
Due storie di famiglie parallele, ma destinate a incontrarsi. Quella del Maestro, giovane anarchico che arriva da Sapri, alla fine dell'Ottocento, per insegnare in un paesino della Toscana, dove si stabilirà avendo dalla vedova Bartoli numerosi figli dai nomi emblematici: Ideale, Libertà e Cafiero. E quella di Rosa e Ulisse Bertorelli, commerciante di maiali, da cui nasceranno Annina e Achille. L'amore tra Annina e Cafiero è solo un momento dell'intreccio di vicende pubbliche e private, realistiche e fantastiche, che l'autore costruisce in questo romanzo, epopea di drammi e di ideali, di personaggi all'altezza dei grandi sommovimenti della storia.
A vederlo da lontano, Belcolle sembra un paese da cartolina, una barca arenata su una montagna verde, e sullo sfondo il mare di Cefalù. Ma da vicino è ben altra cosa: d'inverno è gelido e nevoso, e per tutto l'anno è abitato da persone taciturne e diffidenti, "genti di montagna". Son cinque anni che il maresciallo Antonio Brancato, "un omo preciso al quale piaciva che tutto stava al posto indovi doviva stare", è a capo della Stazione dei Carabinieri di questo isolato paesino siciliano. Cinque anni non facili, ma durante i quali il maresciallo Brancato è riuscito a guadagnarsi la confidenza e la stima dei belcollesi. Forse addirittura troppo, infatti ormai tutti lo cercano, anche a sproposito, per ogni problema...
La figura della madre, Lisa, spicca già nella narrazione "Lettera alla madre sulla felicità", apparsa nel 1995. In quell'opera lo scrittore, fatto oggetto di persecuzioni per le sue scoperte sul mostro di Firenze, si rivolgeva alla madre, con lettere mai spedite, per salvarsi psicologicamente. Lisa muore un anno e mezzo fa. Per lo scrittore il senso di sradicamento è assoluto, insopportabile. Bevilacqua torna a rivolgersi alla madre, sicuro che lei possa ascoltarlo, da oltre il confine ultimo della vita. Queste pagine ripercorrono i momenti di un'umana avventura che vide madre e figlio sempre complici, legati da un amore appassionato e scabroso, drammatico e dolcissimo.
C'è una filosofia che parte dalla Grecia e passa per Napoli. Una filosofia che ha due principi cardine: l'amore e l'ironia. È la filosofia di Bellavista che Luciano De Crescenzo ha accolto e fatto crescere in tanti anni di discorsi e riflessioni. E che ha condensato in queste pagine di pensieri in forma di aforisma. A quasi trent'anni da «Così parlò Bellavista» l'ex ingegnere dell'IBM è diventato un saggio che non si prende sul serio, un moralista indulgente e innamorato della vita. In questo libro ha raccolto la sua filosofia in 365 pensieri: pillole agrodolci da leggere una al giorno o tutte insieme.
All'amministratore delegato di una importante azienda viene diagnosticato un tumore in metastasi avanzata. Non si potrebbe operare, ma un chirurgo famoso lo fa lo stesso. Salvo parcheggiare il paziente in terapia intensiva quando l'operazione non riesce. Tra quest'uomo ormai menomato, incapace di comunicare, in attesa della morte, e il medico di terapia intensiva che deve prendersi cura di lui, comincia un rapporto tormentato e umanissimo che l'autore descrive nei dettagli più personali, suddividendo il romanzo in capitoli, uno raccontato in prima persona dal malato, l'altro dal medico. L'autore è direttore di divisione di anestesia e terapia intensiva all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Roma, aprile 1515. Nelle giornate turbinose che precedono l'ingresso dell'Italia nella Prima guerra mondiale l'ex commissario di polizia Giovanni Sperelli viene coinvolto nelle indagini su un fatto di cronaca che, in un clima meno carico di tensione e sospetto, sarebbe passato quasi inosservato: la scomparsa di un anonimo studente russo domiciliato in una pensioncina di terz'ordine. Sperelli, fratellastro del dannunziano Andrea e già protagonista di Quel treno da Vienna, si trova così a indagare su un complesso caso di spionaggio internazionale connesso al devastante conflitto in cui, di lì a poco, tutto il Paese verrà precipitato. Pubblicato per la prima volta negli anni Ottanta, Il fazzoletto azzurro è un giallo coinvolgente e raffinato, in cui una trama ricca di suspense e perfettamente congegnata si unisce a una rigorosa quanto evocativa ricostruzione della vita della borghesia romana del primo Novecento.
In questo giallo storico è possibile trovare un detective davvero eccezionale: Dante Alighieri. Proprio il sommo poeta che, in questo primo episodio della sua inedita carriera di investigatore, viene coinvolto in un complotto dalle proporzioni inimmaginabili nella Firenze del Trecento.
Un templare che, sulla strada per Roncisvalle, affida a un prode cavaliere una misteriosa quanto preziosa missione. Un trovatore provenzale in cerca di ispirazione per i suoi poemi. Un tribuno romano impegnato in un avventuroso viaggio sulla regina delle strade, la via Appia.
Dopo essere stato ferito nel corso di una sparatoria, il commissario Vincenzo Collura, detto Cecè, decide di trascorrere un periodo di convalescenza su una nave da crociera. Ma non fa in tempo a godersi il riposo, che anche in vacanza si trova a indagare su una serie di piccoli e divertenti gialli, aiutato da un fedele collaboratore. Tra finti cantanti, fantasmi che appaiono misteriosamente in una cabina, scambi di gemelle, cadaveri sconosciuti, bische clandestine e furti di preziosi gioielli, Cecè si trova ancora una volta a dover fare affidamento sul suo prezioso fiuto, dote che ha in comune con la più celebre creatura di Camilleri, quel Salvo Montalbano che gli è illustre collega.
Un giornalista scrittore che vive da anni all'estero torna per capire l'Italia che TV e giornali non sanno raccontare. L'attraversa da nord a sud e, tra reportage e memoria personale, traccia undici ritratti esemplari: la Nazionale Italiana Maschere. Oltre al caso che dà il titolo all'opera, la vicenda di un'avvocatessa disposta a tutto pur di fare una comparsa in televisione, gli incredibili fatti di "cronaca" partoriti dall'immaginazione di Romagnoli rappresentano altrettanti vizi nazionali, eterni perché propri della natura italica, oppure di fresca attualità perché emergenti dagli sviluppi della storia contemporanea: eroi di una farsa che l'autore nobilita in commedia, con il sospetto che possa un giorno sfociare in tragedia.
Zelda Sayre nasce nell'aprile dell'anno 1900. Nel luglio del 1918, a una festa da ballo in cui è contesa da cavalieri come la più corteggiata fanciulla d'Alabama, conosce un giovane ufficiale: Francis Scott Fitzgerald. È un amore totale, geloso e tormentato fin da principio. I due si sposeranno nel 1924, pochi giorni dopo la pubblicazione del suo primo romanzo di successo. Ma la vita di questa coppia baciata dalla bellezza e dal successo è segnata dall'ombra lunga della follia di Zelda, e da quella della disperata insoddisfazione di Fitzgerald. Una coppia diventata parte integrante del mito dei "ruggenti anni Venti".

