
In questo suo romanzo, Benson abbandona lo scenario storico dell'epoca Tudor per introdurci nella seconda metà del Seicento, quando in Inghilterra regna Carlo II Stuart. Roger Mallock, giovane novizio benedettino, viene inviato da papa Innocenzo XI alla corte inglese confidando nella possibilità di condurre il re alla Chiesa di Roma, forte del sostegno del fratello Giacomo, cattolico e suo successore designato. Roger si troverà in mezzo a congiure politiche e religiose di ogni tipo che lo toccheranno da vicino, in una realtà di feroce persecuzione nei confronti dei sacerdoti cattolici.
Per la prima volta riuniti insieme i due romanzi visionari di Robert Hugh Benson scritti all’inizio del XX secolo, “Il padrone del mondo” e “L’alba di tutto”: il primo, il maggior bestseller mondiale di “Christian Fiction”, immagina (in anticipo sui tempi) un mondo globalizzato e tecnologico in cui le comunicazioni sono istantanee e si viaggia su alivascelli, si utilizza l’esperanto ed esiste un parlamento europeo, ma soprattutto la religione è stata sostituita dalla tolleranza e dalla filantropia universale. “L’alba di tutto” rimane nello stesso scenario futuristico di riferimento ma affronta un’utopia di senso opposto: la fede, riconciliata con la scienza, trionfa in tutto il mondo, il papa è arbitro delle contese internazionali e gli economisti sono convinti che la carità assistenziale degli ordini religiosi è la migliore forma socioeconomica. Due romanzi speculari, che utilizzano la chiave della fantascienza per parlare dell’oggi e dei pericoli che minacciano la nostra società.
Enigmatiche e illuminanti, le storie di Dahl sono spesso attraversate da una vena di humour macabro tanto più efficace quanto più ispirata da situazioni del tutto normali, che il gusto raffinato e implacabile dell'autore conduce a esiti imprevedibili e non di rado addirittura cinici (ma di un cinismo sobrio, impeccabile). "I suoi racconti" ha osservato Corrado Augias "sono perfette macchine narrative: la situazione di partenza sembra comune, addirittura banale, ma nel corso della vicenda subentra un piccolo incidente che rovescia in modo sinistro o grottesco i fatti... Dahl ha l'abilità di far diventare la cattiveria una qualità rivelatrice della natura umana."
"Perché divento irrequieto dopo un mese nello stesso posto, insopportabile dopo due?". Siamo nel febbraio del 1969: Bruce Chatwin ha rassegnato da tre anni le dimissioni da Sotheby's e ha appena deciso di abbandonare gli studi di Archeologia. Nonostante l'iniziale entusiasmo e il talento dimostrato in entrambi i campi, si è convinto che "il cambiamento" sia "l'unica cosa per cui valga la pena vivere"; per questo scrive una lettera all'editore Tom Maschler in cui abbozza le sue idee per una storia del nomadismo - argomento che sente quanto mai affine. Il titolo è già pronto: "L'alternativa nomade". Da questo momento in poi Chatwin consacrerà la sua esistenza al viaggio e alla scrittura. Una vita in perpetuo movimento, che avrà come corollario una corrispondenza smisurata, per la gran parte raccolta in questo libro curato dall'amico Nicholas Shakespeare e arricchito dalle note laconiche, affilate e amorevoli della moglie Elizabeth. Scritte a partire dai sette anni, destinate ai genitori, alla moglie e agli amici, le lettere di Chatwin svelano sul loro autore molto più di quanto lui fosse disposto a lasciare affiorare nei suoi libri. Ma non compongono propriamente un'autobiografia involontaria: leggendole si ha semmai l'impressione di seguire in presa diretta la voce di un narratore naturale, di un cercatore di storie, che seppe fare del suo impulso al mutamento e della sua inappagabile avidità di conoscenze un'opera d'arte.
Attratto da un richiamo fatale nel cuore dell'Africa, il giovane Salim, indiano di fede musulmana, lascia la costa orientale del continente per rilevare da un amico di famiglia un eccentrico bazar in riva a un fiume punteggiato dalle "isole scure" dei giacinti e circondato da un paesaggio primordiale di foreste, torrenti nascosti e impervi, canali infestati da zanzare e solcati da chiatte, buganvillee rigogliose, tramonti velati di nuvole lungo le rapide. Qui cercherà di contribuire, con pochi sodali, all'evoluzione di una società travolta da recenti tumulti. E in un primo momento la comunità dell'"ansa del fiume" - così come l'intero paese sembrerà avviarsi a un promettente progresso. Ma quello slancio innovatore, fagocitato dal Grande Uomo (nel quale non è difficile riconoscere il dittatore Mobutu), si convertirà presto in un futurismo grottesco (il "radioso avvenire"); e, unito alla feroce rabbia accumulata nel periodo coloniale e a un equivoco ritorno alla 'nazione autentica', susciterà un sistema di controllo paranoico e una catena di cieche rappresaglie - consegnando Salim a un destino di apolide senza patria e senza vera identità.
Il romanzo presenta la figura del Capitano Generale veneziano Marcantonio Bragadin, l'eroico difensore di Famagosta durante la guerra di Cipro del 1571. Sulla trama degli eventi storici lavora l'immaginazione poetica dell'autore che porta in primo piano tutta la ricchezza di vita interiore del protagonista: i ricordi, gli affetti, la preoccupazione per la vita delle persone che dipendevano dalle sue decisioni, la speranza disillusa dell'arrivo dei rinforzi militari, la difesa della propria identità spirituale fino alla tranquilla consapevolezza che lo porterà a dire, giunto al terribile epilogo: 'Non sono stato abbandonato. Sono stato sacrificato'.
Nel 1832, all'età di ventidue anni, un giovane laureato di Cambridue, Charles Darwin (1809-1882), deciso a infrangere le tradizioni familiari che lo volevano medico o ecclesiastico, partecipa e vince il concorso per la posizione di naturalista sul Beagle, un brigantino della Royal Navy che avrebbe compiuto un lungo viaggio intorno al mondo con lo scopo di eseguire ricerche scientifiche. Dalle Canarie al Brasile, dalla Terra del Fuoco fino all'Australia passando da Capo Verde, le isole Falkland e soprattutto la Galápagos, Darwin si dedicò a raccogliere e riordinare materiale di natura biologica e geologica. Tornò cinque anni dopo carico di piante e animali ancora sconosciuti, con i quaderni pieni di appunti per quella che sarà la sua opera più importante. L'origine delle specie, pubblicata nel 1859, e destinata a scuotere le fondamenta del sapere e in particolare le teorie creazioniste fino ad allora imperanti. Irving Stone ripercorre tutte le tappe di questo affascinante itinerario, geografico e spirituale al tempo stesso, in un'attenta biografia che diventa un romanzo appassionante.
Il prequel de "I pilastri della terra". 17 giugno 997. Non è ancora l'alba quando a Combe, sulla costa sudoccidentale dell'Inghilterra, il giovane costruttore di barche Edgar si prepara con trepidazione a fuggire di nascosto con la donna che ama. Ma i suoi piani vengono spazzati via in un attimo da una feroce incursione dei vichinghi, che mettono a ferro e fuoco la sua cittadina, distruggendo ogni cosa e uccidendo chiunque capiti loro a tiro. Edgar sarà costretto a partire con la sua famiglia per ricominciare tutto da capo nel piccolo e desolato villaggio di Dreng's Ferry. Dall'altra parte della Manica, in terra normanna, la giovane contessa Ragna, indipendente e fiera, si innamora perdutamente del nobile inglese Wilwulf e decide impulsivamente di sposarlo e seguirlo nella sua terra, contro il parere di suo padre, il conte Hubert di Cherbourg. Si accorgerà presto che lo stile di vita al quale era abituata in Normandia è ben diverso da quello degli inglesi, la cui società arretrata vive sotto continue minacce di violenza e dove Ragna si ritroverà al centro di una brutale lotta per il potere. In questo contesto, il sogno di Aldred, un monaco colto e idealista, di trasformare la sua umile abbazia in un centro di erudizione e insegnamento entra in aperto conflitto con le mire di Wynstan, un vescovo abile e spietato pronto a tutto pur di aumentare le sue ricchezze e il suo potere. Le vite di questi quattro personaggi si intersecano, in un succedersi di continui colpi di scena, negli anni più bui e turbolenti del Medioevo che termina dove "I pilastri della terra" hanno inizio.
Il nuovo romanzo di Ken Follett costituirà una sorpresa per i suoi milioni di lettori. "Per niente al mondo" segna un cambio di rotta rispetto ai suoi romanzi storici. Ambientato ai giorni nostri narra di una crisi globale che minaccia di sfociare nella terza guerra mondiale, lasciando il lettore nell'incertezza fino all'ultima pagina. Più di un thriller, "Per niente al mondo" è un romanzo ricco di dettagli reali che si muove tra il cuore rovente del deserto del Sahara e le stanze inaccessibili del potere delle grandi capitali del mondo.
"Improvvisamente il cielo diventa nero ... e subito dopo la tempesta aggredisce con violenza terrorizzante la carovana. Enormi vortici di sabbia mista a sassi sono sollevati in aria e turbinando colpiscono uomini e bestie. L'oscurità aumenta e strani schianti risuonano fra i ruggiti e gli ululati della bufera ... è un fenomeno che sembra lo scatenarsi dell'inferno". Il deserto del Taklamakan, nel Turkestan cinese, è ancora oggi una meta sconsigliata dalle agenzie turistiche, e per secoli, dal graduale abbandono della Via della Seta in poi, è rimasto uno dei luoghi meno attraversati del pianeta. Finché all'inizio del Novecento, quasi all'improvviso, alcuni fra i migliori - e più visionari - studiosi di cose antiche hanno deciso, tutti insieme, di partire alla scoperta delle civiltà che si dicevano sepolte, e intatte, sotto la sabbia. In questo libro, Peter Hopkirk racconta la storia, ancora una volta semisconosciuta ed emozionante, di come un gruppo di uomini quasi troppo adatti alla parte - per rendersene conto, basta guardare i ritratti di Le Coq, di Aurel Stein o di Paul Pelliot che corredano il volume abbiano sfidato e sconfitto il caldo rovente, il gelo mortale, le tribù ostili, e persino i demoni che la leggenda voleva a guardia dei tesori disseminati sulla Via della Seta. Il risultato è una cronaca accurata e fedele che trasuda, quasi involontariamente, romanzesco ed esotismo.
Per scrivere una grande biografia servono due ingredienti: una storia unica da raccontare e un brillante scrittore che sappia raccontarla. B.S. Johnson romanziere sperimentale inglese degli anni sessanta e settanta - è stato un uomo difficile: arrogante, caratterialmente instabile, insicuro e per questo motivo ancor più spigoloso. Appartenente alla classe operaia e con alle spalle una formazione poco ortodossa (abbandonò la scuola giovanissimo per andare a lavorare in banca), B.S. Johnson dimostrò fin da subito un approccio alla letteratura molto particolare. Per lui raccontare una storia equivaleva a raccontare bugie, e se proprio si doveva scrivere, allora bisognava cominciare dall'esperienza personale. Accanto a questo rifiuto dell'immaginazione, B.S. Johnson reclamava la supremazia della sperimentazione (ed ecco quindi il romanzo formato da ventisette capitoli sciolti che ogni volta creano una storia diversa, oppure il libro con le pagine bucate cosicché il lettore potesse "vedere nel futuro"). Ma prima della letteratura c'è la vita, e quella di B.S. Johnson è un labirinto intricatissimo, dove a ogni svolta la prospettiva cambia e il terreno sembra franare sotto i piedi. Jonathan Coe si trasforma in un indagatore dell'animo umano che seleziona centosessanta frammenti della vita di B.S. Johnson: annotazioni, appunti, dichiarazioni di amici e conoscenti, brani tratti dai romanzi, lettere. Con rigore, con passione, Jonathan Coe accumula indizi fino all'ultimo decisivo frammento.

