
Tripoli, anni Sessanta. Quella dell'irrequieto Mike Balistreri è un'adolescenza tumultuosa come il ghibli che spazza il deserto. Sullo sfondo della Libia postcoloniale, gli anni giovanili di Mike sono segnati da due atroci morti irrisolte, da due amori impossibili, dal coinvolgimento in un complotto contro Gheddafi e da un patto di sangue che inciderà a fondo sia la pelle che l'anima a lui e ai suoi tre migliori amici. Roma, settembre 1982. Il giovane commissario Balistreri di notte si stordisce con il sesso, l'alcol e il poker e di giorno indaga svogliatamente sulla morte di Anita, una studentessa sudamericana assassinata al suo arrivo nella Capitale. Per un debito di gratitudine, è anche costretto a vegliare sulla scapestrata Claudia Teodori, che sembra lanciata verso una luminosa carriera di starlette. Ma le morti di oggi e quelle di ieri sono legate da un filo invisibile, seguendo il quale Michele Balistreri sarà costretto a calarsi nelle zone più buie del suo passato, quei giorni "di sabbia e di sangue" con cui non ha mai chiuso i conti, in un cammino lungo il quale l'amore, l'amicizia e gli ideali si scontreranno con la ricerca di verità dolorose, nell'impossibilità di distinguere chi tradisce da chi è tradito. Alla fine sarà il disperato eroismo di una ragazza a condurlo per mano fino alle radici del male.
Nel placido paese a bordo lago ci si prepara a festeggiare il Natale, l'aria è carica di una promessa di neve e gli adulti sono al riparo dal freddo e dai dubbi, confortati dalle loro certezze esistenziali. "Perché se Babbo Natale esiste nessuno l'ha mai visto?": dalla fatidica domanda di Tom, un ragazzino curioso che non si accontenta delle risposte evasive dei suoi genitori, prende avvio il racconto di Vitali, che illustra il mondo dei grandi, impacciati e non sempre all'altezza del loro ruolo di educatori. Così Tom e i suoi compagni decidono di cercare la verità per conto proprio, e la vicenda assume risvolti fantasiosi, a tratti comici, fino alla felice soluzione in cui i dubbi infantili trovano le loro risposte, i conflitti si risolvono e ogni cosa torna al suo posto. I personaggi che il lettore incontra tra le pagine del racconto sono caratterizzati con rara maestria: le petulanti e spigolose Stecchetti, madre e figlia; la giovane cameriera che si rivela molto più smaliziata degli investigatori; un maresciallo dei carabinieri che pare uscito da un racconto di Mario Soldati; fino al direttore Remedio Imperio, animo sensibile e poetico, che si diletta a scrivere storie per i bambini, quasi fosse l'alter ego dell'autore. Da attento osservatore, Andrea Vitali rileva dei suoi personaggi ogni minima contraddizione, fragilità e meschinità. Regalandoci un nuovo episodio della sua "commedia umana", si conferma un grande narratore di piccole storie.
Frate Matthew è costretto a lasciare il convento di Saint Albans per aver dato ospitalità a una donna accusata di stregoneria. Lo attende un lungo viaggio attraverso l'Europa sino alla valle che oggi chiamiamo di Gressoney. Porta con sé una sinistra profezia che riguarda la piccola comunità walser di Felik. E quando giunge ai piedi delle montagne di ghiaccio, si accorge che una strana atmosfera regna su quel villaggio, dove il cuore di tutti sembra essersi inaridito... Milano, 1226. Lasciate alle spalle quelle aspre montagne, Matthew giunge sino a Milano, dove ritrova un po' di quiete a San Simpliciano. Ma sarà proprio l'abate di quel monastero ad affidargli un difficile incarico: investigare sul ritrovamento del cadavere di una giovane donna...
Una redazione raccogliticcia che prepara un quotidiano destinato, più che all'informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata (o allucinato per una Milano normale), ricostruisce la storia di cinquant'anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell'ombra Gladio, la P2, l'assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la Cia, i terroristi rossi manovrati dagli uffici affari riservati, vent'anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati sino a che una trasmissione della BBC non prova che sono veri, o almeno che sono ormai confessati dai loro autori. E poi un cadavere che entra in scena all'improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un'esile storia d'amore tra due protagonisti perdenti per natura, un ghost writer fallito e una ragazza inquietante che per aiutare la famiglia ha abbandonato l'università e si è specializzata nel gossip su affettuose amicizie, ma ancora piange sul secondo movimento della Settima di Beethoven. Un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia che si svolge nel 1992 in cui si prefigurano tanti misteri e follie del ventennio successivo, proprio mentre i due protagonisti pensano che l'incubo sia finito.
Nelle "Novelle per un anno", che Pirandello iniziò a riunire in volume nel 1922, lo sguardo penetrante dello scrittore agrigentino si annida nel grigiore della normalità, nell'esistenza quotidiana, squarcia le cortine del perbenismo, frantuma le rigide maschere che nascondono i veri, incerti lineamenti, si muove in una varietà multiforme di ambienti, sonda le profondità della psiche, incrina le false certezze. E libero, imprevedibile come la vita, mosso dal suo particolare umorismo, trascrive, senza aderire a moduli esterni, la sofferenza dell'individuo destituito di ogni orgoglio, in confitto con se stesso e con gli altri, disorientato da una sorte sempre mutevole. Il volume riunisce le raccolte di novelle "Scialle nero", "La vita nuda", "La rallegrata", "L'uomo solo", "La mosca", "In silenzio", "Tutt'e tre", "Dal naso al cielo", "Donna Mimma", "II vecchio Dio", "La giara", "II viaggio", "Candelora", "Berecche e la guerra", "Una giornata".
Un sacrificio a Satana con un piano studiato fin nei minimi dettagli e in nome di un'inspiegabile devozione al maligno. Cosa hanno in comune Elena, Vanessa e Samantha? Un legame morboso - quasi un patto di sangue -, l'eterna noia di giornate tutte uguali, la tentazione di tingere di nero le proprie vite, fino al desiderio di uccidere. Quando Vanessa torna in paese, dopo otto anni, i dolorosi ricordi legati a quella tragica sera riemergono con violenza, scatenando l'inferno nella sua mente. Strapparsi di dosso quell'orrenda colpa sembra impossibile. Silvia è più piccola delle tre ragazze, ma frequenta lo stesso istituto, lo stesso bar, a volte anche la stessa compagnia. È un comune amico a coinvolgerla un giorno in una seduta spiritica, in cui sarà evocata l'anima della suora uccisa. La vita di Silvia, la sua adolescenza, i suoi rapporti familiari si intrecciano pericolosamente con la vicenda di Elena, Vanessa e Samantha. Domande ossessive e inquietanti riempiono le pagine del suo diario: cosa può averle spinte a compiere un gesto tanto efferato? Avrebbe potuto commettere anche lei quel delitto? In una sorta di identificazione con le carnefici, Silvia rivive un episodio macabro e ai limiti dell'umana comprensione, la deformazione di tre menti convinte di essere votate al diavolo...
Dante ha solo diciotto anni quando si innamora di Beatrice, ma la giovane è promessa sposa a ser Mone dei Bardi. Il loro è, dunque, un amore impossibile. Per distoglierlo dalla sua insana passione, Guido Cavalcanti, amico fraterno dell'Alighieri, lo convince ad accompagnarlo a Bologna, per seguire le lezioni dell'aristotelico fiorentino Taddeo Alderotti. Ma quando i due arrivano in città, Malatesta da Verrucchio, signore di Rimini, li manda a chiamare in gran segreto. Lo spettacolo che li aspetta una volta raggiunto il luogo dell'appuntamento è terribile: due cadaveri abbracciati nel rigor mortis. Sono Paolo e Francesca, trafitti da un unico colpo di spada. Dante e Guido sospettano subito di Gianciotto, marito di Francesca e fratello maggiore di Paolo. Ma il podestà di Pesaro sembra essere ancora all'oscuro di quel delitto. Il Malatesta esorta allora il Cavalcanti, in nome della sua antica amicizia con Paolo, a indagare nell'ambiente fiorentino. Quando era Capitano del Popolo a Firenze, Paolo aveva stretto contatti commerciali con alcuni banchieri fiorentini legati ai Cerchi e ai Portinari. Chi, nella città del Fiore, poteva desiderare la sua morte e quella di Francesca? Sarà Dante a sciogliere l'enigma, prima di immortalarlo nei versi più belli della Divina Commedia.
Accanto alla poesia altissima e senza tempo della Divina Commedia è stata riunita in questo volume l'intera produzione dantesca, dalla Vita nuova (1292-93), l'intimo memoriale in rime e prosa poetica dell'amore di Dante per Beatrice, alle Rime, mai raccolte da Dante in un corpus unitario; dal Convivio, scritto in volgare tra il 1304 e il 1307 per rendere accessibili anche al pubblico più vasto temi scientifici e filosofici, al trattato latino De vulgari eloquentia; dal Monarchia, trattato politico in tre libri, alle due Egloghe latine composte tra il 1319 e il 1320, fino alle 13 Epistole latine, scritte tra il 1304 e il 1319, e alla Quaestio de aqua et de terra, tesi filosofica letta a Verona nel 1320.
La morte del grande Costantino lascia l’impero ai cinque eredi designati: troppi, per andare d’accordo, e il regno è subito marchiato dal sangue. Tra lotte per la supremazia, rivolte, usurpazioni, invasioni barbariche e cortigiani ambiziosi, la dinastia regnante presto si assottiglia, finché non rimane un solo imperatore. Ma un unico sovrano ora sembra insufficiente per governare un territorio così esteso, peraltro minacciato lungo tutti i confini. E allora le lotte di potere e i contrasti tra parenti ricominciano. Con Giuliano l’Apostata, ultimo rappresentante della famiglia, si assiste addirittura al clamoroso quanto fugace ritorno del paganesimo a Roma. Ma l’impero è ormai al crepuscolo e la sua fine travolgerà tutti, dagli eredi di Costantino a coloro che li hanno sostenuti o combattuti, amati o odiati: il vescovo Osio, Minervina e Sesto Martiniano, i loro figli. Tutti condannati dall’epoca tragica in cui sono vissuti.