
Più che un ragazzo, Pietro è un anti-principe: abiti sciupati, temperamento logorroico, famiglia bizzarra, ritardo cronico, imprevedibilità, mani bucate... Marcella, che all'opposto è laureata in Matematica e legata a schemi mentali prevedibili, deve far la scelta più importante della sua vita: scommettere o meno se il corteggiatore stravagante sia proprio l'uomo per sempre. Dopo due anni d'incontri fatti di imprevisti, tra Milano e l'Emilia, la protagonista deve ammettere di sentirsi a suo agio solo con lui, come in un paio di scarpe comode. E allora - davanti all'alternativa di continuare a rincorrere il modello d'uomo perfetto - fa la scelta che ogni altra ragazza avrebbe fatto al suo posto: opta con decisione per le scarpe. Un interno familiare realistico e frizzante. Con scrittura umoristica l'autrice tratteggia da punti di vista inusuali le diversità tra maschile e femminile. Protagonisti del racconto sono due giovani che trovano il coraggio di metter su casa, famiglia e figli. E nel quotidiano rapportarsi, si fissano sulla pagina due particolareggiatissimi ritratti di una lei e di un lui che, mettendo in comune prima i sogni e le speranze, poi la vita stessa, si scoprono complementari. Vivono felici perché giorno dopo giorno riconoscono l'uno nell'altra non certamente il Principe e la Principessa delle fiabe, ma quell'unicità della persona amata che la rende speciale rispetto a tutte le altre.
Il 9 giugno 1942 Eugenio Corti partì volontario per la campagna di Russia, l'esperienza decisiva della sua vita, in cui maturò la risposta alla vocazione di scrittore. Le immagini che vide, le storie che incontrò e il gelido calvario della Ritirata, si verseranno poi nelle pagine dei suoi capolavori, "I più non ritornano" e la grande saga del "Cavallo rosso". Ora, grazie a queste preziose lettere, qui pubblicate per la prima volta, possiamo conoscere particolari inediti di quella tragica avventura e del cantiere remoto di un narratore assetato di verità e di bellezza.
Nuova edizione del best seller di Eugenio Corti.
Uscito nel 1983 Il cavallo rosso si è confermato col succedersi delle edizioni e delle traduzioni (spagnolo, francese, americano, lituano, romeno; ultimamente in giapponese) come caso letterario.
Le sue vicende romanzesche e insieme vere (ambientate in Brianza, in altri luoghi d'Italia e all'estero, soprattutto in Russia e in Germania) si intrecciano con gli avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il 1974.
Catturato dalla trama densissima, il lettore compie l'esperienza straordinaria consentita dalla grande letteratura: si accorge di diventare più consapevole del perché della vita e del significato del mondo.
«Quando le proposi per la prima volta di spendersi in un genere letterario (apparentemente) nuovo per lei, quando cioè la sfidai ad affacciarsi per tre mesi (gennaio, febbraio e marzo 2013) dalla speciale “finestra” che apriamo ogni giorno sulla prima pagina di Avvenire – il giornale che l’ha scelta, e che lei ha scelto –, Marina provò a eccepire, accennò a resistere, ma poi accettò. La rubrica, mi disse, sarebbe stata In viaggio. Venne poi un anno di quotidianità raccontata, settimana dopo settimana. Perché è sempre In un giorno come gli altri che si può essere accompagnati “ad ascoltare, per una volta, anche sé stessi”. Poi, a ritmare in modo diverso quell’ascolto, ecco di nuovo la “finestra” aperta sulla nostra prima pagina per ancora tre mesi (luglio, agosto e settembre 2015). E l’audacia di usarla, stavolta, per farci entrare nella dimensione intima e immensa di una casa di montagna e dello sguardo dei piccoli: Con occhi di bambina». Questo libro, che raccoglie i settantotto racconti della fortunata rubrica, «è la dimostrazione che accade sul serio: possiamo ritrovare occhi bambini. Quando succede è molto spesso per il dono con cui qualcuno, come Marina Corradi, li riaccende per noi con un “raro rombo di motore”, “in un crepitìo di scintille”, tra “ragnatele come oro” e in un baluginante “saluto del mezzogiorno, candido e segreto”. Un libro così bello è la felice prova che ogni stagione che ci è data è molto di più della somma dei suoi diversi momenti. Eppure ognuno di essi resta e vale».
Dalla Prefazione di Marco Tarquinio
“Sto leggendo Stendhal, devo leggere Proust... queste ultime letture sono necessarie, se devo tornare ai miei diletti Omero-Virgilio-Dante attraverso l’assorbimento e il superamento della cultura posteriore... Presto dunque mi metterò al lavoro, e intanto già penso che, uscito il nuovo libro, inizierò un nuovo periodo di vita più mescolata alla vita comune, meno isolata. Certo,
poi, tornerò a scrivere. L’ambiente non mi è molto favorevole...”. Eugenio Corti sentì prestissimo la vocazione alla scrittura come alla ricerca della verità e della bellezza: ne sono una straordinaria testimonianza queste pagine inedite
dei suoi Diari, da cui apprendiamo la sua formazione letteraria, l’amore per la natura, la fede cristallina, come le vicende drammatiche dei suoi anni di guerra, che saranno il motivo ispiratore della sua scrittura.
Joseph è per metà senegalese e per metà nigeriano, tecnicamente un minore non accompagnato, un quattordicenne che sopravvive di piccoli furti. È arrivato in Italia nel 2011, passando dalla ex Iugoslavia, via preferenziale in quel periodo. Un veterinario di buon cuore, un gruppo di carabinieri e un’assistente sociale pieni di buona volontà si chinano con tenerezza su di lui giovane virgulto di piccola criminalità che si può ancora fermare. In realtà Joseph è l’unico sopravvissuto al massacro di Dogo Nahava, ha visto la sua famiglia sterminata, vive col cuore straziato dalla nostalgia e dal senso di colpa di essere sopravvissuto, rinchiuso nella solitudine dei suoi ricordi e dei suoi incubi. La presenza di coetanei, il calcio, sembrano fare il miracolo di riportare Joseph verso la vita, lontano dai suoi fantasmi. Attraverso i film di Clint Eastwood il veterinario ricostruisce linee etiche infrante, e Joseph si schiera per la giustizia: denuncia e fa arrestare la banda di sfruttatori di bambini mendicanti che lo ha portato in Italia. Un cavillo burocratico però porta alla scarcerazione dei due più pericolosi. C’è quindi un’ultima scena drammatica. Joseph è disposto a sacrificare la sua vita per il loro arresto, come il protagonista del film “Gran Torino”. Ma il suo destino è un altro: restare vivo, un giovane guerriero che combatterà per la giustizia.
«Quello che io sono tu lo potrai leggere in un libro che ho pubblicato in questi giorni... te lo donerei io, se potessi rivederti...». Inizia così, la sera del 14 luglio 1947 , l'intensissimo carteggio tra Eugenio Corti e la giovane studentessa di lettere Vanda di Marsciano, con cui si sarebbe sposato quattro anni dopo in Assisi.
È una corrispondenza che mette a nudo l'anima di due giovani segnati dalla Seconda guerra mondiale, con i chiaroscuri di un legame inizialmente sofferto che diventerà poi inossidabile.
Chiunque abbia vissuto un'esperienza d'amore si ritroverà in queste pagine, pagine che restituiscono intatta la grande capacità narrativa di Eugenio e sorprendono per la vivacità dei racconti di Vanda: una lettura che attrae e coinvolge, con la forza di un grande romanzo famigliare.
"Tantissimi anni fa, per una collana chiamata "Invito alla lettura di...", fra tanti autori del nostro Novecento scelsi di scrivere su Dino Buzzati. Il clima culturale era ancora così palesemente influenzato dalle mode neorealistiche, che lo stesso direttore della collana, poco amante delle atmosfere e dello stile buzzatiani, tentò di modificare il mio testo in senso molto negativo verso l'autore, direi addirittura sprezzante. Non ci riuscì. Buzzati è un grande, ed è ormai un classico. Il deserto dei tartari continua ad affascinare i lettori ed è diventato proverbiale; le novelle dei primi libri hanno spesso una perfezione incantata, sembrano scolpite nel cristallo. E il mio piccolo libro mi pare ancora la chiave giusta per entrare nel suo mondo".
Quando IL 22 aprile 1519 Cortés sbarca sulle coste del Messico l'impero azteco è al culmine della sua potenza. Domina da mare a mare, è Cem Anahuac, l'Unico Mondo. Eppure sinistri presagi annunciano un'inesorabile rovina: il tramonto del Quinto Sole, cioè del quinto ciclo cosmico di creazione e distruzione. Cuauhtlatoatzin, Aquila Parlante, ha già cinquant'anni quando assiste tra la folla all'arrivo in Tenochtitlan dell'armata spagnola, accolta con tutti gli onori dall'Imperatore Montezuma II. E un suddito esemplare, nato contadino, elevato al rango di «venerabile» per meriti civili e poi di cacicco di una fiorente tenuta agricola. Credeva di aver già visto tutto nella vita, ma all'improvviso il destino gli spalanca una porta sull'infinito: il suo, non era l'Unico Mondo? E allora da dove vengono questi guerrieri di ferro, alti e pallidi, dalle chiome rosse, che cavalcano misteriosi animali, e possiedono armi capaci di distruggere con fragore tutto ciò che colpiscono? E che cosa resterà del grande popolo Azteco abbandonato dai suoi dèi? Prima di conoscere le risposte, Aquila Parlante dovrà assistere al sanguinoso calvario del suo popolo, fino all'estremo sacrificio.
Cicerone scriveva che l'amicizia è superiore a tutte le cose perché dona speranza e non fa piegare l'uomo dinnanzi al destino. Quando due persone scoprono di avere in comune un'idea, un interesse o anche soltanto un gusto, che gli altri non condividono e che, fino a quel momento, ciascuno di loro considerava un suo esclusivo tesoro (o fardello), può nascere con sorpresa un'amicizia. Vedere quello che altri non vedono, ecco la straordinaria condivisione che può unire due persone nell'amicizia. Cosa succede quando questo tipo di relazione nasce tra gli scrittori? Gli effetti sono spesso mirabolanti. A volte delle carriere letterarie sono nate in virtù di un'amicizia. Autori si sono influenzati reciprocamente, altri si sono aiutati, spesso hanno condiviso i propri destini, in alcuni casi anche tragici. Questo libro va alla scoperta di questo straordinario sentimento tra alcuni dei più celebri scrittori di tutti i tempi, da Melville a Manzoni, da Dumas a Tolkien, da Leopardi a Chesterton.
Una storia d'amore e d'arte ambientata nel secondo Cinquecento: la tormentata vicenda umana e artistica di uno scultore lombardo, la splendida Giulia che egli abbandona a Roma, le vicende di una sventurata, posseduta dal demonio, che trova rifugio a Milano grazie a san Carlo Borromeo. Un intreccio di realtà storica e fantasia tra le atmosfere della Roma dei papi rinascimentali, la Ginevra di Calvino e un'affascinante Milano nascosta.
Uscito nel Maggio 1983, "Il cavallo rosso" è stato subito accolto dai lettori e dai critici non condizionati da ideologie, come un grande caso letterario; tale si è confermato con il succedersi delle edizioni. Le sue vicende romanzesche e insieme vere, si intrecciano inestricabilmente con i grandi avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il 1974. Catturato dalla trama densissima, il lettore compie di pagina in pagina l'esperienza straordinaria consentita dalla grande letteratura: gioisce, soffre, ride, piange, cresce insieme ai protagonisti e gli altri personaggi del romanzo e, nel contempo, si accorge di diventare più chiaro a sè stesso, più consapevole del perché della vita e del significato del mondo.