
È una singolare giornata dell'anno 1799 e il capitano Delano, fermatosi sulle coste cilene per far acqua nell'isolotto di Santa Maria, avvista la nave San Dominique che sembra aver perso il governo e riesce a salire a bordo con qualche provvista. La San Dominique trasporta schiavi negri e altra merce di valore. Durante la traversata è scoppiato un ammutinamento e i negri, uccisa la maggior parte dell'equipaggio bianco, hanno risparmiato la vita a Benito Cereno, il comandante, perché li riporti in Africa. Scampati a un naufragio a Capo Horn la nave è ferma, in balìa di una misteriosa attesa. "Benito Cereno" è una grande e tragica avventura di mare, che rivela l'aspetto buio, profondo dell'umanità.
"La bellezza è una forma di genio", "So resistere a tutto, tranne che alle tentazioni", "O si è un'opera d'arte, o la si indossa"... Una raccolta, organizzata secondo i temi che definiscono la vita e l'opera di Wilde l'arte, il piacere, la morale, la ricchezza - dei suoi celebri aforismi, ancora oggi ripetuti, usati, "commercializzati"; una lettura seducente, vitale, sgarbata, impertinente, affascinante dall'autore che fu definito da James Joyce "il più arguto parlatore del nostro secolo" e che fece dire a W.B. Yeats: "Non avevo mai sentito prima un uomo parlare con frasi perfette, come se le avesse tutte scritte faticosamente durante la notte, e tuttavia tutte spontanee".
Alison Willets giace in un letto d'ospedale. Può vedere, sentire, persino comunicare con un lieve sbattere di palpebre, ma la sua vita dipende dalle macchine a cui è attaccata. Chi l'ha ridotta così è un killer spietato, che uccide le sue vittime con un'abile pressione delle dita sull'arteria vertebrale. Tre ragazze sono già morte e, per l'ispettore Tom Thorne, se Alison è viva significa che nella procedura del killer qualcosa è andato storto. Finché non scopre l'agghiacciante verità: non è lei l'errore, ma le tre vittime precedenti.
I racconti brevi di Oscar Wilde raccolti in questo volume sono piccoli capolavori della letteratura di tutti i tempi. Nel "Fantasma di Canterville" (1887) Wilde riesce a mescolare magistralmente l'ironia e l'orrore, il patetico e il sublime, in una storia originalissima che testimonia lo sconcertante impatto tra il razionalismo del Nuovo Mondo e il pathos romantico dei castelli inglesi. "La sfinge senza enigmi" (1894) e "Il milionario modello" (1887) sono due straordinari esempi dello stile brillante e mondano delle sue commedie, idolatrate dalla società vittoriana. "Il delitto di Lord Arthur Savile" (1891) è invece la stupefacente dimostrazione di come si possano coniugare il verosimile e l'irrazionale in una storia giallo-rosa di estrema piacevolezza. Con uno scritto di Jorge Luis Borges.
"Orgoglio e pregiudizio" è il primo romanzo, e insieme il capolavoro, di Jane Austen, "l'artista più perfetta tra le donne" secondo Virginia Woolf. Fu pubblicato nel 1813, ma quando ne iniziò la stesura, la Austen aveva ventun anni e un'amica di famiglia l'aveva definita "la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare". Frivola e ironica, immersa nel mondo campagnolo e borghese cui apparteneva fatto di tè, balli, flirt della buona società e ridicoli incidenti della vita quotidiana, sapeva giocare su questi tenui motivi con una grazia e una profondità uniche. In "Orgoglio e pregiudizio", raccontando la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, evoca, con tocchi sobri e precisi, un incantevole e penetrante quadro della provincia inglese alla fine del Settecento. Con uno scritto di William Somerset Maugham. Introduzione di Isobel Armstrong.
Pubblicato nel 1899, "Cuore di tenebra" fonde le dimensioni concrete di testimonianza autobiografica, di denuncia sociale e politica e quelle simboliche di parabola e cupa meditazione metafisica. Attraverso la voce di Marlow, Conrad ci conduce nel cuore dell'Africa nera: l'incontro con la terribile realtà dello sfruttamento del Congo belga di Leopoldo II si dilata fino a trasformarsi in un inquietante confronto con il diverso e il primitivo, in una riflessione generale, sul colonialismo, destinata a scuotere le certezze di un ottimismo evoluzionistico ed eurocentrico. Con un saggio di V. S. Naipaul. Introduzione di Robert Hampson.
Tra i più bei racconti lunghi di Conrad, tra i più sottilmente inquietanti e misteriosi pur nella lineare semplicità della vicenda, "La linea d'ombra" riassume nella breve esperienza di un ufficiale di marina al suo primo comando una intera esistenza. Prigioniero di una bonaccia che costringe la sua nave all'immobilità assoluta, circondato da un equipaggio i cui membri cadono progressivamente vittime della febbre gialla, senza alcuna possibilità di chiedere e ottenere aiuto, il protagonista conosce, nel breve arco di tempo di un viaggio che diviene simbolo della vita, le miserie e le grandezze della condizione umana. Messo a confronto con la sofferenza, la follia, le insondabili forze della natura, oltrepasserà infine "la linea d'ombra", quel confine elusivo, a tratti inafferrabile, che segna il passaggio dalla giovinezza all'età matura. Con un saggio di Italo Calvino. Introduzione di Ian Watt.
Un capitolo della storia morale d'Irlanda: secondo la definizione di Joyce, "Gente di Dublino" (1914) è la spietata e nichilista radiografia di una città, del suo ambiente e dei suoi abitanti in quindici racconti brevi, quindici schizzi esistenziali che hanno per protagonisti i "reietti dal banchetto della vita". Storie in equilibrio fra elemento realistico e simbolico, che mescolano angoscia e disperazione. Epifanie, rivelazioni di una verità tragica, ma anche comica, che hanno odore "di cenere, di erbe macerate e di immondizia". Un libro che Joyce ha rigorosamente architettato sullo schema che sarà proprio di tutte le sue opere maggiori, da "Ulisse" a "Finnegans Wake": la vita dell'uomo, dell'intera umanità.