
I sentimenti dominanti nelle società europee contemporanee sono paura, diffidenza e ostilità verso lo straniero. Questi atteggiamenti rivelano in fondo le difficoltà delle società europee di oggi e le incertezze sul loro futuro. La chiusura verso la diversità culturale, di cui gli stranieri sono portatori, esprime la paura verso le dinamiche della società globale del XXI secolo. Questo libro è uno strumento utile per rispondere ai tanti interrogativi riguardanti la figura sociale dello straniero.
Docente di Sociologia generale e Sociologia dei processi migratori nella facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Genova, Maurizio Ambrosini presenta con questo libro un'introduzione a una disciplina sempre più frequente nei curricula universitari. Pur insistendo sulla dimensione socio-economica, l'autore ha dato il necessario rilievo a quegli aspetti del problema che riguardano la famiglia, l'educazione dei minori, le politiche migratorie, i problemi della devianza e della xenofobia.
In quanto fenomeno globale le migrazioni pongono in discussione diversi fondamenti impliciti del patto di convivenza sociale: ci obbligano a ridefinire chi sono i nostri simili, a decidere chi intendiamo riconoscere come concittadini, a interrogarci sui rapporti tra cittadinanza economica e cittadinanza sociale, a rileggere i percorsi che producono integrazione o marginalità. Questo manuale - qui presentato in una nuova edizione aggiornata - fornisce i concetti e gli strumenti interpretativi necessari per una conoscenza più precisa e argomentata delle migrazioni, viste nel contesto di una società che sta diventando sotto vari aspetti postnazionale, pluralistica, culturalmente intrecciata e complessa.
L'ipotesi di questo libro è che la violenza sia una forza sociale e non solo uno strumento del potere. La violenza genera potere e con esso si confonde: è una forza sociale che conferisce significato all'azione. Senza dimenticare autori classici come Elias e Foucault, Simmel e Coser, Gurr e Pizzorno, l'autrice analizza la violenza "modernista" paradossale ma non inspiegabile e gli elementi che la qualificano: il legame tra pensiero e emozione, la differenza con la devianza, la relazione con il sacro, il lavorio sul corpo della vittima e la forte soggettività dell'aggressore, sul piano sociale e mediatico. Due fenomeni collettivi - gli stupri di massa in Bosnia e il comportamento dei kamikaze - sono analizzati nel dettaglio, perché la comprensione della violenza è basata sui modi concreti in cui si manifesta. Il libro si chiude con una riflessione sulle capacità della sociologia nel percepire e osservare l'irruzione del male nella storia.
L'ipotesi di questo libro è che la violenza sia una forza sociale e non solo uno strumento del potere. La violenza genera potere e con esso si confonde: è una forza sociale che conferisce significato all'azione. Senza dimenticare autori classici come Elias e Foucault, Simmel e Coser, Gurr e Pizzorno, l'autrice analizza la violenza "modernista" paradossale ma non inspiegabile e gli elementi che la qualificano: il legame tra pensiero e emozione, la differenza con la devianza, la relazione con il sacro, il lavorio sul corpo della vittima e la forte soggettività dell'aggressore, sul piano sociale e mediatico. Due fenomeni collettivi - gli stupri di massa in Bosnia e il comportamento dei kamikaze - sono analizzati nel dettaglio, perché la comprensione della violenza è basata sui modi concreti in cui si manifesta. Il libro si chiude con una riflessione sulle capacità della sociologia nel percepire e osservare l'irruzione del male nella storia.
Con l'espressione "relazione sociale" indichiamo qualcosa che a volte appare superficiale e a volte determinante per la nostra vita. Le scienze sociali affermano che questo è proprio il loro oggetto di studio, tuttavia sovente non riescono a darne una rappresentazione adeguata. Nell'approfondire i modi in cui la nostra società modifica continuamente le relazioni interpersonali e strutturali, cercandone una umanizzazione, il volume propone una teoria generalizzata della relazione sociale, utile in tutte le discipline sociali.
Perché ci sono i poveri, chi sono, come si è trasformata storicamente la loro condizione e come è stata descritta? Questo volume affronta il tema della povertà secondo una prospettiva sociologica, illustrando con chiarezza gli strumenti che misurano il fenomeno nelle sue varie dimensioni. La seconda edizione si avvale dell'esperienza didattica fatta negli anni scorsi grazie all'utilizzo del libro nei corsi di laurea triennale e magistrale. Il testo, completamente rivisto e aggiornato, si arricchisce adesso di due nuovi capitoli: uno sulla ricerca qualitativa, l'altro sul rapporto tra spazio e povertà. Sono stati anche aggiunti nuovi paragrafi sul modello italiano di povertà e su Simmel.
Perché ci sono i poveri, chi sono e come si è trasformata storicamente la loro condizione? Come è stata descritta la povertà? Questo volume affronta il tema secondo una prospettiva sociologica, con una particolare attenzione per il caso italiano, illustrando con chiarezza gli strumenti che misurano il fenomeno della povertà nelle sue varie dimensioni.
Il manuale fornisce gli strumenti per comprendere le trasformazioni della famiglia in Europa, più in generale in Occidente e in altre società; i rapporti tra i sessi e le generazioni; i modi in cui la famiglia è stata definita e regolata in passato e nell'epoca contemporanea; le forme di interdipendenza tra organizzazione familiare, sistemi economici, mercato del lavoro, modelli di welfare. Oltre all'aggiornamento dei dati e della letteratura di riferimento, questa quarta edizione dà conto di diversi fenomeni, tra cui i mutamenti demografici, l'uso delle tecnologie di riproduzione assistita, i mutamenti nei rapporti e nelle identità di genere, la diversificazione delle modalità di formazione della famiglia, fino alla messa in discussione dell'etero-normatività come fondamento della famiglia occidentale. Nuova attenzione viene infine dedicata alla mobilità transnazionale e alle migrazioni familiari.
Due sono i principali obiettivi del volume. Il primo è illustrare le maggiori teorie sulla devianza, da quelle classiche ai filoni più recenti e di frontiera. Il secondo è fornire un quadro empiricamente fondato dei principali temi della ricerca, come la prostituzione, i reati violenti, i reati contro la proprietà, il suicidio, il consumo di sostanze legali e illegali, i tipi di sanzione e il funzionamento dei sistemi di sanzione, primo fra tutti quello penale. Punti di forza del testo, pensato soprattutto per gli studenti universitari, sono l'adozione di una prospettiva storica e la scelta di privilegiare il contesto europeo.
Fino a qualche anno fa la sociologia aveva un atteggiamento di complessiva disattenzione per i fenomeni culturali, che venivano piuttosto affidati agli studi antropologici. Più di recente abbiamo però assistito a un radicale cambiamento di sensibilità, anche grazie alla variegata esperienza dei "cultural studies". Questo mutamento di clima culturale è avvenuto in maniera disordinata e perfino caotica: sotto l'etichetta dei "processi culturali" vengono ormai proposti i temi più disparati, mentre manca una guida chiara e sistematica alla materia. È quanto offre allo studente universitario questo libro di Wendy Griswold, proposto in una nuova edizione.
Dal processo d'integrazione ai diversi modelli nazionali d'incorporazione dei migranti; dal pregiudizio etnico al razzismo; dalla discriminazione alle misure per contrastarla; per arrivare infine all'ipotesi di una cittadinanza "post" o "transnazionale" e al dibattito in corso sui diritti che la tutelano. Il volume analizza questioni centrali nell'attuale dibattito sociologico e politico, quali la convivenza interetnica, l'identità e i confini, soprattutto in relazione alle migrazioni internazionali che definiscono un modo nuovo di costruire l'identità collettiva e il senso d'appartenenza delle nazioni europee.