
Questo volume si rivolge essenzialmente a insegnanti e studenti universitari, e in particolar modo a coloro che operano nel campo della traduzione. Infatti, se la prima parte di ogni capitolo fornisce descrizioni del sistema morfosintattico francese, la seconda focalizza l'attenzione sulle varie scelte traduttive che possono essere effettuate a partire da uno stesso testo, sia dal francese verso l'italiano, che dall'italiano verso il francese. Gli esempi contemplano la letteratura italiana e francese dall'Ottocento ai giorni nostri e sono elencati in ordine cronologico al fine di mostrare l'evoluzione delle strategie traduttive e della lingua stessa. A conclusione di ogni capitolo figurano esercizi pratici di grammatica e traduzione con relative soluzioni.
Questo libro parla di viaggi, ma il viaggio di cui parla Raniero Regni è quello metaforico e concreto insieme dell'eterno incontro/scontro/relazione con l'altro. Si parla del viaggio come metafora dell'educazione, della relazione intersoggettiva e dell'intera esistenza, frutto di un viaggio da un capo all'altro della vita, dei viaggi vissuti concretamente, intesi come immagini di vita vissuta per analizzare infine l'idea della partenza e del ritorno. È un libro di punti interrogativi, di domande e risposte che assumono tutto il loro spessore pedagogico e filosofico insieme; un viaggio per tutti e di tutti, senza limiti d'età, che si rinnova in ogni stagione dell'esistenza umana.
La nostra lingua, a cui il sentire comune attribuisce una fisionomia stabile e riconoscibile a partire da Dante, ha faticato molto a trovare una dimensione a tuttotondo in cui potessero riconoscersi tutti gli italiani. Per secoli il problema prevalente è stato il rapporto tra il latino e i vari volgari presenti nella penisola e solo con l'invenzione della stampa è emersa l'esigenza di un'unità linguistica nazionale. A lungo declinata come ricerca di una lingua comune agli scrittori è soltanto a partire dal 1861, con l'unità politica, che la questione dell'italiano riacquista una dimensione più ampiamente sociale. In un viaggio nel tempo che va dal 476 d.C. a oggi, il volume focalizza i punti di svolta di questa lunga ricerca, soffermandosi sulle tappe significative del percorso, dal Placito campano, l'atto notarile che nel 960 certifica la nascita del volgare italiano, a "Lettera a una professoressa".
Il libro raccoglie la testimonianza di un gruppo di insegnanti di una scuola statale Montessori riguardo a: organizzazione degli spazi e delle attività educative, ruolo dell'insegnante, lavoro dei bambini, verifica e valutazione.
Il libro illustra la vita educativa della scuola dell'infanzia Montessori con particolare riferimento all'organizzazione dell'ambiente e alle attività educative (vita pratica, pittura, musica, educazione sensoriale, apprendimento della matematica, del linguaggio, delle scienze, ecc.), al ruolo dell'insegnante, allo sviluppo del bambino.
Il libro illustra la vita educativa in un nido Montessori con particolare attenzione allo sviluppo del bambino (conquista dell'indipendenza, relazioni, ecc.), all'organizzazione dell'ambiente e delle attività educative (gioco euristico, cestino dei tesori, materiali sensoriali Montessori), al ruolo dell'educatore.
In questo volume Brilli racconta la storia e la fenomenologia del viaggio in Italia dalle origini al sorgere del turismo organizzato, attingendo a una messe pressoché infinita di episodi e osservazioni: come nel concreto si svolgeva il viaggio in Italia, quali i luoghi visitati, quali le aspettative e le reazioni dei "turisti". Ne viene una narrazione di grande piacevolezza, intessuta di notizie curiose e anche divertenti, dove l'erudizione si scioglie in uno stile elegante e privo di pedanterie.
Lo scopo di questo libro, che si compone di una parte saggistica ed una letteraria (un diario di viaggio), è quello di proporre in forma - narrativa, appunto - un itinerario di conoscenza nell'intercultura. Si passa così dalla riflessione teorica, agli esempi concreti della comparazione educativa, della pedagogia interculturale, della narrazione presentata come una forma del pensiero; strumento principe di costruzione-organizzazione della conoscenza, spunto didattico e pedagogico di sicuro interesse e novità. Queste pagine dedicate, oltre che ai ricercatori e agli studenti, anche ai genitori, agli educatori e agli insegnanti, suggeriscono un approccio narrativo all'insegnamento e all'educazione attraverso riflessioni ed esempi.
La geografia è poco conosciuta e spesso non molto amata. Tuttavia, grazie alla democratizzazione dei viaggi e delle escursioni, alla globalizzazione, alla diffusione del turismo e all'urbanizzazione crescente delle nostre regioni, tutti, spesso inconsapevolmente, fanno della geografia. Per quale motivo allora si conosce così male questa disciplina che apre le porte del mondo? È apprezzata quando diventa letteratura in Flaubert e Maupassant (che scrivono della loro Normandia), quando diventa ispirazione per i surrealisti (che parlano di Parigi) o quando viene usata da Julien Gracq per raccontare della città di Nantes. È apprezzata quando diventa paesaggio sulle tele di Cézanne o di Turner. Sono queste solo alcune delle numerose suggestioni che il geografo Armand Frémont affida al lettore in questa sua opera. Sensibile come un'arte, rigorosa come una scienza, la geografia esplora oggi l'ambiente fisico, le imprese, la salute, gli squilibri razziali e sociali e molto altro ancora.

