
Come mai fra i responsabili di certi terribili omicidi figurano anche rampolli di buona famiglia? Esistono davvero delle persone "nate per uccidere"? Se così fosse, in che modo potremmo identificarle e curare preventivamente la loro predisposizione alla criminalità? Da oltre trent'anni, Adrian Raine cerca di dare una risposta a queste domande, avventurandosi in ricerche pionieristiche volte a indagare le basi "biologiche" della violenza. In questo libro, l'autore presenta un numero sempre crescente, e sempre più sconvolgente, di prove che dimostrano come i geni e l'ambiente influenzino e plasmino la mente criminale, e come determinate caratteristiche apparentemente innocue, ad esempio una bassa frequenza cardiaca a riposo, possano essere in realtà sintomatiche di un'indole violenta. Grazie ad esperimenti geniali, a dati sorprendenti e a casi di studio impressionanti, Raine analizza lucidamente i delicati problemi etici sollevati dalla neurocriminologia in merito alla prevenzione del crimine e alle pene da comminare.
Il volume nasce da un'attività di ricerca riguardante l'approccio pedagogico del Service Learning (o Apprendimento Servizio), strategia molto diffusa a livello internazionale, specie negli Stati Uniti e nell'America Latina, che ora sta prendendo piede anche in Europa, ma che è scarsamente conosciuta in Italia. La proposta pedagogica del Service Learning sembra particolarmente interessante sotto il profilo formativo, per la sua capacità di collegare l'apprendimento scolastico alla vita reale, favorendo lo sviluppo delle competenze che la scuola o l'università richiedono, e, al tempo stesso, indirizzandole verso interventi socialmente significativi, sviluppando così responsabilità sociale. Nella prima parte del lavoro viene delineato lo scenario culturale e pedagogico che è a fondamento del Service Learning, mentre la seconda parte fornisce le linee progettuali e metodologiche della proposta e numerose esemplificazioni di esperienze realizzate nei diversi contesti dell'apprendimento scolastico e accademico italiano, dalla scuola dell'infanzia fino all'università. Chiude il volume una sezione antologica, che consente di approfondire alcune idee che stanno alla base del Service Learning e di inquadrare tale proposta in un quadro teorico e valoriale coerente.
Il libro raccoglie la testimonianza di un gruppo di insegnanti di una scuola statale Montessori riguardo a: organizzazione degli spazi e delle attività educative, ruolo dell'insegnante, lavoro dei bambini, verifica e valutazione.
Il libro illustra la vita educativa in un nido Montessori con particolare attenzione allo sviluppo del bambino (conquista dell'indipendenza, relazioni, ecc.), all'organizzazione dell'ambiente e delle attività educative (gioco euristico, cestino dei tesori, materiali sensoriali Montessori), al ruolo dell'educatore.
Il libro illustra la vita educativa della scuola dell'infanzia Montessori con particolare riferimento all'organizzazione dell'ambiente e alle attività educative (vita pratica, pittura, musica, educazione sensoriale, apprendimento della matematica, del linguaggio, delle scienze, ecc.), al ruolo dell'insegnante, allo sviluppo del bambino.
Alla quinta edizione traccia un quadro evolutivo della scienza organizzativa, partendo dai modelli meccanici fino ad analizzare i modelli sistemici e la teoria delle contingenze: individuando le variabili fondamentali che influiscono sull'organizzazione aziendale, fornendo spunti di riflessione e strumenti per la valutazione e la progettazione delle diverse forme di organizzazione ed effettuando, infine, una ricognizione sui modelli emergenti. L'organizzazione aziendale ha risentito inevitabilmente dei cambiamenti politici, economici e sociali, che sono intervenuti soprattutto negli ultimi anni: globalizzazione dei mercati, esternalizzazione delle attività, innovazioni tecnologiche, snellimento delle strutture organizzative, generando nelle aziende un continuo processo di adattamento a tali fenomeni. Pertanto, il volume, nel corso della trattazione offre un approfondimento dei principali strumenti di analisi e di progettazione organizzativa utili soprattutto a coloro che operano nel mondo professionale. Il testo, inoltre, pensato soprattutto come strumento di formazione, costituisce un valido sussidio per quanti si apprestano ad affrontare esami universitari e pubblici concorsi.
Puntare sul Diversity Management significa, per un'organizzazione, promuovere strategie di reclutamento e gestione delle risorse umane che mirano alla valorizzazione delle diversità (di genere, origine etnica, età, abilità fisiche, orientamento sessuale, identità di genere). L'ipotesi che sta alla base del Diversity Management è che una gestione della forza lavoro centrata sull'inclusione e sulla promozione della diversità offra ad aziende e amministrazioni pubbliche una serie di vantaggi competitivi: incentivo al cambiamento, valorizzazione dei talenti, spinta a trovare soluzioni innovative, capacità di rispondere all'eterogeneità di clienti e mercati, aumento del commitment dei dipendenti, valorizzazione dei background formativi e di esperienza, creazione di un ambiente di lavoro più armonioso. Nella prospettiva del Diversity Management, infatti, promuovere la diversità è un modo per creare un ambiente di lavoro più inclusivo e al tempo stesso aumentare la competitività dell'impresa, collegando le performance aziendali con questioni di giustizia sociale. Il volume indaga - da un punto di vista storico, economico e sociale - la traiettoria americana, europea e italiana del Diversity Management, e si conclude con una rassegna delle buone pratiche nelle amministrazioni pubbliche europee e nelle public utilities europee.
Da qualche tempo anche in Italia vanno prendendo piede pratiche e proposte formative a carattere esperienziale che promuovono il miglioramento di competenze trasversali. Nonostante si fondino su studi e metodologie da tempo validati nell'ambito delle scienze della formazione, poco ancora si conosce di questo tipo di percorsi formativi e soprattutto dei risultati che possono offrire a persone e aziende. Questo libro propone uno specifico studio esemplificativo che risponde alla crescente esigenza di informazione da parte dei molti utenti interessati a questo tipo di formazione; esso illustra il percorso formativo denominato "Avventura Vincente", proponendone gli outcomes in modo esaustivo per quanto riguarda l'ambito della vita sia personale e/o privata, sia professionale. La lettura è facilitata da riferimenti teorici semplici e dalla concretezza dei racconti dei soggetti intervistati che hanno spiegato come e quanto sono migliorate le loro competenze. Un allegato online completa e approfondisce il quadro documentario. L'opera si rivolge quindi sia agli addetti ai lavori - formatori, educatori, responsabili risorse umane, consulenti, insegnanti - ma anche agli adulti in genere, a manager, imprenditori e ogni altro profilo professionale che desideri capire quali benefici si possano trarre dalla formazione esperienziale sulle competenze trasversali.
L'uso della violenza fisica nelle relazioni ci indigna e non abbiamo dubbi nel condannarlo con fermezza. Eppure il fenomeno ha dimensioni inquietanti, se è vero che secondo il Consiglio d'Europa una donna su 4 subisce violenza da parte del partner o ex partner nel corso della vita. Bisogna guadagnare una "giusta distanza" dalla quale guardare alla violenza domestica, trovare un modo per parlarne e rifletterne che la avvicini alla nostra esperienza, cercando di comprendere i meccanismi che la governano e i codici culturali che la favoriscono. "Da uomo a uomo" non è un libro sulla violenza ma un libro che mette a fuoco la distanza che mettiamo tra noi e la violenza: grazie alle testimonianze raccolte al Centro di Ascolto Uomini Maltrattati, dà voce a uomini che raccontano la loro esperienza, non solo chi ha avuto un passato di violenza agita, e ha poi scelto un percorso di consapevolezza e cambiamento, ma anche operatori e uomini "normali", che si interrogano sulla propria relazione con la violenza nei rapporti personali e familiari. Perché siamo tutti parte del problema, ma proprio per questo possiamo anche diventare parte della soluzione.
Quali sono gli effetti di breve e di lunga durata che accompagnano le politiche pubbliche? Recentemente su questo tema si è aperto un dibattito che ha per oggetto la valutazione dell'"impatto", e che ha conosciuto una svolta significativa con il Rapporto "Broadening the Range of Designs and Methods for Impact Evaluation" del Department for International Development di Londra. Un gruppo di finanziatori che formano un network di organizzazioni che si occupano di sviluppo internazionale, coordinati da Bond, ha chiesto a Elliot Stern di sintetizzarne i principali messaggi in una Guida di facile lettura, rivolta a una vasta platea di committenti, gestori, esperti di valutazione, oltre che di pubblico e beneficiari delle politiche. Questa Guida riunisce due caratteristiche importanti: da una parte, si basa su una profonda conoscenza di teorie e pratiche di valutazione di impatto inizialmente riversata nel Rapporto; dall'altra, presenta in forma semplice un materiale che può essere direttamente utilizzato nella pratica della valutazione. La Guida, infatti, non si limita ad analizzare disegni e metodi di valutazione, ma si completa con una sezione espressamente dedicata alla scelta dei metodi, alla qualità dei risultati della valutazione e all'uso che se ne può fare in un vasto ambito di politiche. Il volume è utile tanto per committenti, gestori di valutazioni, quanto per studiosi di valutazione desiderosi di cogliere lo stretto legame tra teoria e pratica che caratterizza questa attività.