
Il problema della diagnosi in psichiatria oscilla tra due posizioni estreme: la prima considera la diagnosi un compito essenziale della prassi psichiatrica, la seconda la ritiene una pericolosa nemica del paziente in quanto persona portatrice di una singolarissima storia. In realtà, per quanto provvisorie e convenzionali, le diagnosi permettono un avanzamento delle conoscenze e devono perciò essere considerate come "utili dispositivi euristici" al servizio della ricerca e non come realtà oggettive. Il testo costituisce una prima introduzione alla questione.
In questi ultimi anni la clinica e le metodiche di intervento nel campo dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) hanno subito dei cambiamenti importanti: sono state meglio definite le procedure di diagnosi per la dislessia, la disortografia e la discalculia, indicate le misure per la riabilitazione, fornite alla scuola precise informazioni sulle ricadute dei disturbi nello studio; sono invece ancora dibattute altre problematiche di apprendimento, come la comprensione del testo scritto, l'espressione scritta, le ricadute del disturbo visuospaziale nel percorso scolastico dello studente. Il testo, in questa nuova edizione ampiamente riveduta e aggiornata, affronta tutti questi temi, facendo il punto sulle più recenti ricerche scientifiche sul campo é proponendo allo psicologo, al logopedista, al neuropsichiatra una concreta procedura per la formulazione della diagnosi funzionale, in accordo con gli indirizzi delle Consensus Conference e dei sistemi internazionali di; classificazione (ICD-10, DSM IV e V). Nel testo è inserito un inventario ragionato di tutti gli strumenti oggi disponibili in Italia fondamentali per il percorso diagnostico e per le problematiche associate. L'opera è utile anche al pedagogista e all'insegnante perché fornisce una base comune di conoscenze sull'espressività dei Disturbi e sulle questioni ancora aperte che non trovano una corrispondenza tra rilievo della scuola e valutazione clinica.
Questo volume testimonia la continuità dell'impegno culturale, educativo e di ricerca della Fondazione Lavoroperlapersona. La riflessione di taglio interdisciplinare e a più voci si sviluppa attorno all'idea che - di generazione in generazione - si formano, si aggiustano e si tramandano teorie e pratiche dell'Accoglienza. Dove le prime - le teorie - propongono un quadro concettuale per comprendere e interpretare le seconde - le pratiche - ossia le progettualità e i comportamenti che si sviluppano nel tempo consentendo il vivere sociale e il progresso dell'umanità. Il testo propone risorse per approfondire le teorie, ma anche materiali e narrazioni per visualizzare le pratiche che prendono forma nella realtà. Al centro del lavoro c'è l'analisi di alcuni temi che l'accoglienza pone nel nostro tempo, tutte declinate nella prospettiva dei legami tra le generazioni. L'accoglienza è proposta così come: tessuto culturale delle sapienze di tutti i tempi; costruzione di forme di cittadinanza e impegno civile che, includendo e formando alla convivenza, allontanano la minaccia di conflitti vecchi e nuovi; strumento di dialogo tra generazioni che si succedono non per trattenere ma per restituire; categoria per far dialogare persone, generazioni e tecnologia; occasione per ri-generare luoghi e territori, imprese e ambienti di lavoro.
Il libro presenta "un modo di ragionare" sulla devianza e sulle modalità con cui viene esercitato il controllo sociale e ha lo scopo di sviluppare negli studenti sia la capacità di analizzare i fenomeni devianti, adottando una prospettiva sociologica che metta in discussione le interpretazioni di senso comune, sia la capacità di valutare quali siano le rappresentazioni sociali e i modelli di spiegazione della devianza alla base delle diverse politiche di intervento.
Devianza e criminalità costituiscono l'aspetto speculare dell'integrazione sociale, il rovescio della medaglia per chi si interroga su ciò che "tiene insieme" la società. Questo volume offre un'esemplare rassegna degli approcci scientifici elaborati per spiegare le diverse forme di comportamenti devianti e criminali. Le prospettive presentate sono prevalentemente di tipo sociologico, ma non sono trascurate quelle psicologiche e quelle biologiche. Di ciascuna teoria sono illustrati gli sviluppi nel tempo, le ricerche che l'hanno corroborata o meno, le possibili implicazioni politiche. Accanto alle prospettive consolidate (scuola positivista e scuola di Chicago, teoria dell'anomia e teoria dell'etichettamento), sono proposte anche quelle più innovative, ad esempio le analisi criminologiche basate sulla teoria della scelta razionale (che ragiona in termini di costi e benefici) e sulle teorie di genere.
Indice:Prefazione. - I. Introduzione. - II. La scuola classica. - III. La scuola positiva. - IV. La Scuola di Chicago. - V. Teoria dell'associazione differenziale. - VI. Teoria dell'anomia. - VII. Teorie della subcultura. - VIII. Teoria dell'etichettamento. - IX. Teoria del conflitto. - X. Teoria del controllo sociale. - XI. Teoria dell'apprendimento sociale. - XII. Teorie razionali. - XIII. Teorie di genere. - XIV. Il futuro delle teorie criminologiche. - Riferimenti bibliografici. - Indice dei nomi.
Frank P. Williams III insegna nella California State University a San Bernardino. Marilyn D. McShane insegna nella Northern Arizona University.
Quali sono gli itinerari psicologici, ambientali, biologici che conducono a comportamenti devianti e antisociali? È possibile un intervento e su quali basi? Partendo da queste domande, gli autori trattano una delle aree più complesse della clinica. Seguendo le moderne teorie della psicopatologia evolutiva, si sottolinea il concetto di fattori di rischio e fattori protettivi, analizzando temi clinici e sociali di particolare rilevanza: la scuola e il bullismo, l'area giuridica, le sostanze d'abuso, le indicazioni al trattamento.
"Devi cambiare la tua vita!": così intimava al poeta la voce che Rilke udì al museo del Louvre agli inizi del Novecento. Politica e religione ci hanno tentato per secoli, ma oggi l'una è in crisi mentre l'altra sembra cavalcare prepotentemente i nuovi fondamentalismi. In quest'ampia indagine sulla natura umana Peter Sloterdijk confuta che a ritornare sia il sentimento religioso. Semmai è presente in ogni piega della nostra società il disagio etico suscitato dalla constatazione che "così non possiamo più andare avanti" e che, dunque, ogni persona debba seriamente lavorare su se stessa per essere e rimanere all'altezza delle sfide del nostro mondo. Dopotutto, cosa accomuna un pizzaiolo e uno yogi, un sacerdote e una modella, un economista e una biologa se non il continuo esercizio teso a migliorare il proprio "rendimento"? Non si tratta solo del successo sulla scena pubblica, bensì di una elevazione che continuamente slitta dal piano fisico a quello spirituale e dal piano individuale a quello planetario. Al tempo degli antichi Greci era l'obiettivo della saggezza; oggi che tale parola sembra desueta non perde il suo mordente la stessa "pericolosa" pratica della filosofia.
Montessori è forse il made-in-Italy culturale e commerciale più diffuso al mondo. E più copiato, contaminato, osteggiato, rielaborato, nel corso di un secolo della sua storia. I temi affrontati in questo libro sono quelli del rapporto di Maria Montessori con il mondo cattolico e con la Teosofia, della promozione del Metodo nella cultura massonica dell'Italia di inizio Novecento, della sua accettazione o del rifiuto da parte di positivisti e pedagogisti italiani, della sua diffusione veloce ma un po' selvaggia nel mondo contemporaneo. Fino - per il futuro - alle possibili strumentalizzazioni, agli snaturamenti, alle sue enormi possibilità.
Ognuno di noi è il risultato di un corpo ricevuto per eredità biologica e di stampi anonimi (lingua, cultura, istituzioni), le cui impronte rielabora in forma inconfondibilmente personale. A lungo, in Occidente, questi processi d'individuazione sono stati garantiti dalla fede nel loro inamovibile fondamento: l'anima immortale. Con la progressiva erosione di tale sostegno, ha inizio la consapevole costruzione dell'individualità mediante gli strumenti artificiali della politica e dei saperi scientifici. Attraverso tecniche di ingegneria umana, il potere, interiorizzandosi, rende il singolo più facilmente plasmabile, invadendone la coscienza. Nello stesso tempo, la disarticolazione e la scissione del presunto carattere monolitico della personalità permettono una sua diversa ricomposizione entro inediti orizzonti di libertà. Il libro analizza storicamente e teoricamente tali vicende avendo come sfondo il periodo che va dalla fine del Seicento alle soglie del presente, ma come primo piano la fase politica d'incubazione e di sviluppo dei fascismi e quella filosofica, scientifica e letteraria del fiorire di progetti di potenziamento o di negazione dell'individualità e di sviluppo delle scienze della vita.
In questa critica d'ispirazione cristiana della post-modernità, la Gran Bretagna appare come un laboratorio per molte delle tendenze che vanno diffondendosi in Occidente e dunque anche in Italia. Secondo l'autore la dinamica che piu' caratterizza la società post-moderna è il venir meno dei legami sociali.
Migliaia di persone in tutto il mondo usufruiscono del coaching con benefici considerevoli. È un dato, infatti, che il coaching ottiene risultati che probabilmente sarebbero impensabili senza di esso. Chi lo esperisce e chi, per professione, studia la persona umana, si interroga sul fenomeno. Che cos'ha di speciale il coaching per ottenere tali effetti sulla persona? Quali sono le sue origini e i suoi strumenti? Cosa accade nella relazione di coaching e che cosa rivela della persona? Gli autori, docenti e ricercatori universitari, che hanno esperito il coaching sia come coach (la maggior parte) che come coachee (tutti), offrono risposta a tali domande in una molteplicità di prospettive: filosofica, teologica e psicologica. Il lettore potrà così confrontarsi con diversi approcci che gli permetteranno di leggere il fenomeno coaching in una dimensione plurale e unitaria al contempo.
Il volume presenta alcuni progetti di educazione all'immagine condotti nella Scuola Primaria e racconta la scoperta dell'arte, nelle sue diverse espressioni. Protagonisti del lavoro sono i giovanissimi alunni che, attraverso la visione di pellicole cinematografiche, la lettura dei miti greci e l'esperienza del palcoscenico, si imbattono nelle diverse possibilità che l'immagine artistica offre diventando essi stessi artisti. Il testo costituisce uno strumento prezioso per scoprire il fascino della comunicazione artistica e non interrompono mai quel sottile filo tra l'essere e il divenire.