da un po'. Con suo sommo sgomento, però, scopre che l'appartamento è completamente vuoto. Niente televisore, lavatrice, frigorifero, mobili, tende, niente di niente. Spariti persino gli utensili in cucina, il mortaio di epoca Meiji ereditato dalla nonna materna, la casseruola Le Creuset acquistata con la paga del suo primo impiego, il coltello italiano ricevuto in occasione del suo ventesimo compleanno. È, soprattutto, sparito il fidanzato indiano, maître nel ristorante accanto al suo, un ragazzo con la pelle profumata di spezie. Lo choc di Ringo è tale che resta impietrita al centro della casa desolatamente vuota, la voce che non le esce più dalla bocca. Decide allora di ritornare al villaggio natio, dove non mette più piede da quando, quindicenne, è scappata di casa in un giorno di primavera. Là, appartata nella quiete dei monti, matura il suo dolore. Una mattina, però, osservando il granaio della casa materna, Ringo ha un'idea singolare per tornare pienamente alla vita: aprire un ristorante per non più di una coppia al giorno, con un menu ad hoc, ritagliato sulla fisionomia e i possibili desideri dei clienti.
«La dottrina liberale ha rappresentato dalle sue origini la forma più avanzata della cultura democratica e ciò che più ci ha consentito di difenderci dall'inestinguibile "richiamo della tribù". Questo libro cerca di contribuire con un granello di sabbia a questo indispensabile compito». Così scrive Mario Vargas Llosa spiegando il titolo di questo libro. Ad essere protagoniste qui sono le letture che hanno forgiato il suo modo di pensare e vedere il mondo negli ultimi cinquant'anni. È una cartografia dei pensatori liberali che lo hanno aiutato a sviluppare un nuovo corpus di idee dopo il grande trauma ideologico determinato dal disincanto verso la Rivoluzione cubana e dall'allontanamento dalle idee di Sartre. Adam Smith, José Ortega y Gasset, Friedrich von Hayek, Karl Popper, Raymond Aron, Isaiah Berlin e Jean-François Revel furono di enorme aiuto a Vargas Llosa durante gli anni del suo disagio intellettuale, mostrandogli altre tradizioni di pensiero che privilegiavano l'individuo di fronte alla tribù, alla nazione, alla classe o al partito, e che difendevano la libertà di espressione come valore fondamentale per l'esercizio della democrazia.
Figlio di un influente proprietario terriero della Virginia, Augustus Mungo St. John ha sempre dato per scontati la ricchezza e il lusso in cui è vissuto grazie ai privilegi di cui godeva la sua famiglia. Finché non riceve la notizia che il padre è morto e, una volta tornato a casa dall'università, scopre che il subdolo Chester Marion, l'amministratore della piantagione, li ha mandati in rovina e si è appropriato con l'inganno della sua eredità e di tutto ciò che gli spetta di diritto. E come se non bastasse ha costretto Camilla, la giovane schiava di cui lui è innamorato da sempre, a diventare sua amante. Spinto dalla rabbia e dall'amore, Mungo giura di vendicarsi e da quel momento in poi dedica la propria esistenza a salvare Camilla... e a distruggere Chester. Mentre Camilla, che in quanto schiava non ha modo di sottrarsi alle angherie del suo brutale padrone, deve piegarsi al proprio destino e imparare a sopravvivere come può, Mungo lotta contro ogni sorta di avversità, spinto dalla sete di vendetta e dalla volontà di riconquistare il proprio status. Ma fino a che punto sarà disposto a spingersi per ottenere ciò che desidera?
Siamo sull'isola di Creta. Un Icaro undicenne arriva nella scuola di Cnosso causando non poco scompiglio. Cacciato dal maestro, fa però breccia nel cuore dei suoi compagni. Icaro è figlio di Dedalo, geniale architetto, scultore e inventore al servizio del re Minosse. Dopo aver costruito il palazzo reale e aver reso l'isola più bella e confortevole, Dedalo sta ora progettando un misterioso labirinto. Non sa a cosa servirà, sa solo che Minosse ha fretta di vederlo completato. Intanto Icaro e i suoi amici passano le giornate alle prese con avventure appassionanti e a volte pericolose, imprese insensate e proprio per questo divertenti e racconti fantastici prodotti dall'inesauribile fantasia del ragazzo. Questo finché lui non perde la testa per Arianna, figlia ribelle di Minosse che vive rinchiusa in una torre del palazzo. Per il re, infatti, Arianna è una grande ricchezza perché presto sarà pronta per essere data in sposa a un principe di qualche altro regno. Mentre i due innamorati si ingegnano prima a comunicare tramite gli uccelli - dei quali entrambi conoscono la lingua - e poi iniziano a frequentarsi grazie a un passaggio segreto che conduce alla torre, Minosse sta preparando una brutta sorpresa per i suoi sudditi... Età di lettura: da 12 anni.
Tomás ha dodici anni, anche se non ne dimostra più di otto. E un po' lento e un po' impacciato e di solito non parla molto. Non perché non abbia niente da dire, ma è come se le parole rimanessero intrappolate dentro di lui. E poi le parole sono come frecce: vanno e vengono, feriscono e uccidono. Per questo lui preferisce registrarle, soprattutto quelle degli adulti, così non possono sfuggirgli. Suo papà, Juan, non vorrebbe che lo facesse, perché "insidia la privacy". Ma ci sono già talmente tante cose che Tomás non può fare... E per via del cuore, che è più debole di quello degli altri. Non può correre, non può agitarsi, non può fare sforzi. Non può nemmeno far tornare indietro il tempo a quando la mamma era ancora viva. Suo papà non parla mai di lei. Forse ha troppo da fare con il suo lavoro di cardiochirurgo e non ha tempo per le chiacchiere. Ma quando lui non parla è come se si spegnesse la luce e ognuno rimanesse al buio, smarrito nel suo angolino. Silenzi neri, non pieni di luce come quelli di Alma, la moglie di Juan, che riempiono lo spazio invece di svuotarlo. A volte lei e Tomás fanno cose che papà non approverebbe, come mangiare la torta con le mani e leccarsi le dita. Alma è l'unica che può capire perché lui adesso deve fare le sue ricerche. Deve scoprire dieci cose sulla mamma, e dopo tutto sarà più chiaro. La prima l'ha già scoperta. Gliene mancano nove.
Quando nel 1942 raggiunge il fronte di guerra, Solzenicyn ha la mente e il cuore pieni di progetti eroici e rivoluzionari, ma non immagina il vertiginoso itinerario che lo aspetta: ufficiale comandante di un'unità, condannato per attività antisovietica a 8 anni di lager e al "confino a vita", ammalatosi di cancro e infine riabilitato nel 1957. A parte la malattia, era stata questa la sorte anche di milioni di altri sovietici. Questo l'antefatto, senza il quale non si capisce l'improvvisa, clamorosa irruzione nella letteratura mondiale, con "Una giornata di Ivan Denisovic" e poi, via via, "Arcipelago Gulag" e i grandi romanzi, di un narratore di tale portata. Ma neanche si spiegherebbe la sua vigorosa ed efficace attività sociale e pubblicistica, espressa in saggi e interventi. Jaca Book ne ha seguito gli sviluppi fin dall'inizio, nel 1967, diffondendo nel mondo i documenti della battaglia per la libertà della letteratura. Presentando ora questi testi, per la prima volta tradotti dalle versioni definitive, della sua più fervida stagione pubblica, quella del "ritorno del respiro e della coscienza", Jaca Book integra l'ideale ritratto di un gigante della storia culturale e sociale del suo Paese. Un cahier di fotografie dall'Archivio della famiglia ne restituisce anche visivamente la straordinaria vicenda.
"Il respiro del buio" comincia con un viaggio in treno, alcune centinaia di chilometri che sanciscono l'ingresso in una nuova vita. Il servizio militare in Cecenia è finito, è tempo di tornare, ma per il protagonista la parola ritorno ha perso significato. È un altro uomo quello che arriva alla stazione di Bender, e un'altra è la città che lo accoglie: identica a un primo sguardo, eppure diversa. Rinchiuso nel suo appartamento, solo con le sue armi importate illegalmente dalla Cecenia, Nicolai vive il suo "dopoguerra" di solitudine, ansia, paura. E, soprattutto, odia. Odia gli edifici, le strade, l'umanità "pacifica" che gli appare fasulla, intollerabile nella sua pretesa di civiltà. Per provare a fare i conti con le atrocità subite e commesse, decide allora di intraprendere un nuovo viaggio, verso il luogo che rappresenta l'unico ritorno possibile: la Siberia. Immerso nella natura, nel silenzio, guidato dalla saggezza del nonno, sembra trovare una vita semplice e quieta. Ma un passato così pesante non si cancella con il silenzio, e neppure con la determinazione, e quella che sembra una possibilità di riscatto può rivelarsi in ogni momento una trappola che inverte la corsa e riporta al punto di partenza. Così, può succedere che un impiego in una ditta di sicurezza privata a San Pietroburgo si trasformi in una nuova guerra, più nascosta e apparentemente meno violenta rispetto a quella combattuta in divisa, eppure, se è possibile, ancora più pericolosa. Una guerra che fa le sue vittime nelle strade e nelle piazze...

