
I radicali mutamenti politici, sociali e culturali in corso, al di là delle abituali e illusorie etichette di globalizzazione, società liberale, società di mercato, sono dovuti di fatto ad una nuova fase del capitalismo che è stato il vero elemento propulsore della modernità creando le condizioni di un grande processo di emancipazione dell'uomo e al tempo stesso causando i più gravi disastri della storia moderna. Esso si trasforma ora in maniera rivoluzionaria in "capitalismo estremo" cioè in capitalismo finanziario, con forti influenze sulla vita individuale e collettiva. Una serie di studi ormai classici nel pensiero occidentale, come quelli, tra gli altri, di Marx, Sombart, Weber, Scheler, della Scuola di Francoforte e di Schumpeter, ha avuto come oggetto il capitalismo. Alla luce della nuova trasformazione che ci coinvolge è necessario riprendere questi studi per comprendere quale nuova civiltà sta sorgendo dalle ceneri del regime borghese e per non essere travolti, racchiusi in una "cultura del presente", dalla "distruttività creatrice che ha sempre caratterizzato il cammino del capitalismo.
La parola creatività ha due radici: una latina, creo, che significa "fare, creare", l'altra greca, kraino, che indica l'azione di "compiere, realizzare". Il presente volume vuole dimostrare che per essere creativi non sono sufficienti doti individuali, come l'immaginazione, l'ingegno e il talento, ma occorre anche la capacità di mettere in pratica le proprie idee, di produrre qualcosa di nuovo e utile per sé e per gli altri, restituendo così un senso etico e relazionale all'agire creativo. Della creatività di solito si percepisce la parte più vistosa, cioè l'estro, la fantasia, la provocazione, e la si ritiene limitata a determinati ambiti, come le arti, la moda, il marketing. Tuttavia la creatività è essenziale anche in altri settori ed è una capacità che, almeno a livello potenziale, tutte le persone hanno, come ha dimostrato un vasto dibattito scientifico sviluppatosi nel corso degli ultimi sessant'anni. La creatività è un metodo, uno stile di vita, un 'abito' da acquisire: per questo si può anche insegnare. L'agire creativo consente di produrre 'intersezioni' tra saperi diversi ed entrare in contatto con esperienze, attività e culture 'altre', rafforzando la propria identità e aprendola a prospettive multiple.
Questo manuale conduce passo dopo passo nel mondo della comunicazione e dell'informazione pubblica, disciplinate dalla legge 150, che diventa il filo rosso di un discorso che mai prima era stato affrontato in modo così organico e attento a tutte le sfaccettature, non ultima l'ICT. Entra sia nei meccanismi della burocrazia italiana che nei processi che governano il newsmaking, la notiziabilità e le opportunità offerte dai molti strumenti informativi qui presentati. Fornisce basi teoriche, informazioni pragmatiche ed esempi pratici di facile attuazione per un addetto stampa che esca dall'angusto ruolo di referente dei mass-media per divenire motore della comunicazione pubblica. Un fornitore di informazioni, non un venditore di notizie, un ascoltatore del cittadino non un funzionario. Un professionista dell'informazione che mette insieme competenze professionali, tecniche culturali, amministrative, giuridiche e informatiche per operare in tempi ristretti e su più fronti informativi. Il volume è una guida indispensabile per i giornalisti che intendono proporsi come addetti stampa ad una p.a., agli addetti stampa che desiderano ordinare le molte nozioni che hanno scoprendone di nuove, ai comunicatori pubblici, agli amministratori e ai politici che ambiscono governare in modo più consapevole i processi comunicativi, agli studenti di corsi universitari e master in relazioni pubbliche.
Da alcuni anni il paradigma della recovery registra una straordinaria diffusione nei linguaggi delle politiche sanitarie, delle pratiche dei servizi e della ricerca nel campo della salute mentale. Il volume raccoglie e integra contributi di alcuni fra i più noti protagonisti del movimento internazionale per la recovery e offre per la prima volta al lettore italiano una panoramica sintetica ma esaustiva dei suoi vari aspetti. In questo approccio alla malattia mentale il focus è centrato sulla restituzione al paziente dell'esercizio della scelta e dell'autodeterminazione. Il risvegliarsi della speranza, un rinnovato senso di sé e del proprio destino rappresentano i temi centrali della recovery e si traducono in una nuova assunzione di responsabilità rispetto a se stessi, alla malattia, alla società.
Il volume raccoglie i contributi dei principali ricercatori italiani sulle più recenti condotte di dipendenza - dalle nuove droghe alle dipendenze sessuali, dal gioco d'azzardo compulsivo alle dipendenze tecnologiche, dalle dipendenze relazionali alla dipendenza da shopping -,con una particolare attenzione agli aspetti clinici e psicopatologici. I vari capitoli prendono in esame le diverse tipologie dell'addiction sotto il profilo dei sintomi, del decorso e dei possibili interventi terapeutici. Vengono inoltre approfonditi gli aspetti evolutivi e la natura degli oggetti o delle, situazioni alla base della dipendenza, al fine di chiarirne i meccanismi eziologici e patogenetici.
Questo libro è un'introduzione ragionata all'antropologia culturale rivolta ai futuri insegnanti, ma anche a tutti coloro che sono chiamati a progettare e realizzare interventi educativi, e non soltanto in contesti multiculturali. Questa disciplina, che è per sua natura votata a comprendere la diversità culturale, compie la propria funzione nella misura in cui riesce ad assumere uno sguardo decentrato e relativizzante, che riconosca anche nella nostra cultura di appartenenza una cultura specifica da non dare per scontata nella relazione educativa. Il nostro modo di pensare, di agire, di usare il corpo e persino di concepire cosa significhi insegnare o educare è infatti tutt'altro che ovvio e merita di essere discusso e reso manifesto, per farne oggetto di una riflessione consapevole. Antropologia per insegnare è diviso in tre parti. Il concetto di cultura presenta una disamina delle diverse risposte che, a seconda degli approcci, l'antropologia ha dato alla domanda centrale «che cos'è la cultura?»; mette in evidenza i momenti-chiave della storia dell'antropologia ed è propedeutica alle due parti successive, sia per gli strumenti di base che fornisce, sia perché problematizza una nozione usata in maniera non sempre accorta nel nostro linguaggio quotidiano; Identità individuali e collettive affronta il tema dell'identità e della differenza, individuale e collettiva, attraverso l'esplorazione di alcune categorie che informano il nostro senso comune: razza, razzismo, multiculturalismo, etnia, sesso, genere, famiglia e religione; Antropologia dei processi educativi e della scuola, infine, punta l'attenzione sul tema educativo, mostrando alcune prospettive di ricerca sviluppate dagli antropologi culturali; mostra come la scuola, al pari di qualsiasi altro setting educativo, non assume una rilevanza antropologica solo in quanto luogo di incontro e confronto tra persone di culture diverse, ma che essa è, già di per sé, espressione di una propria particolare cultura, che influenza in maniera profonda il modo in cui si delineano i processi di insegnamento e apprendimento, così come la forma che assumono le relazioni al suo interno.
Viviamo in un mondo che sempre più sacrifica i piaceri e i benefici della conversazione sull'altare delle tecnologie digitali. Parliamo con un amico, ma nel frattempo diamo più di un'occhiata allo smartphone, e spesso i nostri figli si lagnano se non hanno tra le mani un dispositivo elettronico. Viviamo costantemente in un altrove digitale. Ma per capire chi siamo, per comprendere appieno il mondo che ci circonda, per crescere, per amare ed essere amati, dobbiamo saper conversare. La perdita della capacità di parlare "faccia a faccia" con gli altri - con empatia, imparando nel contempo a sopportare solitudine e inquietudini - rischia di ridurre le nostre capacità di riflessione e concentrazione, portandoci, nei casi estremi, a stati di dissociazione psichica e cognitiva. In questo libro, frutto di anni di interviste e di indagini sul campo, Sherry Turkle, "l'antropologa del cyber-spazio", sottolinea le insidie e gli effetti delle appendici tecnologiche che ci circondano nella società e nella nostra vita quotidiana, per far sì che ognuno ridiventi padrone di se stesso, senza farsene acriticamente dominare.
Introduzione
1. Lineamenti di metodologia
Parte prima: Test multidimensionali
2. Il "Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2(MMPI-2)
3. L'"Eysenck Personality Questionnaire"(EPQ)
4. Il "Cognitive Behavioural Assessment"(CBA 2.0)
5. Il "16 Personality Factor Test"(16PF-C)
6. Il "Il Big Five Questionnaire"(BFQ)
7. L'"L'Adjective Check List"(ACL)
8. Il "Million Clinical Multiaxial Inventory-III"(MCMI-III)
Parte seconda: La misurazione di dimensioni specifiche
9. Ansia
10. Assertività
11. Ossessioni e compulsioni
12. Depressione
13. Dolore
14. Malattie e salute
15. Risorse psicologiche e gestione dello stress
Riferimenti bibliografici