
"Ora: non c'è passato e neppure futuro che non appaia nel presente e da qui si irradi avanti e indietro, illuminando il senso dell'esperienza e la direzione del cammino. Mattia Signorini, uno dei più originali e felici narratori italiani dell'ultima generazione, a poco più di trent'anni azzarda un bilancio esistenziale, misurandosi con il turbamento della memoria, la violenza dei ricordi, e con lo svaporare di un progetto sostenuto soprattutto dalla rabbia e dal desiderio di rivolta, per giungere a conclusioni che per la loro solidità morale, per la maturità che le sostiene, non possono non sorprendere il lettore, lasciandolo interdetto a interrogarsi sul destino di questa nostra società smarrita tra resistenza e innovazione, appunto. L'occasione gli è offerta dal ritorno al paese d'origine di Ettore, il protagonista, per svendere la casa dei genitori scomparsi un anno prima in un incidente stradale, che lo obbliga a confrontarsi con le ragioni del suo distacco, con la ricchezza delle presenze umane che animano il paesaggio campestre lungo gli argini del fiume, con gli affetti e i sentimenti che vibrano ancora tutt'intorno. In città ha lasciato una sorella più giovane, incinta, che lo aspetta ricordandogli altri doveri e responsabilità, ma anche il valore di una famiglia dispersa e distrutta non senza la loro correità: Ettore assiste alla disgregazione delle sue più radicate certezze, al confondersi di giudizi e pregiudizi, al riproporsi vitale dei valori rifiutati." (Cesare De Michelis)
Alberto, il giovane e geniale pittore di alberi inconclusi, con l'arroganza e la durezza di una sfida continua; Stefano, lo studente, con il desiderio di essere all'altezza dell'amico, però più fragile, più intimidito; Chiara, la ragazza con la sua innocente, ma sensuale naturalezza. I due ragazzi dividono lo stesso appartamento; la ragazza, che ama il pittore, è nomade nello studio. Sono in tre. Si muovono tra la Padova universitaria, una Milano fintamente glamour, e la Roma che ruota intorno al mondo del cinema, alla ricerca di un'identità, scoprendo alla fine di essere lontani da ogni cosa, persino da se stessi. Ognuno è legato all'altro, indissolubilmente, e condivide le rabbie, le indifferenze, le euforie, nei frammenti di un insolito discorso amoroso. Ognuno ricerca un proprio posto nel mondo e questo essere comunque sempre in tre li pone al riparo dal disastro esistenziale. Mattia Signorini racconta uno spaccato della realtà dei giovani di oggi, dove le entità di maschile e femminile si confondono, paradossalmente, tra fragilità e irruenza, ambiguità e sicurezza, eccesso e disincanto, attraverso una storia vibrata sui toni di una carica emozionale che mette a nudo un contemporaneo alfabeto sentimentale.
Questa è la storia di Kate e William, due ragazzi che si sono conosciuti all’università, si sono innamorati, si sono lasciati per poi rimettersi insieme e decidere di sposarsi. All’apparenza una storia d’amore come tante, se non fosse che uno dei due è il futuro re d’Inghilterra e che la loro relazione è stata seguita passo passo da milioni di persone nel mondo, tutte invitate il 29 aprile al loro matrimonio in televisione. Alfonso Signorini, con il suo stile unico e appassionante, ci racconta la storia di William e Kate: il primo incontro, le loro famiglie così diverse, le difficoltà, le litigate, le corse in macchina, le feste, i momenti pubblici e quelli privati. E ce lo racconta come se fosse una favola, una favola d’amore reale.
Rudy è un cantante lirico tanto bravo quanto determinato, il candidato alla vittoria del talent show più importante d'Italia. Ma un giorno, rimasto per caso da solo, incontra Mimì, cantante dell'altra squadra, e se ne innamora perdutamente. Accanto a lei depone la corazza e si riscopre fragile, fallibile, perché è costretto ad ammettere che ci sono cose che non può controllare. Mimì infatti è malata, di un male misterioso che le cova dentro minacciando il suo percorso verso il successo e forse addirittura la sua vita. Accanto a loro, nella scuola di "Amici", un gruppo di giovani artisti pieni di passioni e sentimenti. Come Musetta, ballerina dai sogni disordinati, che torna nella casa dopo l'eliminazione e ritrova Marcello, il cantante più impetuoso del gruppo, che non riesce a perdonarle di averlo lasciato per un ricco produttore cinematografico. Tra amicizia e rivalità, gelosia e ambizione, si avvicina il giorno del verdetto. La paura di veder sfumare i propri sogni inasprisce i rapporti tra i ragazzi e persino la malattia di Mimì. Cosa riserva loro il destino? L'amore può davvero vincere ogni cosa? Alfonso Signorini cala nel contesto contemporaneo della scuola di "Amici" una storia ispirata alla "Bohème" di Giacomo Puccini.
Un romanzo pensato e scritto come una composizione, in cui la melodia lascia spazio alle parole di coloro che subirono il potere del genio mozartiano. Sulle tante voci domina quella appassionata di Constance Weber, moglie di Mozart, cui Siciliano affida il compito di ricreare la leggenda del compositore.
Il Meridiano - curato con affetto e rigore da Raffaele Manica, con la collaborazione di Simone Casini - riunisce una selezione di opere di Siciliano che intende dare conto del ricco ventaglio dei suoi interessi di intellettuale e di scrittore. I più significativi racconti e romanzi ("Rosa pazza e disperata", "La notte matrigna", "La principessa e l'antiquario", "Carta blu") sono seguiti da un'ampia scelta dell'attività saggistica, organizzata in sezioni tematiche: si mettono così in luce non solo gli interessi letterari, ma anche l'attenzione per la pittura, la musica, il cinema e l'attualità politica e sociale. Importante la presenza di "Campo de' Fiori" (uno dei capolavori di Siciliano), una sorta di pellegrinaggio nei luoghi pasoliniani, e insieme un emozionante ritratto della cultura di Roma del tempo.
"Racconti ambigui" è l'esordio letterario di Enzo Siciliano. In occasione del suo settantesimo compleanno, ne viene riproposta una versione integrale e completamente rinnovata. L'introduzione di Massimo Raffaeli e una riflessione dello stesso autore su quegli anni, consentono di comprendere tutto il fervore intellettuale che ha coinvolto i protagonisti della cultura del Novecento italiano. Il confronto con la neoavanguardia, gli incontri con Moravia, Pasolini, Bassani, Gallo, Bertolucci e Debenedetti non sono stati altro che l'opportunità per Siciliano di riuscire a trovare la propria dimensione umana e intellettuale all'interno di una realtà molteplice. Ed è proprio da qui che nascono gli inquietanti ritratti psicologici di Siciliano.
Ci sono rare volte in cui incrociare per la prima volta lo sguardo di uno sconosciuto non è semplicemente un vederlo, ma un riconoscerlo. È sentire che chi hai di fronte, se anche all'inizio ti sembra strano, o addirittura insopportabile, è qualcuno che, in realtà, prima o poi ti salverà. Questa è la storia di Guido e Silvia, giovanissimi eppure già in debito d'ossigeno con la vita, costretti a fare i conti con un passato che si infila nel loro petto come lame, nell'indecisione di un vuoto dentro che sembra parlare, che sembra dire: "Andrà tutto male". Incontrarsi, conoscersi, amarsi - e tutto quello che c'è nel mezzo - per loro è come tornare a respirare, è trovare finalmente quel qualcuno che capisce che ciò che mostri agli altri non sei davvero e pienamente tu, perché dentro nascondi un mondo, e lo fai solo per paura che te lo rovinino. Quello che si preoccupa che tu sia felice nelle piccole cose, che osserva i tuoi occhi come nessuno vuol fare mai e ascolta i tuoi silenzi come canzoni lente, quasi potessero parlare, soprattutto in mezzo alla gente. Quello che non odia i tuoi difetti perché sa che senza non saresti tu, e che quando pensa lo fa pure per te, come se la sua felicità e la tua corrispondessero. Quello che non ti abbandona anche quando è difficile starti vicino, anche quando dici a voce alta che non vuoi nessuno, ma proprio nessuno accanto. E che così, a suo modo, ti sta sussurrando: "Ti amo". Con il suo stile inconfondibile, che si muove liberamente dalla prosa alla poesia, Marzia Sicignano ci mostra che, quando incontri quel qualcuno, l'unica cosa da fare è tenerlo con te, prendendotene cura come si fa con i tesori più preziosi, perché quel primo respiro che ti ha rimesso al mondo duri il più a lungo possibile.
La vicenda inizia un pomeriggio di settembre del 1285 nei pressi di Fròsini, a una ventina di miglia da Siena: due agostiniani soccorrono il giovane Berretta, un giullare che si guadagna da vivere andando di castello in castello a intrattenere con canti e storie di paladini le corti signorili di Maremma, malmenato e derubato dai mercanti di strada. I frati lo portano con loro a Prata dove, durante una cena nella sala del palazzo, alla luce delle torce, Berretta conosce la splendida consorte del signore del luogo, la giovanissima Pia di Ranuccio Malavolti. Per conquistarla il bel giullare abbraccerà il mestiere delle armi, in un turbine di intrighi e avventure che hanno come sfondo la turbolenta storia toscana del Duecento. La storia è emersa da un misterioso fascicolo, ritrovato dallo stesso Mario Sica all'interno di un codice riferito all'ambito cistercense di San Galgano e custodito nella Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena. Costituito da una ventina di pagine scritte recto e verso, il fascicolo è redatto in volgare in una minuta e confusa scrittura trecentesca e reca il titolo Ricordanze di Placido Abbate Sancti Galgani da me Messer Ranieri ricolte ad utile consiglio de' giovani. Una storia vera dunque, che l'autore dichiara di aver solo tradotto nell'italiano odierno e romanzato. Una storia che permetterà finalmente di penetrare il mistero della Pia de' Tolomei: figura evanescente nel poema dantesco, qui personaggio storico a tutti gli effetti.
Si conoscono durante un'estate a Mosca. Lui ha appena finito la maturità, è gravemente anoressico, lei lavora come architetto, è radiosa e piena di vita. Nasce dolcemente, quasi in sordina, un amore potentissimo, che i due ancora non comprendono. Grazie a lei lui guarisce. Ma la loro storia si consuma rapidamente, minata dalle insicurezze giovanili e dalla distanza. Lui torna in Italia, Tanja rimane in Russia, si dimenticano. Quarant'anni dopo, lui è uno psicoanalista affermato. Ma pur essendo circondato dall'amore delle due figlie e della compagna, sente che gli manca qualcosa. Capisce che quel senso di vuoto è collegato a Tanja, il suo primo grande amore, perciò si mette sulle sue tracce nella speranza di rivederla. Purtroppo scopre che Tanja è morta molti anni prima. Incapace di rassegnarsi all'idea di averla perduta per sempre, cerca in tutti i modi di entrare in contatto con lei. Fino a riuscirci, scoprendo dimensioni straordinarie.
Senza rendercene conto, nel corso degli anni diventiamo adulti rischiando di soffocare la parte geniale e infantile di noi, e tutti i desideri più profondi che animano la nostra esistenza. Attraverso un racconto che affonda le radici nel mito, questo libro ci guida alla riscoperta del nostro Bambino interiore, e alla rinascita della parte migliore di noi. Per questo l'autore narra di Dei e di uomini coinvolti in vicende atroci: storie di genitori che tradiscono i figli, e di figli che lottano per non morire, o per rinascere - o che, semplicemente, si arrendono per sconforto o per amore. Nelle storie sacre greche ed ebraiche (da Tantalo fino a Cristo) si rivela una struttura fondamentale della personalità: la tensione tra l'io e il Bambino interiore. La perdita di quest'ultimo distrugge ogni senso di originalità e di libertà, e atrofizza quella forza di desiderare e di crescere di cui il Bambino è simbolo. Come si manifesta la sindrome? Come si può guarire da questa nevrosi? Invece di costruire ipotesi interpretative, l'autore narra quali furono i sentimenti e le riflessioni di Zeus sul crimine di Tantalo. Racconta perché Minosse costruì il Labirinto, e che cosa provava nel Labirinto suo figlio, il Minotauro, ingiustamente ritenuto crudele e mostruoso. E delinea la "terapia" della sindrome del figlicidio nel mito di Demetra, che si ribella all'Olimpo per ritrovare la sua Bambina rapita.