
La globalizzazione è il concetto più impiegato per caratterizzare l'epoca in cui viviamo; essa è, per così dire, la quintessenza della contemporaneità. Ma le sue radici affondano addirittura nel Medioevo, e i processi che hanno portato alla condizione odierna sono attivi da tempo, da ben prima che il concetto di globalizzazione venisse coniato, e sono l'espansione europea, il sorgere di un'economia mondiale, la connessione dei continenti attraverso le emigrazioni di massa, l'allargamennto planetario delle relazioni internazionali, e la formazione di una cultura cosmopolita.
Il testo si basa sull'esperienza di traduzione dell'autore e dell'insegnamento della traduzione, intesa sia come pratica, sia come teoria applicativa. Il libro si propone come guida per insegnare l'arte di tradurre e come manuale di consultazione anche per il traduttore professionale. Il volume riporta un ricco glossario che, raccogliendo in ordine alfabetico i termini tecnici delle discipline pertinenti, aiuta a risolvere i principali punti critici; nel glossario sono riportate le norme redazionali di carattere generale (aggiornate alle ultime disposizioni ISO e UNI) cui attenersi per strutturare il testo tradotto.
Ormai tutto si comunica tramite immagini: organizzazioni, brand, prodotti, persone. E sempre di più l'immagine è la forma usata per raccontare storie distintive, in grado di cambiare la percezione dei pubblici. A fronte di questo fenomeno mancano strumenti ad uso di professionisti - o semplicemente curiosi - in grado di fornire precise definizioni, metodi di valutazione e tecniche di progettazione del racconto visivo. Visual Storytelling nasce per rispondere a questa mancanza, ed è frutto dell'esperienza di anni di attività di consulenza e progettazione del racconto visivo per aziende e multinazionali. Cosa vuol dire, dunque, narrare per immagini? A chi serve? A cosa serve? Chi lo fa? Come si fa? Qual è la differenza tra una composizione perfetta e una narrazione esatta, tra un'immagine genericamente emozionale e una narrativamente efficace? Questo libro fornisce le chiavi per scoprire che cosa ci nascondono le immagini che quotidianamente si riversano - volenti o nolenti - nei nostri occhi. E ci mostra come si costruiscono gli immaginari visivi che poi ci portano a scegliere e comprare.
Storie di bambini così antichi... che nessuno li ha mai conosciuti! Come la piccola Ebe, che ama danzare libera sui prati; Perseo, che taglia la testa all'orribile Medusa dimostrando coraggio; Proserpina, costretta a scendere negli Inferi anche se il buio le fa paura, e il piccolo Zeus, che ingaggia una lotta terribile proprio con il padre Saturno... Età di lettura: da 10 anni.
Una collana che invita a un primo incontro con tutte le immortali storie di dei, uomini ed eroi che sono il fondamento delle grandi civiltà del mondo. Le avventure dei più grandi eroi dell'antica Grecia: Paride, Achille, Menelao, Agamennone... e poi i capricci e le azioni degli dei, le storie di regine e palazzi, di viaggi e di guerre, di donne bellissime e di uomini che si fanno sedurre; di due grandi città, Sparta e Troia, di un cavallo di legno... Un mondo antico, lontano ma così intenso e appassionante che leggerlo lascia senza fiato. Età di lettura: da 8 anni.
Una mamma racconta ai suoi due bambini le avventure dei più grandi eroi dell'antica Grecia: Paride, Achille, Menelao, Agamennone... e poi i capricci e le azioni degli dèi, le storie di regine e palazzi, di viaggi e di guerre, di donne bellissime e di uomini che si fanno sedurre; di due grandi città, Sparta e Troia, di un cavallo di legno... Un mondo antico, lontano ma così intenso e appassionante che leggerlo (o farselo narrare) lascia senza fiato. Età di lettura: da 8 anni.
"Il mare non bagna Napoli" è - sottolinea Pietro Citati nella prefazione - una straordinaria discesa agli Inferi: nel regno della tenebra e delle ombre, dove appaiono le pallidissime figure dei morti. Di rado un artista moderno ha saputo rendere in modo così intenso la spettralità di tutte le cose, delle colline, del mare, delle case, dei semplici oggetti della vita quotidiana. Anna Maria Ortese attraversa l'Ade posando sulle cose e le figure degli sguardi allucinati e dolcissimi: tremendi a forza di essere dolci; che colgono e uccidono per sempre il brulichio della vita. Nei racconti compresi nella prima parte del libro, questi sguardi penetrano nel cuore dei personaggi: ne rendono la musica e il tempo interiore, come molti anni prima aveva fatto Cechov".
Fra i pochi studiosi contemporanei che abbiano scritto sull’innamoramento e sull’amore (come sottolinea Alberoni nella sua prefazione), Ortega affronta, in questi saggi brillanti, ricchi di pathos e di cultura, il problema centrale di ogni rapporto amoroso: quale parte dobbiamo attribuire nelle scelte affettive alle nostre proiezioni e ai nostri desideri, e quale alle qualità intrinseche dell’essere amato?
Le difficoltà del welfare si associano oggi ad una crisi economica che si è rivelata in tutta la sua drammaticità, coinvolgendo l'intero pianeta e mettendo in discussione l'attuale sistema di sviluppo. In questo contesto è sempre più evidente la necessità di legare politiche di welfare, che diano centralità al cittadino, con interventi tesi ad assicurare sviluppo, non solo economico, ma anche culturale, sociale ed etico. In tale prospettiva i periodi di crisi possono essere interpretati come grandi occasioni per attivare innovazione finalizzata al bene comune della qualità della vita. Il libro si propone di essere uno strumento per orientare, in senso innovativo, i sistemi di governance tesi a promuovere una responsabilizzazione competente del territorio. Il percorso metodologico fa riferimento ad una "innovazione sociale partecipata", che si fonda su una coordinata integrazione di investimenti individuali e collettivi, e ad una pianificazione sociale tesa a rendere protagonisti i cittadini e le organizzazioni del territorio. Il testo, che propone elementi teorici, strumenti metodologici ed esemplificazioni concrete, si rivolge ad amministratori, operatori socio-sanitari, responsabili di organizzazioni profit, non profit e volontari per promuovere un'alleanza per l'innovazione e la qualità della vita.
Perché i papi, a un certo punto della storia, hanno cominciato a scrivere encicliche sociali? Prima di allora, la Chiesa non aveva un suo insegnamento in materia? È la società che rende cattivo l'uomo, o viceversa? Per rispondere a queste domande, occorre seguire, enciclica dopo enciclica e senza trascurare il Concilio Vaticano II, il tragitto del magistero pontificio rispetto alle problematiche sociali degli ultimi due secoli: ne emerge un pensiero sempre attuale, capace di interpretare i singoli momenti storici e di proporre risposte che hanno spesso anticipato le migliori acquisizioni della cultura contemporanea. L'ideale della fraternità e solidarietà tra i singoli e tra i popoli, la pace come frutto della giustizia, i diritti dell'uomo che precedono gli ordinamenti positivi degli stati, l'equità come fondamento della giustizia e della legalità, il valore del lavoro come occasione per la realizzazione di sé in senso personale e sociale, la sussidiarietà orizzontale come condizione di una soggettività sociale più ricca, il prevalere del bene comune rispetto agli interessi di parte, i diritti educativi della famiglia di fronte allo stato e l'impegno delle religioni a favore della pace perché "non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio" (Benedetto XVI): questi ideali fanno ormai parte del patrimonio etico di gran parte dell'umanità e sono spesso sanciti nelle convenzioni internazionali.