
Ucciso da una pallottola dell'americano Mr. Smith nel 1987, il questurino Sarti Antonio risorge dalle proprie ceneri, quasi miracolosamente, sette anni dopo. I cinque testi qui riuniti, quattro racconti e un romanzo breve, tutti editi tra 1994 e 2001 su riviste e pubblicazioni ormai irreperibili, segnano appunto il ritorno dell'amatissimo sergente al suo pubblico. L'essere scampato alla P38 di Smith l'ha reso più duro, più diffidente, più smaliziato, più autonomo. Più deciso nell'affrontare i diversi frangenti, più capace di orientarsi con maggiore sicurezza in un mondo che dispiega a ogni passo orrori senza fine. Una nuova forza che, unita al pudico e profondo senso di pietà, all'onestà testarda di voler sempre capire, rendono questo Sarti Antonio "seconda maniera" un uomo più attrezzato per viaggiare lungo i molteplici inferni del presente.
Lui sta cercando se stesso, ma trova lei. La incontra su un tram, per caso come succedono certe cose. Lei scivola via alla fermata, ma lui sente che deve fare di tutto per ritrovarla. Allora si trasforma in un investigatore privatissimo e scopre che la sorgente della sua tempesta emotiva e ormonale è partita per New York. Non gli resta che salire su un aereo diretto alla Grande Mela e fare di tutto per incrociare di nuovo quello sguardo.
Una mattina Gemma lascia a terra la sua vita ordinaria e sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di oggi, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino. Ad attenderla all'aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico fratello, amore mancato, che ai tempi festosi delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò Gemma verso l'amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere.
Il romanzo racconta la storia di questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi, giovani sprovveduti, invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una Guerra che mentre uccide procrea.
In questo grande affresco di tenebra e luce, in questo romanzo intimo e sociale, le voci di quei ragazzi si accordano e si frantumano nel continuo rimando tra il ventre di Gemma e il ventre della città dilaniata. Ma l'avventura di Gemma e Diego è anche la storia di tutti noi, perché Margaret Mazzantini ha scritto un coraggioso romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra.
La pace è l'aridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi, perso nella salamoia del benessere. La guerra è quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa. L'assedio di Sarajevo diventa l'assedio di ogni personaggio di questa vicenda di non eroi scaraventati dal calcio della Storia in un destino che sembra in attesa di loro come un tiratore scelto. Il cammino intimo di un uomo e di una donna verso un figlio, il loro viaggio di iniziazione alla paternità e alla maternità diventa un travaglio epico, una favola dura come l'ingiustizia, luminosa come un miracolo.
Dopo Non ti muovere, con una scrittura che è cifra inconfondibile di identità letteraria, Margaret Mazzantini ci regala un romanzo-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola. Una catarsi che dimostra come attraverso tutto il male della Storia possa erompere lo stupore smagato, sereno, di un nuovo principio. Una specie di avvento che ha il volto mobile, le membra lunghe e ancora sgraziate, l'ombrosità e gli slanci di un figlio di oggi chiamato Pietro.
I poeti della Scuola siciliana sono considerati già da Dante i veri fondatori della letteratura italiana: alle loro spalle non esiste infatti che una sparuta produzione riconducibile alla tradizione giullaresca e clericale, generalmente anonima. Con la loro poesia d'arte e d'autore, che rivela una profonda maturità letteraria, essi entrano quasi all'improvviso a far parte dell'ecumene della lirica cortese europea inaugurata all'alba del secolo XII dai trovatori e poi continuata dai trovieri francesi e dai Minnesanger della Germania renano-danubiana. Il corpus (che conta circa 330 componimenti) è tramandato principalmente da tre grandi manoscritti dei secoli XIII e XIV.
Per le stanze della Pensione Eva, il casino di Vigàta, transitano figure e personaggi di quei provinciali, sonnolenti, tipici anni Trenta degli indimenticabili romanzi di Camilleri. Ogni quindici giorni le sei “picciotte” della Pensione partono, e ne arrivano delle nuove, ed è in mezzo a queste presenze carnali che trascorre la giovinezza di Nenè, Ciccio e Jacolino. Frequentando la Pensione i ragazzi si imbattono in apparizioni spirituali, fantasmi letterari, vicende al confine fra la poesia e la realtà, perché “le storie che quelle picciotte potevano contare gli avrebbero permesso di capire. Capire qualichi cosa di lu munnu, di la vita”.
Un incendio illumina la sera invernale di Firenze, devastando la prima stamperia a caratteri mobili della città. Con la vita del tipografo, le fiamme cancellano anche l'opera promessa a Lorenzo de' Medici: un libro segreto e meraviglioso, impresso con il "carattere perfetto". Accorsi sul posto, il Magnifico e l'amico Pico della Mirandola si rendono conto che non si tratta di un incidente: il corpo del tipografo pende dalla macchina per la stampa, la testa imprigionata nel torchio. A complicare il quadro del delitto, l'apparizione nei paraggi di una donna misteriosa che sembra essere la bellissima Simonetta Vespucci, morta anni prima nel fiore dell'età. Chi mai potrebbe averla richiamata tra i vivi? Pico è scettico. Si chiede se l'opera distrutta non sia l'oscura Regola delle Ombre, come sembra credere Lorenzo de' Medici: l'antichissimo rituale che dischiude i cancelli del sepolcro. Un manoscritto passato per le mani di Leon Battista Alberti e scomparso dopo la sua morte. C'è un solo modo per scoprirlo: indagare a Roma sulle tracce lasciate dal grande architetto. Su incarico di Lorenzo, Pico parte per la città eterna deciso a servirsi del suo acume e della sua prodigiosa memoria per trovare una spiegazione razionale a delitti e apparizioni.
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente uniti, eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
Una cena tra amiche, in una bella casa di un quartiere residenziale di Roma, a parlare d'arte e di letteratura, ma soprattutto di sentimenti e di vita. La protagonista, il mattino successivo, decide di ignorare i suoi impegni e di andarsene a zonzo fino a sera, come a voler ritrovare le tracce di un'identità perduta, nel cuore e nella memoria storica della sua antica città. Lungo il cammino fa molti incontri, parla con uomini e donne persi in continue inchieste d'amore, esplora luoghi segreti seguendo misteriose indicazioni, alla ricerca di una chiave di accesso alla babele dell'esistenza nella magia di una strana passeggiata tra i rioni di Roma: da piazza Venezia e attraverso Campo Marzio, fino al Ghetto, al teatro di Marcello, al Campidoglio. Un intrico di vie e di monumenti che diventano un labirinto popolato di personaggi e di storie di tempi andati. Un cammino senza meta apparente che ripropone il vecchio gioco delle parti in commedia. Una favola cittadina che si conclude nell'arco di un giorno sullo sfondo del Pantheon, sovrastato da un cielo notturno illuminato dalla luna.
"Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo..." Il caffè sospeso è un'usanza partenopea, ma anche una filosofia di vita. Questo libro raccoglie il meglio dei suoi articoli usciti su quotidiani e riviste dal 1977 al 2007 e mai pubblicati in libreria. Filosofia greca applicata alla vita quotidiana, aneddoti pieni di senso non comune, l'Italia passata sotto la lente dell'ironia: un pezzo dopo l'altro il libro compone una perfetta summa del pensiero di Luciano De Crescenzo.
"Tu che mi ascolti" fu il saluto terreno che Alberto Bevilacqua diede alla madre Lisa da poco scomparsa. Ora lo scrittore torna a quell'idelae colloquio certo di poterle confessare i segreti che non ha mai potuto svelare per non turbarla nel suo male depressivo. Protagonista di questa narrazione è un figlio non voluto dal padre, "il Mario", affascinante ufficiale dell'aviazione durante la dittatura, donnaiolo impenitente, che solo nell'umiliazione delle ritorsioni subite dopo la guerra trova la via della propria coscienza. Ed è allora che il figlio, già costretto dall'immaturità del genitore a divenire precocemente adulto, può diventare, standogli accanto, sinceramente il padre del proprio padre.
Somma voce poetica della lirica italiana - e non solo - nel Novecento, Eugenio Montale è stato anche un prosatore raffinato ed elegante. In questo volume sono raccolti i suoi scritti narrativi, quelli che egli stesso chiamava i libri di "fantasia e d'invenzione", dai quali emerge l'immagine di un Montale viaggiatore, elzevirista e ritrattista, osservatore sempre acuto e curioso della realtà che lo circondava. Le "Prose narrative" ci permettono quindi di cogliere un aspetto meno noto del grande scrittore, componendo di lui un'immagine più sfaccettata e completa e conoscendo meglio il suo mondo. Il volume contiene anche un saggio di Cesare Segre e uno scritto di Emilio Cecchi.
I bambini che sono convinti dell'esistenza di polli a sei cosce, le stagioni che non esistono più, l'importanza delle code negli uffici pubblici, il Babbo Natale che va scomparendo nell'era di Internet: sono alcuni dei temi di questi ventun racconti quotidiani. La festa delle donne e quella dei morti, il "debito" con Simenon e alcuni segreti riguardanti il commissario Montalbano, la storia del catanonno contrabbandiere e la Sicilia con i suoi drammi e le sue speranze: Andrea Camilleri racconta e si racconta in queste pagine scritte fra il 1997 e il 1999 per i quotidiani "Il Messaggero", "la Repubblica" e "La Stampa".