
Dopo cinque romanzi, Ian Fleming confessò al suo amico Eric Ambler di avere finalmente capito quali fossero gli ingredienti base per una delle sue (delle loro) storie: «ragazze nude, spie, e armi nucleari», meglio se ospitate sulla stessa isola. Di isole adatte al sesto episodio di 007 Fleming ne aveva visitate parecchie, e la più attraente era senz'altro Great Inagua, nelle Bahamas: colonie di uccelli rari protetti dalla Audubon Society, grandi paludi, mangrovie, granchi giganti assai temibili – e guano ovunque. Anche la trama era già pronta, bastava prendere un trattamento per la televisione americana di qualche anno prima, mai realizzato, in cui Fleming aveva ipotizzato che una misteriosa, potentissima organizzazione criminale possedesse apparecchiature in grado di deviare i missili intercontinentali americani. Bisognava solo trovarle un capo, magari prestandogli qualche tratto di un cattivo per antonomasia, il dottor Fu Manchu, e il gioco era quasi fatto. Cosa mancava? Ah già, le ragazze nude, almeno una. Be', qui Fleming giocava sul sicuro, tanto da potersi permettere di non aspettare gli arzigogolati rituali di accoppiamento del suo 007, presentandoci Honeychile, appena uscita dall'acqua, nella stessa veste in cui, da allora, è impossibile non continuare a immaginarla.
Poche settimane separano Charles Highway dall'età adulta e molto resta da fare all'ipersolipsistico ed erotizzato protagonista prima che quel funesto traguardo, il ventesimo compleanno, segni irrimediabilmente la fine della libertà adolescenziale e l'inizio della responsabilità matura. Ci sono gli esami da preparare, il corpus di poesie giovanili da completare, c'è il padre da odiare e, sopra ogni cosa, c'è da aggiungere al carnet delle esperienze accumulate quella del sesso con una Donna Più Grande. Ed ecco Rachel: bella, elegante, inarrivabile, e di un intero mese più matura. I taccuini su cui registrare le fasi della conquista sono pronti. L'Approccio può cominciare...
Nell'Inghilterra vittoriana Sukey Bond, appena uscita dall'orfanotrofio, viene mandata a servizio in una fattoria dell'Essex. Nulla di meno fiabesco, verrebbe da pensare. Eppure la scrittura obliqua e onirica di Sylvia Townsend Warner ci fa vivere, in questo romanzo, una delle più enigmatiche ed emozionanti storie d'amore che sia dato leggere - dedicata, non a caso, ad Amore e Psiche. Perché nella fattoria lavora un giovane bellissimo ed elusivo, che nei loro rari, furtivi incontri guarda Sukey «con un'espressione di splendente trionfo». Tutti dicono che è «un idiota», ma Sukey lo vede solo «ilare e candido», sapendo che lei, e solo lei, potrà renderlo felice. E quando Eric le verrà rapito, Sukey capirà che il suo futuro non è più «una regione inesplorata fatta di nuvole», e andrà a cercarlo con infinita de terminazione. Cosi come infinite saranno le sue peripezie, al termine delle quali, con ironica maestria, ci verrà restituita una delle cose più preziose: la fiducia nell'impossibile.
Torna l'attesa voce di Derfel Cadarn, il guerriero fattosi monaco, un tempo protetto di Merlino e paladino fedele di Artù, per accompagnarci lungo un nuovo capitolo delle sue memorie, che lo vede impegnato a lottare su due fronti ugualmente insidiosi: l'amore e la guerra. Dopo aver affrontato i demoni dell'Isola dei Morti per liberare la sacerdotessa Nimue, Derfel è accanto al suo signore, Artù, nella sanguinosa battaglia contro il regno del Powys. Il re di quelle terre vuole infatti vendicare a caro prezzo l'offesa subita da sua figlia Ceinwyn, ripudiata da Artù che le ha preferito Ginevra. Artù e i suoi cavalieri riescono a vincere solo grazie ai poteri di Merlino, e si decide di sancire la ristabilita unità dei britanni celebrando l'unione tra Ceinwyn e Lancillotto. Neanche questa volta però è destino che il matrimonio della nobile fanciulla abbia luogo: durante la cerimonia di fidanzamento, Ceinwyn abbandona il promesso sposo e fugge con Derfel, di cui si è innamorata. Un amore che rischia di mettere a repentaglio il fragile equilibrio politico raggiunto a costo di molte, troppe vite umane...
Kent, 1940. "Tutti gli uomini sono in guerra, perciò il coro dovrà essere sciolto." È questo il messaggio che le signore di Chilbury trovano affisso nella sala dove il coro è solito riunirsi. Non ci sono più voci maschili, e il vicario pensa che un coro di sole donne non sia appropriato. Ma l'arrivo di una nuova insegnante di canto, Miss Prim, porta una ventata di aria fresca nel piccolo villaggio inglese, provato dalla paura dei tedeschi, dai primi tragici lutti, dai razionamenti e dall'urlo delle sirene antiaeree nella notte. In breve la decisione è presa: il coro di Chilbury non verrà messo a tacere, anzi servirà a risollevare gli animi demoralizzati della comunità. L'infermiera Mrs Tilling, vedova e con un figlio appena partito per il fronte, vede il coro come un'opportunità per riempire il vuoto che le attanaglia il cuore. Per Miss Kitty Winthrop, la precoce figlia del ricco proprietario di Chilbury Manor, il canto è un modo per oscurare la stella della sua affascinante sorella Venetia, decisa più che mai a conquistare ogni scapolo rimasto. Intanto Edwina Paltry, una levatrice di pochi scrupoli, intravede l'occasione per arricchirsi in fretta e non esita a stringere un patto con il diavolo. Attraverso le lettere e i diari delle protagoniste si dipana la storia di un gruppo indomito di donne e di una piccola comunità messa alla prova dagli orrori della guerra. Un romanzo che, fra intrighi, sospetti e gustosi pettegolezzi, racconta come la grande storia si riverberi sulle vite dei singoli e come, nei momenti difficili, la sopravvivenza non dipenda solo dal coraggio, ma anche dall'amicizia e dallo spirito di gruppo.
Charles Fortnum è il «console onorario» di Sua Maestà in un paese senza nome ai confini del Paraguay. La sua è una carica del tutto irrilevante, come insignificante è l'uomo, alcolizzato e un po' imbroglione. Rapito da un gruppo di ribelli, a negoziare per la sua libertà è un dottore del luogo che scopre quanto la corruzione abbia travolto politici, rivoluzionari, religiosi, in un sistema senza morale. Introduzione di Alessandro Baricco.
Sue Jackson è una donna realizzata: ha una famiglia felice, un marito con una solida carriera politica, una bella casa. Ma quando la figlia quindicenne Charlotte entra in coma in seguito a un grave incidente con un autobus, tutta la sua felicità va in pezzi. Eppure, se possibile, il ricovero della ragazzina in terapia intensiva non è l'incubo peggiore che Sue deve affrontare. C'è infatti il terribile sospetto che non si tratti di un incidente, ma di un tentativo di suicidio... Sue, disperata e in contrasto con il marito che nega qualsiasi ipotesi di suicidio, fa quello che solo una madre disperata può fare: apre il diario di Charlotte. "Nascondere questo segreto mi sta uccidendo" è la spaventosa frase che spunta dai meandri della vita di una ragazza inquieta. Sue scoprirà aspetti della vita della figlia, e della propria, che aveva disperatamente cercato di rimuovere, in un processo di discesa agli inferi che coincide con la scoperta di un male sempre più oscuro, sempre più difficile da arginare, che sta inghiottendo la vita di tutti...
Sebastian Croll ha undici anni, grandi occhi verdi, lineamenti delicati ed è sospettato di aver brutalmente ucciso Ben Stoker, suo compagno di giochi, fracassandogli il cranio con un mattone e nascondendone il cadavere in un angolo di fitta vegetazione di Barnard Park. Il ragazzo è alla stazione di polizia di Islington quando viene raggiunto da Daniel Hunter, il legale che ha l'incarico di difenderlo, e che ha alle spalle una vita intera dedicata a occuparsi di minori: quindicenni accusati di aver sparato a compagni di gang, adolescenti dediti al crimine per qualche grammo di droga. Mai, però, un ragazzino cosi giovane, praticamente un bambino. Sebastian sembra tutto fuorché l'autore di un omicidio tanto atroce: è eccezionalmente bello, ha uno sguardo intelligente e i modi rispettosi e beneducati. Gli indizi, tuttavia, sono tanti, i testimoni anche e l'atteggiamento di Sebastian non aiuta certo a fugare i dubbi. Incalzato dalle domande della polizia, il bambino muta abilmente versione ogni qual volta viene messo di fronte a nuove evidenze. Con l'aria più innocente riesce a trarsi fuori dalle trappole tese dagli inquirenti durante il lungo interrogatorio. E la domanda rimane aperta: è l'assenza di malizia, propria solo dell'età dell'innocenza, che lo guida o la lucidità di chi è già capace di mentire, rielaborare e manipolare senza rimorsi e sentimenti? Un thriller psicologico che trascina il lettore nella zona d'ombra che non risparmia nemmeno l'età dell'innocenza.
È la primavera del 1831 quando Mary incomincia a scrivere la sua storia. Scrive lentamente, ci vorranno quattro stagioni perché racconti tutto. Ma non importa: scrivere è diventato un bisogno primario per lei, come mangiare e dormire. Viene da una famiglia di contadini, ha quindici anni, una gamba più corta dell'altra e i capelli chiari come il latte. Conosce solo la fatica del lavoro nei campi, proprio come sua madre, suo padre e le sue sorelle. Conosce solo il linguaggio della violenza, che il padre le infligge se non lavora abbastanza. Ma ha un cervello lucido e una lingua tagliente. Un giorno il padre la allontana di casa perché il vicario vuole una ragazza che accudisca la moglie malata. Mary non vuole abbandonare l'unica vita che conosce, ma non ha scelta. E nella nuova casa imparerà a scrivere, e scrivere rende liberi anche se la libertà ha un prezzo.
C'è un patrimonio di inestimabile valore nascosto in una lussuosissima villa di Hollywood Heights. Si tratta di una collezione di vini tra i più pregiati e preziosi che si possano trovare sul mercato: Lafite Rothschild, Latour, Margaux, Figeac, Pétrus. Ogni bottiglia vale migliaia di dollari e Danny Roth, un ricco avvocato, le conserva gelosamente, lontano da occhi indiscreti. Ma un giorno commette un errore e accetta di parlare dei suoi favolosi esemplari al «Los Angeles Times» per un'intervista illustrata. Un peccato di vanità fatale, perché, durante la notte di Natale, qualcuno fa irruzione nella villa e i vini vengono rubati. A indagare sul furto viene assoldato Sam Levitt, un investigatore privato dal passato oscuro e rocambolesco: prima ladro-gentiluomo, poi avvocato.
Sam è l'unico in grado di risolvere velocemente questa spinosa questione, proprio grazie ai suoi trascorsi non proprio limpidi. Per localizzare una refurtiva così preziosa le prime ore sono fondamentali. Ecco perché Sam non perde tempo e inizia subito un viaggio che dai filari di viti della California lo porta fino ai vigneti baciati dal caldo sole del Sud della Francia, a Bordeaux, la capitale mondiale del vino.
Qui, aiutato dalla bellissima e misteriosa esperta di vini Sophie Costes, si mette sulle tracce di un ricco collezionista di Marsiglia, monsieur Reboul.
È solo un caso che l'uomo, l'anno prima, abbia tentato di comprare parecchi dei vini scomparsi? Per scoprirlo Sam e Sophie dovranno addentrarsi nei bui corridoi della cantina di Reboul, anche usando mezzi non del tutto leciti...
Dopo il grande successo di Un'ottima annata, Peter Mayle torna nel Sud della Francia per regalarci un giallo gustoso e seducente.
Un bouquet perfetto che unisce cibo, vino e avventura e che sicuramente soddisferà anche i palati più esigenti.
Un lampo sugli schermi radar, poi più nulla: il Boeing 747 in volo da Francoforte a New York si trasforma in una palla di fuoco e precipita nell'Atlantico. Tuttavia solo Jack Bernstein - campione mondiale di scacchi e geniale uomo d'affari - sa che quell'attentato aveva come obiettivo uno soltanto dei 245 passeggeri: sua figlia Lara, sparita nel nulla da tre anni e finalmente ritrovata, finalmente pronta a tornare a casa e a spiegare il motivo della sua fuga. Jack lo sa perché è stato contattato per e-mail da un certo Simon, il quale afferma di conoscere la storia di Lara e di essere pronto non solo a svelare l'identità dei suoi assassini, ma anche il luogo in cui è tenuto prigioniero il nipote di Jack... a patto che lui riesca a seguire le indicazioni nascoste in un messaggio criptato. Da quel momento in poi, Jack non saprà più di chi fidarsi: ogni amico potrebbe essere il mandante dell'omicidio della figlia e ogni nemico potrebbe rivelarsi il suo migliore alleato. Una cosa è certa: tra enigmi e codici, Jack sta per giocare la partita più pericolosa della sua vita e l'avversario che ha di fronte è disposto a tutto pur di proteggere un segreto antichissimo. Un segreto che Lara aveva scoperto e che voleva annunciare al mondo...
"Il club dei mestieri stravaganti" è la prima raccolta di racconti di Chesterton, scritta nel 1905, quando lo scrittore, allora trentaduenne, era ancora incerto sul suo futuro artistico, diviso tra la carriera di illustratore e quella di scrittore, e molto lontano dai travagli interiori che lo avrebbero portato, nel 1922, alla conversione al cattolicesimo. Nelle sei storie che lo compongono, Chesterton tentò per la prima volta la strada del «giallo filosofico», il genere letterario per cui ancora oggi è amato, come dimostra il successo senza tempo di Padre Brown. Qui il protagonista è Basil Grant, un detective improbabile, un ex giudice sornione e vagamente mistico, allontanato dalla carica per manifesta follia e segregatosi felicemente in una soffitta che non abbandona quasi mai. Insieme a lui opera il fratello Rupert, il suo contraltare, una sorta di parodia di Sherlock Holmes e del suo famigerato metodo deduttivo. Sullo sfondo di ogni vicenda c'è il club «fuori dagli schemi» in cui ciascun membro è tenuto, bizzarramente, a guadagnarsi da vivere attraverso attività inedite, mai praticate da nessuno in precedenza. E, più oltre, c'è Londra, descritta, a giudizio di molti critici, come poche altre volte nella storia della letteratura, un reticolo sordido di strette vie e angoli bui che lo scrittore amava profondamente. Chesterton costruisce in queste pagine alcune delle storie meglio congegnate della sua intera produzione, nelle quali la riflessione filosofica si intreccia alla trama senza appesantirla e la freschezza dell'immaginazione si combina a una scrittura come sempre densa e stimolante.