
Estate 2006. L'Italia sta vincendo il Campionato del Mondo di calcio. Luca e Benedetta sono in viaggio di nozze in Sicilia, dalle parti di Marsala. E lei, trentenne milanese in carriera, vuole un figlio a tutti i costi. Sulle spiagge assolate che guardano le Egadi, però, Luca incontra la tedesca Katja: il suo primo amore adolescenziale, in vacanza con la figlia Andrea, diciassettenne tutta piercing e windsurf. E con loro il vecchio generale Rallo, superiore del padre di Luca, morto da tempo in circostanze misteriose. Nella calda estate siciliana, il presente incalza attraverso le pretese di Benedetta e i titoli dei giornali. Ma Luca è costretto a fare anche i conti con il passato, senza contare che c'è pure da progettare il futuro, quel figlio che si ostina a restare solo un desiderio. Un ritratto esilarante e impietoso dell'Italia di questi anni, spassoso e feroce, provocatorio e toccante.
"Splendi come vita" fa quello che fa la letteratura alla sua massima potenza: ridà vita a ciò che non c'è più, illuminando di riflesso la vita del lettore. Ma lasciamo che a parlarne sia l'autrice. «Splendi come vita è una lettera d'amore alla madre adottiva. È il racconto di una incolpevole caduta nel Disamore, dunque di una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. Poi c'è una ferita primaria e la madre non crede più all'amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine. Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori e gioie. Quando si smette di vedere la propria madre esclusivamente come la propria madre, la si può finalmente "vedere" come essere separato, autonomo e, per ciò, tanto più amabile» (Maria Grazia Calandrone).
Inizi del 1200. Firenze è dilaniata dalla guerra civile: guelfi contro ghibellini, papato contro impero. Le torri pullulano di argani e catapulte, pronte a scagliare massi sui tetti. Pur di sopraffarsi, le fazioni lanciano pece infuocata sulle dimore degli oppositori. La città brucia e il sangue scorre nelle strade. Tra i combattenti si distingue un valoroso condottiero, un brillante capo politico, un uomo con forte senso dell'onore: è il giovane Farinata degli Uberti, erede di una delle più antiche e potenti casate cittadine. E proprio Farinata a guidare le truppe fiorentine contro Siena, l'acerrimo nemico di sempre, e a condurle al trionfo da una situazione che pareva disperata. È ancora lui a far garrire i gonfaloni del Giglio sul colle a ridosso delle mura senesi e, dopo la vittoria, a risparmiare la città prostrata. Ma forse a influenzare l'impavido guerriero, lo stratega imbattibile, è stato l'incontro, nel momento più feroce della battaglia, con l'unica donna in grado di tenergli testa, la bella Adeleta, fierissima senese, che invece di fuggire dal nemico e rinchiudersi come le altre tra le mura della città, ha reciso la sua folta chioma, ha impugnato le armi e ha combattuto strenuamente fino alla fine. Due anime intrepide e pugnaci che non potevano che innamorarsi e legarsi per sempre. Ma il più grande amore di Farinata resta Firenze e la fedeltà ai propri ideali.
Mercoledì 28 maggio 1980, ore 11 del mattino. In via Solari, a Milano, sei adolescenti assassinano Walter Tobagi, inviato del "Corriere della Sera". L'attentato è rivendicato dalla Brigata 28 Marzo. Questa è la rappresentazione, quasi in tempo reale, dell'itinerario di questi sei brigatisti, di questi sei figli della buona borghesia italiana affascinati dalla violenza. La loro storia comincia sui banchi del liceo, quando si organizzano i grandi movimenti di protesta contro gli attentati neofascisti, e si nutre con l'escalation delle manifestazioni del 1977, con la nascita dei movimenti dell'autonomia, gli espropri proletari, la guerriglia urbana. Ma è anche storia di rivalità con le altre organizzazioni della lotta armata, in particolare Brigate Rosse e Prima Linea, già pronte a conquistarsi le prime pagine dei giornali. Trafficano in armi, i sei. Si addestrano nell'uso degli esplosivi. Sono in prima linea nell'assalto alla Scala e nella sparatoria di via De Amicis. Rapinano banche per finanziarsi. Assaltano un carcere. Distruggono una stazione del metrò. Gambizzano. L'attività della Brigata culmina con l'omicidio di Tobagi, un giovane giornalista di area socialista. Quattro mesi dopo l'agguato, Marco Barbone, il leader del gruppo, viene arrestato: farà i nomi degli altri per salvarsi e usufruire di una legge appena varata che condona la pena in caso di collaborazione con la giustizia.
Marina è una donna di mezza età, con una vita alle spalle fatta di fatiche e abbandoni, di violenze familiari subite per destino, ma con una voglia di riscatto che non è venuta mai meno e che alla fine pare averla condotta alle soglie di una nuova esistenza, serena, assieme al marito Federico e al figlio Gianluca. Ma qualcosa poi s'incrina, lo spettro della più grande piaga del nostro tempo, la droga, entra dalla porta di casa e sparge il suo veleno. Gianluca smarrisce se stesso, finisce in carcere: il mondo si è ribaltato, e tutto è accaduto in un attimo. E allora, ecco profilarsi l'odissea di questa Madre coraggio. Plebea e sublime, volgare e delicata - perché la contraddizione appartiene all'anima delle persone in cui dimora la verità Marina farà di tutto per salvare la sua caracreatura, fino a un gesto d'amore estremo e sorprendente. Pino Roveredo ritorna fra noi con una storia in presa diretta che possiede il rigore di una perfetta macchina narrativa. Ma il suo è anche più di un romanzo: è una lama che colpisce al cuore con la spietatezza di chi, senza usare trucchi e accomodamenti, vuole mostrare che la vita può essere anche questa. Non un gioco, ma una lotta in cui gettarsi con le unghie e coi denti, rendendoci partecipi, da lettori, di una commozione che va forse al di là delle parole.
È il 1944 e, mentre crollano i miti di un'epoca e la guerra volge al tragico epilogo, per alcuni giovani dell'Italia del nord è giunto il momento della scelta: combattere con la Repubblica di Salò oppure unirsi ai partigiani sui monti? Dopo alcuni mesi di renitenza alla leva, agli inizi del 1944, un giovane, per timore di esporre la propria famiglia a rappresaglie o forse perché ancora imbevuto dei falsi valori fascisti, si presenta al Distretto militare di Novara e, un mese dopo, presta giuramento alla Repubblica Sociale Italiana. L'addestramento nel lager di Münsingen in Germania e poi i rastrellamenti in inermi villaggi dell'Italia del nord, le case bruciate, le ragazze violentate lo faranno precipitare in una forte crisi.
Il giorno in cui Riccardo riceve la telefonata, per lui sua sorella è solo un pensiero fastidioso, un ricordo cacciato con rancore. Cresciuti vicini, stretti in un rapporto necessario e profondo, non si sentono più da anni: a Irene, scrittrice molto amata, Riccardo non ha mai perdonato di aver scritto di lui nel romanzo che l'ha portata al successo. Di aver parlato di quel dolore devastante che l'ha reso un uomo duro e cinico e che ha trasformato per sempre la sua famiglia. Ora Irene è in coma dopo un grave incidente e Riccardo si trova a doverle stare accanto. Da lui tutti si aspettano una pena che non riesce a provare, un amore che non sente più. Ma, un giorno dopo l'altro, accanto al corpo muto eppure così vivo di sua sorella, quell'amore torna a pulsare. Anche attraverso la lettura del libro di Irene, che Riccardo si era sempre rifiutato di leggere e che ora gli restituisce la sua vita in un modo che non era mai riuscito a vedere. Lentamente le parole di Irene riescono a scalfire il muro dietro al quale Riccardo si è nascosto per anni, permettendo al dolore di uscire, e liberarlo. La storia della trasformazione di un uomo, il racconto intenso e forte di un risveglio. Dei sentimenti, dei ricordi, di un possibile nuovo legame. Per trovare il coraggio di mettere da parte il dolore più grande e prendersi cura di ciò che resta.
C'è grande fermento in casa Cardillo, nella villetta vagamente vittoriana di un noto (più che altro alla polizia) quartiere di Detroit. I Cardillos, infatti, nelle persone di Tony, capofamiglia premuroso nonché quadro di quell'impeccabile azienda che è la mafia, Mary, sua moglie, e i due figli, sono in partenza per l'Italia, dove prenderanno parte all'evento più importante dell'anno: lo sposalizio della figlia di don Pinuccio 'o Cavaliere. Per Tony, un'irripetibile occasione di farsi notare dal burattinaio che muove i fili dei traffici di tutto il mondo. Peccato che, giunti in Italia - un Paese "ch'è tutto in miniatura" - ai quattro accada l'impensabile: si perdono in un bosco nel mezzo del Cilento e finiscono per imbattersi in Carminuccio, serial killer spietato e psicopatico, che li rapisce. Certo tutto poteva pensare, il povero Carmine, tranne che quell'allegra e chiassosa famigliola lo avrebbe trascinato nel più spaventoso degli incubi, mentre carabinieri e malavita, per recuperarli, si sfidano in un'indagine parallela al centro della quale c'è l'indizio più imbarazzante, della storia del crimine.
L’estate che cambierà per sempre la sua vita, quella del 1943, inizia con un lungo viaggio, dal Garda, dov’è nata e cresciuta, a Marina di Ravenna, dove per tre mesi dovrà esercitare la sua professione; sola, per la prima volta. Sa che spostarsi è pericoloso, ma il suo lago è divenuto ormai troppo stretto e ha bisogno di andarsene per dimostrare a se stessa, più che agli altri, chi desidera diventare. Un medico. Una donna. Entrambe le cose.
Ma anche così lontano da casa, il pregiudizio l’ha seguita. Quando compare sulla soglia del sanatorio, infatti, le infermiere, le suore, comprendono che, a dispetto del suo nome, Andrea Zanardelli non è il dottore che si aspettavano. C’è stato un errore, a cui però è impossibile porre rimedio. Unico rimprovero, il loro sguardo muto e sorpreso. Comincia quindi nel silenzio quell’estate. Un silenzio spezzato solo dall’inquieto moto delle onde del mare che Andrea non ha mai visto e dalle grida dei bambini che deve curare. Un silenzio lontano anni luce dalla guerra, dalla fine delle illusioni imperiali, dai proclami gridati, dalle divise e dai morti.
Ma che non durerà a lungo. Perché quell’estate segnerà una svolta per la storia del paese e per la sua vita. E non sarà più possibile tornare indietro.