
Nel mondo contemporaneo la pubblicità è ormai onnipresente. Ha imposto una sorta di dittatura, agevolata dall'affermarsi dell'iconic turn e delle nuove tecnologie, e occupato uno spazio sempre più significativo, a tratti ingombrante, nell'attuale panorama comunicativo. Emerge l'urgenza di una rinnovata riflessione sull'etica pubblicitaria attorno a tre aspetti, tra loro strettamente intrecciati. Il primo riguarda il senso della pubblicità in relazione alla sua evoluzione storica; il secondo concerne, più specificamente, i codici deontologici e l'approccio normativo; il terzo aspetto, più squisitamente etico, si interroga sul senso della pubblicità alla luce dell'epifania delle nuove tecnologie e del rinnovato iconismo elettronico. Numerose le proposte che emergono dai più recenti studi sulle conseguenze dell'attuale overdose pubblicitaria: dalla visione catastrofista, che dichiara la morte dell'advertising, ai movimenti contro-pubblicitari, fino a un possibile (e radicale) nuovo paradigma, basato sul rispetto del proprio interlocutore e sul rifiuto di inganni e ambiguità.
Il tema dell'empatia chiama a un confronto con l'esperienza vissuta, a un approfondimento delle emozioni, delle reazioni corporee, degli atti mentali che intervengono nei rapporti con gli altri. Chiama soprattutto a un passaggio dalla filosofia a una delle realtà più importanti per la vita di ognuno: la scoperta dell'esistenza dell'altro. Restituire all'empatia la sua specificità di atto che sta alla base delle svariate forme dell'entrare in relazione è un modo per rendere più concreto il vivere insieme agli altri e per rispondere a un bisogno confuso, ma non per questo meno urgente, di quest'epoca.
Agosto 1938. Un momento tragico della storia d'Europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di Pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. Chi raccoglie la testimonianza di Pereira, redatta con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: Sostiene Pereira? Questo non è detto, ma Pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "Lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe. Introduzione di Andrea Bajani.
Mai come oggi la psicoanalisi ha avvertito l'esigenza di una riflessione sulla propria identità e il proprio futuro. A oltre cent'anni dai Saggi sull'isteria di Freud (1895), che si possono considerare l'atto di fondazione di questa disciplina, enorme è la distanza che la separa dalla sua origine, sia sul piano della teoria, dove l'iniziale paradigma unitario si è frammentato in una pluralità di prospettive, sia sul piano della pratica terapeutica.
Di fronte a questa situazione di incertezza Silvia Vegetti Finzi si è proposta di ricostruire da un punto di vista storico e critico i molteplici percorsi della psicoanalisi e i problemi terapeutici, culturali e sociali che essa ha affrontato e diversamente risolto, restituendo respiro critico e prospettiva unitaria al dibattito intorno a questa disciplina.
Silvia Vegetti Finzi ha insegnato psicologia dinamica all'Università di Pavia e svolto attività psicoterapeutica per problemi della famiglia e del bambino. Collabora al Corriere della Sera e alle maggiori riviste femminili
La Bibbia è "un arcobaleno di testi, di parole, di frasi, di idee, di simboli, di figure, di temi che nascono dall'opera di una folla di autori appartenenti a un arco di tempo di un millennio. Eppure, dietro a questo spettro multicolore, la teologia intravede una voce unica, profonda, misteriosa, costante, quella del Dio che rompe il silenzio della sua trascendenza e del suo mistero". Da questa fondamentale unità dell'universo biblico prende le mosse la coinvolgente sfida del cardinale Gianfranco Ravasi: acquisire una visione d'insieme di tutte le Scritture leggendo una selezione di passi, rigorosamente collegati al loro contesto. Dalla Genesi all'Apocalisse, dai Libri storici ai Vangeli e alle Lettere Apostoliche, il racconto biblico è restituito da Ravasi in tutta la sua forza espressiva, nelle innumerevoli iridescenze di significato e di bellezza. Si potranno rivivere e approfondire così alcuni degli episodi più conosciuti e amati delle Scritture. Ma sarà possibile anche scoprire autentiche gemme nascoste tra le pieghe delle pagine bibliche. Il commento di Ravasi è anche una riflessione corale grazie alle citazioni di scrittori, artisti, filosofi che contribuiscono a illuminare e attualizzare il senso più profondo della Parola. In ogni passo l'autore ci aiuta a cogliere l'impareggiabile intreccio di umano e divino, di storia e di eternità, che fa della Bibbia un tesoro inestimabile della cultura mondiale.
Storie di bambini così antichi... che nessuno li ha mai conosciuti! Come la piccola Ebe, che ama danzare libera sui prati; Perseo, che taglia la testa all'orribile Medusa dimostrando coraggio; Proserpina, costretta a scendere negli Inferi anche se il buio le fa paura, e il piccolo Zeus, che ingaggia una lotta terribile proprio con il padre Saturno... Età di lettura: da 10 anni.
Si ripropone qui l'edizione uscita nel 1991 con l'aggiunta del discorso tenuto a Roma nel novembre scorso in occasione del conferimento del Premio Balzan per il Diritto e le Scienze della Politica. Nella Premessa alla prima edizione di questo libro, Bobbio osservava come i regimi democratici, almeno in Europa, si fossero andati estendendo e come il mondo sovietico fosse scosso da fremiti democratici. Oggi, quanto veniva annunciato sembra essersi compiuto, ma proprio per questo è necessario tornare a una visione realistica e disincantata delle "trasformazioni" e dei "limiti" di un sistema che ha sempre in agguato i pericoli della rivincita degli interessi particolari, della persistenza delle oligarchie, della educazione dei cittadini.
Opera tra le più amate della letteratura di tutti i tempi, "I dolori del giovane Werther" venne pubblicato per la prima volta nel 1774 e subì un secondo rimaneggiamento che gli diede forma definitiva nel 1782. Immediatamente fece del venticinquenne avvocato francofortese uno dei più famosi scrittori europei. Semplice solo in apparenza, l'opera di Goethe nasconde in realtà notevoli difficoltà e vaste problematiche che la critica ha discusso e messo in evidenza: dalle ambivalenze romantiche notate da Mittner al velato e ammiccante umorismo messo in luce da Chiusano, dalla descrizione di aspetti più legati alla rappresentazione del mondo familiare e sociale alle insistenze sul solipsismo del protagonista.
L'autore affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni. In verità dicendo "alunni" si dice qualcosa di troppo vago: qui è in gioco il punto di vista degli "sfaticati", dei "fannulloni", degli "scavezzacollo", dei "marioli", dei "cattivi soggetti", insomma di quelli che vanno male a scuola. Pennac, ex scaldabanco lui stesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandogli nobiltà, restituendogli anche il peso d'angoscia e di dolore che gli appartiene. Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell'istituto scolastico, sul ruolo dei genitori e della famiglia, sulla devastazione introdotta dal giovanilismo, sul ruolo della televisione e di tutte le declinazioni dei media contemporanei. E da questo rovistare nel "mal di scuola" che attraversa con vitalissima continuità i vagabondaggi narrativi di Pennac vediamo anche spuntare una non mai sedata sete di sapere e d'imparare che contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima i giovani di oggi come quelli di ieri. Con la solita verve, l'autore della saga dei Malaussène movimenta riflessioni e affondi teorici con episodi buffi o toccanti, e colloca la nozione di amore, così ferocemente avversata, al centro della relazione pedagogica.
Che cosa chiediamo alla scuola? Che semplicemente riproduca la cultura, ovvero la condivisione sociale del gusto e dei saperi, e uniformi i giovani a uno stesso stile? Oppure le chiediamo di dedicarsi all'ideale di preparare i giovani ad affrontare il mondo in evoluzione che dovranno abitare, senza sapere come esso sarà e cosa richiederà loro? Nell'affrontare il problema del'educazione oggi, Bruner parte dalla questione fondamentale del funzionamento della mente, con i suoi vari modelli, poiché l'educazione non riguarda solo problemi scolastici tradizionali, ma è invece strettamente connessa con il particolare contesto culturale.
"Prendete una parola, prendetene due/fatele cuocere come se fossero uova/ scaldatele a fuoco lento/versate la salsa enigmatica/spolverate con qualche stella mettete pepe/e fatele andare a vela". (Raymond Queneau). "L'albero delle parole" nasce dalla certezza che i bambini fanno rima con la poesia, anche quando è quella dei versi senza rime dei grandi poeti del Novecento. Bambini e poesia sono imprevedibili. Entrambi appartengono a un regno sul quale hanno potere il gioco, l'intuizione, la fantasia. Donatella Bisutti raccoglie e racconta 73 poeti italiani e stranieri. Una dopo l'altra 138 poesie raccontano la cultura poetica del Novecento. Età di lettura: da 11 anni.