
Nel 1905, all'età di trentun'anni, Gilbert Keith Chesterton riunisce in un unico volume gli articoli scritti per il liberale "Daily News". Nasce così Eretici, in cui il "principe del paradosso", facendo sfoggio di tutta la sua tagliente ironia, passa al vaglio le più importanti figure del suo tempo, in particolare del mondo della letteratura e dell'arte: Rudyard Kipling, Gorge Bernard Shaw, H. G. Wells, James McNeill Whistler. Ciò che soprattutto gli interessa è però combattere le "eresie" di cui si fanno banditori o interpreti e che si riflettono in quelli che l'autore identifica come i grandi mali della modernità: la cieca fede nel progresso, lo scetticismo, il determinismo, la negazione dell'esistenza di Dio e dei valori fondamentali del cristianesimo. Frutto di un sapiente dosaggio di umorismo e buon senso, "Eretici" suscitò le ire di alcuni critici, perché condannava le filosofie coeve senza fornire alternative. Lo scrittore inglese decise quindi di replicare qualche anno più tardi con un altro celebre titolo, "Ortodossia", di cui questo resta l'essenziale premessa. Prefazione di Roberto Giovanni Timossi.
È il 1805 e Richard Sharpe, forte della fama di valoroso soldato conquistata in India, sta per tornare in Inghilterra per entrare nel 95° reggimento fucilieri. Il viaggio da Bombay a Londra dovrebbe essere un periodo di riposo, ma il vascello su cui viaggia, vittima di un ammutinamento, viene dirottato da una nave corsara francese, la "Revenant". Dopo un rocambolesco sbarco a Mauritius, Sharpe riesce a riprendere il viaggio a bordo di una nave inglese, la cui missione è quella di lanciarsi all'inseguimento della Revenant. La caccia si conclude quando la nave francese ha ormai raggiunto il resto della flotta franco-spagnola, che sarà affrontata da quella inglese al largo di capo Trafalgar.
Salvatore Silvestro, il padre. Laura, la madre. Margherita, la figlia più piccola. E Caterina, la figlia maggiore. Nella mente di Caterina ormai dodicenne continua a risuonare l'urlo della zia, quella notte di tre anni fa giù a Nacamarina. L'urlo che annunciava il 'focu', la sciagura. Dopo quella notte, per salvarsi, la famiglia Silvestre è dovuta fuggire. In Altitalia. Dove ha conosciuto l'esilio, e anche una insperata libertà. Adesso qui, al Nord, arriva la notizia di un'altra sciagura. La morte di zio 'Ntoni. Salvatore deve separarsi dalla moglie e le figlie - loro cosi uniti - e tornare nel luogo in cui è nato, per il funerale. Il romanzo alterna il tempo dell'oggi, in cui Laura e le bambine spiano ansiose il viaggio di Salvatore, costretto a fare i conti con le proprie radici, e il tempo del ricordo: la fuga, l'arrivo nel nuovo mondo, lo spaesamento...
"Non sapevo in realtà dove stavo andando; se me lo chiedevano, dicevo in Russia". Se anche si prendono tutti, ma proprio tutti gli stereotipi sullo strano essere che Mark Twain chiamava l'innocente all'estero, e li si dispone a formare un personaggio immaginario, si otterrà solo una pallida approssimazione a quel prototipo del viaggiatore, e dello scrittore di viaggi, che è stato Evelyn Waugh. Che nel 1928, quando a ventisei anni parte per la sua prima, lunga crociera nel Mediterraneo, è già completamente formato, vuoi negli abiti di scena vuoi in quelli mentali, a cominciare dalla convinzione, molto fertile sul piano narrativo, che l'Inghilterra sia la norma, e il resto del mondo una bizzarra, affascinante e soprattutto comica eccezione. Etichette è il primo e più celebre esperimento dell'autore con un genere in realtà molto arduo - ed è forse il più capriccioso, attendibile e felice. E se la Napoli o il Cairo di Waugh risultano ancora oggi più veri del vero, il merito è tutto della sfacciata certezza che ispira questa non resistibile scorribanda, e cioè che i libri di viaggio, come quell'autobiografia di cui costituiscono un sottoinsieme, siano tanto più efficaci quanto più si reggono "su un bel fondamento di vanteria bugiarda".
È possibile costruire la propria celebrità su una frode? È possibile condurre una doppia vita senza perdere qualcosa? E possibile svelare il mistero della donna? Sono questi i dilemmi affrontati da Clive Thurston, che narra in prima persona la sua storia di perdizione. Da nullità che era per un colpo di fortuna e con l'inganno è diventato uno scrittore ricco e di successo, si è trasferito a Los Angeles, ha vissuto lungo tempo di rendita, ha incontrato un'amorevole compagna e raggiunto Hollywood. Ma continua a non trovare la sua strada, si abbandona al vizio dell'alcol e un giorno si imbatte in una donna fatale. Si fa chiamare Eva, ma chi è realmente? Una prostituta con il vizio del gioco? Una moglie innamorata? Eva è sfuggente, selvaggia, indipendente e insondabile, è una partita difficile per Clive, che non conosce le mosse ma ci scommette tutto se stesso, mentre gli eventi precipitano. Da maestro del thriller, Chase gioca sulla figura della "dark lady", caratteristica del genere noir e ce ne consegna un memorabile quanto originale ritratto, in un romanzo che è stato anche portato sullo schermo nel 1962 da Joseph Losey in un film interpretato da Jeanne Moreau.
Salvato dalla strage dei figli maschi ebrei voluta dal faraone, affidato alle acque del Nilo e allevato proprio a quella corte che avrebbe umiliato con la sua ribellione. Il salvatore, l'eroe che liberò la sua gente dalla schiavitù, l'uomo che osò sfidare l'ira del faraone e guidare il popolo ebraico nell'esodo verso la Terra Promessa: così la Bibbia ci racconta la figura di Mosè. Ma quanta parte di verità storica è contenuta in questa narrazione? David Rohl - egittologo e storico di fama internazionale - ha analizzato la vicenda dell'esodo e gli altri avvenimenti citati nell'Antico Testamento, confrontando evidenze archeologiche e documenti storici con la lettera delle Sacre Scritture, per rintracciare ogni possibile aderenza con gli eventi realmente accaduti. Il risultato è un'opera che consente di ricostruire in modo del tutto nuovo le vicissitudini degli Israeliti e del loro Dio, Yahweh, dalla cacciata dall'Eden all'Esodo, dalla caduta di Gerusalemme all'esilio in Babilonia. Un saggio che mette molti fatti in una luce nuova e inedita, una lettura per chiunque voglia approfondire i misteri biblici, non solo dal punto di vista teologico-letterario, ma anche e soprattutto dal punto di vista storico ed etnico.
L'Exposition universelle et internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al culmine. In piena Guerra fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare i popoli della Terra, fervono operazioni d'intelligence in cui le grandi potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del club Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato al centro di un intrigo internazionale di cui diventa un'inconsapevole pedina. In un fuoco di fila di esilaranti colpi di scena, il racconto corre su due binari paralleli egualmente coinvolgenti: i turbamenti amorosi del giovane Thomas e una spy story pervasa dal proverbiale umorismo di Coe.
L'Exposition universelle et internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al culmine. In piena Guerra fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare i popoli della Terra, fervono operazioni d'intelligence in cui le grandi potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del club Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato al centro di un intrigo internazionale di cui diventa un'inconsapevole pedina. In un fuoco di fila di esilaranti colpi di scena, il racconto corre su due binari paralleli egualmente coinvolgenti: i turbamenti amorosi del giovane Thomas e una spy story pervasa dal proverbiale umorismo di Coe.
1914, uno sperduto villaggio della pianura ungherese. La superstizione avvolge il paese con la sua cappa soffocante. Basta poco per essere tacciati di stregoneria e di peccato. Basta essere donne e non seguire le rigide regole del villaggio dettate dagli uomini. Basta non avere un marito, fare figli fuori del matrimonio o essere orfane. Come Sari, ragazza sedicenne che, da quando ha perso i genitori, abita con l'anziana levatrice del villaggio. Il carattere introverso e la dimestichezza con le erbe l'hanno marchiata indelebilmente agli occhi degli altri paesani come una strega. Ma ora tutto sta per cambiare. E scoppiata la prima guerra mondiale, gli uomini sono partiti per il fronte e il villaggio è diventato la sede di un campo di prigionia di ufficiali. Ad assisterli vanno le donne del paese insieme a Sari, le cui conoscenze erboristiche sono molto utili nella cura dei feriti. Giorno dopo giorno si profilano tradimenti e nuove storie d'amore: finalmente le donne sono libere di amare. Ma quanto può durare? Non molto, perché con la fine della guerra gli uomini fanno ritorno, determinati a riprendersi con la violenza ciò che hanno perduto. Alle donne non resta altra scelta che difendersi. Sari è l'unica che sa come fare, ma il prezzo da pagare per la libertà è molto alto.
Quattro estati nella vita della famiglia Melrose. Il padre, Patrick, nevrotico, attratto dall'alcol e dagli psicofarmaci, è tormentato dal ricordo degli abusi subiti durante l'infanzia, oltre che dall'odio inveterato per sua madre, Eleanor, una stravagante signora che ha appena finito di diseredarlo. La moglie, Mary, si chiude ossessivamente nel suo sogno di maternità; il figlio maggiore, Robert, in un mondo tutto suo, nel quale le persone che lo mettono a disagio divengono oggetto di feroci imitazioni; e il piccolo Thomas finisce per imparare, come primissima lezione di vita, che non c'è nulla di bello o di conveniente nel diventare grandi. Feroce dissezione del matrimonio, dell'adulterio e di come sia possibile educare i figli, il romanzo è un affresco a più voci, in cui la famiglia diventa il laboratorio per osservare le reazioni chimiche dell'anima umana.
Effie, moglie del pittore Henry Chester, era solo una bambina quando lui l'ha scelta come suo soggetto preferito e ha iniziato a plasmarla ed educarla. Ora sembra la sposa ideale ma, spesso malata, lenisce le sue sofferenze con il laudano e stringe amicizia con Fanny, maîtresse di una casa di appuntamenti presentatale dall'amante. Dieci anni prima la figlia di Fanny, Marta, era stata uccisa proprio il giorno della visita settimanale di Henry Chester al bordello. Insieme, Fanny e Effie decideranno di vendicarsi, di far valere i propri diritti senza risparmiare il ricorso allo spiritismo. Dall'autrice di "Chocolat" una storia densa di fascino e complicità ambientata nell'Inghilterra vittoriana.