
Aprire un cassetto, una scatolina rossa, una bella cassapanca coi piedi di leone, un'angoliera - tutti oggetti che stavano nella vecchia casa di famiglia - e trovarci dentro "un richiamo come all'indietro". Un richiamo a un passato ricevuto in eredità ma di cui il cinquantenne Ugo ha solo pochi ricordi: la casa di Guzzano, un tempo piena di vita ma già vuota dopo la sua nascita, già solamente casa di vacanze, e poi la zia Bruna, la zia Maria, la zia Fila, il nonno, lo zio Renato, lo zio Arrigo... Di fronte a questo vuoto, a questo buco impossibile da riempire ma che è ormai necessario attraversare, Ugo non può che inventarsi il proprio modo per creare "un piccolo centro d'ordine in mezzo alle forze del caos". E il modo che si inventa è raccontare. Allora ecco che dal passato sorgono frammenti, piccole avventure, le corse in macchina con il nonno, l'aia di notte, il favo dei calabroni nel sottotetto, l'amore alla falsa diga del Limentra, visi in penombra, frasi che ritornano, che non si è mai finito, sembra ieri, forza e coraggio. Ma soprattutto emozioni, piccole angosce, malinconie, un po' di sollievo. Sennonché chi racconta ha l'abitudine di evitare, di scantonare, di "slaterare", perciò alle emozioni sigillate dentro a quei cassetti antichi arriva piano e slaterando, appunto, parlando di chi ha conosciuto appena per arrivare infine alla perdita dei genitori: allo smantellamento degli affetti più cari.
È il giorno che si aspetta da tutta una vita.
È il diciottesimo compleanno di Francesco, e lui sta preparando un viaggio. Lo ha promesso a Kappa, il suo migliore amico: una volta scattata l’ora “X” partiranno insieme. A piedi. Vogliono andare a vedere come è fatta una frontiera, vogliono che le montagne raccontino loro delle storie del passato.
È il presente, per chissà quale ragione, ad apparire lontano – come se ci fossero da regolare dei conti, prima di tutto.
Nel frattempo Abdullah – Ab –, coetaneo di Fra e Kappa, ha lasciato casa sua. È partito dalla Tunisia: vuole arrivare in Francia e incontrare nel mondo reale Céline, una ragazza conosciuta online di cui non può più fare a meno. Ab cerca la via della costa ligure, dove passavano gli ebrei in fuga e gli italiani clandestini che cercavano lavoro. Oggi, però, la frontiera è sbarrata, impenetrabile. Che stia cercando un rifugio o l’amore, chi tenta di bruciare la frontiera viene respinto. Ab incontra ragazzi sperduti come lui, venuti da ogni parte del mondo. Sembrano ombre. Forse, per passare, deve risalire verso nord e provare la via dei monti. Anche se dicono che ogni mese, lassù, muore qualcuno.
Le vite di Ab, Fra e Kappa qui si intrecceranno, come i sentieri di montagna, a disegnare una nuova geografia che proprio non ne vuole sapere della frontiera. Una linea, questa, che esiste perché tracciata sulle carte, e che ogni giorno decide un numero incalcolabile di destini.
È davvero possibile che sondaggi ed exit poll falliscano completamente le loro previsioni? Dopo una campagna elettorale allo spasimo, i risultati delle elezioni 2006 smentiscono clamorosamente ciò che tutti si aspettavano. Data per trionfatrice, la Sinistra ha quasi perso. Dato per sconfitto, il Tycoon ha quasi vinto. Ma cosa è accaduto in realtà? Sulla scia della rivelazione di un investigatore privato, un giornalista cerca di venire a capo di una ipotesi inquietante. Il grande broglio è stato compiuto dal Tycoon e dai suoi.Una macchinazione per cambiare l'esito del voto popolare. Un complotto basato su un trucco vecchio come il mondo: le schede bianche...
È l'anno fatidico 2001. A New York, Harvey Sonnenfeld, agente CIA messo un po' in disparte ma carico di esperienza, ha un'intuizione, una di quelle convinzioni tenaci che non si sa da dove vengano ma che possono essere più radicate di un ragionamento articolato: ci sarà un attentato. «New York conta un bel po' di milioni di abitanti, e nessuno può sapere esattamente quanti stanno preparando un attentato. Loro sono qui e io prima o poi li annuserò». Ingaggia allo scopo un gruppo di persone tanto assurdo quanto efficace. Bobby Fischer, l'unico americano della storia campione mondiale di scacchi, paranoico, ma capace di anticipare un migliaio di mosse; l'immigrato russo Kozlov, un ubriacone, proveniente dall'Afghanistan, ingegnere esperto di ogni tipo di attentato; il professor Koselleck, cacciato dall'università a causa di una condanna per stalkeraggio contro la moglie, il massimo studioso del pianeta di graffiti offensivi e scritte oscene. Intanto un'ombra si aggira, un altro gruppo affaccendato a tessere una rete di contatti; per loro non è il 2001 ma l'anno 1421 dall'Egira. L'improbabile squadra di Harvey Sonnenfeld da un labile indizio scovato in metropolitana e una conversazione captata per caso, dà l'avvio a una corsa contro un tempo immaginario, in cui si profilano minuziosamente terroristi costruiti sull'equivoco. Siamo arrivati a settembre. La fine è nota. Ma il racconto è pieno di tensione e di sorprese, e pervaso dall'ironia di chi, come Alessandro Barbero, sa guardare alla storia con disincanto. E il desiderio di complotti produce le sue conseguenze, mentre la realtà va pericolosamente, indisturbata, per conto suo.
Don Camillo - con il suo rivale/amico Peppone - è uno dei personaggi più popolari della letteratura italiana del Novecento perché Guareschi ha saputo raccontare una storia vera, umana, fatta di generosità, di confronto duro ma anche corretto. Costituito da citazioni tratte da varie opere di Guareschi, questo volume offre quello che, secondo il curatore, potrebbe essere il breviario che don Camillo legge ogni giorno. Un breviario dove si parla di un po' di tutto: di sogni, di speranze, di Dio, di televisione, di morte, di vita, di libertà, di dignità.
Credevamo di poter dimenticare tutto quello che abbiamo vissuto come cittadini italiani? Michele Serra si adopera perché nessuno debba, perché nessuno possa dimenticare cosa ci ha portato sin qui. Torna il Breviario umano, sociale e politico di Michele Serra. In una nuova edizione più vasta, più ricca, ancora più tragicamente comica.
Il libro
Di quando Berlusconi regalò alla regina d'Inghilterra un reggiseno di pizzo, pregandola di indossarlo in sua presenza. Di quando venne finalmente chiarito che "cariche dello stato" non si riferiva agli esplosivi usati durante la prima Repubblica. E di quando il Pd diede in affido i suoi elettori a chi garantiva di trattarli con umanità.
Torna il Breviario umano, sociale e politico di Michele Serra. In una nuova edizione più vasta, più ricca, ancora più tragicamente comica.
Giulio Rovedo ha una moglie inflessibile e un impiego sempre più flessibile: travolto dalla madre di tutte le fusioni bancarie, viene sballottato da una scrivania all'altra e poi spedito, assurdamente, in un paese indonesiano. Al motto di "meno cose sai, meglio è per te", si trova a poco a poco invischiato in un complotto planetario e in una strana storia d'amore. E se in entrambi i casi tutti tradiscono tutti, forse a guidare il gioco è la stessa donna: quella che Giulio disprezza e adora, il suo capo. Al ritmo spedito di un'immaginazione debordante, esplosiva, riprendendo temi e personaggi dell'"Elenco telefonico di Atlantide" per proiettarli in una dimensione parallela, il nuovo romanzo di Avoledo racconta con spietata e umoristica precisione le miserie del nostro oggi, la vita e l'amore ai tempi dell'azienda.
È il primo giorno dell'estate del 1990. Due giorni prima Roberto Baggio allo Stadio Olimpico di Roma aveva segnato alla Cecoslovacchia uno dei gol più belli e indimenticabili della sua carriera. Ma lontano dalle notti magiche dei Mondiali, in un campo di terra in una periferia residenziale dell'Aquila, quel 21 giugno del 1990, Michele, "il grande Michele", realizza tre gol diversi meravigliosi, tre gol più belli di quello, bellissimo, di Baggio. Lo fa davanti agli occhi ammirati e impotenti del narratore di questo romanzo, che gioca bene a calcio, ma non quanto Michele, il suo imbattibile rivale. È l'ultima estate dell'infanzia, il momento della vita in cui si smette di abitare l'infinito e ci si accorge dei propri limiti. Questo è, per il narratore, la scoperta del superiore talento di Michele: "la scoperta del limite e quindi la scoperta della morte e della vita". Perché "non c'è abbastanza spazio nel medesimo tempo e nel medesimo luogo per due abbastanza bravi nella medesima cosa; uno dei due deve cedere". Anni dopo il narratore, che ormai ha abbandonato da tempo l'Aquila e il condominio Prato Verde, tornerà per vedere che ne è stato di quell'estate, di Miriam, il suo primo amore, dell'anticonvenzionale padre Lucky e soprattutto cosa è successo al grande Michele, il cui talento non ha mai visto brillare negli stadi della serie A.
Evelyn è bellissima, così bella che, trasferitasi a New York con la madre agli inizi del '900, trova subito lavoro come modella, per poi iniziare la carriera di ballerina. Gli uomini perdono la testa per lei e uno, in particolare, non le dà tregua. Si tratta del famoso architetto Stanford White, creatore di alcuni dei più importanti edifici di New York e noto per le sue nottate di sesso sfrenato. Stanford seduce Evelyn, ma dopo qualche tempo la lascia. Si è stancato del giocattolo e vola verso altri lidi. Evelyn si consola con il multimiliardario Harry Thaw, che si innamora di lei e la sposa. Ma Harry è uno squilibrato. Violento, feroce, amante della frusta, è visceralmente legato a Evelyn ed è ossessionato dal rapporto che la ragazza ha avuto con Stanford White. Una sera, dopo uno spettacolo teatrale, affronta il rivale e lo uccide con tre colpi in fronte. Al processo verrà condannato ma, prima volta in America, gli verrà riconosciuta la seminfermità mentale e finirà in manicomio. Una storia vera in cui amore e ossessione si mescolano, disegnando un quadro agghiacciante e carico di suspense.
Tobino, ne "La brace dei Biassoli" (1956), il suo libro più personale e doloroso, rende omaggio alla figura della madre, Maria Biassoli, da poco scomparsa. Come nella "Vita nova" dantesca, lo scrittore muove dal dolore per la perdita di una donna amata assurta ad archetipo di femminilità, snodando poi il racconto, quasi un succedersi di quadri di una sacra rappresentazione, o di stanze di una canzone, tra prosa e poesia, in una continua alternanza tra opposte tensioni emotive e stilistiche. Al centro, la figura di Maria che, tornando a Vezzano, il paese di famiglia incastonato tra monti e fiume, in un entroterra ligure aspro e dolcissimo, sente rinascere le antiche emozioni, la brace rifarsi fiamma; e attorno a lei, i membri della famiglia Biassoli, un formicolare di volti e vicende che spingono l'autore - in un romanzo che a detta di Italo Calvino si presenta come "il più sciolto e limpido nella sua prosa" - a rimeditare "sugli affetti e i legami fra chi vive e chi muore, sul valore e il segno del nostro stare al mondo".
Du, Diego, Joao Baptista, Constanza, Vanderley e Cleverson si muovono sul fondale, mosso e colorato, del Brasile odierno: ai confini estremi della periferia di Rio, un ragazzo nero aspira a diventare l'amante della bella Elza ma l'arrivo dell'ex poliziotto e gorilla Majò rovinerà l'incanto del loro primo incontro; nell'ufficio di Brasilia, un importante uomo politico all'opposizione progetta di sovvertire il risultato delle ultime elezioni con l'aiuto e il supporto del gruppo di storici sostenitori; nel frattempo, un barbone spinge il suo carretto sulla Avenida Niemayer, paziente e ancora ignaro che quella sarà per lui una giornata memorabile; due cognati invece, uno mite, l'altro più spaccone e presuntuoso, vivranno un pomeriggio a dir poco eccitante in una fattoria non lontana dalla città.
Dalla bandella di Paolo Virzì: Nella bolgia sensuale e infernale di Rio de Janeiro, s’intrecciano vicende fulminanti, feroci ed esilaranti, che attraversano ambienti sociali diversi, miseria e ricchezza, splendore e degrado. Dall’audace avventura di Du, lo spavaldo ragazzino di favela che s’infila nel letto della bella amante del pericoloso delinquente Majò, pagandone poi le conseguenze in modo tragico e grottesco, all’ultimo giorno di vita di Diego, discusso politico e uomo d’affari candidato in pectore alla presidenza del Brasile; da Costanza, la sua giovane ed elegante moglie in cerca di erba da fumare, costretta a sfuggire all’arresto volando giù da una finestra, al barbone Joao Baptista dos Santos da Silva che la raccoglie sul suo carretto di cartoni e la scambia per una divinità; e poi Vanderley e Cleverson, i due becchini del cimitero di Botafogo in cerca di sordide avventure, ed il tenente Ricardo Machado, poliziotto integerrimo folgorato da un innamoramento sconveniente. “Brace” è un romanzo sorprendente, che cattura fin dalle prime pagine, fino a comporre, un capitolo dopo l’altro, l’affresco visionario e realistico, comico e crudele, del brulicare di esistenze di una megalopoli gioiosa e spietata, ritratta in quello che sembra l’ultimo apocalittico giorno dell’umanità. Il fatto che questo libro appassionante lo abbia scritto il mio vecchio amico fiorentino Attilio Caselli, valente scenografo ed abile sceneggiatore scappato dall’Italia per amore, è per me una bella e commovente notizia sul suo stato di grazia e d’ispirazione, e per la narrativa italiana un’inconsueta testimonianza di curiosità e di vitalità.