
Fin da quando era piccola Faith ha imparato a nascondere dietro le buone maniere la sua intelligenza acuta e ardente: nell'Inghilterra vittoriana questo è ciò che devono fare le brave signorine. Figlia del reverendo Sunderly, esperto studioso di fossili, Faith deve fingere di non essere attratta dai misteri della scienza, di non avere fame di conoscenza, di non sognare la libertà. Tutto cambia dopo la morte del padre: frugando tra oggetti e documenti misteriosi, Faith scopre l'esistenza di un albero incredibile, che si nutre di bugie per dar vita a frutti magici capaci di rivelare segreti. È proprio grazie al potere oscuro di questo albero che Faith fa esplodere il coraggio e la rabbia covati per anni, alla ricerca della verità e del suo posto nel mondo. Magia, scienza e desiderio di libertà si incontrano in un questo romanzo, con una coraggiosa eroina che rompe gli schemi, nel solco di Jane Eyre. Età di lettura: da 13 anni.
Un piccolo prete miope, schivo al limite dell'ottusità, con un vecchio ombrello che gli cade di mano di continuo: ecco la figuretta che si affaccia con discrezione sulla scena del delitto in tanti racconti di Chesterton. Ma dietro l'aspetto anonimo si nasconde una delle menti più acute che abbia mai attraversato la letteratura poliziesca: quella di Padre Brown, sacerdote cattolico che per anni, nel segreto del confessionale, ha ascoltato con pazienza gli errori e gli orrori dei criminali più incalliti del suo tempo. E chi conosce i peccati degli uomini sa districarsi anche tra i mali del mondo. Bonario e arguto, l'improbabile detective di Chesterton è dotato di un intuito infallibile che lo porta a decifrare misteri in apparenza inspiegabili. Questo volume ne raccoglie i casi più celebri e più amati dai lettori di ieri e di oggi.
Il romanzo "L'isola del tesoro" (1883) venne inizialmente pubblicato a puntate su un giornale per ragazzi e solo successivamente fu stampato in volume. Al suo debutto l'opera fu stroncata. Stevenson scrisse queste righe in risposta alla stroncatura: "Non è mai esistito un bambino (fatta eccezione per il signor James) che non abbia cercato oro, non sia stato pirata o capitano di soldati o bandito di montagna; che non abbia mai fatto battaglie, non sia naufragato e non sia stato fatto prigioniero, e non abbia bagnato di sangue le sue piccole mani, o che bravamente non si sia ritirato da una battaglia perduta e che infine, con manifesto orgoglio, non abbia protetto l'innocenza e la bellezza".
Etruria, I secolo avanti Cristo. La pianura è avvolta dal silenzio. I due schieramenti sono l'uno di fronte all'altro, immobili. Di colpo il suono del corno squarcia l'aria: è l'inizio dell'assalto. Con un ruggito, la Decima legione comandata da Giulio Cesare si lancia contro l'esercito mercenario di Catilina. Ben presto i ribelli si rendono conto di non poter fare nulla contro la forza e l'abilità dell'esercito avversario e vengono sconfitti. Roma è fuori pericolo. Cesare ora ha un unico obiettivo: governare la città. Nato da padre inglese e madre irlandese, Conn Iggulden, prima di diventare scrittore a tempo pieno, ha insegnato letteratura per sette anni.
Per alcuni Cesare è il nome di un traditore della patria, per altri quello di un eroe. Un destino stranamente ambiguo per un uomo che non è abituato a esitare. Che ha attraversato il Rubicone e ha marciato verso Roma in armi, sfidando la legge e suscitando l’ira di Pompeo e del Senato. Ora i suoi avversari non sono più barbari da sottomettere nel nome della Repubblica, questa volta è contro la sua gente che dovrà combattere, in una guerra civile che lo porterà di nuovo lontano dalla città eterna. In campi di battaglia che, ancor prima del suo arrivo, già risuonano della sua fama, tra la Grecia, l’Asia e l’Egitto della splendida Cleopatra, si ammanterà di nuove vittorie. Ancora una volta si leveranno le armi, cadranno i suoi avversari, ripiegheranno infine gli eserciti nemici, decretando un solo vincitore. Saranno anni intensi e dolorosi, e solo al termine di lunghe peregrinazioni Cesare potrà tornare a Roma in trionfo, e qui gettare le basi di quello che diverrà il più grande Impero di tutti i tempi. Ma quanto più in alto vola l’aquila, tanto più rovinosa è la sua caduta, quando la storia ha deciso un epilogo che sembra non rendere giustizia.
Prussia, 1804. Perché il grande filosofo Immanuel Kant conserva in un laboratorio segreto le teste spiccate delle vittime dei delitti orrendi che da qualche tempo fanno pensare ai buoni cittadini di Koenigsberg che la città è invasa dalle potenze oscure, forse dal Demonio? Che cosa sta cercando Kant? Chi è il vero autore del manoscritto maledetto "Critica della ragione criminale" che sembra avere a che fare con le uccisioni? E perché a indagare sui crimini viene chiamato il giovane procuratore Hanno Stiffeniis che proprio a Kant ha confessato di essere stato affascinato dalla possibilità del delitto gratuito quando a Parigi ha visto ghigliottinare il re?
Ai tempi in cui Napoleone dominava l'Europa, solo la Royal Navy di Sua Maestà Britannica sfidava la potenza francese. Forrester volle impersonare lo spirito dei suoi uomini in un personaggio indimenticabile: Orazio Hornblower, un antieroe ostinato, taciturno, a disagio in società ma imbattibile al comando della sua nave.
Inghilterra, 1465. Sono gli anni della Guerra delle due Rose e il conte Richard Neville, discendente di una prestigiosa famiglia aristocratica, è uno degli uomini più influenti alla corte di re Edoardo IV. Ambiguo e assetato di potere, il conte sa di poter utilizzare per i suoi giochi politici due carte preziose: le giovani, bellissime figlie Anna e Isabella. Incurante della loro volontà e dei loro sogni, comincia ben presto a pianificarne il futuro, tessendo alleanze con chi, a corte, è - o sembra - più vicino al re. Ma le due sorelle impareranno presto a giocare per conto proprio la partita della vita, e a liberarsi dal giogo paterno. Soprattutto Anna, forte e coraggiosa, decisa a non arrendersi mai. Il destino tuttavia non fa che accanirsi contro di lei: "Ho perso mio padre in battaglia, mia sorella, mio cognato e mio nipote per mano degli sgherri della regina, e ora anche mio figlio..." Disperata, braccata dai nemici della sua famiglia, non sa dove cercare un rifugio sicuro né di chi potersi fidare completamente. Eppure quello stesso destino così crudele la porterà un giorno, trionfalmente, sul trono d'Inghilterra. Dalla penna di Philippa Gregory, una nuova drammatica storia di passioni, intrighi e lotta per il potere alla corte di Edoardo IV.
È il 1962 e Jane e Stephen frequentano l'università inglese di Cambridge. Lei è una ragazza vivace che palpita per i versi dei poeti spagnoli, lui un promettente studente di cosmologia, sempre perso nei suoi pensieri, alla ricerca di una spiegazione semplice e unica dell'universo. Eccentrico e bizzarro, così lo definisce Jane quando lo conosce. E le piace molto. Le loro vite scorrono separate, fino a che qualcosa non le avvicina indissolubilmente. Stephen ha solo ventun anni, l'età in cui l'immortalità è ancora l'unica ipotesi contemplata, quando riceve una diagnosi sconvolgente: una malattia degenerativa che gli lascia solo due anni di vita. È allora, con il destino alle calcagna, che i due si innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Con Jane al fianco, Stephen combatte instancabilmente contro la malattia e intanto si butta a capofitto a studiare ciò che a lui più manca: il tempo. Grazie all'amore e alla caparbietà, i due giovani strappano giorni all'eternità, uno dopo l'altro. Mentre il corpo di Stephen è imprigionato in limiti sempre più stringenti, la sua mente continua a espandersi, fino a forzare le frontiere della fisica. Insieme, si spingono più lontano di quanto avrebbero mai potuto immaginare. Forse, la formula che tiene insieme l'universo ha un solo elemento comune: l'amore.
Alle sei e quarantacinque del mattino di una fredda e nebbiosa giornata di dicembre, la signora Drabdump sale le scale della sua misera casa nel povero quartiere di Bow, a Londra, e bussa forte alla porta di Arthur Constant, il suo inquilino. Quindi scende in cucina, mette il bollitore sul fuoco e aspetta. Brava persona quel Constant, un vero gentiluomo. Aveva chiesto lui di essere svegliato presto, ma ormai sono le sette e mezzo e ancora non si vede. La signora Drabdump torna di sopra e bussa di nuovo. Nessuna risposta. Forse il mal di denti della sera prima è peggiorato e Constant ha deciso di rimanere a letto ancora un po'. Ma non compare neppure alle otto né alle otto e trenta. Un orribile presentimento s'insinua nella mente della donna che decide di chiedere aiuto a George Grodman, il famoso investigatore in pensione che abita dall'altra parte della strada. I due salgono di sopra e Grodman prova la maniglia della porta: chiusa. Non rimane che forzarla; un paio di spallate e l'uscio è sfondato e il chiavistello divelto. La stanza è silenziosa; dalle finestre, anch'esse sbarrate, entra un filo di luce. Constant giace nel letto, con la gola tagliata. Scritto nel 1891, questo libro è entrato nella storia della letteratura gialla: è infatti il primo romanzo in cui si mette in scena il fortunato motivo del "delitto nella camera chiusa".