
Come risulta evidente dalla pratica clinica e riabilitativa, il bambino disprattico non sa prevedere ed organizzare un progetto d'azione; quindi non sa fare, ma potremmo anche ammettere che non ha ancora imparato a realizzare funzioni. Funzioni e azioni possono però essere rispettivamente apprese e svolte con l'aiuto di esercizi mirati e svolti in modo continuativo. L'autrice propone un modello di valutazione e di intervento che tenga conto di ipotesi eziologiche e neuropsicologiche, sottolineando la necessità di procedere con un'analisi su diversi livelli: percettivo, motorio e rappresentativo. Particolare importanza viene data alla diagnosi e all'intervento precoce. Infine, vengono illustrati esercizi ideati e sperimentati da logopedisti.
L'opera intende essere un valido supporto nella formulazione di una diagnosi certa in bambini che presentino difficoltà in più ambiti dello sviluppo (Disturbi dell'Apprendimento, Deficit di Attenzione e Iperattività, segni di Disprassia). Nel Protocollo APCM vengono considerate sia alcune funzioni di base e specifiche capacità (schemi di movimento), sia il comportamento del bambino in termini di prassi o funzioni adattive. Oltre al Protocollo, validato per le fasce di età dai 3 agli 8 anni, viene descritta l'esperienza clinica con bambini affetti da Sindrome di Williams e con bambini con Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL).
Lo scopo principale del testo è quello di fornire i fondamenti metodologici delle principali tecniche di risoluzione numerica, richiamandone le principali proprietà e corredandole di esercizi svolti e proposti.
Le relazioni tra sviluppo individuale e ambiente sono rivisitate, in questo volume, dal punto di vista delle prospettive aperte dall'ecologia dello sviluppo, dalla genetica comportamentale e dalle ricerche sul temperamento. L'individualità rientra in gioco con le sue radici psicobiologiche ma anche con le sue dimensioni intrapsichiche, attualmente rivalutate in alcuni ambiti delle neuroscienze. In una prospettiva più attenta alle differenze individuali, vengono riesaminati problemi che hanno una rilevanza sempre maggiore nell'ambito sociale, come la crescita psicologica in contesti di povertà, l'influenza della televisione e i differenti percorsi dello sviluppo etico-sociale.
Negli ultimi anni sono stato portato a pensare che il giuridico, appreso nei tratti del giudiziario, offrisse al filosofo l'occasione di riflettere sulla specificità del diritto, nel suo luogo proprio, a mezza strada fra la morale e la politica. Per conferire un andamento drammatico all'opposizione che faccio qui tra una filosofia politica, in cui la questione del diritto viene occultata dall'assillo della incoercibile presenza del male alla storia, e una filosofia, in cui il diritto dovrebbe essere riconosciuto nella sua specificità non violenta, propongo di dire che la guerra è il tema lancinante della filosofia politica, mentre la pace è quello della filosofia del diritto.
Il volume raccoglie i contributi presentati nel gruppo di lavoro su "La personalizzazione della competizione", che si è riunito nell'ambito del convegno internazionale "Le campagne elettorali", organizzato dalla Sise (Società Italiana di Studi Elettorali) nel 2003.
In questa critica d'ispirazione cristiana della post-modernità, la Gran Bretagna appare come un laboratorio per molte delle tendenze che vanno diffondendosi in Occidente e dunque anche in Italia. Secondo l'autore la dinamica che piu' caratterizza la società post-moderna è il venir meno dei legami sociali.