
Sperduto nelle Aride, Nunez viene accolto da una comunità i cui membri sono tutti ciechi. Confuso dalla vita laboriosa e dai sensi fìnissimi dei suoi ospiti, dovrà destreggiarsi fra il proprio senso di superiorità e la loro remota saggezza: anche perché i ciechi si sono prefìssi di guarirlo a tutti i costi dalla sua inspiegabile, perversa ossessione per la vista. Con una nota di Sandro Modeo.
Dagli infimi night club di Fox trot al sordido ambiente delle foto per i rotocalchi, all'ineguagliabile glamour del cinema berlinese, tutto il mondo della capitale tedesca del breve periodo d'oro tra le due guerre scorre in queste pagine. E accompagna la vita luminosa di Lilly Afrodite fino a quando diventerà una stella del cinema e si innamorerà perdutamente di un regista russo, fino a mettere in discussione la sua stessa esistenza dorata. "La vita luminosa di Lilly Afrodite" è la storia di una donna che ha vissuto fino in fondo la sua vita, una storia fatta di sfarzo e miseria, di luce e ombra, di dissolutezza e amore, di salvezza e perdizione, una storia che illumina un periodo straordinario del secolo scorso.
Piers, diciassette anni, introverso e depresso, ha lasciato casa, scuola, amici e fidanzata per cercare di capire che cosa vuole fare di sé, ha accettato un modesto lavoro di casellante di un ponte a pedaggio e si è trasferito nella squallida casetta accanto al ponte. Lì conosce Kate, che ha la sua stessa età ma è decisa e sicura di sé: i due fanno amicizia e parlano di tutto. Poi arriva Adam, un ragazzo misterioso, insolente e affascinante che invade la loro vita senza essere stato invitato. Il legame a tre è complicato, mescola amore, amicizia, complicità. Ma nel passato di Adam c'è un'ombra, il ricordo di un dramma che affiora poco alla volta e rischia di travolgere tutti e tre.
Quando perde la madre, alla minorenne Jamie Hall non restano altri affetti del cane meticcio e senza nome con cui si accompagna. Per evitare di finire in un istituto che la separerebbe anche da lui, Jamie fa rotta verso la tetra cittadina industriale di Dyers Corners. L'atmosfera di degrado e privazione del luogo si riflette ora nei suoi abitanti. Nell'abiezione del rigattiere Jake e nella scelleratezza del bracconiere Harlan, nel rimpianto paralizzante del direttore dell'ufficio postale da sempre innamorato della nonna di Jamie. Jamie prende servizio come custode presso la casa estiva di Margaret, un'anziana fotografa segnata dal dolore ma ancora capace di uno sguardo lucido e solidale, e là conosce Galen, cacciatore di pelli reduce del Vietnam che ha scontato in carcere una lunga condanna per una colpa mai commessa, rifugiandosi poi in una solitudine sconfitta e rassegnata. Con loro, con lui, Jamie sembrerebbe finalmente avviata a una nuova serenità, ma ancora una volta il destino non accenna a distrarsi. Ha le fattezze di un ragazzino, un essere arcano e insensato, più animalesco che umano. Jamie, di ritorno a casa insieme al cane, lo trova legato a un albero come una bestia, e senza starci a pensare lo slega. E il primo atto di una catastrofe imminente che la costringerà presto a una fuga all'ultimo respiro.
Chi ha di Mordecai Richler l'immagine di un narratore irresistibile e torrenziale (irresistibile anche perché torrenziale) deve metterla da parte. Da vero epigono di razza del cabaret yiddish, Richler sapeva perfettamente come allestire un one man show, cioè come scrivere e interpretare un breve monologo che sotto l'ombrello di una comicità viscerale e inarginabile disegnasse, attraverso le vicissitudini e i tic di un personaggio, tutto un mondo. Non è dunque un caso che nel 1969, a metà circa della sua carriera, abbia deciso di prendersi una vacanza, e raccontare daccapo le storie del suo quartiere a Montreal, solo in una forma più diretta e confidenziale, lasciando cioè che si sovrapponessero e si intrecciassero così come, in apparenza, gli venivano in mente. Ecco perché in queste pagine si mischiano, con la massima libertà possibile, una disamina delle catastrofiche ripercussioni di un pezzo di "Time" sulla vita quotidiana di St. Urbain Street, una divagazione sull'uso "privato" delle cabine telefoniche pubbliche e un manualetto sul sesso redatto da un cultore della materia assai vicino a molti lettori: Duddy Kravitz. Per capire di chi è questo libro, e cosa offra, basterebbe insomma aprirlo a caso, senza neppure guardare la copertina.
Corre l'anno 878 e re Alfredo ha appena liberato il Wessex dagli invasori vichinghi. Alla sua vittoria ha contribuito Uhtred, che ora, disgustato dalia grettezza del sovrano e dal suo atteggiamento estremamente bigotto, decide di lasciare il paese e di dirigersi a nord per vendicare il padre adottivo, barbaramente ucciso, e liberarne la figlia, prigioniera dell'assassino del padre, Kjartan, un danese rinnegato che vive nell'imprendibile fortezza di Dunholm e che da sempre è nemico giurato di Uhtred. Arrivato a nord, il giovane trova la regione in rivolta, immersa nel caos e nel terrore. Lui può contare solo su Hild, una monaca sassone che ha rinunciato alla vocazione, e sulla propria spada. Finché il caso non gli fa incontrare un manipolo di uomini comandati da un giovane schiavo autoproclamatosi re di Northumbria... In un mondo dai confini mutevoli dove regnano il caos e bizzose divinità, in una terra contesa tra i signori della guerra in cui il più prezioso alleato può trasformarsi in un nemico più gelido dell'aspro vento del nord, la follia può rivelarsi l'unica arma vincente...
Quando nel 1982, uscì "Alla conquista di Lhasa", molti trovarono semplicemente entusiasmante la rievocazione della corsa, fra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, per la conquista di quello che ancora era, nell'immaginazione popolare, il Paradiso Perduto: il Tibet. In effetti le imprese di personaggi come Anne Royle Taylor - che nel 1892 dai teatri dell'East End passò ai sentieri himalaiani, arrivando, a dorso di mulo, a un passo da Lhasa -, o di Maurice Wilson - fermato dalle autorità inglesi in India poco prima di mettere in opera l'ultima fase del suo piano, che prevedeva di schiantarsi con un biplano Gipsy Moth alle falde dell'Himalaya per poi proseguire a piedi alla volta dell'inaccessibile capitale - restano nella memoria. Ma a chi lo sa davvero leggere il racconto di Hopkirk suggerisce anche qualcos'altro, e cioè ad esempio il senso di una credenza antichissima, secondo la quale chi conquista il Tibet conquista, semplicemente, il mondo, oltre alla strana sensazione che le tensioni globali, se accostate a quello che ancora oggi rimane il loro misterioso e segreto epicentro, non siano che epifenomeni marginali.
"Il libro più misterioso del mondo": questa è la definizione del Manoscritto Voynich, che deve il suo nome a Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari che lo acquistò nel 1912 dai gesuiti di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati: soltanto 204 pagine tracciate in una lingua impenetrabile e ornate da disegni di piante sconosciute, da complessi simboli astronomici e da enigmatiche figurine femminili. Nel tempo, le sue interpretazioni sono state innumerevoli: alcuni hanno sostenuto che fosse opera di un alchimista della corte di Elisabetta I, altri che si tratti della leggendaria Clavicola di Salomone, il testo magico per eccellenza, altri ancora che non abbia nessun significato e sia soltanto una straordinaria beffa concepita da qualche erudito... Ma Lauren Kelly, docente nella prestigiosa università di Yale, è convinta di aver finalmente trovato la chiave per decifrare il Manoscritto Voynich e sta appunto per mettersi al lavoro quando un ladro irrompe in casa sua, le ruba il computer e la riduce in fin di vita. Benché sconvolto, Ross, il marito di Lauren, capisce subito che non si tratta di una normale rapina: viene infatti contattato con sospetta rapidità da un emissario del Vaticano, che insiste perché gli vengano consegnati gli appunti della donna, e poi da una suora, la quale sostiene che quel manoscritto è in realtà la mappa per ritrovare il Giardino dell'Eden, un luogo cosi meraviglioso e terribile da sfidare ogni logica.
Una riunione tra quattro amiche del cuore per festeggiare la loro amicizia: un quarto di secolo di intimità condivise, tradimenti superati, differenze appianate. C'è Claire, con i suoi uomini sempre sbagliati; e la certezza che la vita non le darà mai l'unica cosa che ha sempre voluto. Nora, la casalinga perfetta, che ha tenuto nascosto un segreto alle amiche per più di venticinque anni. Maggie, che è sposata infelicemente con Ray da più tempo di quanto voglia ricordare. E poi Geòrgie, altezzosa e supponente, che ha fatto a modo suo più di quanto le sarebbe convenuto. Ma stasera la complessa trama di mariti, amanti e segreti che le ha tenute insieme sta per dipanarsi. E una delle quattro donne non ha intenzione di esserci. A questo punto, le cose non potranno più essere le stesse...
Nella Londra del Diciassettesimo secolo, Coriander Hobie ha ragione di credere nella felicità. La sua infanzia trascorre radiosa, protetta dal padre Thomas, un mercante di seta, e dalla madre Eleanor, donna sapiente e gentile, profondamente esperta di erbe medicamentose. Niente sembra poter turbare quella pace; ma all'improvviso, quasi inspiegabilmente, Eleanor Hobie muore, e oltre al terribile dolore di quella perdita Coriander si trova a dover affrontare un'amara realtà: la monarchia inglese è caduta, i repubblicani di Cromwell hanno preso il potere, suo padre è considerato un traditore e rischia la condanna a morte. In un estremo, disperato tentativo di salvarsi e passare inosservato al nuovo regime, Thomas si risposa. Ma con la nuova moglie in casa Hobie arriva anche il flagello del sospetto, del fanatismo, della ferocia; e più pericoloso di tutti arriva il predicatore Arise Pell, violento e privo di scrupoli. Costretto alla fuga, Thomas abbandona Coriander nelle mani, dei due criminali: in una notte d'incubo, Coriander viene picchiata, trascinata in una stanza e chiusa a chiave in un baule. Ma invece di morire, una nuova vita le si apre davanti: una vita in un luogo dove il tempo non ha significato dove i mortali non possono arrivare e dove viene incaricata di una missione che cambierà per sempre il suo futuro. Età di lettura: da 10 anni.
Sembrava un’operazione di polizia come tutte le altre: stanare i membri di una gang di immigrati clandestini, responsabili dell'efferato omicidio di una giovane prostituta. Una missione di routine per un poliziotto dell’esperienza di Langton, ispettore capo della squadra Omicidi di Londra. Eppure, durante l’azione, qualcosa va storto e Langton viene ferito gravemente. Ad assisterlo, mentre giace in un letto d’ospedale tra la vita e la morte, è Anna Travis, ambiziosa detective della Omicidi, nonché sua compagna. Anna è determinata a capire che cosa sia veramente successo durante l’operazione, ma mentre cerca di barcamenarsi tra indizi e sospetti, deve anche dedicarsi al nuovo caso cui è stata assegnata. Si tratta del brutale assassinio di una bibliotecaria, una donna dalla vita irreprensibile, stuprata e uccisa nella sua stessa casa. Un omicidio senza ragioni apparenti. Almeno fino a quando Anna non scopre che quella morte è indissolubilmente legata all’aggressione di Langton. E quando la verità emerge in tutto il suo orrore, svelando orribili traffici di esseri umani, forse è troppo tardi. Anna e Langton sono nel mirino di pericolosi criminali, disposti a tutto pur di fermarli. Fino all’ultimo colpo di scena che costringerà la detective a portarsi un orribile segreto nel cuore.
Acclamata dalla stampa e dal pubblico come la regina della suspense, Lynda La Plante è ormai entrata nell’olimpo dei bestseller: ognuno dei suoi thriller vende in media 400.000 copie. Taglio netto, per mesi nella top ten del «Sunday Times», è un thriller agghiacciante che esplora temi scottanti come l’immigrazione clandestina e la pena di morte e vede il ritorno dell’intraprendente detective Anna Travis, questa volta alle prese con un caso davvero impossibile.